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Renzi schiera truppe in Parlamento, il Pd guarda ai sindaci

L’accelerazione impressa da Matteo Renzi al varo del nuovo partito, provoca un analogo colpo di acceleratore da parte di Nicola Zingaretti sul cammino di ridefinizione del profilo del Pd: il segretario Dem ha incontrato tutti i sindaci Pd, tra cui tutti quelli renziani rimasti nel partito, e li ha indicati come “protagonisti” del rilancio. Renzi ha lanciato i gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, ed ha inviato segnali di distensione sia all’ex partito che al governo, garantendo l’impegno per la tenuta della legislatura.

Zingaretti in una intervista al Corriere della Sera ha ribadito il suo “dispiacere” per la scissione di Renzi, ma ha anche ammesso: “un po’ me lo aspettavo”.

Alla Leopolda, ha confermato Renzi, Italia Viva presenterà il simbolo e la sua struttura. L’ex premier ha spiegato che ci sarà un “segretario” che parteciperà agli eventuali vertici di maggioranza al posto suo, se gli alleati lo considereranno “ingombrante”.

In giornata sono stati resi noti i numeri dei gruppi di Italia Viva in Senato e alla Camera, numeri che potrebbero crescere con l’adesione di parlamentari provenienti da altri gruppi. La volontà di entrambi di non esacerbare i rapporti è dimostrata dalle parole misurate di Zingaretti e dalle promesse di Renzi: “Non mi tireranno fuori mezza parola contro Nicola che e’ un amico. Non esco dal Pd con rancore, odio e antipatia”. 

Tra quelli che lasciano il Pd, l’attuale ministro per le politiche agricole Teresa Bellanova che diventa capo delegazione dei renziani al governo e che da senatore era in Commissione Industria. In Commissione Finanze, invece, i renziani che cambiano casacca sono 3: Francesco Bonifazi, Eugenio Comincini, Leonardo Grimani.

Il parlamentare sardo Giuseppe Cucca è componente della Commissione Giustizia, mentre Davide Faraone è agli Affari Costituzionali. Le altre new entry sono: Nadia Ginetti che è alle Politiche per l’Unione europea (XIV commissione); Ernesto Magorno in Commissione Agricoltura; Laura Garavini, vicepresidente della Difesa; il piemontese Mauro Maria Marino, uomo ‘chiave’ nell’iter delle leggi di bilancio a Palazzo Madama, è invece il vicepresidente della commissione Bilancio; Daniela Sbrollini, componente della commissione Agricoltura e della bicamerale sulle Questioni regionali;  Valeria Sudano membro sia dell’Ambiente che dell’Antimafia. Dalle file dei forzisti arriva poi Donatella Conzatti, esponente della Commissione Finanze e di quella contro il Femminicidio.

“Nel momento in cui prendiamo l’impegno di garantire che la legislatura arrivi almeno fino all’elezione del Presidente della Repubblica, nel 2022, noi non faremo quelli che fanno il controcanto quotidiano”, assicura ai microfoni di Rai Radio3, Matteo Renzi che conferma l’intenzione di presentare il simbolo di Italia Viva alla Leopolda. Nell’attesa di conoscere il simbolo, il nome “Italia Viva” ha già scatenato non poche polemiche visto che è lo stesso che usò l’ex segretario Dem Walter Veltroni nella campagna elettorale del 2008 quando il Pd (37,55%) perse le elezioni contro il Pdl (46,81%) di Silvio Berlusconi. La scritta “Italia Viva”, a caratteri cubitali bianchi su sfondo verde chiaro, apparve sul pullman con il quale Veltroni andò in giro per l’Italia.

“Non sarò io a partecipare ai tavoli – spiega poi Renzi – ma ci sarà il segretario o il leader. Lo decideranno nei prossimi giorni. Ma se la mia presenza è considerata ingombrante, si sappia che non ho fatto questa operazione per sedermi attorno a un tavolo”.


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