(ANSA) – TORINO, 8 NOV – “Non ho minacciato Chiara Appendino.
L’assessore Sacco, che credevo amico, ha interpretato male i miei sfoghi”. Così Luca Pasquaretta, interrogato in Procura a Torino, si è difeso dall’accusa di estorsione ai danni della prima cittadina. “Io e Chiara siamo amici, la considero una sorella minore”, dice l’ex portavoce della sindaca, che si è presentato ai pm “per spiegare e rivendicare il lavoro svolto al Salone del Libro 2017”. Tra le accuse nei suoi confronti c’è anche il peculato per la consulenza da 5mila euro.
“Appendino – ribadisce Pasquaretta, all’interrogatorio con la borsa dell’edizione 2017 della kermesse – non ne sapeva nulla”.
Il giornalista ha raccontato ai pm Enrica Gabetta e Gianfranco Colace di aver tenuto rapporti istituzionali, supervisionato la comunicazione, contribuito al merchandising. “Non c’entro nulla anche con la vicenda di Parco Dora. Non ho mai avuto compiti amministrativi”, aggiunge a proposito delle accuse per la proiezione Champions gemella a quella di piazza San Carlo.
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