“Quando dice che non ha avuto spazio per difendersi, Palamara mente” e “cerca ora di ingannare l’opinione pubblica con una mistificazione dei fatti”. Così la giunta dell’Associazione nazionale magistrati replica a Luca Palamara, l’ex presidente dell’Anm espulso. E aggiunge: “Le regole si rispettano anche quando non fanno comodo”. La risposta della giunta guidata da Luca Poniz all’ex presidente dell’Anm, espulso ieri con una decisione passata con una sola astensione, è durissima. “Un Giudice dovrebbe essere in grado di leggere lo Statuto di una associazione. Ancora di più quando ne è stato Presidente. Il dott. Palamara non è stato sentito dal CDC semplicemente perché lo Statuto non lo prevede. Non vi sono altre ragioni- sottolinea la nota- Quando dice che non ha avuto spazio per difendersi Palamara mente: è stato sentito dai probiviri e in tutta la procedura disciplinare non hai mai preso una posizione in merito agli incontri con consiglieri del CSM, parlamentari e imputati. E, come lui, gli altri incolpati . Le regole si rispettano, anche quando non fanno comodo”. E non è tutto: Palamara “cerca ora di ingannare l’opinione pubblica con una mistificazione dei fatti: la contestazione riguardava gli incontri notturni all’hotel Champagne e l’interferenza illecita nell’attività consiliare , fatti purtroppo veri, e per questo sanzionati”.
“Non vediamo cosa ci sia di diffamatorio nelle dichiarazioni del nostro assistito. Sarà comunque un’occasione di chiarimento. Piuttosto ci si dovrebbe seriamente interrogare sul trattamento ricevuto dal dottor Palamara, privato di difesa e di come il trojan inoculato non abbia carpito nulla di penalmente rilevante”. Lo affermano gli avvocati Benedetto e Mariano Marzocchi Buratti, legali di Luca Palamara.
“E’ corretto quello che dice Palamara: i riflettori sono accesi su di lui ma è poco credibile che il problema riguardi solo Palamara“. Lo ha detto la responsabile Giustizia della Lega Giulia Bongiorno, intervenendo su Radio radicale alla tre giorni organizzata sulla riforma Radicale della giustizia. “E’ verissimo che la stragrande maggioranza dei giudici sono persone per bene,ma un’autoriforma è impossibile perché sarebbe già stata fatta” , ha osservato ancora Bongiorno, che ha poi definito “ridicola” la riforma della giustizia del ministro Bonafede. “Suscita il sorriso che di fronte alle necessarie riforme radicali si risponda con minime modifiche che non impattano su nulla”. “La separazione delle carriere non è più rinviabile- ha aggiunto- A me non basta, vorrei anche la separazione del Csm e il cambiamento dell’accesso in magistratura che oggi non consente una selezione adeguata”.
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