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    La NATO avverte sul rischio di una guerra lunga “mesi, se non anni” in Ucraina: “Rafforzeremo gli aiuti militari a Kiev”

    Strasburgo, dall’inviato – Che non si parli di ritirata in Ucraina da parte dell’esercito russo, ma piuttosto di “riorganizzazione strategica”. A lanciare il monito sugli sviluppi sul campo di battaglia è il segretario generale dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), Jens Stoltenberg, al termine della due-giorni di vertice dei ministri degli Esteri dell’Alleanza (6-7 aprile). “Ci aspettiamo una grande offensiva nel Donbass, per questo c’è urgenza di un sostegno a livello militare e di continuare sulla strada delle sanzioni”, ha aggiunto il segretario generale della NATO, avvertendo che la guerra in Ucraina “può durare settimane o mesi, se non addirittura anni”.
    Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg
    Il messaggio principale che dal Consiglio Atlantico è il rafforzamento del supporto armato a Kiev da parte dei partner occidentali. “Stiamo dando armi a un Paese che si sta difendendo da un’aggressione”, ha precisato Stoltenberg, anche se non si è è voluto troppo esporre sul tipo di equipaggiamento che verrà fornito all’esercito ucraino: “Non posso entrare nello specifico per ragioni operative, ma la divisione tra armi offensive e armi difensive ha poco senso, visto che il Paese ha il diritto di difendersi da un’aggressione”. Un’ambiguità che va incontro al messaggio forte inviato questa mattina dal ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, ospite a Bruxelles della riunione ministeriale: “Ho tre richieste per il Consiglio Atlantico: contro la guerra, armi, armi, armi“.
    Il segretario generale Stoltenberg ha sottolineato in conferenza stampa che “è visibile l’impatto del nostro sostegno sul campo, considerato il fatto che dopo l’invasione del Paese voluta dal Cremlino l’esercito ucraino ha inflitto perdite consistenti a quello russo“. Decisivo il via libera all’invio di più armi a Kiev deciso al vertice dei leader dello scorso 24 marzo. Ma sulle nuove decisioni dell’Alleanza influisce anche la scoperta dei massacri commessi dai soldati russi a Bucha e Irpin’, a cui i ministri degli Affari esteri hanno deciso di rispondere con un “supporto alle indagini internazionali“, perché “tutti i fatti devono essere stabiliti e i responsabili portati davanti alla giustizia”, ha attaccato Stoltenberg. Da parte della NATO è arrivato anche un messaggio di apprezzamento alle nuove sanzioni contro la Russia da parte degli alleati: “Sono senza precedenti e stanno danneggiando la macchina da guerra di Vladimir Putin in Ucraina”.

    Alla riunione del Consiglio Atlantico i ministri degli Esteri dell’Alleanza hanno deciso di fornire più supporto militare per respingere l’esercito di occupazione russo. Stoltenberg: “Ci aspettiamo una grande offensiva di Mosca nel Donbass”

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    Vertice UE-Cina, Pechino: Dichiarazioni di Borrell “irresponsabili” e “non conformi ai fatti”

    Bruxelles – Il vertice tra Ue e Cina del primo aprile “è molto riuscito” e le dichiarazioni dell’Alto rappresentante dell’Unione per affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell sono “irresponsabili” e “non conformi ai fatti”. Queste le parole di Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese, alla conferenza stampa giornaliera di oggi (6 aprile). Arrivano dopo che ieri Borrell aveva sostenuto che l’incontro tra i leader europei, il presidente Xi Jinping e il premier Li Keqiang era stato un “dialogo tra sordi” e che i rappresentanti cinesi erano stati riluttanti a parlare della questione ucraina.
    È una risposta breve, ma secca quella di Pechino. Il portavoce cinese definisce Borrell “funzionario europeo” per ben due volte, senza citarne mai il nome per esteso. Dice prima, “quel funzionario europeo che ha appena menzionato”, riprendendo la domanda di un giornalista di AFP. Poi, “ciò che quel funzionario europeo dovrebbe fare”, seguito da “è promuovere i legami bilaterali sulla base del consenso raggiunto al vertice invece di fare osservazioni irresponsabili”.
    Le parole più dure, però, il portavoce le ha riservate agli Stati Uniti. “La guerra e le sanzioni permettono agli USA di trarre profitto dal caos”, ha continuato Zhao, citando una recente intervista dove Mikhail Popov, vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo, aveva parlato di un recente aumento nei volumi di importazione di petrolio da Mosca da parte degli americani. Il portavoce ha sottolineato come gli Stati Uniti spingano invece l’Europa a porre sanzioni, a cui hanno portato “flussi di rifugiati, perdite di denaro e scarsità di risorse energetiche”. “Se gli Stati Uniti desiderano davvero promuovere una distensione della situazione ucraina, dovrebbero smettere di gettare benzina sul fuoco, smettere di brandire il bastone delle sanzioni e smettere di forzare dichiarazioni e fatti, e mediare per la pace e promuovere il dialogo”.
    Zhao Lijian si è espresso anche rispetto a quanto accaduto nella città ucraina di Bucha, dicendo che “la verità dei fatti e le loro cause devono essere verificate”. “Ogni accusa deve basarsi sui fatti”, ha aggiunto il portavoce, invitando alla moderazione fino a quando non si arriverà a conclusione delle indagini.

    Arrivano dopo che ieri l’Alto rappresentante aveva sostenuto che l’incontro è stato un “dialogo tra sordi”. Bucha? ““La verità dei fatti e le loro cause devono essere verificate”

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    Fuest (IFO Institute): dobbiamo creare alternative al gas russo, così Mosca dipenderà da noi

    Monaco di Baviera – Il presidente del prestigioso istituto di ricerca economica dell’Università di Monaco IFO Clemens Fuest chiede la creazione di alternative al gas russo. “Abbiamo bisogno di strutture parallele per sospendere in modo rapido e conveniente le importazioni di gas dalla Russia qualora crisi future lo rendessero necessario”, scrive Fuest in un articolo per una pubblicazione dell’Itsituto. Aggiunge che per ragioni economiche e strategiche, questo sarebbe preferibile all’abbandono immediato del gas russo, indipendentemente dal fatto che le importazioni siano sospese o meno durante la guerra.
    “Se fermare le importazioni di gas dalla Russia ha invece davvero senso, allora lo si faccia immediatamente”, scrive Fuest. “Dal punto di vista odierno, è indubbio che vogliamo davvero porre fine a queste importazioni nel 2024, come sta pianificando il governo tedesco. Considerando i costi di approvvigionamento energetico, la strategia più intelligente una volta terminata la guerra in Ucraina – spiega Fuels – sembrerebbe quella di continuare a importare gas dalla Russia, ma disporre anche di strutture parallele per fare rapidamente a meno del gas russo quando necessario”. In questo senso il presidente di IFO elenca strutture come nuovi terminali portuali di rigasificazione e nuove fonti di approvvigionamento. “Questo dovrebbe essere coordinato a livello dell’UE – chiede Fuest – e alla fine porterà a forniture di gas più costose di prima, ma anche molto più affidabili”.
    La dipendenza reciproca che attualmente esiste tra l’UE e la Russia “si trasformerebbe quindi nella dipendenza della Russia dall’UE, una situazione strategicamente migliore per l’Unione”, afferma il professore. Sebbene l’arresto permanente delle importazioni di gas porrebbe fine alla dipendenza dell’UE dal gas russo, scrive Fuest, questo in realtà “eliminerebbe anche un meccanismo per esercitare pressioni sulla Russia. Resta da vedere – conclude – se la Russia sarebbe pronta a entrare in una tale dipendenza unilaterale”.

    “Continuare a importare dalla Russia, ma disporre anche di strutture parallele per farne rapidamente a meno quando necessario”

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    Divieto d’import di carbone e ipotesi stop a petrolio dalla Russia: l’energia è nel quinto pacchetto di sanzioni

    Bruxelles – Sei pilastri per il quinto pacchetto di sanzioni UE contro la Russia, in cui l’energia inizia a ritagliarsi il ruolo di protagonista. Dopo quattro pacchetti che “hanno colpito duramente e limitato le opzioni politiche ed economiche del Cremlino, con risultati tangibili”, la Commissione Europea ha deciso di reagire alle “immagini raccapriccianti di Bucha” proponendo ai governi una nuova tornata di misure restrittive, per “sostenere la massima pressione su Putin e sul governo russo in questo momento critico”. Lo hanno annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, sottolineando la necessità di rendere le sanzioni contro la Russia “ancora più ampie e dure”.
    Il primo pilastro della quinta tornata di misure restrittive è il divieto di importazione di carbone dalla Russia, “un mercato che ha un valore di 4 miliardi di euro all’anno”. Sempre sul piano energetico – anche se per il momento non rientra in questo pacchetto – si inizia a considerare anche lo stop alle importazioni di petrolio, su cui “siamo al lavoro”, ha precisato la presidente von der Leyen. Previsto poi il taglio delle transazioni verso quattro banche che rappresentano il 23 per cento della quota di mercato nel settore bancario russo, “tra cui la VTB, la seconda più grande banca russa”.
    La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e l’alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell (5 aprile 2022)
    A livello commerciale, alle navi russe sarà vietato di accedere ai porti dell’Unione, con alcune eccezioni previste per il trasporto di beni essenziali, “come i prodotti agricoli e alimentari, gli aiuti umanitari e l’energia”, e lo stesso si applicherà a operatori del trasporto stradale russi e bielorussi. Presi di mira anche settori vulnerabili per Mosca, con un divieto di esportazione di computer quantistici e semiconduttori avanzati “che vale 10 miliardi di euro”, mentre 5,5 miliardi sono quelli che saranno tagliati dalle importazioni di prodotti specifici: legno, cemento, frutti di mare e liquori: “Chiudiamo anche le scappatoie tra la Russia e la Bielorussia”, ha precisato von der Leyen.
    Infine, entrerà in vigore un divieto generale di partecipazione delle imprese russe agli appalti pubblici negli Stati membri e l’esclusione di ogni sostegno finanziario, europeo o nazionale, agli enti pubblici russi, “perché il denaro delle tasse dei nostri cittadini non deve arrivare a Mosca in nessuna forma”. L’alto rappresentante UE Borrell ha anche anticipato che tra le sanzioni contro la Russia “ci sarà anche un aggiornamento della lista degli individui e delle entità” colpiti dalle misure restrittive dell’Unione. In fase di studio anche “alcune idee presentate dagli Stati membri, come tasse o canali di pagamento specifici come un conto di garanzia”, hanno concluso i due leader UE.

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    Smith (USA): Stiamo mettendo insieme tutte le prove possibili per dimostrare la responsabilità di Putin negli eccidi

    Bruxelles – Raccogliere tutte le prove, da un numero più vasto e diversificato possibile di fonti, per dimostrare che in Ucraina i militari russi hanno commesso “crimini di guerra” dei quali “Putin è responsabile”. E’ molto esplicita e ferma la rappresentante USA presso la NATO Julianne Smith, parlando oggi con i giornalisti in un incontro virtuale.
    “Dobbiamo assicurare che emerga la verità, per questo dobbiamo raccogliere più informazioni possibile, da satelliti, ONG, altre organizzazioni, testimoni… per costruire il racconto e il senso delle cose accadute”, ha spiegato l’ambasciatrice.
    Secondo Smith siamo di fronte “a crimini di guerra, atrocità, delle quali (il presidente russo Vladimir, ndr) le responsabilità di Putin e i suoi devono essere dimostrate. Il nostro focus è trovare più prove possibili, usando tutte le fonti”.

    La rappresentante presso l’Alleanza atlantica: “Useremo satelliti, testimonianze, documentazione raccolta dalle ONG, dobbiamo assicurarci che emerga la verità: sono stati commessi crimini di guerra”

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    Finlandia e Svezia nella NATO? “Decidono loro, e certo la Russia non ha potere di veto”, dice l’ambasciatrice USA

    Bruxelles – L’Alleanza atlantica attende a braccia aperte Finlandia e Svezia. L’ha spiegato la rappresentante permanente USA presso la NATO durante un’intervista ZOOM questo pomeriggio.
    “La politica delle porte aperte resta aperta”, ha detto l’ambasciatrice Julianne Smith, aggiungendo che il presidente russo Vladimir Putin “ha fatto di tutto” perché altri Paesi chiedano di aderire all’Allenza. “Sia chiaro a Mosca che questa politica (delle porte aperte, ndr) resta in piedi – ha ammonito Smith – e su questo c’è grande unità tra tutti noi membri, mentre la Russia non ha un potere di veto”.
    L’ambasciatriche ha spiegato che “Finlandia e Svezia decideranno loro cosa fare, ma se decideranno per una richiesta di adesione daremo loro il benvenuto, anche perché abbiamo già fortissimi rapporti, c’è da tempo grande collaborazione, già da anni facciamo esercitazioni insieme”.

    “Abbiamo già fortissimi rapporti, c’è da tempo grande collaborazione, già da anni facciamo esercitazioni insieme”

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    Di Maio: Abbiamo espulso 30 diplomatici russi per tutelare “la nostra sicurezza nazionale”

    Bruxelles – L’Italia ha espulso 30 diplomatici russi. Lo comunica il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, precisando che la decisione è stata presa “per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale”.
    Di Maio parlando a Berlino a margine della Conferenza sulla Moldavia ha spiegato che “il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri,  Ettore Sequi, ha convocato questa mattina alla Farnesina, su mia istruzione, l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, per notificargli la decisione del Governo di espellere 30 diplomatici russi in servizio presso l’Ambasciata in quanto ‘personae non gratae’”.
    “Tale misura – ha aggiunto il ministro -, assunta in accordo con altri partner europei e atlantici (che stanno anche loro espellendo decine di diplomatici russi, ndr), si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale, nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa”.
    “L’Italia è disponibile a fare da garante della sicurezza e della pace in Ucraina e faremo tutto quello che serve per portare avanti questo lavoro” ha sottolineato Di Maio.

    Decisione assunta “nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa”

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    Metsola vuole una risposta dura dall’UE ai crimini di guerra russi in Ucraina: “Embargo energetico e sanzioni forti”

    Strasburgo, dall’inviato – Di tolleranza verso il Cremlino ne era rimasta poca, ma i fatti di Bucha e Irpin’ l’hanno spezzata via completamente. “Le atrocità commesse dall’esercito della Russia sono orribili, disonorevoli e vergognose, ma la realtà è che queste immagini sono le stesse di altre città dell’Ucraina”, ha denunciato con forza la presidente del Parlamento UE, Roberta Metsola, aprendo la sessione plenaria dell’Eurocamera di ritorno dal viaggio a Kiev. “Questi sono crimini di guerra perpetrati da criminali di guerra e non possono rimanere senza risposta”, ha aggiunto Metsola, invitando i Ventisette ad “accelerare una politica di dipendenza zero dal Cremlino“.
    La presidente del Parlamento UE, Roberta Metsola, e il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, a Kiev (primo aprile 2022)
    In sostanza, la presidente Metsola ha chiesto di “sganciare l’Europa dalle forniture energetiche russe” e nello specifico di “attuare embarghi vincolanti” al gas e al petrolio che arriva dal territorio della Russia, smettendo così di finanziare “indirettamente” le bombe sull’Ucraina. Si spiega così l’invito agli eurodeputati di tutti gli schieramenti politici di stimolare i rispettivi governi nazionali ad allinearsi a una politica di sanzioni che coinvolga anche il settore energetico: “Dobbiamo intensificare la nostra strategia per rendere questa invasione illegale l’errore più costoso che il Cremlino abbia mai fatto”, ha incalzato Metsola, mettendo in chiaro che “il colpo all’economia della Russia deve essere proporzionato alle atrocità senza precedenti a cui stiamo assistendo”. Con un messaggio rivolto a tutte le imprese UE: “Devono cercare altrove la crescita, e noi le sosterremo nel farlo“.
    Spiegando la sua decisione di recarsi in visita di persona a Kiev lo scorso fine settimana, la presidente del Parlamento UE ha riconosciuto la “difficoltà” del viaggio, ma ha anche sottolineato che “portare il nostro messaggio e mostrare che siamo al loro fianco in questi tempi bui” è stato “significativo per coloro che combattono”. Metsola ha ricordato che “gli ucraini stanno combattendo per i nostri valori, nelle condizioni più impossibili” e il dovere dell’Unione è “sostenerli concretamente”. Questo significa, in primis, l’adozione “immediata” di un nuovo pacchetto di sanzioni forti, che chiudano “tutte le scappatoie ancora esistenti”. In secondo luogo, “offrire più sostegno all’Ucraina a livello logistico, umanitario e di attrezzature militari di cui hanno disperatamente bisogno”, ha aggiunto la presidente Metsola, prima di chiedere a tutta la plenaria un minuto di silenzio in memoria dei civili uccisi a Bucha e Irpin’ e per “tutte le vittime della guerra, del terrore e della violenza” causata dall’esercito russo nei territori occupati.

    Di ritorno dal suo viaggio a Kiev, la numero uno del Parlamento Europeo ha aperto la sessione plenaria con l’invito a rispondere alle atrocità compiute dal Cremlino a Bucha e nei territori occupati: “Serve una politica di zero dipendenza da Mosca, per non finanziare le bombe russe”