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Dai governisti ai “puristi”, ecco galassia M5S

“La nuova galassia M5S? Io parlerei più di bing bang…”. Con una battuta, Sergio Battelli, deputato della prima ora, descrive così lo status quo delle correnti del M5S. Le categorie “correntizie” di pochi mesi fa si sono quasi totalmente azzerate. Eppure, una mappa, sia pur provvisoria, della galassia M5S c’è. Fino agli Stati Generali, quando tutto potrebbe cambiare di nuovo.

GOVERNISTI: è l’ala prevalente nel M5S, un macro-insieme che include diverse anime. Ad accomunarle c’è l’obiettivo di un’alleanza con il Pd, anche in vista delle Comunali 2021. Tra le sotto-correnti del governismo a 5 Stelle, quattro sono quelle principali: I “dimaiani“- E’ il gruppo vicino a Luigi Di Maio, il maggiore numericamente. Ci sono “big” come Alfonso Bonafede, Sergio Costa, Laura Azzolina, Vincenzo Spadafora, Laura Castelli, Giancarlo Cancelleri, Laura Agea, Stefano Buffagni, Manlio Di Stefano, Mirella Liuzzi. Alla Camera, tra i “dimaiani” ecco Luigi Iovino, Francesco D’Uva, Anna Macina, Michele Gubitosa, Andrea Caso, Cosimo Adelizzi, Iolanda Di Stasio, Leonardo Donno. Al Senato, dove la “presa” di Di Maio è minore, si contano Sergio Puglia, Sergio Vaccaro, Ettore Licheri.  Gli “autunomi” – Sono governisti, pro-alleanze ma non nell’inner circle del titolare della Farnesina. Al governo sono Stefano Patuanelli, Fabiana Dadone o Pier Paolo Sileri. Alla Camera ecco il capogruppo Davide Crippa o Sergio Battelli. Al Senato “capofila” è Paola Taverna che, tra i parlamentari a lei più vicini, può contare su Emanuele Dessì, Alessandra Maiorino o Laura Bottici. Tradizionalmente vicino a Taverna (ma considerabile anche come “dimaiano”) è Fabio Massimo Castaldo, vice presidente del Parlamento Ue. Sempre tra gli autonomi vanno annoverati gli attivisti della primissima ora, quelli fedelissimi al verbo di Beppe Grillo. Tra questi ci sono Andrea Cioffi, Gianluca Castaldi, Alberto Airola o Elio Lannutti. Gli “anti-Rousseau” – E’ un gruppo trasversale, numericamente folto, che attinge nell’area vicino a Di Maio come in quella a Roberto Fico. A fare rumore, nelle ultime ore, è la mozione “Parole Guerriere“, think tank guidato da Dalila Nesci che conta su diversi esponenti: da Carlo Sibilia a Giorgio Trizzino, da Diego De Lorenzis a Azzurra Cancellerie.
I “fichiani” – Gli ex ortodossi, oggi, sono tra i fan più decisi dell’alleanza con il Pd e fanno a capo a Roberto Fico. Al governo il putno di riferimento è Federico D’Incà. Alla Camera ecco Riccardo Ricciardi, Gilda Sportiello, Giuseppe Brescia o Luigi Gallo. Nel Lazio “pesa” l’endorsement di Roberta Lombardi.

I PURISTI:Sono scettici nei confronti di un’alleanza con il Pd, anti-Mes e difensori del ruolo della piattaforma Rousseau. Tra i punti di riferimento ci sono, Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista. L’ex deputato, oltre ad Antonella Laricchia in Puglia, nei gruppi può contare su Barbara Lezzi, ma forse anche su Giulia Grillo, Alvise Maniero o Raphael Raduzzi. A Bruxelles punto di riferimento è Ignazio Corrao. “Casaleggiana” doc è Enrica Sabatini, responsabile ricerca e sviluppo di Rousseau.

IL SIMBOLO E L’ ASSOCIAZIONE: potrebbe essere il “nodo dei nodi”, nel caso lo scontro interno arrivi ai massimi livelli. Il nuovo Statuto del Movimento, varato nel dicembre 2017, ha dato vita ad una terza Associazione M5S, in cui Di Maio e Casaleggio figurano come fondatori. Il simbolo è concesso in uso dalla precedente associazione M5S. Ovvero da Beppe Grillo.
   


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