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Conte promette, 'l'Iva non aumenterà, solo rimodulazioni'

Conto alla rovescia per la prima legge di Bilancio giallorossa. Lunedì il governo svelerà i suoi piani per il 2020 nella Nota di aggiornamento al Def. Spazi stretti di intervento. Ma Conte promette che le clausole Iva saranno disattivate: ‘È un impegno solenne. Il lavora a qualche modulazione, ma con beneficio per gli italiani’. Nella Legge di Bilancio tagli ai ministeri per un miliardo, ne mancano 7 per ridurre la spesa. Il commissario Ue Gentiloni chiede di ‘salvaguardare la sostenibilità dei conti e si impegna su un’agenda per la crescita’.

E’ il momento di una manovra espansiva – “Stiamo lavorando a una manovra espansiva perché in momenti come quelli attuali abbiamo un calo dell’export per ragioni non dipendenti da noi e se i consumi interni calano e sono più contenuti, è il momento di una manovra espansiva”. “Reddito di cittadinanza e quota 100 sono misure di protezione sociale. Fanno parte di misure già adottate di protezione sociale e intendiamo conservarle perché è un adempimento nei confronti degli italiani. Una parola che è stata già impegnata e una promessa che sarà mantenuta. Si conserverà anche quota 100, non è all’ordine del giorno una rimodulazione”. “Quello che vi posso dire è che quando avremo completato i tasselli del patto sociale, che ci consentirà di avere diradato ombre incertezze, ritornerò da voi per chiedervi di aderire a questo patto, che ha come obiettivo di incentivare l’uso delle carte, la moneta elettronica, ma non pagherete di più per commissioni o altro, anzi porteremo dei vantaggi, meccanismo premiali, in termini di alleggerimento della pressione fiscale”.

Secondo mandato Mattarella? Se fosse disponibile. – “Non spetta a me” una decisione su chi andrà al Quirinale, “non sono neanche parlamentare” ma “posso dire che vorrei una personalità come Mattarella”, dotata di “equilibrio, esperienza politica, saggia e anche alla mano”: “Se Mattarella fosse disponibile a un secondo mandato…” ovviamente avrebbe le qualità elencate. Lo ha detto il premier, Giuseppe Conte, a Ceglie Messapica (Br), rispondendo a una domanda del direttore di Affari Italiani.

Con proporzionale puro rischio ingovernabilità – “I sistemi elettorali si evolvono nel corso del tempo: io sarei orientato a preferire sistemi in cui quando si vota la sera il giorno dopo si sa chi ha vinto ma l’importante è concepire pesi e contrappesi di qualsiasi sistema: come un maggioritario spinto non funziona, allo stesso modo un proporzionale puro rischia di generare ingovernabilità se non c’è una clausola di sbarramento. Non esiste un sistema migliore in astratto, l’importante sono i contrappesi”. 

Vincolo mandato? Con regolamenti frenare cambi casacca – Il tema del vincolo di mandato è “complicato” perché “da un lato bisogna contrastare la pratica in passato inaccettabile di chi facilmente passa da una forza politica all’altra in Parlamento con doppi e tripli cambi di casacca e sarebbe ad esempio auspicabile limitare questi passaggi rendendoli più difficili. Dall’altro c’è la libertà di rappresentare l’interesse di chi è stato eletto in modo libero e autonomi. Attraverso un vincolo più stringente dei regolamenti parlamentari bisognerebbe rendere più difficile il cambio di casacca”.

Se non mi fidassi di Pd non avrei iniziato – “Se non mi fidassi del Pd non avrei cominciato a governare”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte. Con Renzi “non è un problema di fiducia, ho detto se l’avessi saputo prima, avrei potuto tener conto di questa iniziativa. Renzi e il nuovo gruppo possono dare un contributo positivo, se fanno proposte ne terremo conto, se ci sarà spirito critico ben venga. Il contributo positivo di Italia Viva e di Renzi ben vengano”. “Non ho la palla di vetro” ma nel governo “vedo un buon clima di lavoro”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte. “Se posso fare una comparazione con la precedente esperienza di governo – ha aggiunto – qui fin dall’inizio ho coordinato i lavori di formazione del governo, ho lavorato coordinando il progetto politico che poi ho presentato al Paese, mentre in precedenza dopo l’accordo sono stato chiamato a fare il premier ed era l’unione di due programmi. Qui invece avrete difficoltà a distinguere ciò che è nelle corde dei 5 stelle, ciò che è nelle corde del Pd e ciò che è nelle corde di Leu”.

Fine vita, giusto obiezione coscienza medici – “Per i medici quantomeno”, se si stabilisse un diritto alla morte, “bisognerebbe riconoscere quantomeno l’obiezione di coscienza”. E’ giusto che ci sia un confronto sereno, serio, in Parlamento. Non voglio far pesare la mia opinione personale: da giurista e da cattolico mentre non ho dubbi che esista un diritto alla vita, perno di tutti i diritti della persona, dico che è da dubitare ci sia un diritto alla morte. Esiste un diritto all’autodeterminazione per cui scelgo le mie cure ma scegliere di essere avviato alla morte e chiedere l’ausilio di personale qualificato può essere un po’ dubbio”. “Bisogna fare una legge: ci sprona a farlo la stessa Corte costituzionale. Leggeremo la sentenza per intero quando tra un mesetto sarà depositata ma l’intervento della Corte non può sostituire un intervento legislativo. L’avevo detto anche quando ho chiesto la fiducia in sede di replica in Parlamento. Ho sollecitato le forze politiche ad assumere l’iniziativa anche perché su questi argomenti non mi sembra appropriata un’iniziativa governativa. Anche perché sono materie laceranti sul piano morale, con tante implicazioni anche filosofiche: farne una questione di governo no”. 


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