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    Aspi: vertice a Palazzo Chigi, risposte entro il 30 o revoca

    Avanti con la revoca della concessione ad Autostrade, se da Atlantia entro il 30 settembre non arriveranno risposte che consentano di portare avanti il percorso deciso a luglio dal governo per rendere Aspi pubblica con l’ingresso di Cdp. E’ la linea del governo emersa, a quanto si apprende, da un vertice che si è svolto nella notte di ieri a Palazzo Chigi. Il premier Giuseppe Conte, come anticipato da alcuni quotidiani, si è confrontato con i ministri Roberto Gualtieri e Paola De Micheli. Con loro il segretario generale di P.Chigi Roberto Chieppa e i capi di gabinetto dei ministeri dell’Economia Luigi Carbone e delle Infrastrutture Alberto Stancanelli. Ne sarebbe emersa, a quanto spiegano fonti di governo, la valutazione di una situazione “sempre più compromessa” e una posizione unitaria in favore dell’avvio della procedura di revoca, se non arriveranno le risposte sollecitate nei giorni scorsi anche in uno scambio di lettere con l’azienda.   

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    Sileri: “Aumento lento dei casi, il sistema non è sotto pressione”

    “Non dobbiamo avere paura perchè siamo pronti. In Italia i casi di Covid aumentano molto lentamente e la nostra situazione è migliore rispetto agli altri paesi europei” e anche “i ricoveri in terapia intensiva aumentano molto lentamente, sono ancora pochi e il sistema non è sotto pressione”. Lo ha affermato al Tg5 il viceministro alla Salute Pierpalolo Sileri.    Ora, ha sottolineato, “dobbiamo continuare a rispettare le regole, ovvero uso della mascherina, distanza di sicurezza e lavaggio delle mani”. Infatti, “abbiamo pochi casi ma è chiaro che più il virus circola più è probabile che si vada in terapia intensiva, però è vero – ha concluso – che le terapie intensive oggi sono più vuote, accettano pazienti, curiamo anche meglio i pazienti rispetto a sei mesi fa e dalle terapie intensive si esce”.    

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    Conte 'cancella' la Lega, via Quota 100 e dl sicurezza

    Il Conte Due sotterra l’impronta leghista del Conte Uno. Il presidente del consiglio assicura che Quota 100 verrà archiviata. Era un progetto triennale che sta arrivando a scadenza e il rinnovo “non è all’ordine del giorno”, spiega dal Festival dell’Economia di Trento. E poi ci sono i decreti sicurezza, che saranno riscritti al più presto – “al primo Cdm utile” – , con un “progetto ampio”, per garantire “un meccanismo di protezione per i cittadini e per i migranti”.    L’accelerata, da sempre auspicata dal Pd, piace a Matteo Renzi: “L’abolizione di Quota 100 è una svolta importante – dice il leader di Iv – e rimedia ai danni del governo populista”. Matteo Salvini annuncia invece barricate e tuona: “Vogliono tornare alla Legge Fornero. La Lega non lo permetterà”.    Con un Pd che continua a chiedere al governo di fare, fare e poi fare, e un Movimento Cinque Stelle in cerca di se stesso, il presidente del consiglio Giuseppe Conte si inventa motivatore.    “Non dobbiamo disunirci, sfilacciarsi”, dice rivolgendosi anche all’opposizione, ma parlando soprattutto agli alleati. Perché questa è “la fase cruciale della ricostruzione. Possiamo vincere la sfida della ripartenza”. Insomma, il messaggio è: ci sono i 209 miliardi del Recovery Fund da spendere. Pensiamo a come investire quelli, e non ci perdiamo nelle liti, non mettiamo a repentaglio la maggioranza. I piani cominciano a definirsi, “aggregheremo i singoli progetti – spiega Conte – che forniranno una visione di Paese, in linea con le indicazioni Ue.    Avremo una struttura normativa dedicata al Recovery plan”.    Un’operazione, aggiunge il ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, per “tornare a crescere, a investire, e ad avere una prospettiva macroenomica anche di rientro del debito”.    A chi pensa che il governo cada, Conte chiede di “essere un po’ più rispettoso”, perché non è un “concorso di bellezza”. “Delle volte – osserva – mi sembra di vivere in una situazione dissociata in cui a livello internazionale tutte le più autorevoli istituzioni finanziarie, le più autorevoli testate giornalistiche e i colleghi europei apprezzano il nostro operato e addirittura ci chiedono a che punto siamo con il recovery fund”, mentre “in Italia abbiamo domande su quando cade il governo oppure se il governo è stabile”.    Non è certo una questione di rischio-stabilità, ma oggi la cronaca politica registra una certa distanza tra il premier e il segretario del Pd. Con Zingaretti che paventa un nuovo lockdown e Conte che lo esclude, con Zingaretti che chiede gli “stati generali della scuola” per “dare risposte alle mobilitazioni di docenti e studenti” e Conte che difende il lavoro della ministra Lucia Azzolina. Però, sulla maggioranza, il segretario Pd percorre il sentiero del premier. “La stagione dei picconi è finita, siamo nella stagione della ricostruzione, e io credo che sulla ricostruzione e sulla rinascita noi abbiamo molte più cose da dire”. Peccato che non si senta ancora di “dire che è stato messo fine ai trabocchetti contro il Pd o il Governo”. Sul tema alleati, il Movimento Cinque Stelle è apparso più distratto, meno reattivo. Un po’ perché è preso dalle beghe interne, un po’ perché si è trovato indirettamente tirato in ballo dalla polemica sull’ “amico” presidente dell’Inps Pasquale Tridico, accusato di essersi raddoppiato lo stipendio. “Chiederò chiarimenti”, ha detto Luigi Di Maio, anticipando di qualche ora la risposta del premier: “Non ero informato, ho chiesto accertamenti”.    Nella settimana che si apre, Conte avrà un faccia a faccia non facile con gli industriali. Li incontrerà martedì, al parco della Musica, quando interverrà all’Assemblea di Confindustria.    Non sarà una passeggiata, viste le posizioni del presidente Carlo Bonomi, da sempre molto critico col governo. E lì, prima che in Europa, il premier dovrà ‘spendere’ bene i progetti del Recovery.
    L’INTERVENTO DEL PREMIER AL FESTIVAL DELL’ECONOMIA DI TRENTO   
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    Bonaccini: “Non si può dire no al Mes, ripartiamo dalla sanità”

    “Ma come si fa a rinunciare a 36 miliardi di euro aggiuntivi al Recovery Fund? Diciamo tutti che è dalla sanità che deve ripartire la ricostruzione: bene, iniziamo a farlo, coi fatti però. Io voglio discutere pubblicamente di questo, non di altro”. Così in una intervista al Corriere della Sera il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Zingaretti al governo? “Non mi permetto di dire a Nicola che cosa debba fare”. Bonaccini affronta anche il tema della legge elettorale: “Ribadisco che il sistema più adatto per il nostro Paese sarebbe il doppio turno alla francese” spiega, ma “se si riesce a costruire una convergenza su un proporzionale con soglia di sbarramento e la possibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti è comunque un passo avanti. Anche se preferisco il maggioritario”. Sul rischio di un nuovo lockdown “Dobbiamo fare tutti il nostro dovere perché non succeda, il Paese non se lo può permettere. A differenza di sette mesi fa sappiamo più cose, abbiamo regole e protocolli da rispettare che prima mancavano. Dipende da noi fare in modo che non accada anche qui quello che purtroppo sta avvenendo in altri Paesi”. Sulle tensioni tra Governo e Regioni “tutte le cose che ora abbiamo e sette mesi fa mancavano le abbiamo fatte insieme, spesso discutendo ma poi trovando sempre le soluzioni più condivise. All’Italia servono istituzioni forti e autorevoli, capaci di collaborare. Credo che il consenso raccolto dai presidenti di Regione rieletti testimoni proprio questo apprezzamento”.    

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    Inps, Conte: 'Tridico? Chiesto accertamento poi valuterò'

    L’aumento di stipendio del presidente Inps Pasquale Tridico? “Non ero informato di questa vicenda: ovviamente ho chiesto accertamenti perché vorrei approfondire la questione. Permettetemi di comprenderla bene poi formulerò una valutazione più compiuta. Sono abituato a parlare seriamente: fatemi fare una verifica e alla fine parlerò”. Lo dice il premier Giuseppe Conte al festival dell’Economia di Trento.
    Dopo gli attacchi per i ritardi sul pagamento della cig, per il caos delle partite iva e le critiche per la gestione dei cosiddetti “furbetti del bonus”, Pasquale Tridico torna nell’occhio del ciclone della polemica politica. Questa volta per un aumento di stipendio che il presidente dell’Inps avrebbe ottenuto – anche con effetto retroattivo sotto forma di bonus una tantum – grazie ad un decreto interministeriale, firmato lo scorso 7 agosto dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo e dal collega dell’Economia, Roberto Gualtieri. Un aumento che, come riportato da La Repubblica di oggi, vedrebbe più che raddoppiati – dagli attuali 62mila a 150mila euro annui – gli emolumenti del presidente dell’Inps.
    La notizia, con la precisazione dell’Inps che nega alcun compenso retroattivo al presidente,  trova immediatamente terreno fertile tra le opposizioni già duramente schierate contro i vertici dell’Istituto e che apre un vero e proprio fuoco di fila contro Tridico con un unico comune denominatore: dimissioni subito. Tra i primi ad intervenire la Lega, con il suo leader: “Non ho parole. Tridico paghi la cassa integrazione poi chieda scusa e si dimetta”, attacca dai suoi profili social Matteo Salvini cui fa immediatamente eco il responsabile lavoro del partito Claudio Durigon che si chiede dove siano “gli uffici di monitoraggio dell’Inps, quelli che ad agosto avevano denunciato, in una lista di proscrizione pubblica, i furbetti del bonus da 600 euro”. Ma non è solo la Lega ad attaccare Tridico. Anche Fdi e Forza Italia si allineano e compatti si schierano contro quella che è, dice la presidente dei senatori di Fi, Anna Maria Bernini, “la nuova frontiera del grillismo al potere: il reddito di arroganza”. 
    La maggioranza tace e l’unico a prendere la parola, interrogato dai giornalisti durante una tappa del suo tour in Campania, è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che però si limita a dire: “Su questo chiederò chiarimenti nelle prossime ore”. Ma, questo, non basta. E si allunga la lista delle critiche. Duri i due capigruppo della Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. “È inaccettabile che, mentre migliaia di italiani attendono ancora la cig, Tridico si aumenti lo stipendio, pretendendo anche gli arretrati, col benestare dei Cinque Stelle e del ministro Catalfo. Ma con quale coraggio…”, scrive il presidente dei senatori leghisti. “Il bonus da 100 mila euro a Tridico lascia basiti”, gli fa eco il collega della Camera: “mentre migliaia di italiani aspettano, Pd-5S premiano l’incapacità”. Anche Forza Italia non molla la presa. “I lavoratori ancora aspettano la cassa integrazione e il presidente dell’Inps ha invece ben pensato di aumentarsi lo stipendio”, denuncia infatti la vicepresidente azzurra in Senato, Licia Ronzulli. “Dopo la gestione catastrofica dell’ente, a partire dai mancati controlli delle domande per il reddito di cittadinanza, questo nuovo scandalo impone un cambio immediato al vertice dell’Inps”, aggiunge spiegando che “non è accettabile che chi, per risparmiare il costo di un caffè al giorno, ha voluto il taglio dei parlamentari consenta ai propri amici in posti apicali di raddoppiarsi lo stipendio”.

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    Nuovo tampone positivo per Berlusconi, prosegue isolamento

    Silvio Berlusconi è ancora positivo al Covid a quasi un mese di distanza dal contagio. Lo scrive Il Corriere della Sera secondo il quale gli ultimi controlli a cui si è sottoposto il leader di Forza Italia, costantemente seguito dal professor Alberto Zangrillo, hanno evidenziato la permanenza della positività al coronavirus anche se l’ex presidente del Consiglio, secondo il quotidiano, avrebbe rassicurato familiari ed amici: “Non ho sintomi. Mi sento come un leone in gabbia”.
    Berlusconi aveva lasciato l’ospedale San Raffaele, dove era stato ricoverato, una decina di giorni fa per tornare a casa. Il 29 settembre il presidente di Forza Italia compie 84 anni ma non sono state programmate feste né appuntamenti particolari, sia per limitare al minimo gli impegni sia per evitare qualsiasi possibilità di contatto. 
    “Mai avuta febbre, fatto test sul Covid ieri mattina, negativo. Ho il torcicollo come milioni di italiani e ho preso il cortisone, alcuni “giornalisti” evitassero almeno di speculare e mentire sulla salute del prossimo”, ha spiegato, intanto, il leader della Lega Matteo Salvini con riferimento ad alcune interpretazioni giornalistiche pubblicate su siti.
    Salvini, mai avuta febbre, alcuni giornalisti non speculino  – “Mai avuta febbre, fatto test sul Covid ieri mattina, negativo. Ho il torcicollo come milioni di italiani e ho preso il cortisone, alcuni “giornalisti” evitassero almeno di speculare e mentire sulla salute del prossimo”. Lo dichiara il leader Matteo Salvini con riferimento ad alcune interpretazioni giornalistiche pubblicate su siti.

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    Coperte termiche ricoprono porte Basilica Assisi

    (ANSA) – ASSISI (PERUGIA), 26 SET – Venti metri di coperte termiche sono state collocate sulle porte della Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi alla vigilia della Giornata mondiale del migrante. Aderendo al progetto artistico “Eldorato” di Giovanni de Gara, anche la comunità dei frati del Sacro Convento di Assisi ha fatto sentire la sua voce sul tema delle migrazioni.    Presenti alla cerimonia, oltre all’artista De Gara, anche padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Marco Moroni, e padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento.    “Di fronte a 40-50 milioni di sfollati a causa di guerre, conflitti, disastri ambientali e oggi anche per la pandemia non possiamo rimanere indifferenti”, ha detto all’ANSA padre Fortunato. “Una tragica condizione di sfollati e profughi – ha aggiunto – che è stata sperimentata anche dal piccolo Gesù con i suoi genitori nella fuga in Egitto”.    Sull’installazione delle termocoperte ha sottolineato padre Fortunato il fatto che “possano provocare delle domande nei tanti pellegrini che giungono ad Assisi alla vigilia della visita del Papa e della festa di San Francesco”.    “Quello di Eldorato è un messaggio importante – ha detto padre Gambetti – che ci fa interrogare su cosa veramente dà ricchezza. L’oro abbellisce, ma la vera ricchezza sta nella gioia che noi possiamo portare o avere nel cuore, non è legata a un metallo. La gioia vera sta in quest’oro dei poveri, dove c’è la possibilità di stringere relazioni, stringersi insieme e sperimentare la gioia”. (ANSA).   

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    Volano casi in Europa. Oms, il mondo rischia 2 milioni di morti

    Non è ancora la seconda ondata secondo i virologi ma i contagi da coronavirus volano in Europa come nei mesi più bui della pandemia appena lasciati alle spalle e l’Oms avverte: nel mondo si rischiano due milioni di morti.
    “Abbiamo perso un milione di persone in nove mesi e potrebbero volerci altri nove mesi prima di avere il vaccino”, ha detto il direttore per le emergenze Michael Ryan rispondendo ad una domanda nel briefing sul coronavirus. “Siamo pronti a fare ciò che è necessario per evitare quella cifra? Il momento di agire è adesso”, ha ammonito. “Altrimenti guarderemo a quel numero, e purtroppo ad uno molto più alto”. E dall’Oms è arrivato anche un omaggio all’Italia con il riconoscimento, postato su Twitter, che “Il governo e la comunità, a tutti i livelli, hanno reagito con forza e hanno ribaltato la traiettoria dell’epidemia con una serie di misure basate sulla scienza”.
        E mentre gli Usa superano i 7 milioni di casi da inizio pandemia, nel resto d’Europa – oltre 5 milioni di casi in totale – il virus avanza quasi ovunque. La maglia nera spetta alla Francia che nonostante misure di contenimento e lockdown parziali sembra aver perso completamente il controllo della situazione. I nuovi casi sono 15.797 nelle 24 ore, in linea con i drammatici numeri dei giorni scorsi, mentre sale l’allarme sul rischio saturazione delle terapie intensive. L’epidemia è in “fase ascendente” ha messo in guardia l’agenzia governativa di Sanità pubblica. E mentre in 11 grandi città, Parigi compresa, sono state dichiarate “zone di allerta rinforzate” con una chiusura dei bar alle 22.00, centinaia di manifestanti sono scesi in piazza a Marsiglia per protestare contro la chiusura di bar e ristoranti per due settimane. Ottenendo il rinvio di 48 ore della stretta che scatterà solo da domenica sera.
        Paura anche in Spagna dove i casi sono stati 12.272 in 24 ore e i morti 120. Il totale dei contagi dall’inizio della pandemia sale così a 716.481 mentre i decessi sono complessivamente 31.232. Ma neppure la curva in ascesa dei contagi serve a placare la litigiosità della politica spagnola ed è scontro aperto tra il governo centrale e la comunità di Madrid, epicentro della pandemia, sulle misure restrittive da adottare.
        Oltre un milione di persone, nell’area della capitale che conta 6,6 milioni di abitanti, è sottoposto alle nuove regole: un numero giudicato insufficiente dal governo di Pedro Sanchez. Il ministro della Salute Salvador Illa, con un gesto senza precedenti, ha dichiarato che il governo di Isabel Díaz Ayuso ha ignorato le raccomandazioni del ministero su un lockdown totale a Madrid.    Nuovo picco di casi nel Regno Unito da maggio secondo i dati giornalieri diffusi dal governo, che indicano tuttavia un rallentamento dell’incremento, con 6.874 contagi censiti nelle ultime 24 ore contro i 6.634 di ieri quando lo scarto era stato di circa 500 in più. Fermo a 40 il numero giornaliero dei morti (esclusa la Scozia che oggi non ha fornito statistiche), mentre i test quotidiani s’impennano al record europeo in cifra assoluta di oltre 245.000.    Ma emergono segnali preoccupanti anche in quei paesi, come la Germania dove la situazione è sotto controllo: quasi 50 mila ragazzi sono in quarantena dopo la riapertura delle scuole.