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    Trump ha rivelato a Woodward arma senza precedenti

    Donald Trump sapeva che il coronavirus era “5 volte più fatale di una forte influenza”, ma ha minimizzato per non creare panico. Lo ammette lo stesso presidente Usa, dopo l’uscita del libro di Bob Woodward. “Ha mentito agli americani”, lo attacca Biden. Ma il tycoon replica: “aveva le mie dichiarazioni da molti mesi. Se pensava fossero così sbagliate o pericolose, perché non le ha immediatamente rese pubbliche per salvare vite umane? Non aveva un obbligo a farlo? No, perché sapeva che erano risposte corrette e adeguate”. Trump avrebbe inoltre rivelato a Woodward l’esistenza negli Usa di “un’arma che nessuno ha mai avuto, qualcosa di cui Putin e Xi non hanno mai saputo”. 
    Gli esperti si stanno interrogando su quale possa essere l’arma senza precedenti evocata dal tycoon, che in passato comunque si è vantato di nuove armi pubblicamente note, anche se aveva svelato dettagli prima sconosciuti.
    In febbraio il Pentagono aveva rivelato l’esistenza di una nuova testata nucleare installata per la prima volta, dopo la notizia che era stata piazzata su un sottomarino alla fine del 2019.
    In maggio invece Trump aveva sbandierato un missile “favoloso” che poteva viaggiare 17 volte più veloce di qualsiasi altra cosa a disposizione dell’arsenale Usa.   

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    Coronavirus, 117 milioni di bimbi in più a rischio povertà

    A sei mesi dalla dichiarazione di pandemia da parte dell’OMS, è “catastrofico” l’impatto del coronavirus sui bambini nelle aree più povere del mondo: nel 2020 ci saranno 117 milioni di minori in più a rischio povertà, 10 milioni di bambini potrebbero non tornare mai più a scuola e 80 milioni rischiano di non poter accedere ai vaccini essenziali. E’ l’allarme lanciato oggi in un nuovo rapporto, dal titolo ‘Protect a Generation’, dell’organizzazione Save the Children.
     Lo studio, basato su una vasta indagine globale condotta in 37 Paesi su oltre 25 mila bambini e adulti, indica tra l’altro un aumento delle disuguaglianze e del gender gap, oltre ad un raddoppio delle violenze domestiche.   Una situazione, questa, che non risparmia neanche l’Italia, dove entro fine anno un milione di minori in più potrebbero scivolare nella povertà assoluta, il doppio rispetto a quelli del 2019. 
    A livello mondiale 3 famiglie su 4 hanno dichiarato di aver perso parte del proprio reddito, 2 su 3 non riescono a sfamare adeguatamente i propri figli e 9 su 10 non possono accedere alle cure mediche. Ad essere più colpiti sono soprattutto i nuclei già in povertà prima della pandemia: tra questi l’82% ha subito diminuzioni del reddito rispetto al 70% delle famiglie non povere. 
    Gravissime le conseguenze anche sul fronte dell’educazione, con 8 bambini su 10 che con la chiusura delle scuole hanno interrotto del tutto ogni forma di apprendimento e solo meno dell’1% dei minori più poveri che ha accesso a internet e alla didattica a distanza. E in Italia un genitore su 10 crede di non potersi permettere l’acquisto di tutti i libri scolastici, e 2 su 10 temono di non poter più sostenere il costo della mensa scolastica.
    Bambine e bambini privati, nel mondo, della possibilità di studiare e sempre più esposti al rischio di subire violenze, anche in casa, e di essere costretti ad andare a lavorare per aiutare le famiglie: una condizione che incrementa ancora di più i gender gap, facendo pagare il prezzo più alto alle ragazze e alle bambine, che con la pandemia hanno dovuto occuparsi sempre più delle faccende domestiche (nel 63% dei casi, contro il 43% per i maschi), rinunciando così allo studio e rischiando di doversi sposare prematuramente spesso con uomini molto più grandi di loro.   
    “Questa pandemia non ha guardato in faccia nessuno, non è stata fermata dalle frontiere e ha colpito persone e comunità in ogni parte del mondo, con conseguenze gravi soprattutto sul futuro di tanti bambini – ha commentato Daniela Fatarella, Direttrice generale di Save the Children -. Il Covid ha aumentato ovunque le diseguaglianze, in Italia ma ancor di più nelle aree fragili del pianeta. Non siamo ancora fuori dal rischio sanitario, ma tra le priorità per ripartire, deve esserci quella di proteggere i bambini. Non possiamo rischiare che rimangano indietro, perché altrimenti rimarremo indietro tutti”.   

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    Cirio, cura corpo trascurata dopo fascismo. Polemica

    (ANSA) – TORINO, 10 SET – E’ polemica per le parole del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, sull’educazione fisica.    “L’attività sportiva è stata trascurata completamente nel Secondo Dopoguerra. Ai tempi del fascismo c’era grande attenzione alla cura del corpo, lo sport era importante nelle scuole. Caduta la dittatura, per reazione l’attività sportiva è stata cancellata dagli istituti scolastici”, ha detto il governatore a margine dell’inaugurazione del Kinder Joy of moving Park nell’outlet di Vicolungo, un parco ludico motorio in provincia di Novara. “Presidente, non sia nostalgico: di fascisti anche oggi ce n’è pieno. Il 20 e 21 si vota: pensateci”, scrive su Twitter il deputato Pd Filippo Sensi.    “Vedo che il presidente della Regione Piemonte ha nostalgia della cura per il corpo che aveva il regime fascista. Temo che si riferisse alle cure a base di manganello e di olio di ricino agli oppositori che difendevano la democrazia e la libertà”, aggiunge il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.    Pronta la replica del governatore: “Ho solo ricostruito storicamente perché in Italia non si insegni più ginnastica – spiega -. La ragione va ricercata nel fascismo, che ha esasperato la cura del corpo. Caduta la dittatura, forse per un effetto contrario, si è abbandonata l’educazione fisica. Ma non voleva certo essere un elogio del fascismo”. (ANSA).   

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    Liliana Segre compie 90 anni: dall'abisso di Auschwitz alla rinascita

    Testimone della Shoah, sopravvissuta all’orrore di Auschwitz, ebrea italiana colpita dalle Leggi razziste volute da Benito Mussolini duce del Fascismo e firmate da re Vittorio Emanuele III: compie oggi 90 anni Liliana Segre: e’ nata a Milano il 10 settembre del 1930 in una famiglia ebraica laica, figlia di Alberto e Lucia Foligno, che muore quando lei ha meno di un anno.
    Una ragazza italiana come tante su cui nel 1938 si abbatte la violenza vergognosa della discriminazione razziale. Da allora nulla sara’ come prima per tanti ebrei italiani come Liliana, che a 8 anni viene espulsa dalla scuola. Alla discriminazione segue la persecuzione. Nei primi giorni del dicembre del 1943, Segre con il padre e due cugini prova a scappare in Svizzera. “Fu la prima volta che sentii questa parola: ‘scappare’. Scappare – ha raccontato nel ‘Libro della Shoah italiana’ di Marcello Pezzetti (Einaudi) – e’ cosi’ terribilmente negativo come termine… e’ un ladro che scappa, e’ qualcuno inseguito che scappa. Beh, noi non eravamo ladri, ma certamente eravamo inseguiti”.
    Catturata dai gendarmi svizzeri, viene rispedita in Italia: arrestata, e’ richiusa prima nel carcere di Varese, poi in quello di Como e infine a Milano, a San Vittore, dove rimane per 40 giorni. Nel gennaio successivo viene consegnata alle SS e deportata con il padre in Germania: internata nel campo di sterminio di Birkenau-Auschwitz, e’ rinchiusa nella sezione femminile insieme ad altre 700 ragazze e 60.000 donne di tutte le nazionalita’. Le viene imposto un numero di matricola tatuato sul braccio (n.75190): non ha ancora 14 anni. Il padre viene ucciso il 27 aprile del 1944. Nel 1945 i nazisti, in fuga dall’avanzata dell’Armata Rossa, sgombrano il campo trasferendo verso la Germania Liliana e altri 56.000 prigionieri nella terribile ‘Marcia della Morte’. Internata prima nel campo femminile di Ravensbruck e poi in quello di Malchow, nel nord della Germania, la ragazza italiana viene liberata dai sovietici il 30 aprile del 1945. Dei 776 bambini italiani di eta’ inferiore ai 14 anni deportati ad Auschwitz, la Segre e’ tra i soli 25 sopravvissuti. Rientra a Milano nell’agosto del 1945.
    Ci sono voluti 45 anni a Liliana per “rompere il silenzio” sulla Shoah, come e’ accaduto a molti sopravvissuti: solo nel 1990 comincia a raccontare incontrando studenti e professori. Da allora non si e’ piu’ fermata. “Spero che almeno uno di quelli che hanno ascoltato oggi questi ricordi di vita vissuta – ha detto in sua testimonianza – li imprima nella sua memoria e li trasmetta agli altri, perche’ quando nessuna delle nostre voci si alzera’ a dire ‘io mi ricordo’ ci sia qualcuno che abbia raccolto questo messaggio di vita e faccia si’ che 6 milioni di persone non siano morte invano per la sola colpa di essere nate. Altrimenti tutto questo potra’ avvenire nuovamente, in altre forme, con altri nomi, in altri luoghi, per altri motivi. Ma se ogni tanto qualcuno sara’ candela accesa e viva della memoria, la speranza del bene e della pace sara’ piu’ forte del fanatismo e dell’odio”.

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    Di Maio: 'Escludo un nuovo lockdown totale'

    “Escludo un nuovo lockdown totale”.    Lo ha detto a radio Anch’io il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Anche il Presidente del consiglio lo ha escluso – ha spiegato – dalla responsabilità degli italiani dipendono sicuramente le misure che dovremo adottare in autunno , siamo tra gli ultimi paesi in Europa per numero di contagi e questo lo dobbiamo alla bravura del popolo italiano e alla sua responsabilità. Facciamo qualche sacrifico in più dal punto di vista del distanziamento sociale, della mascherina e sarà ripagato perché non dovremo adottare misure drastiche”. 
    “L’indebolimento del Parlamento è una sciocchezza”, ha detto il ministro  rispondendo ad una domanda sul rischio che il taglio dei parlamentari possa indebolire la rappresentanza e aggiungendo che in parlamento il taglio è già stato votato da tutti i partiti. Secondo Di Maio l’indebolimento del parlamento è “una sciocchezza” perché “in Germania hanno 80 milioni abitanti, 20 milioni in più dell’Italia e hanno 700 parlamentari eletti, in Francia e in Inghilterra hanno 60 milioni di abitanti e hanno 600 parlamentari eletti, noi ne abbiamo 945, se il principio poi è che il parlamento con più parlamentari è più forte allora stiamo dicendo che i paesi dell’est del mondo sono più democratici di quelli dell’occidente, cosa che che invece si dibatte esattamente al contrario in occidente”. “Io penso che si stia cercando di trovare un modo per apparire politicamente – ha proseguito – ci sono una serie di personaggi politici che stanno dicendo questa cosa della mancanza di rappresentatività ma il taglio dei parlamentari è già nei fatti, noi abbiamo quasi un terzo parlamento che ha un indice di produttività basso o è assenteista e i parlamentari del no oggi sono o assenteisti o sono come l’ex governatore della Lombardia Formigoni che è agli arresti domiciliari e nell’ora in cui può uscire” si schiera per il no. E’ un tema che non regge, questo non è un referendum dei 5 stelle, tutti i partiti hanno votato sì e soprattutto il taglio dei parlamentari era nelle riforme costituzionali di tutti i partiti negli ultimi 20 anni”.
    “Per le regionali voglio fare un appello ai cittadini, sono importanti perché si deciderà a chi mettere in mano i soldi del Recovery Fund, attenzione a chi mettere in mano questi soldi. Chi vuole buttare via il governo è perché vuole mettere le mani” su questi soldi.