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Elezioni Europee, la reazione di Borse ed euro

Le elezioni europee creano una legislatura sempre più frammentata, con l’Europa che si risveglia dalla notte elettorale con un parlamento sempre più diviso. La fine della polarizzazione destra – sinistra, evidente nei grandi d’Europa come Francia, Italia, Spagna e Germania da qualche tempo, si è manifestata anche a livello continentale. Il Parlamento è suddiviso in almeno cinque gruppi forti: Popolari, Socialisti, Liberali, Verdi, Sovranisti. Non bisogna poi dimenticare nemmeno la sinistra radicale e i partiti indipendentisti.

Malgrado i risultati nel complesso positivi dei gruppi euro scettici, l’attacco dei populisti nazionalisti al cuore d’Europa non ha avuto successo. E l’euro e le Borse europee reagiscono bene. La moneta unica consolida le posizioni dopo che tutto sommato, grazie ai progressi dei Verdi e dei Liberali, i partiti mainstream hanno tenuto botta contro l’ondata populista sovranista alle elezioni europee. Sul fronte azionario, a Milano e Parigi si segnalano i balzi di FCA (+19%) e di Renault, che sono in trattative avanzate per siglare un’alleanza a cui il governo francese, che ha una partecipazione del 15% nella casa automobilistica nazionale, non si opporrebbe.

Le festività negli Stati Uniti e nel Regno Unito potrebbero contribuire ad alimentare la volatilità in una seduta caratterizzata da volumi più sottili del solito.  Tra gli altri mercati il petrolio scivola, mentre sul Forex la sterlina britannica estende i guadagni di venerdì scorso, giorno in cui è arrivata l’ufficializzazione delle dimissioni di Theresa May (il 7 giugno). In leggero rialzo i tassi dei Btp e lo Spread con la Germania dopo la vittoria straripante ma attesa della Lega. Il rendimento decennale si attesta al 2,57% mentre il differenziale con i Bund sale a 269 punti base dai 267 punti della chiusura di venerdì.

I conservatori del PPE, arrivati in testa alle europee come previsto nonostante una piccola emorragia di voti rispetto al 2014 e malgrado la minaccia dei nazionalisti euro scettici come Lega, Brexit Party e Rassemblement National, si dovranno alleare con almeno due partiti per avere la maggioranza. Molto probabilmente saranno Liberali, Social Democratici e Popolari a unirsi, mentre i Verdi restano la vera incognita. In conservatori sovranisti (ECR) e i partiti di estrema destra euroscettici hanno guadagnato 58 seggi a testa (ENF). Il primo impatto politico del voto del 23-26 maggio è arrivato in Grecia dove il premier Alexis Tsipras ha indetto elezioni anticipate dopo le perdite pesanti del suo partito, arrivato secondo a livello nazionale.

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