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    Trump: entro sabato nuovo giudice. I dem pensando all'impeachment

    Donald Trump stringe sulla nomina alla Corte Suprema dopo la morte del giudice Ruth Bader Ginsburg e annuncia la sua scelta in una rosa di 4-5 candidate per venerdì o sabato, dopo i funerali dell’icona liberal a metà settimana e alla vigilia del primo duello tv con Joe Biden.
    Una accelerazione per consentire al Senato, controllato dai repubblicani, di confermare la nomina in tempi record prima dell’election day del 3 novembre, sfidando i dem che minacciano un nuovo impeachment per abuso di potere. “Quando hai i voti puoi fare quello che vuoi” ha spiegato a Fox News. “E se i Dem mi metteranno sotto impeachment per aver fatto il mio dovere costituzionale, vinceremo tutte le elezioni, riconquistando pure la Camera”, ha aggiunto il tycoon, per ora sempre indietro nei sondaggi e nella raccolta fondi (141 milioni meno del rivale).
    Il presidente ha messo in dubbio anche le ultime volonta’ della Ginsburg, la quale prima di morire aveva lasciato scritto alla nipote che il suo “più fervente desiderio è di non essere rimpiazzata prima che si insedi un nuovo presidente”. “Non so se lo ha detto o se è stato scritto da Adam Schiff, da Nancy Pelosi o Chuck Schumer, sarei piu’ incline per la seconda” ipotesi, ha insinuato riferendosi rispettivamente al presidente della commissione intelligence della Camera, alla speaker del ramo basso del Parlamento e al leader dem al Senato.
    Il tycoon non vuole lasciarsi scappare l’occasione di nominare il suo terzo giudice alla corte suprema cementando una maggioranza conservatrice che sara’ chiamata a pronunciarsi su questioni decisive per la vita politica e sociale americana, dall’aborto all’immigrazione, dall’ambiente alla probabile controversia sul conteggio dei voti.

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    Usa: cerimonia e camera ardente Ginsburg a metà settimana

    Camera ardente alla corte suprema mercoledi’ e giovedi’ per la giudice Usa Ruth Bader Ginsburg. Lo ha reso noto la stessa corte. Mercoledi’ e’ prevista una cerimonia privata nella Great Hall con la famiglia, gli amici piu’ stretti e membri della corte.
    Dopo la cerimonia la salma della magistrata restera’ in cima alla scalinata dell’edificio per l’omaggio del pubblico. La bara sara’ adagiata sul catafalco di Lincoln, trasportato per l’occasione dal Congresso. La sepoltura e’ in programma la prossima settimana nel cimitero nazionale di Arlington.   

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    Elezioni, Lamorgese: voto in sicurezza nonostante il Covid

    “Si sono appena concluse le operazioni elettorali, sono state elezioni particolarmente complesse ma la macchina dello Stato ha fatto fronte a tutte le difficoltà nonostante il Covid e le elezioni si sono svolte in tutta sicurezza. E’ stata una prova molto impegnativa e ringrazio tutte le istituzioni, le prefetture, i Comuni gli scrutatori, le forze di polizia e la parte del volontariato e della Protezione civile che ci ha aiutato per la parte sul voto da accogliere in casa”. Così la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese commentando il voto.  
    “Sono 375 i comuni che hanno trovato seggi alternativi alle sedi scolastiche è stato avviato un tavolo perchè quanto prima si vada avanti su questa strada per evitare che si debba votare nelle strutture scolastiche”.”I Comuni che hanno votato sono stati 1179. di cui 155 con una popolazione superiore a 15 mila abitanti e 1024 con meno di 15 mila abitanti. Abbiamo garantito il diritto di voto a tutti gli italiani ed è stato un grande servizio fatto al Paese, dimostrando come uno Stato democratico riesce a far fronte in tutte le situazioni”, ha sottolineato la ministra.   

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    Bielorussia, Tikhanovskaya: 'Pronti a protestare per anni, se necessario'

    “Sullo sfondo della situazione politico-militare che si sta evolvendo intorno alla Bielorussia, il presidente ha deciso di tenere la Fase 2 dell’esercitazione” chiamata ‘Fratellanza Slava 2020’. Lo ha reso noto il ministero della Difesa bielorusso. “Le operazioni coinvolgeranno circa 6.000 soldati e più di 500 mezzi militari, tra cui 1.000 soldati e 100 mezzi delle Forze Armate della Federazione Russa”, ha aggiunto.
    Ieri la polizia di Minsk ha arrestato 442 manifestanti per violazione della legge sui raduni. Lo ha detto la portavoce del ministero dell’Interno, Olga Chemodanova. Oggi a Bruxelles i ministri degli Esteri Ue hanno incontrato Svetlana Tikhanovskaya, leader dell’opposizione bielorussa. ‘Non è un’interferenza negli affari interni. La democrazia e i diritti umani sono al cuore dell’identità dell’ Ue”, ha detto l’Alto Rappresentante Josep Borrell. 
    “Continueremo a protestare per settimane, mesi, anche anni, se necessario. Non saremo più ostaggi di Lukashenko, non vivremo più nelle sue prigioni, non torneremo più nello stato in cui abbiamo versato per ventisei anni”. Così Tikhanovskaya, in un’audizione alla commissione Affari esteri del Parlamento Ue. “Quando guardate me e tutte queste persone dovete capire che per ventisei anni abbiamo vissuto in dittatura, abbiamo avuto paura ogni giorno”, ha aggiunto. “Non è una rivoluzione geo-politica, a favore o contro la Russia o a favore o contro l’Ue. E’ una rivoluzione democratica per la Bielorussia”, ha sottolineato. 
    Poi ha chiesto “all’intera comunità internazionale di non accettare la legittimazione di Lukashenko perché non è legittimato agli occhi del popolo bielorusso. Hanno rubato i nostri voti durante le elezioni”.    

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    Processo Ream, condannata Appendino

    (ANSA) – TORINO, 21 SET – La sindaca di Torino, Chiara Appendino, è stata condannata a sei mesi nell’ambito del processo Ream. Stessa condanna per l’assessore comunale al Bilancio, Sergio Ronaldo. Otto mesi, invece, per l’ex capo di Gabinetto Paolo Giordana.    “Porterò a termine il mio mandato da sindaca. Come previsto dal codice etico mi auto sospenderò dal Movimento 5 stelle”, annuncia dopo la sentenza la prima cittadina, che è stata ritenuta responsabile di una imputazione di falso ideologico.    Sono invece cadute due accuse di abuso in atti di ufficio è una seconda di falso. (ANSA).   

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    Referendum costituzionale, i precedenti

    Quello sul taglio dei parlamentari è il quarto referendum costituzionale confermativo della storia della Repubblica. Nei tre precedenti, due volte la legge approvata dal Parlamento senza la maggioranza dei due terzi e’ stata respinta dagli elettori, una sola e’ stata approvata ed e’ diventata legge costituzionale. In base a quanto prevede l’articolo 138 della Costituzione, per il risultato non conta il quorum dei votanti che invece determina la validita’ dei referendum abrogativi.
    I PRECEDENTI – Il primo e’ quello del 7 ottobre 2001 quando si tiene il referendum per confermare o no la riforma del Titolo V della Carta, approvata dalla maggioranza dell’Unione negli anni dei governo Prodi, D’Alema e Amato: passa con il 64,2% di voti favorevoli anche se l’affluenza si ferma poco oltre il 34%. Il secondo caso di referendum confermativo, 25-26 giugno 2006, riguarda la riforma costituzionale varata dal governo Berlusconi (su ispirazione della Lega di Bossi e con Calderoli ministro delle Riforme): la cosiddetta ‘devolution’ e’ bocciata con il 61% mentre i votanti raggiungono il 52%. Il 4 dicembre 2016 e’ la volta del terzo referendum costituzionale nella storia repubblicana: la maggioranza dei votanti respinge il disegno di legge costituzionale della riforma Renzi-Boschi, approvata in via definitiva dalla Camera ad aprile 2016 e che puntava tra l’altro a superare il bicameralismo perfetto ai danni del Senato. A dire no e’ il 59,11%, contro il 40,89% di si’. I votanti pero’ sono record, quasi il 69%. Prima conseguenza politica le dimissioni del governo Renzi.
    COSA PREVEDE LA LEGGE SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI – La riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. L’istituto dei senatori a vita e’ conservato fissandone a 5 il numero massimo (finora 5 era il numero massimo che ciascun presidente poteva nominare). Ridotti anche gli eletti all’estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4.
    L’ARTICOLO 138 DELLA COSTITUZIONE – Il referendum confermativo per le leggi costituzionali e’ disciplinato dall’articolo 138 della Carta. Serve a sottoporre ai cittadini la riforma votata dal Parlamento, ma puo’ essere richiesto solo se i si’ della Camera e del Senato non superano i due terzi dei componenti dell’assemblea.
    CHI PUO’ CHIEDERLO – Tre sono i modi previsti dalla Costituzione per far partire la macchina referendaria: a chiedere il referendum possono essere 5mila elettori, 5 Consigli regionali oppure da un quinto dei membri di una delle Camere (126 deputati o 64 senatori).
    NIENTE QUORUM – A differenza dei referendum abrogativi, per la validita’ del referendum costituzionale non e’ obbligatorio che vada a votare la meta’ piu’ uno degli elettori aventi diritto: la riforma costituzionale sottoposta a referendum non e’ promulgata se non e’ approvata dalla maggioranza dei voti validi, indipendente da quante persone si recano ai seggi.
    GLI ALTRI TIPI DI REFERENDUM – La Costituzione prevede referendum abrogativi (ne sono stati celebrati in Italia 67 dal 1948) e non abrogativi. Tra i referendum non abrogativi, la Carta distingue quelli istituzionali (solo quello del 2 giugno 1946 tra monarchia e Repubblica), di indirizzo (solo quello sul conferimento del mandato costituente al Parlamento europeo del 18 giugno 1989) e costituzionali.

    Referendum elettorali, tutti i precedenti (di Chiara Scalise)  – Dal 1991 a oggi sono stati sei i tentativi di cambiare il sistema elettorale via referendum, parzialmente coronati dal successo. Si va dal trionfo di si’ alla consultazione per la riduzione delle preferenze dei primi anni novanta fino all’inammissibilita’ da parte della Consulta dei quesiti che puntavano a cambiare il Porcellum nel gennaio del 2012, passando per la trasformazione in senso maggioritario del 1993, che porto’ poi al Mattarellum.
    I referendum abrogativi in Italia sono stati tantissimi, una settantina, e quelli legati alla legge elettorale sono dunque una minoranza. Il primo risale al 9 giugno del 1991 quando gli italiani vengono chiamati a dire se vogliono ridurre le preferenze da tre a una nel voto per la Camera dei deputati. Il risultato e’ storico: l’affluenza e’ di oltre il 62% e i si’ raggiungono il 95,6%, un traguardo mai raggiunto da nessun tipo di quesito referendario; tant’e’ che l’allora capo dello Stato Francesco Cossiga si congratula personalmente con il presidente del Comitato promotore Mario Segni.
    Due anni di tempo e l’Italia torna a mettere mano al sistema di voto: e’ il 18 aprile del 1993 quando con l’82,7% di voti favorevoli arriva la modifica alla legge che riguarda il Senato, un cambiamento che poi portera’ il Parlamento a scegliere un sistema maggioritario come il Mattarellum. Il successo non viene pero’ replicato nel 1999 quando non viene raggiunto il quorum sul quesito che chiede di cancellare il voto di lista per l’elezione del 25% dei deputati, visto che i votanti si fermano al 49,6%; ancora piu’ bassa la partecipazione ai referendum dell’anno successivo, il 22 maggio 2000, sui rimborsi elettorali e sull’abolizione della quota proporzionale.
    Una parabola discendente che raggiunge il minimo storico il 21 e il 22 giugno 2009 quando tre quesiti provano a modificare il Porcellum del 2005: l’affluenza alle urne tocca il suo minimo mai raggiunto nella storia della Repubblica, appena il 23,4%. L’ultimo tentativo, quello di modificare il Porcellum via referendum, e’ invece andato a vuoto: il 12 gennaio del 2012 la Consulta ha infatti ha detto no ad entrambi i quesiti per l’abrogazione (parziale e completa) della legge elettorale firmata dal leghista Roberto Calderoli.

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    Breccia di Porta Pia, 150 anni fa Roma diventava italiana

     Centocinquant’anni fa, con l’ingresso dei bersaglieri dalla breccia di Porta Pia, Roma diventava italiana.
    Oggi il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo e il sindaco, Virginia Raggi, accompagnati dal rappresentante della Regione Lazio, dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli e dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Salvatore Farina, ha deposto una corona d’alloro in memoria dei caduti presso la lapide commemorativa della battaglia del 1870, lungo le mura aureliane.Un picchetto armato di Bersaglieri, corpo dell’Esercito protagonista della presa di Roma, ha reso gli onori alle Autorità indossando l’uniforme storica in dotazione alle truppe dell’epoca. 
    A commemorazione della ricorrenza sono stati emessi quattro francobolli italiani, raccolti in un apposito foglietto. I francobolli sono tutti validi per la posta prioritaria per l’Italia fino a 100 grammi di peso (2,80 euro). Il foglietto presenta sul lato destro la riproduzione del dipinto “La breccia di Porta Pia” di Carel Max Quaedvlieg (Collezione Apolloni); e’ un’opera di un pittore olandese dell’Ottocento, noto anche per le sue vedute di Roma e dintorni (e’ morto proprio a Roma nel 1874). Sul lato sinistro del foglietto sono invece inseriti verticalmente i quattro francobolli che riproducono:- sullo sfondo del tricolore italiano, la copia custodita nel Museo Storico dei Bersaglieri del monumento al Bersagliere di Publio Morbiducci esposta nel piazzale antistante Porta Pia;- la facciata interna di Porta Pia;- il logo del Raduno dei Bersaglieri a Roma;- il dipinto “I Bersaglieri” di Michele Cammarano, conservato nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Il bollettino illustrativo dell’emissione e’ stato scritto dal Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, gen. Ottavio Renzi.