La guerra in Ucraina cambia gli equilibri geopolitici. L’Ue tenta di scalzare la Russia come partner dell’Asia Centrale
Bruxelles – L’Unione Europea guarda sempre più a Est, per diventare un attore geopolitico influente nelle regioni più instabili del continente euro-asiatico, dal Caucaso all’Asia Centrale, là dove storicamente era la Russia il centro di gravità. Dopo aver messo un tassello importante per tentare di trovare una soluzione sostenibile al conflitto trentennale tra Armenia e Azerbaigian con l’invio di una missione di esperti, è alle cinque ex-Repubbliche sovietiche dell’Asia Centrale (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan) che si rivolge ora l’attenzione dell’Ue. L’obiettivo è quello di stringere sempre più i rapporti nell’ottica di partenariati regionali – che stabilizzino l’aerea con la cooperazione in diversi settori – e internazionali – che isolino i tentativi della Russia di rovesciare l’ordine internazionale.
Da sinistra: il presidente del Kirghizistan, Sadyr Zhaparov, del Consiglio Europeo, Charles Michel, del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, del Tagikistan, Emomali Rahmon, e il vicepresidente del Consiglio del Turkmenistan, Hojamyrat Geldimyradow (Astana, 27 ottobre 2022)
In questo senso si inserisce la prima riunione regionale di alto livello ad Astana (Kazakistan) a cui ha partecipato ieri (giovedì 27 ottobre) il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, insieme ai presidenti di Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, Kirghizistan, Sadyr Zhaparov, Tagikistan, Emomali Rahmon, Turkmenistan, Serdar Berdimuhamedov, e Uzbekistan, Shavkat Mirziyoyev. In “un’atmosfera aperta e amichevole di rispetto e fiducia reciproci”, come si legge nella nota congiunta dei sei leader, è stato posto come primo pilastro per lo sviluppo di partenariati solidi l’impegno a lavorare per pace, sicurezza, democrazia, Stato di diritto (anche se sono evidenti le carenze su questi ultimi due punti in tutti e cinque gli -stan dell’Asia Centrale) “nel pieno rispetto del diritto internazionale“. La base è la Carta delle Nazioni Unite, “in particolare i principi del rispetto dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti i Paesi, del non-uso della forza o della minaccia di usarla e della risoluzione pacifica delle controversie internazionali”. Evidenti richiami all’aggressione russa in Ucraina, che in una certa misura spaventa anche le ex-Repubbliche sovietiche per il disegno egemone del Cremlino.
Sul piano della politica internazionale è comune la preoccupazione per quanto riguarda la situazione in Afghanistan, in particolare per i diritti delle donne, delle ragazze e delle minoranze: “Le cose stanno andando nella direzione sbagliato, il popolo afghano sta soffrendo”, ha attaccato Michel. Auspicando l’istituzione di un governo “inclusivo e rappresentativo” a Kabul, i Paesi dell’Asia Centrale intensificheranno gli sforzi in collaborazione con l’Ue e il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Unpd) per l’istruzione speciale di cittadine e cittadini afghani sia nelle scuole superiori sia nelle università. Attenzione anche alla cooperazione nella gestione delle frontiere e nella lotta contro il terrorismo, la tratta di esseri umani, il traffico di armi e di droga.
La credibilità di Bruxelles agli occhi dei Cinque dell’Asia Centrale deriva dal contributo all’intensificazione dello sviluppo economico regionale dopo la pandemia Covid-19, soprattutto con l’espansione dei meccanismi di commercio e investimento attraverso la nuova piattaforma del Forum economico Ue-Asia centrale. L’istituzionalizzazione delle relazioni tra i sei partner è la chiave di volta per il rafforzamento della cooperazione regionale, su cui il vertice di Astana ha dedicato una particolare attenzione. L’Ue spinge per lo sviluppo dei trasporti sostenibili, della logistica e dell’interconnettività digitale, attraverso la Rete transeuropea di trasporto (TEN-T), ma anche sulle azioni nel campo della protezione dell’ambiente e del cambiamento climatico. Su questo solco si sono indirizzate le discussioni su un partenariato acqua-energia “innovativo”, partendo da quanto già fatto tra i Ventisette per i meccanismi di gestione congiunta delle risorse idriche e dei fiumi transfrontalieri.
La pedina-chiave nell’Asia Centrale
Ma è il Kazakistan il vero punto di svolta per le ambizioni dell’Ue di scalzare la Russia come primo partner dei Paesi dell’Asia Centrale. Il governo di Tokayev fino allo scoppio della guerra in Ucraina guardava a Mosca come sponda per reprimere le proteste interne, ma dal 24 febbraio qualcosa sembra essersi spezzato nella fiducia verso l’autocrate russo, Vladimir Putin. Di fronte al rischio che il Cremlino decida in futuro di scatenare altre guerre per ‘proteggere’ la componente etnica russa negli Stati confinanti, le basi dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (alleanza militare composta da Russia, Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan) potrebbero vacillare. O quantomeno spingere i Paesi della regione a cercare altri alleati e canali di sviluppo.
“Una cosa è assolutamente certa: il nostro rapporto è forte e sta diventando ancora più forte“, ha commentato il presidente Michel al termine dell’incontro con il presidente kazako: “È il nostro principale partner commerciale in Asia Centrale”. Non è un caso se la prima riunione regionale di alto livello si è svolta proprio nella capitale Astana: “Il Kazakistan è un hub er la connettività dei trasporti tra Oriente e Occidente e sta lavorando per diversificare ulteriormente i collegamenti”. All’orizzonte c’è già la Conferenza ministeriale sulla connettività sostenibile Ue-Asia centrale a Samarcanda a novembre, in cui “presenteremo anche due iniziative Global Gateway, su acqua, energia e cambiamenti climatici e sulla connettività digitale“, ha anticipato Michel. “A breve” sarà anche firmato un memorandum d’intesa per un partenariato strategico sulle materie prime sostenibili, le batterie e l’idrogeno, oltre a un accordo orizzontale sui servizi aerei e un altro di finanziamento per lo strumento di cooperazione bilaterale.
Anche nel confronto con il presidente Tokayev è emersa la questione della sicurezza dell’Europa e dell’Asia Centrale, di fronte alle “gravi violazioni del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite” da parte della Russia di Putin. Un punto che riguarda da vicino Astana, il principale alleato del Cremlino nella regione e sul cui allentamento dei legami Bruxelles sta scommettendo. “L’Ue sottolinea l’importanza di un’indagine completa, equa e trasparente sugli eventi di gennaio“, che avevano visto un’ondata di violenze per reprimere le proteste ad Almaty e nella capitale Astana (per due anni ribattezzata Nur-Sultan). Bruxelles “sostiene le riforme volte a rafforzare la democrazia“, ha esortato il presidente Michel, compreso il piano presentato dal governo kazako dopo il referendum costituzionale dello scorso giugno. Per l’Unione è cruciale il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali dei cittadini, in un momento cruciale per la storia dei rapporti con l’Asia Centrale.
Prima riunione di alto livello ad Astana tra il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e i leader di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Focus su Stato di diritto, connettività regionale, rispetto del diritto internazionale e partenariato acqua-energia LEGGI TUTTO