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Procure, oggi il Plenum del Csm. Ermini al Quirinale

Ore di lavoro serrato, riunioni e incontri a porte chiuse al Consiglio Superiore della Magistratura in vista del Plenum straordinario convocato per oggi pomeriggio  sullo sfondo della bufera che si è scatenata sulla magistratura italiana dopo la vicenda procure che ha coinvolto diversi magistrati, a partire da Luca Palamara, ex presidente dell’Anm e uomo forte di Unicost, la corrente centrista delle toghe, coinvolto nell’inchiesta di Perugia per presunta corruzione. Che il lavoro, dopo l’arrivo degli atti della Procura di Perugia al Csm, sia ai massimi livelli lo dimostra la visita in serata del vice presidente del Csm David Ermini al Quirinale.

Non solo le dimissioni di Luigi Spina, il consigliere del Csm indagato a Perugia per rivelazione di segreto d’ ufficio e favoreggiamento. Sul tavolo del plenum del Csm di domani dovrebbe arrivare anche la richiesta di un passo indietro per Antonio Lepre e Corrado Cartoni, i due consiglieri di Magistratura Indipendente, non indagati ma che avrebbero partecipato con Luca Palamara – sotto inchiesta per corruzione – a incontri con Cosimo Ferri e Luca Lotti in cui si discuteva della nomina del procuratore di Roma. Non le dimissioni invocate dall’Anm di Milano ma un’autosospensione almeno per un certo periodo. Lepre è il relatore della proposta di maggioranza di nominare Marcello Viola procuratore di Roma, il candidato sostenuto da Palamara, e con Cartoni nei giorni scorsi ha difeso la correttezza del proprio operato, negando qualunque condizionamento.

    Il Plenum del Csm dovrà prendere atto delle dimissioni del consigliere del Csm Luigi Spina, capogruppo di Unicost indagato a Perugia per favoreggiamento personale e rivelazione di segreto d’ufficio, dimessosi venerdì da Palazzo dei Marescialli. Spina dovrà tornare a fare il pm a Castrovillari: oggi la Commissione ha fatto la proposta che verrà formalizzata domani con tanto di sostituzione già individuata per quanto riguarda i sui incarichi. Per quanto è dato di sapere, al momento la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non è in programma al Plenum di domani. L’ipotesi della presenza era circolata nei giorni scorsi, anche alla luce dell’attenzione che il Colle ha avuto per tutta questa complessa vicenda, attenzione confermata dall’incontro di questa sera.

    Altra ipotesi che si è rincorsa in queste ore, la decisione che il Csm potrebbe prendere di mettere in stand by il conferimento degli incarichi per i ruoli direttivi vacanti.

    Al lavoro serrato a Palazzo dei Marescialli si aggiungono le fibrillazioni che si registrano nell’Anm che si riunirà mercoledì con all’ordine del giorno proprio la vicenda Palamara, con l’attivazione dei probiviri. Con posizioni contrastanti ai vertici dell’Associazione dei magistrati con il vicepresidente Luca Poniz (Area), che ha preso le distanze da quanto affermato dal leader del sindacato delle toghe, Pasquale Grasso, che in un’intervista alla Stampa ha parlato della necessità di un “esame di coscienza” e di “trasparenza” ma ha anche declinato come “fisiologici” i contatti con la politica: “Ritengo sia un problema di limiti, e di opportuna e doverosa autolimitazione delle condotte”. Di parere diverso la controreplica di Poniz: “L’intervista di Grasso vede molti di noi su posizioni radicalmente diverse perchè esclude che vi sia uno scandalo nei fatti accaduti”. E ha parlato di relazioni che al contrario “fanno scandalo”.

    Nel dibattito interno al sindacato dei magistrati c’è da registrare anche la dura presa di posizione dell’Anm milanese: le dimissioni dei consiglieri del Csm “che sono o dovessero risultare coinvolti” nell’indagine di Perugia che vede indagati fra gli altri il pm Luca Palamara sono state chieste oggi “con forza” al termine di una riunione con altissima partecipazione dei magistrati del distretto della corte d’appello di Milano. In una nota, l’Anm milanese ha parlato di vicende di “inaudita gravità” che hanno fatto “emergere l’esistenza di una questione morale nella magistratura”.

    Secondo Pasquale Grasso, per uscire dal quadro emerso dall’inchiesta di Perugia serve ora un “cambio di passo” sulle nomine che restituisca “una vera centralità” al Csm. Un progetto di cui l’Anm si farà “promotrice” e che si muoverà su due filoni: vincolare Palazzo dei Marescialli a rispettare rigidamente il calendario delle scoperture e rendere realmente a termine le esperienze al vertice degli uffici direttivi, evitando che un magistrato passi da un incarico all’altro. 


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