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    Russia sospesa dal Consiglio d’Europa

    Bruxelles – La Russia è stata sospesa con effetto immediato dal Consiglio d’Europa a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio spiegando che la decisione è stata presa ai sensi dell’articolo 8 dello statuto del consiglio dal Comitato dei Ministri, di cui l’Italia ha la presidenza di turno.
    Il Consiglio d’Europa  si occupa di difesa dei diritti umani e da lì nasce la Corte europea dei diritti dell’Uomo. Non ha nulla a che fare con l’Unione europea.
    “L’Italia ritiene che si tratti di una misura necessaria alla luce dell’inaccettabile aggressione militare russa ai danni dell’Ucraina, che costituisce una grave violazione del diritto internazionale”, ha spiegato Di Maio.
    La decisione di oggi significa che la Russia rimane membro del Consiglio d’Europa e parte delle sue convenzioni, compresa la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
    L’iniziativa formale, aveva spiegato poco prima il premier polacco Mateusz Morawiecki, scrive la Reuters, era stata avviata da Polonia e Ucraina. 
    “Conformemente allo Statuto del Consiglio d’Europa – spiega una nota –, il Comitato dei Ministri ha deciso oggi di sospendere, con effetto immediato, la Federazione russa dai suoi diritti di rappresentanza nel Comitato dei Ministri e nell’Assemblea Parlamentare a seguito dell’attacco armato sferrato contro l’Ucraina.
    La decisione di oggi significa che la Russia rimane membro del Consiglio d’Europa e parte delle sue convenzioni, compresa la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
    Anche il giudice eletto alla Corte europea dei diritti dell’uomo a titolo della Federazione russa resta un membro della Corte, la quale continuerà a esaminare e a pronunciarsi sui ricorsi presentati contro la Federazione russa. La sospensione non è una misura definitiva ma temporanea, lasciando aperti i canali di comunicazione”.

    Lo ha annunciato Di Maio. La proposta avanzata da Polonia e Ucraina

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    Ucraina, l’Unione europea congela gli asset di Putin e Lavrov

    Bruxelles – Via libera dal Consiglio Affari Esteri al congelamento dei beni del presidente Vladimir Putin e del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, per l’aggressione ai danni dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Dopo varie indiscrezioni circolate nel pomeriggio, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, lo ha confermato in un punto stampa a margine dei lavori del Consiglio.
    “Quelle che arrivano dall’Ucraina sono immagini inquietanti: carri armati sulle auto dei civili, bambini portati in salvo dalle zone dei combattimenti. È la dimostrazione della crudeltà della Russia e irresponsabilità guerra”, ha detto parlando ai giornalisti, preoccupato del “rischio per tutti cittadini europei” e di una destabilizzazione del continente europeo. “Questa guerra può destabilizzare tutto il continente ed e’ per questo che qui a Bruxelles tutti compatti hanno votati un pacchetto di sanzioni molto dure” non solo verso Putin e Lavrov, ma anche verso “banche, imprese di Stato e interi settori chiave”.
    La linea adottata dalla comunità occidentale è chiaramente quella di “isolare la Russia”, costringendola a cedere. Nel pomeriggio si sono susseguite varie manifestazioni di protesta contro l’azione armata di Mosca: prima la sospensione dai diritti di rappresentanza dal Consiglio d’Europa, l’organizzazione che si occupa di difesa dei diritti umani e di cui fanno parte tutti gli Stati membri UE. “Quello che sta facendo (Putin) va contro ogni regola di convivenza e umanità e non possiamo permettercelo”, ha accusato Di Maio. Poi anche il mondo dello sport sta reagendo contro Russia, non solo politica. Tutte onorificenze ritirate o a personaggi russi: non c’è nulla di onorevole nella Russia in Ucraina.
    Il ministro conferma che a Bruxelles si lavora al terzo pacchetto di sanzioni contro Mosca, come annunciato questa mattina dal presidente del Consiglio, Charles Michel. Pacchetto che dovrebbe essere varato nei prossimi giorni dall’UE.

    The senseless suffering and loss of civilian life must stop.
    Europe stands with #Ukraine’s people and will continue to provide support.
    Second wave of sanctions with massive and severe consequences politically agreed last night.
    Further package under urgent preparation.
    — Charles Michel (@eucopresident) February 25, 2022

    Il vero nodo di questo nuovo pacchetto di sanzioni è l’esclusione di Mosca dal sistema di pagamenti internazionali, SWIFT, su cui ieri il Consiglio europeo ha incontrato alcune resistenze da Germania, Italia, Austria, Lussemburgo e Cipro. A sentire il titolare della Farnesina non c’è alcuna intenzione da parte dell’Italia di mettere un veto alla proposta. “Continueremo a votare in maniera compatta le proposte della Commissione e siamo aperti alla proposta del pacchetto terzo”, ha detto rispondendo ai giornalisti.
    Riuniti a Bruxelles anche i ministri dell’Economia e delle finanze, che nel pomeriggio hanno pubblicato un comunicato congiunto con l’esecutivo comunitario e la BCE  in cui sostengono di aver “chiesto alla Commissione UE e alla Banca Centrale Europea di valutare le conseguenze di un ulteriore taglio dell’accesso delle istituzioni russe al sistema finanziario”. “Tutte le opzioni sono sul tavolo”, viene specificato nella nota.
    L’esclusione di Mosca dal sistema dei pagamenti internazionali è richiesta a gran voce dall’intero Europarlamento, per dare un segnale forte di rottura della continuità nel dialogo dell’UE con Mosca. “È giusto che l’UE adotti sanzioni massicce, senza precedenti e severe nei confronti della Russia. Abbiamo bisogno di più e devono essere di ulteriore portata, inclusa l’esclusione della Russia dal sistema SWIFT e severe sanzioni individuali senza nessuno fuori dal tavolo”, ha ribadito la presidente Roberta Metsola. A farle eco in vari tweet i capogruppi di Partito popolare europeo, dei Socialisti e Democratici (S&D) e di Renew Europe.

    If we are tempted to accommodate, to take a step back, – we will soon be facing another ultimatum. And what then?
    We are #WithUkraine.
    3/3
    — Roberta Metsola (@RobertaMetsola) February 25, 2022

    Diverse sono state le critiche ai leader europei al Consiglio europeo di ieri di aver “lasciato fuori” dal tavolo delle sanzioni per l’invasione dell’Ucraina sia Putin-Lavrov, sia il gas, l’altro grande assente nelle discussioni in corso a Bruxelles: includerli avrebbe di certo dato l’idea di una rottura più concreta dalla dipendenza dell’Unione da Mosca. Di gas per ora non se ne parla proprio, l’UE ha preferito colpire solo le tecnologie che la Russia importa dall’UE per raffinare il suo petrolio per poi esportarlo di nuovo in Europa “pulito”. Su Putin nel mirino, invece, i governi hanno trovato la quadra all’unanimità. A dimostrazione del fatto che quando c’è volontà politica di fare qualcosa, l’ostacolo dell’unanimità viene superato.
    “Personalmente sono molto favorevole, ma l’importante non è quello che penso io ma ciò che decide il Consiglio” dei ministri e “la procedura richiede l’unanimità”, ha detto l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio Esteri. Lo stesso Borrell ha fatto anche sapere di avere avuto questa mattina un colloquio telefonico con il governo cinese, in cui “ho chiesto alla Cina di esercitare la sua influenza per il rispetto della sovranità dell’Ucraina e per un negoziato“.
    Nel pomeriggio Putin si è detto pronto a inviare una delegazione a Minsk per i negoziati con l’Ucraina. Mosca “è pronta a inviare un gruppo dei suoi ministeri della Difesa e degli Esteri insieme ai funzionari del Cremlino per colloqui con l’Ucraina nella capitale bielorussa”, ha fatto sapere il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov. Sembra una delegazione per imporre una capitolazione che per aprire un dialogo.

    Via libera definitivo raggiunto in seno al Consiglio dei ministri degli Esteri. Di Maio: “Sanzioni dure contro una guerra irresponsabile”. A Bruxelles si lavora con urgenza per varare il terzo pacchetto di sanzioni che potrebbe escludere Mosca dal sistema di pagamenti internazionali, SWIFT. Per il titolare della Farnesina dall’Italia nessun veto: “Continueremo a votare in maniera compatta le proposte della Commissione”

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    Ucraina, l’Europa “nella sua ora più buia”. Borrell: “Mosca minaccia rappresaglie nucleari. Pronte sanzioni settoriali e individuali”

    Bruxelles – L’ora più buia per l’Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. Di fronte alla riunione speciale della commissione Esteri e la sottocommissione Difesa dell’Eurocamera, è il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, a soppesare gravemente una ad una le parole per definire l’aggressione militare di Mosca ai danni dell’Ucraina, iniziata questa mattina (24 febbraio) poco prima dell’alba, come se fossero le più difficili che abbia pronunciato durante questi due anni di mandato. “Inimmaginabile, impensabile” vedere tornare la guerra in Europa “eppure è ciò sta accadendo” con effetti “devastanti sui civili e innocenti”, aggiunge, ribadendo la condanna da parte dell’UE a questa manifesta “violazione del diritto internazionale”.
    “Stiamo assistendo a un’invasione ingiustificata da parte di una potenza nucleare contro un Paese libero e sovrano e allo stesso tempo (la Russia) sta minacciando tutti coloro che stanno cercando di aiutarli con una rappresaglia nucleare”, ha sintetizzato l’alto rappresentante, in riferimento alla notizia delle ultime delle forze russe che avrebbero occupato la centrale nucleare di Chernobyl, chiusa dopo un incidente del 1986 durante un test di prova nel reattore numero 4. “I nostri difensori stanno dando la vita affinché la tragedia del 1986 non si ripeta”, ha twittato nel pomeriggio il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy poco prima che la centrale fosse catturata, affermando che “questa è una dichiarazione di guerra contro l’intera Europa”.

    Russian occupation forces are trying to seize the #Chornobyl_NPP. Our defenders are giving their lives so that the tragedy of 1986 will not be repeated. Reported this to @SwedishPM. This is a declaration of war against the whole of Europe.
    — Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) February 24, 2022

    Per Borrell sono parole difficili da pronunciare perché l’aggressione di Mosca sancisce il fallimento della politica europea (e transatlantica) volta al dialogo, che nelle ultime settimane ha cercato di ridimensionare l’escalation di tensione in Ucraina su un piano diplomatico. “Abbiamo cercato in ogni modo di trovare una soluzione sul piano diplomatico a questa crisi”, ha detto Borrell sottolineando che già il fatto che il presidente russo Vladimir Putin abbia deciso di attaccare mentre era in corso una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la dice lunga su quanto rispetti il diritto internazionale.
    Sul tavolo dei capi di stato e governo al Consiglio straordinario di questa sera ci sarà il più grande pacchetto di sanzioni mai preparato dall’Unione Europea che prenderà di mira “settori (dell’economia russa) ma anche individui”, ha chiarito Borrell. Si tratta di un pacchetto consolidato insieme agli alleati di Stati Uniti, Regno Unito, Canada per affrontare una crisi che non si risolverà in una notte e che costringe anche l’Unione Europea a ripensare il proprio approvvigionamento di energia. “La nostra dipendenza dal gas (russo) è troppo forte, dobbiamo prendere misure per diversificare le nostre fonti di energia”.
    Quanto all’assistenza finanziaria promessa all’Ucraina, oltre all’ultimo pacchetto da 1,2 miliardi di euro licenziato pochi giorni fa, per l’alto rappresentante è giunto il momento di dar vita a un nuovo strumento di assistenza dedicato, “non possiamo continuare a prendere risorse dal budget europeo un po’ qui e un po’ lì”. Ha aggiunto di aver ribadito al “Consiglio dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) “con la massima fermezza la condanna dell’UE per l’invasione di dell’Ucraina da parte della Russia e ho chiesto la fine immediata delle operazioni militari russe e il ritiro incondizionato delle attrezzature dall’intero territorio dell’Ucraina”, come si legge nella nota diffusa poco dopo.

    L’occupazione delle forze russe della centrale nucleare di Chernobyl preoccupa l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, che accusa Mosca di minacciare con l’arma atomica chiunque provi ad aiutare l’Ucraina nella crisi. Si valuta uno strumento finanziario dedicato al sostegno di Kiev

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    E ora l’UE prepara un nuovo pacchetto di sanzioni “per sopprimere la crescita della Russia e far salire l’inflazione”

    Bruxelles – “Saranno sanzioni durissime, che sopprimeranno la crescita economica e industriale della Russia”. Oltre le parole di condanna, la reazione dell’UE di fronte all’invasione dell’Ucraina di questa notte da parte delle forze armate di Mosca rimane sui binari delle sanzioni contro la Russia del presidente Vladimir Putin. Uno strumento da impiegare “in maniera massiccia”, con effetti “enormi” sull’economia, le finanze e l’industria, che “renderà al Cremlino impossibile continuare con la sua azione aggressiva in Ucraina“. A confermarlo è la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio UE, Charles Michel, e il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg.
    A nemmeno 24 ore dall’approvazione del primo pacchetto di sanzioni, l’UE è pronta a mettere sul tavolo nuove misure restrittive contro la Russia, che “limiteranno l’accesso ai mercati dei capitali, eroderanno la base industriale, aumenteranno l’inflazione, intensificheranno i deflussi di capitale e aumenteranno i costi di prestito”. Secondo quanto anticipato dalla leader dell’esecutivo comunitario, le sanzioni “limiteranno anche l’acceso alle tecnologie critiche, per tagliare fuori l’industria russa da tutto ciò che può rispondere ai bisogni a livello high-tech e di software d’avanguardia”. Il coordinamento sulle misure restrittive sarà non solo con i partner degli Stati Uniti, Canada e Regno Unito, ma “anche con Norvegia, Giappone e Australia”, mentre con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, è stato concordato un “supporto per l’organizzazione della difesa dall’attacco militare in corso“, ha aggiunto von der Leyen: “La Russia pagherà un prezzo pesante”.

    Spoke to President @ZelenskyyUa as he organises defence to the military attack from Russia.
    I reassured him that we are working non-stop to provide as much support as possible. Will discuss with other G7 leaders and at #EUCO later today.
    Russia will pay a heavy price.
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 24, 2022

    Oltre alle sanzioni contro la Russia, come confermato da entrambi i leader UE, “eravamo pronti da settimane al peggio” e per questo motivo “abbiamo rafforzato la nostra preparazione” sul piano delle forniture di gas, della sicurezza informatica e per l’accoglienza “immediata” di rifugiati dall’Ucraina. L’attacco a Putin è unanime: “Dovrà spiegare tutte queste cose ai suoi cittadini, sappiamo che il popolo russo non ha mai voluto questa guerra“. Ma per l’UE e la NATO, “è un dovere morale scagliarci contro un atto di aggressione sul suolo europeo”, che “ha ottenuto l’effetto esattamente opposto a quello sperato: siamo ancora più uniti e determinati di prima, nelle volontà e nelle azioni”, hanno ribadito con forza von der Leyen, Michel e Stoltenberg.
    Una manifestazione davanti all’Ambasciata russa a Bruxelles (Foto: Sebastian Robustelli Balfour)
    Proprio Stoltenberg aveva poco prima sottolineato l’unità tra gli alleati NATO nella risposta all’invasione russa dell’Ucraina e nel rafforzamento del fianco orientale dell’Alleanza. Ricordando che “è nostro dovere difendere tutti gli alleati”, il segretario generale NATO ha confermato ai due leader UE che “le sanzioni contro la Russia sono un grande segnale di unità e dimostrano quanto Mosca sia isolata“. A questo proposito, una discussione sulla portata del nuovo pacchetto di misure restrittive sarà sul tavolo dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea questa sera a Bruxelles, insieme a un pacchetto a sostegno del popolo ucraino. Attenzionata speciale è anche la Bielorussia di Alexander Lukashenko, da cui è partita un’incursione russa su territorio ucraino: “Avete l’opportunità di non seguire la Russia e di non far parte di questa tragedia ai danni dei vostri vicini”, si è appellato Michel a Minsk.

    I presidenti del Consiglio, Charles Michel, e della Commissione UE, Ursula von del Leyen, annunciano nuove misure restrittive “durissime” che “renderà al Cremlino impossibile continuare con la sua azione aggressiva in Ucraina”

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    Stoltenberg: “La guerra è in Europa”. I baltici spaventati attivano il processo per le Consultazioni d’emergenza NATO

    Bruxelles – Dall’Ucraina i timori per le azioni aggressive di Mosca si espandono a macchia d’olio. Con l’invasione da parte della Russia del territorio ucraino, Lituania, Lettonia ed Estonia, le tre ex-Repubbliche sovietiche affacciate sul Mar Baltico, a più di 30 anni dalla conquista dell’indipendenza tornano a temere la politica di espansionismo del Cremlino e mettono in allerta gli alleati dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO) sulla minaccia russa nei confronti di tutti i vicini dell’Ucraina.
    Dopo l’inizio delle operazioni di invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin nelle prime ore di giovedì 24 febbraio, i tre Paesi baltici hanno annunciato la volontà di attivare “quanto prima” di un confronto NATO ai sensi dell’articolo 4 del Trattato del Nord Atlantico. Si tratta del processo da attivare per consultazioni di emergenza se un membro dell’Alleanza teme un’aggressione esterna: “C’è una minaccia per l’intero mondo libero”, ha commentato la premier dell’Estonia, Kaja Kallas, per spiegare la decisione in cooperazione con Lettonia e Lituania. Proprio da Vilnius, il presidente lituano, Gitanas Nausėda, ha annunciato che “oggi firmerò un decreto che impone lo stato di emergenza” nel Paese, in parallelo con la richiesta di consultazioni per la minaccia di una potenziale aggressione.
    Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg
    La richiesta di consultazioni secondo l’articolo 4 è arrivata al Consiglio NATO e lo ha confermato il segretario generale, Jens Stoltenberg, nella conferenza stampa post-riunione straordinaria: “In linea con la nostra pianificazione difensiva per proteggere tutti gli alleati, abbiamo deciso di prendere ulteriori misure per rafforzare la deterrenza e la difesa in tutta l’Alleanza“, ha dichiarato. È sul tavolo la richiesta dei tre Paesi baltici, Polonia, Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca, nella logica di “difendere gli alleati da aggressioni da parte di un regime autoritario che usa la forza per imporsi su altri Paesi”, ha attaccato Stoltenberg. “La guerra è in Europa“, è stato lapidario il segretario generale della NATO, definendo l’invasione dell’Ucraina “un brutale atto bellico, arrivato dopo una lunga serie di menzogne e disinformazione della Russia negli ultimi mesi”.
    Dopo che Mosca “ha chiuso la porta alla soluzione diplomatica che abbiamo cercato di raggiungere in ogni modo”, il piano di difesa della NATO in risposta a Mosca è già elaborato nei dettagli e attivato. “Nei prossimi giorni invieremo ulteriori forze sul fianco orientale dell’Alleanza, dove già ci sono migliaia di truppe”, ha spiegato Stoltenberg. Il piano offre “più autorità ai comandanti sul campo e più velocità di spostamento delle forze”, anche se prevale la linea difensiva e la non-volontà di scatenare un conflitto con la Russia. Questo è dimostrato dal fatto che “non ci sono truppe NATO in Ucraina, né abbiamo piani di dispiegarle“, ha aggiunto il segretario generale Stoltenberg, precisando che “le nostre intenzioni sono di rafforzare il fianco orientale dell’Alleanza e incrementare il numero di truppe. Al momento, “gli alleati nordamericani ed europei hanno mobilitato migliaia di soldati, abbiamo oltre un centinaio di jet in allerta nel nostro spazio aereo e più di 120 navi dal Mare del Nord al Mediterraneo”.
    Nonostante sia “chiaro che le minacce russe impongono una nuova normalità per la sicurezza europea” (come già avvertiva lo stesso Stoltenberg una settimana fa), il segretario generale ha voluto rassicurare gli europei, affermando che “la Russia non ci attaccherà perché siamo la più forte alleanza della storia e siamo tutti allineati“. Questo “dovrebbe precludere qualsiasi espansione della tragedia che stiamo vedendo in Ucraina”, ma, in ogni caso, “qualsiasi attacco a un Paese alleato farà scattare la reazione immediata della NATO. Dopo l’articolo 4, c’è l’articolo 5: quello che afferma che “un attacco contro un alleato è un attacco contro ogni componente dell’Alleanza“, con la possibilità di far scattare una reazione di autodifesa. In altre parole, una guerra.

    Lituania, Lettonia e Lituania chiedono l’attivazione dell’articolo 4 del Trattato del Nord Atlantico: “Con l’invasione russa dell’Ucraina c’è una minaccia per l’intero mondo libero”

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    Putin invade l’Ucraina, ferma condanna dall’UE: “Siamo al fianco del popolo di Kiev”. L’Eurocamera convoca una plenaria straordinaria il primo marzo

    Bruxelles – L’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, iniziata giovedì 24 febbraio poco prima dell’alba, con varie città sotto assedio e bombardamenti segnalati nella capitale Kiev, ha provocato la ferma reazione di condanna da parte dell’UE che cerca di dare l’immagine di una potenza unita e decisa a parlare con una sola voce.
    “Condanniamo nel modo più forte possibile l’aggressione militare senza precedenti della Russia contro l’Ucraina. Con le sue azioni militari non provocate e ingiustificate, la Russia sta violando gravemente il diritto internazionale e sta minando la sicurezza e la stabilità europea e mondiale“, scrivono in una nota congiunta i presidenti del Consiglio, Charles Michel, e della Commissione UE, Ursula von der Leyen, annunciando un pacchetto di sanzioni mirate. “In queste ore buie, i nostri pensieri sono rivolti all’Ucraina e alle donne, uomini e bambini innocenti mentre affrontano questo attacco non provocato e la paura per le loro vite. Riterremo responsabile il Cremlino”, ha fatto eco in un tweet la presidente del Parlamento, Roberta Metsola.
    La conferenza dei capogruppo convocata d’urgenza da Metsola ha deciso di convocare una sessione straordinaria della plenaria per martedì prossimo, primo marzo. I leader dei principali gruppi politici all’Europarlamento hanno discusso con Michel e von der Leyen in vista del vertice straordinario di questa sera. “La Conferenza dei presidenti ha condannato con la massima fermezza l’attacco russo all’Ucraina”, si legge nella nota stampa diffusa dopo la fine della riunione. “L’Ucraina è una nazione indipendente e sovrana e la sua integrità territoriale non è negoziabile. L’invasione è ingiustificata e illegale. È una minaccia per la stabilità europea e regionale, nonché per l’ordine mondiale basato su regole. L’attacco prende di mira il nostro modello di società democratica. Non può rimanere senza risposta”.
    “A seguito degli attacchi militari della Russia sull’Ucraina, chiediamo un’urgente sessione plenaria straordinaria del Parlamento europeo. Tutta la forza della comunità internazionale deve unirsi per condannare gli attacchi russi e rispondere. La guerra è tornata in Europa”, ha evocato il capogruppo del PPE, Manfred Weber, e da molti altri deputati.

    Following the military attacks by #Russia on #Ukraine, we call for an urgent extraordinary plenary session of the European Parliament. The full force of the international community must unite to condemn the Russian attacks and respond. War has arrived in Europe again.
    — Manfred Weber (@ManfredWeber) February 24, 2022

    L’Aula di Strasburgo è compatta nella ferma condanna. “La NATO e l’UE devono reagire con decisione contro il sistema oligarchico di Putin e questa palese violazione del diritto internazionale. Siamo fermamente con l’Ucraina e il suo popolo”, commenta il gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (ECR).

    We condemn #Russia’s unprovoked attack on #Ukraine in the strongest possible terms. @NATO and the #EU must react decisively against #Putin’s oligarchic system and this blatant breach of international law.
    We stand firmly with Ukraine and its people. #Standwithukraine
    — ECR Group (@ecrgroup) February 24, 2022

    Parole dure arrivano anche dalla Lega all’Eurocamera. “La guerra non è mai la soluzione. Piena solidarietà al popolo ucraino, ora l’occidente reagisca compatto. L’obiettivo deve essere una risposta ferma e la fine immediata delle ostilità: le armi devono lasciare posto alla diplomazia”, si legge in una nota degli europarlamentari della Lega Marco Zanni (presidente gruppo Id) e Marco Campomenosi (capo delegazione Lega). “Oggi lo ribadiremo alla conferenza dei presidenti convocata d’urgenza da Metsola, davanti a Michel e von der Leyen. Necessario anche che sforzi di Ue e governo siano rivolti affinché non siano i cittadini a pagare il carico delle conseguenze del conflitto”.
    “La reazione può, e deve, essere solo una: fermezza. L’UE reagisca subito e si convochi immediatamente il Parlamento Europeo in seduta straordinaria”, evoca anche l’eurodeputato in quota dem Giuliano Pisapia (S&D). “Centinaia di migliaia di civili in Ucraina, tra cui donne, anziani e bambini, in questo momento sono in pericolo di vita per le ciniche politiche espansionistiche di Putin. Oltre che dal confine con il Donbass, le truppe russe si stanno infiltrando dalla Bielorussia e alla Crimea”. “Una guerra nel cuore dell’Europa, qualcosa di inimmaginabile per la mia generazione”, gli fa eco su twitter Brando Benifei, capo delegazione del partito democratico. “L’Unione Europea sia unita e risponda con la necessaria durezza: Putin va fermato, la pace e il diritto del popolo ucraino a libertà e sicurezza vanno difesi”.
    Dal Movimento 5 Stelle la capo delegazione Tiziana Begnin descrive l’aggressione della Russia “gravissima e ingiustificata, che calpesta il diritto internazionale e la pace in Europa. Il nostro pensiero va al popolo ucraino e in particolare alle donne e ai bambini che in questo momento sono in pericolo di vita per le scriteriate politiche espansionistiche di Putin. L’Unione europea deve reagire subito per porre fine alle violenze”.
    (Articolo in continuo aggiornamento)

    Le reazioni europee all’invasione dell’Ucraina. Convocata martedì prossimo la plenaria straordinaria del Parlamento di Strasburgo, che condanna all’unanimità l’azione di forza intrapresa da Putin

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    La Russia invade l’Ucraina, esplosioni anche a Kiev: “Se l’Occidente interferisce, conseguenze mai viste prima”

    Bruxelles – Come temuto, l’esercito russo nella notte tra mercoledì e giovedì ha iniziato l’invasione di ampie zone dell’Ucraina, avvicinandosi anche alla capitale Kiev. L’uomo forte di Mosca, Vladimir Putin, non si è fatto spaventare dalle minacce di sanzioni dall’Occidente e ha dato il via libera all’occupazione. Si punta all’annientamento delle infrastrutture militari ucraine, con un attacco dal Mar d’Azov, la Crimea, il Donbass e incursioni anche dalla Bielorussia.
    Potenti esplosioni e sirene antiaeree risuonano in diverse città – da Odessa a Mariupol, fino a Kharvik e la stessa capitale Kiev – con il governo ucraino che afferma che è in corso una “invasione su vasta scala”. In un discorso alla nazione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato la legge marziale in tutto il Paese: “Non facciamoci prendere dal panico, vinceremo”. Secondo quanto riferiscono le autorità ucraine, l’invasione russa sarebbe avvenuta da nord, est e anche da sud, e iniziano ad arrivare le prime conferme di morti e feriti: il ministero degli Interni ha riferito di 6 soldati ucraini deceduti e almeno 19 dispersi dopo un bombardamento aereo nei pressi di Odessa (a sud), ma diverse fonti della CNN parlano di centinaia di morti.
    Mentre le Borse crollano, Putin non teme le sanzioni e, anzi, si sente nella posizione di poter minacciare un Occidente che reagisce debolmente, intimando ai Paesi stranieri di evitare interferenze, altrimenti, “ci saranno conseguenze mai viste prima”. La minaccia di Putin parte da lontano: “Gli Stati Uniti hanno superato la linea rossa della Russia con l’espansione della NATO” e con l’operazione militare russa vuole “smilitarizzare e de-nazificare” l’Ucraina. Di fatto si tratta di una dichiarazione di guerra, anche se Putin ha ribadito in conferenza stampa che “lo scopo è proteggere il Donbass“, ovvero il territorio dove lunedì ha riconosciuto le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk. Facendo appello ai soldati ucraini a “deporre le armi e tornare a casa”, Putin ha voluto assicurare che l’obiettivo “non è l’occupazione dell’Ucraina, ma la demilitarizzazione del Paese”. Anche se a questo punto è difficile credere alle parole – o meglio, la propaganda – del Cremlino.
    Gli attacchi e bombardamenti russi in Ucraina a partire dalla notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 febbraio (fonte: New York Times)
    “Condanniamo nel modo più forte possibile l’aggressione militare senza precedenti della Russia contro l’Ucraina. Con le sue azioni militari non provocate e ingiustificate, la Russia sta violando gravemente il diritto internazionale e sta minando la sicurezza e la stabilità europea e mondiale“, si legge nel duro comunicato congiunto firmato dai presidenti del Consiglio, Charles Michel, e della Commissione UE, Ursula von der Leyen. “Deploriamo la perdita di vite umane e la sofferenza umana”, aggiungono i due leader, intimando a Putin di “cessare immediatamente le ostilità, ritirare i suoi militari dall’Ucraina”. Se non fosse stato chiaro nei giorni immediatamente precedenti all’invasione “l’UE è fermamente al fianco dell’Ucraina e del suo popolo nell’affrontare questa crisi senza precedenti”.
    “L’obiettivo della Russia non è solo il Donbass, non solo l’Ucraina, l’obiettivo è la stabilità in Europa e l’intero ordine internazionale basato su regole. Per questo, riterremo responsabile la Russia”, accusa von der Leyen scendendo questa mattina in conferenza stampa per annunciare il nuovo pacchetto di sanzioni “massicce e mirate” verso Mosca che dovranno essere approvate dai leader europei il vertice straordinario dei leader UE a Bruxelles, in cui, a questo punto, si aggiunge anche il tema dell’invasione russa dell’Ucraina: “Delineeremo un ulteriore pacchetto di sanzioni  in stretto coordinamento con i partner, il Consiglio le adotterà rapidamente”.
    Con questo nuovo pacchetto, l’UE punterà a settori strategici “dell’economia russa bloccando il loro accesso a tecnologie e mercati chiave“, ha annunciato la presidente. “Cercheremo di bloccare la capacità di ammodernamento della Russia e congeleremo i vari asset della Russia nell’Unione banche europea e chiuderemo l’accesso alle europee e ai mercati finanziari dell’UE da parte della Russia”. Come con il primo pacchetto di sanzioni, “siamo strettamente allineati con partner e alleati”, ha precisato in riferimento agli Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Giappone e Australia. “Queste sanzioni sono progettate per incidere pesantemente sugli interessi del Cremlino e sulla loro capacità di finanziare la guerra”. Al fianco di von der Leyen anche l’alto rappresentante UE per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, che ha definito le sanzioni in arrivo  “il più duro pacchetto” mai proposto contro la Russia, che però ha la colpa di aver fatto ripiombare l’Europa “nell’ora più buia” dalla fine della seconda guerra mondiale.

    Russian forces invaded Ukraine, a free and sovereign country.
    We condemn this barbaric attack, and the cynical arguments used to justify it.
    Later today we will present a package of massive, targeted sanctions.https://t.co/AHtTVEvHgV
    — Ursula von der Leyen (@vonderleyen) February 24, 2022

    (Articolo in continuo aggiornamento)

    Nella notte è iniziata l’operazione militare della Russia in Ucraina: esplosioni in varie città, anche a Kiev, e si contano già centinaia di morti. Condanna dell’UE: “Aggressione militare senza precedenti, nuovo pacchetto massiccio e mirato di sanzioni in arrivo” per colpire aree strategiche dell’economia russa

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    Le sanzioni UE contro la Russia sono in vigore. Domani vertice straordinario leader UE sulla crisi in Ucraina

    Bruxelles – Ora le sanzioni dell’UE contro la Russia e le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk nel Donbass ucraino sono in vigore. Oggi (mercoledì 23 febbraio) gli ambasciatori dei Ventisette riuniti nel Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio (Coreper) hanno completato “con successo” la procedura scritta sulle misure restrittive e sono stati adottati gli atti giuridici con applicazione diretta. Ora si aspetta solo la pubblicazione (a breve) in Gazzetta Ufficiale dell’UE.
    L’adozione del pacchetto di sanzioni da parte del Consiglio è stato accompagnato dall’attacco diretto dell’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, contro la Russia di Vladimir Putin: “Il riconoscimento delle zone non controllate dal governo ucraino a Donetsk e Luhansk come entità indipendenti e la successiva decisione di inviare truppe russe in queste zone sono illegali e inaccettabili”, dal momento in cui “violano il diritto internazionale, l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina e gli impegni internazionali della Russia”.
    Come emerso dall’accordo tra i ministri degli Esteri UE ieri a Parigi, nel quadro delle sanzioni già esistenti contro la Russia, l’Unione estenderà le misure restrittive a tutti i 351 membri della Duma di Stato russa che hanno votato il 15 febbraio a favore dell’appello al presidente Putin di riconoscere l’indipendenza dei due territori separatisti in Ucraina. Le misure saranno imposte anche ad altri 27 individui ed entità di alto profilo, “che hanno avuto un ruolo nel minare o minacciare l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”: ne fanno parte membri del governo, banche, uomini d’affari e oligarchi “che sostengono finanziariamente o materialmente le operazioni russe nei territori di Donetsk e Luhansk”, alti ufficiali militari “che hanno avuto un ruolo nell’invasione e nelle azioni di destabilizzazione” e individui responsabili della guerra di disinformazione contro l’Ucraina.
    Nei confronti di tutti questi soggetti (il cui numero sale ora a 555 individui e 52 entità) è previsto il congelamento dei beni e il divieto di mettere fondi a loro disposizione, oltre al divieto di viaggio che impedisce l’ingresso o il transito attraverso il territorio dell’UE. Il Consiglio ha deciso di introdurre anche un “divieto settoriale” di finanziamento alla Federazione Russa, al governo e alla Banca Centrale. In questo modo si limita la capacità dello Stato e del governo russo di accedere ai capitali, ai mercati e ai servizi finanziari dell’UE, per cercare di porre fine alle politiche aggressive di Mosca.
    Previste poi restrizioni alle relazioni economiche con le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk: “Le nuove misure prenderanno di mira il commercio dalle due regioni, per assicurare che i responsabili sentano chiaramente le conseguenze economiche delle loro azioni illegali e aggressive”, si legge nel testo. In particolare, sarà introdotto il divieto d’importazione di merci da queste aree nel Donbass ucraino, di investimenti, di fornire servizi turistici e di esportazione di beni e tecnologie.
    Nella settimana più concitata sul fronte orientale si aggiunge anche la convocazione da parte del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, di un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo UE sulla crisi Russia-Ucraina per domani sera (giovedì 24 febbraio). “L’uso della forza e della coercizione per cambiare i confini non può avere luogo nel ventunesimo secolo“, si legge nella lettera d’invito del numero uno del Consiglio. Michel ha sottolineato “l’unità dimostrata negli ultimi giorni, in particolare attraverso la rapida adozione del pacchetto di sanzioni”.
    Sul tavolo delle discussioni dei leader UE ci saranno gli ultimi sviluppi della crisi scoppiata in Ucraina per le azioni intraprese dalla Russia negli ultimi due giorni, le modalità di protezione dell’ordine internazionale, il rapporto con la Russia, “ritenendola responsabile delle sue azioni” e il sostegno al popolo e al governo ucraino. Il Consiglio UE straordinario si inserisce proprio nella logica del “continuare a essere uniti e determinati, per definire insieme l’approccio e le azioni collettive“, scrive Michel.
    Sempre per domani è stata convocata dalla presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, una riunione straordinaria con i leader dei gruppi politici all’Eurocamera. All’incontro – che ha al centro i recenti sviluppi della crisi in Ucraina – parteciperanno anche Michel e la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen. “L’Unione Europea rimane forte e unita”, ha sottolineato con forza la presidente Metsola.

    Just called an extraordinary meeting with leaders of political groups of @Europarl_EN for tomorrow.
    With @eucopresident @CharlesMichel & President of @EU_Commission @vonderleyen, we will discuss latest developments in #Ukraine 🇺🇦.
    EU 🇪🇺 remains strong & united.
    — Roberta Metsola (@EP_President) February 23, 2022

    Il Consiglio ha adottato formalmente il pacchetto di misure contro Mosca dopo il riconoscimento delle autoproclamate Repubbliche nel Donbass. In programma per domani anche la riunione dei leader dei gruppi politici all’Eurocamera