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    Pillon assolto da accusa diffamazione circolo gay

    La Corte d’appello di Perugia ha assolto “perché il fatto non costituisce reato” l’avvocato Simone Pillon, quale consigliere nazionale del Forum associazioni familiari, per diffamazione nei confronti del circolo gay Omphalos per alcune affermazioni con le quali aveva commentato una loro iniziativa nelle scuole. Fatti per i quali in primo grado era stato condannato a 1.500 euro di multa (pena sospesa). I giudici d’appello hanno così accolto il ricorso presentato dai difensori di Pillon, gli avvocati Laura Modena, Stefano Forzani e Massimiliano Sirchi.
    In primo grado, il giudice unico di Perugia aveva disposto per Pillon anche il risarcimento, da liquidarsi in sede civile, nei confronti dello stesso circolo e di un attivista, con una provvisione complessiva di 30 mila euro, al pagamento della quale il giudice ha subordinato la sospensione della pena. Somma già versata dal senatore della Lega che ora – si è appreso dai suoi legali – potrà chiedere indietro. Pillon è stato processato per quanto detto come consigliere nazionale del Forum delle associazioni familiari in tre incontri, tutti nel 2014: ad Assisi e Bastia Umbra, a giugno, a San Marino, ad agosto, e ad Ascoli Piceno, a novembre. Quando cioe’ non era ancora senatore.
    In particolare Pillon era accusato di avere offeso la reputazione di Omphalos e dei suoi membri “diffondendo notizie non corrispondenti al vero sull’attività di informazione e di prevenzione delle malattie venere svolte dall’associazione, attribuendole iniziative e messaggi distorti rispetto al loro effettivo contenuto”.
    “La formula con la quale il sen. Pillon è stato assolto – ha detto all’ANSA l’avvocato Laura Modena – ci fa ritenere che sia stata riconosciuta la tesi che abbiamo sempre sostenuto. Quella cioè che si sia trattato di un legittimo diritto di critica”.

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    Governo, Draghi a lavoro a Palazzo Chigi, si delinea lo staff

    Il presidente del Consiglio Mario Draghi è a lavoro a Palazzo Chigi. Il premier ha tra le imminenti scadenze il discorso programmatico sulla fiducia, che sarà votata dalle camere tra mercoledì e giovedì, e la messa a punto della squadra dei sottosegretari e dei viceministri. Per quanto riguarda Palazzo Chigi, si sta delineando lo staff del presidente e molte voci politiche e parlamentari danno come per avvenuto l’insediamento di Antonio Funiciello come Capo di Gabinetto del premier. Funiciello ha tra l’altro ricoperto l’incarico di Capo dello Staff dell’allora premier Paolo Gentiloni. Aperta la casella del segretario generale, attualmente ricoperta da Roberto Chieppa, nominato per quella poltrona dal precedente premier, Giuseppe Conte. Aperta anche la definizione della possibile squadra di sottosegretari di Palazzo Chigi, che potrebbero essere di profilo tecnico, si ragiona sempre in ambienti politici e parlamentari.
    Tempi stretti, interventi concreti, l’unità come stella polare necessaria. I primi giorni del governo Mario Draghi potrebbero viaggiare su questo triplice binario, guardando, innanzitutto, al discorso programmatico che l’ex governatore della Bce terrà in settimana alle Camere. Un discorso nel quale il premier metterà al centro le emergenze del Paese, a cominciare da quelle legate alla pandemia. Con un nodo che, già nei prossimi giorni, Draghi sarà chiamato a sciogliere: se confermare – e con quali deleghe – il commissario Domenico Arcuri, braccio destro di Giuseppe Conte nella strategia anti-virus del precedente governo.
    Il capo della Polizia Franco Gabrielli, a quanto si apprende, è stato nel pomeriggio a Palazzo Chigi, dove avrebbe incontrato il presidente del Consiglio Mario Draghi.
    “Sono sicuro che con il nuovo governo” italiano “lavoreremo insieme soprattutto per le riforme che riguardano la burocrazia nella pubblica amministrazione, i tempi della giustizia civile, le regole della concorrenza: tutti i colli di bottiglia che negli ultimi anni hanno rallentato la crescita italiana”, ha detto il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, in un’intervista a Bloomberg TV. “E’ un’ottima notizia non solo per l’Italia ma anche per l’Unione europea che Mario Draghi si occuperà” della gestione del Recovery Fund “con tutta la sua esperienza e la sua leadership”, ha aggiunto Gentiloni.
    “Non nomineremo ‘guardiani’. Abbiamo scelto di esserci per il bene del Paese. Le politiche del governo di sinistra, ovviamente, ora che la Lega è in maggioranza, dovranno cambiare”, ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando l’ipotesi che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese possa avere dei ‘guardiani’ della Lega sulle politiche migratorie. “La montagna? Il modello Conte-Casalino – ha poi aggiunto Salvini – che abbiamo superato prevedeva gli annunci la domenica che ti cambiavano la vita il lunedì. Quando il nuovo governo sarà in carica, da questo punto di vista, chiederemo una maggiore collaborazione, condivisione e programmazione. Siamo agli strascichi del governo Conte”. “Il tema è accelerare sulla salute, il lavoro, il ritorno alla vita. Ne ho parlato anche con il Presidente Draghi: su questo saremo assolutamente leali, collaborativi, coerenti”.

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    Governo: migliaia firme a petizione M5s per rivotare

    Ha superato le 5 mila firme la petizione lanciata su Change.org da alcuni iscritti M5s per chiedere al garante Beppe Grillo di rimettere su Rousseau un nuovo quesito sull’adesione del Movimento al governo Draghi.
    “Alla luce della compagine di Governo indicata dal Presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, che si è espresso pubblicamente ieri per la prima volta dopo le consultazioni, siamo a chiedere di mettere ai voti su Rousseau la scelta di dare la fiducia a questo Governo, affinché vi sia il pieno consenso o meno da parte degli iscritti. Reputiamo infatti che solo ora, messi a conoscenza di tali informazioni, sia possibile esprimere un voto pienamente consapevole” scrivono i sottoscrittori della petizione che chiedono a Grillo anche “un suo celere riscontro pubblico”.
    Sempre su Chang.org c’è anche un’altra petizione, con meno di un migliaio di adesioni però, con cui, ritenendo sempre pregiudicato l’esito della votazione su Rousseau dalla successiva conformazione del ministero per la Transizione, si chiede di non espellere dal Movimento i parlamentari 5 Stelle che non voteranno la fiducia. Nella petizione si chiede infatti che “i Deputati e i Senatori del Movimento 5 Stelle possano votare liberamente, escludendo fin da ora l’applicazione di possibili azioni o sanzioni disciplinari a coloro i quali decideranno di astenersi o di votare contrariamente alla fiducia al nuovo Governo. È evidente che tali posizioni non siano da considerarsi una disattesa del voto degli iscritti. Siamo fermamente convinti che l’adozione di eventuali sanzioni determinerebbe una grave rottura all’interno del Movimento. Per questo, in qualità di portavoce e attivisti del Movimento 5 Stelle, dichiariamo sin da ora di essere pronti ad auto-sospenderci e a mettere in campo azioni ed iniziative nazionali qualora ciò si verificasse”.   

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    Conte, schieramento con Pd-Leu prospettiva a cui credo molto

    “Quello con Pd e Leu è un progetto che non ho declamato a caso ma che abbiamo iniziato anche a realizzare: ha già prodotto dei risultati, altri sono in corso di completamento, altri vanno ancora elaborati e realizzati: quella è una prospettiva a cui credo molto. Ci credo molto da politico, da privato cittadino e da ex presidente del consiglio. Continuerò a dare il mio contributo nelle modalità che decideremo insieme”. Così Giuseppe Conte intervistato da il FattoQuotidiano.it che gli chiede sarà lui il perno dello schieramento per lo Sviluppo sostenibile.
    “Il mio futuro immediato è il rientro a Firenze – ha detto Conte – da professore all’università: è terminata l’aspettativa e quindi riprenderò ad andare a Firenze”, replicando su quale sarà il suo immediato futuro, se sarà un futuro “politico” e in quali forme. “Ci sono tanti modi per partecipare alla vita politica: lo vedremo insieme agli amici con cui abbiamo lavorato e ai compagni di viaggio” risponde.    

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    Draghi lima squadra governo e staff Chigi – TEMPO REALE

    Al lavoro sul discorso programmatico in vista della fiducia – mercoledì in Senato, giovedì alla Camera – Mario Draghi mette a punto staff di Palazzo Chigi e squadra di sottogoverno. L’imminente nomina di viceministri e sottosegretari porta nuova agitazione tra le forze politiche, che dovranno però tenere conto della volontà del premier di scegliere ancora profili tecnici per caselle chiave nella gestione della macchina di governo.
    Capo di gabinetto sarà Antonio Funiciello, 45 anni, laureato in Filosofia all’Università Federico II di Napoli e grande esperto di comunicazione. Per i tipi di Rizzoli, nel 2019 Funiciello ha scritto “Il metodo Machiavelli”, un saggio che a partire dalla sua personale esperienza di chief of staff del premier Paolo Gentiloni racconta tratti e caratteristiche del “leader e dei suoi consiglieri”. Verso la conferma Roberto Chieppa, Segretario generale di Palazzo Chigi nell’ultimo governo Conte.
    Delicate alcune scelte, che facilmente slitteranno alla settimana successiva alla fiducia, come quella del sottosegretario all’editoria. Pd e M5s lo chiedono per sè, mentre non si esclude un ruolo tecnico di alto profilo. Certamente tecnici saranno anche altri nomi, anche se Draghi pensa di dare spazi ai partiti con deleghe specifiche.
    Resta alta la tensione nel Pd sull’assenza di donne nella squadra di governo, con l’intenzione del sottosegretario Nicola Zingaretti di dare loro ampio spazio nei ruoli di viceministro e sottosegretari. Nel mirino del centrodestra ancora la scelta del ministro Speranza di tenere ancora in stop la ragione sciistica.
    Matteo Salvini è sul piede di guerra anche con la ministra Lamorgese sull’ìmmigrazione. Quanto al M5s – dove il fondatore di Rousseau Davide Casaleggio continua a sostenere la possibile astensione al governo Draghi – da registrare oggi la posizione di Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera. “Staremo nella maggioranza con spirito critico.
    Dovremo difendere i risultati e le conquiste di questi due anni di governo”, avverte garantendo che i cinque stelle faranno pesare in Parlamento la loro forza numerica.   

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    M5s: blog Stelle, domani voto su Statuto e governance

    Dalle 12 di domani martedì 16 febbraio fino alla stessa ora di mercoledì 17, l’assemblea degli iscritti M5s è chiamata in seconda convocazione sulla piattaforma Rousseau a votare per la modifica dello Statuto M5s e quindi anche la parte relativa alla nuova governance collegiale.
    In questa seconda convocazione la votazione è valida qualunque sia il numero dei partecipanti e l’esito è rimesso alla maggioranza dei voti espressi.   

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    Crisanti: 'Nei guai, lockdown come a Codogno'.

    Allarme varianti in tutta Europa, altri Paesi Ue chiudono. Piuttosto che pensare a sciare e mangiare fuori, anche in Italia dovremmo decidere un lockdown come è stato un anno fa a Codogno. Ormai le zone rosse non bastano più. Anche il virologo Andrea Crisanti, come il consigliere del ministro Speranza Walter Ricciardi, ritiene che il governo debba stringere ancora le misure per la lotta al Covid e ne parla in una intervista a La Stampa.
        ‘Gli impianti di sci non riaprono? E vorrei vedere! Il 20% dei contagiati presenta la variante inglese e la percentuale è destinata ad aumentare. Bisognava fare il lockdown a dicembre, prevenendo tutto questo, mentre ora siamo nei guai. Come se ne esce? Con un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele’, risponde Crisanti.
        Niente sci, zone gialle e neanche arancioni, per il virologo che ha collaborato con il Veneto di Zaia all’inizio dell’epidemia. ‘Va chiuso tutto e va lanciato un programma nazionale di monitoraggio delle varianti’. ‘Dove si trovano le varianti brasiliana e sudafricana servono lockdown stile Codogno, non le zone rosse che sono troppo morbide’. Gli sviluppi, aggiunge, dipenderanno dalla dinamica del contagio, ‘ma se va come all’estero ci sarà un’impennata importante a fine febbraio’.
        D’altra parte, all’estero sono molto prudenti. ‘La Germania continua il lockdown, la Francia pure, l’Inghilterra anche, solo noi pensiamo a sciare e a mangiar fuori. Tutti vogliamo una vita normale, ma non si realizza se non si controlla la pandemia’.
        ‘Il rischio attuale – afferma Crisanti – è la diffusione della variante inglese, che se non si ferma subito aumenterà di molto la circolazione del virus e di conseguenza il rischio ulteriore di altre varianti, tra cui alcune che potrebbero resistere ai vaccini’.
        Quanto al nuovo governo e alla conferma di Speranza, Crisanti risponde: ‘Credo sia stato giusto confermare Speranza, perché conosce le carte. Però conta molto chi lo consiglia e lì forse qualcosa va cambiato. Non può rimanere tutto com’è’. Non si riferisce a Ricciardi, che ha posizioni simili alle sue? ‘Ne sono contento, ma non basta – risponde Crisanti – Mi riferisco ai tecnici del ministero e al Cts, che sono più ascoltati di lui. Le politiche adottate fin qui sono state sempre di rincorsa al virus, mentre è venuto il momento di anticiparlo’. 

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    Governo e 'nodo' sci. Centrodestra, ora si cambi – TEMPO REALE

    La prima settimana di lavoro per il premier Mario Draghi si apre all’insegna delle polemiche sulla chiusura degli impianti sciistici. Una scelta, fanno sapere da palazzo Chigi, messa nero su bianco dal ministro della Salute Roberto Speranza, ma condivisa dall’intero esecutivo.
    La decisione, sottolineano le stesse fonti, rimanda ad una circolare del ministero in cui si evidenzia come la “preoccupazione per la diffusione del Covid e delle altre varianti abbia portato anche Francia e Germania ad adottare misure analoghe”. La “grana” dello sci rischia di innalzare le polemiche non solo all’interno dell’esecutivo, ma anche tra le forze della maggioranza. A chiedere “un cambio di metodo” ad esempio è il centrodestra che ritrova l’unità nel condannare la decisione di chiudere gli impianti “all’ultimo momento”. Matteo Salvini invita a mettere fine agli “allarmismi”, dice di avere “piena fiducia” nei ministri, ma chiede che si “cambi qualche tecnico. La comunità scientifica è piena di persone in gamba”. L’ex ministro dell’Interno invoca “maggiore condivisione” e promette poi un cambio di passo sulle politiche migratorie: “Ora che la Lega è in maggioranza dovranno cambiare”. Sul piede di guerra anche Forza Italia.
    Antonio Tajani invita il governo ad “ascoltare il grido di dolore delle imprese adottando tutte le misure necessarie per risarcire un settore sull’orlo del collasso”. Il vice presidente di Fi torna anche a chiedere di sostituire il commissario all’emergenza Domenico Arcuri con Guido Bertolaso. Una bocciatura alle prime “mosse” dell’esecutivo arriva anche da Giorgia Meloni. La leader di Fratelli D’Italia alle 18 ha convocato la direzione del partito e nella sua relazione proporrà di votare no alla fiducia al nuovo governo. Il presidente del Consiglio è atteso a metà settimana in Parlamento (mercoledì in Senato e giovedì alla Camera) per chiedere il voto di fiducia, ma difficilmente prima di allora la squadra dell’esecutivo sarà completata con la nomina dei sottosegretari. Una partita attesa delle forze politiche, che non mancheranno di chiedere una rappresentanza adeguata anche nei ruoli di sottogoverno.