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    Comune Genova, locali e case gratis per rilancio vicoli

    (ANSA) – GENOVA, 16 FEB – Passa anche attraverso la concessione gratuita di 200 immobili per l’apertura di nuove attività o l’ampliamento di attività già esistenti – che siano commerciali, artigianali, associative o professionali – la rigenerazione urbana del centro storico di Genova. A novembre il Comune ha presentato il complesso del piano “Caruggi” e dopo alcuni azioni già avviate sul fronte del decoro, del sociale e della sicurezza, il prossimo grande progetto sarà lanciare un bando che darà la possibilità a 200 realtà di sfruttare spazi al piano terra di gran parte dei vicoli oggi inutilizzati. “Gli uffici stanno lavorando alla messa a punto e per la fine di marzo saremo pronti con il bando – dice il sindaco Marco Bucci all’ANSA – si tratta di un modello piuttosto inedito perché non tutti i 200 immobili saranno di proprietà comunale, molti saranno privati e l’amministrazione penserà a coprire le spese di affitto, per 5 anni, di chi si insedierà”. Per questo progetto sono stati stanziati 5 milioni di euro. (ANSA).   

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    Governo: Gelmini sarà capodelegazione Fi

    Sarà Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari Regionali e le autonomie, il capo delegazione di Forza Italia al governo. Questa, a quanto si apprende da fonti Fi. L’indicazione del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, arrivata a pochi giorni dalla nascita dell’esecutivo. Decisione, quella del leader Fi, condivisa con la stessa Gelmini e gli altri due ministri, Renato Brunetta e Mara Carfagna. 

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    Governo:Draghi nomina Mattiolo suo Consigliere diplomatico

    Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha nominato l’Ambasciatore Luigi Mattiolo suo Consigliere diplomatico e rappresentante personale/Sherpa per i vertici G7 e G20, a decorrere dalla data odierna. L’Ambasciatore Mattiolo è in carriera diplomatica dal 1981 e ha svolto le funzioni di Capo missione presso le sedi di Tel Aviv, Ankara e Berlino. Lo rende noto un comunicato della presidenza del Consiglio.   

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    Vecchia intervista a Brunetta accende lo scontro in maggioranza

    Polemiche sul neo ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta per una sua dichiarazione critica riguardo lo smart working dei dipendenti pubblici, rilanciate dal sito del Corriere della Sera. Parole che però, come precisa quasi allibito l’esponente azzurro, risalivano ad una intervista rilasciata lo scorso giugno, “quando la pandemia sembrava in via di superamento” e sembrava vicino “il ritorno auspicato alla normalità”. Lo stesso Corsera si premura di correggere chiedendo scusa al ministro e ai lettori per il “disguido” e “l’errore”.    Ma anche i pochi minuti di permanenza in “pagina”, bastano alla nuova maggioranza per trovare uno spunto di polemica sollevando le immediate proteste di esponenti M5s e Pd. “Non vorremmo che, qualcuno, abbia voglia tornare indietro di 20 anni, invece che di andare avanti”, dice la capogruppo del MoVimento in commissione Affari costituzionali alla Camera, Vittoria Baldino invitando Brunetta a “pesare le parole” e smetterla “con la retorica dei fannulloni”. Il ministro passa sotto la lente anche del responsabile Lavoro del Partito Democratico Marco Miccoli che, sempre prima della correzione, chiede: “Come si concilia l’allarme lanciato dal Cts sulla variante inglese del virus e l’invito di alzare la guardia nella prevenzione con la scelta del ministro Brunetta di smetterla con lo smart working e far tornare tutto il lavoro in presenza?”.    Critiche che si spengono sul nascere, dunque. Ma non invece le domande che Brunetta affida ad un nuovo comunicato: “Prendo atto della smentita del ‘Corriere della Sera’, nella quale il quotidiano milanese ammette che ‘per un disguido e un nostro errore è andato online un articolo su una vecchia intervista dell’allora deputato Brunetta che riguardava un contesto completamente diverso in cui si pensava di poter tornare alla normalità’. Ma a questo punto mi chiedo: chi ha interesse ad avvelenare i pozzi? Chi vuole mettere già i bastoni tra le ruote a questo governo? Chi ha interesse a giocare con gli equivoci?”.       

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    Per Draghi nodo liti partiti. Salvini vede Zingaretti

    Non dura quarantotto ore l’appello ai ministri a parlare solo con i fatti. Nelle ore in cui Mario Draghi prepara il discorso sulla fiducia che pronuncerà mercoledì in Parlamento, la sua larghissima maggioranza è già solcata da conflitti, accuse reciproche, distinguo. L’invito al silenzio rivolto in Cdm dal presidente del Consiglio mirava proprio a sminare possibili polemiche prima del voto di fiducia.
    Alle Camere sarà il premier a indicare infatti la via di una collaborazione in nome del comune impegno a superare le emergenze del Paese. Si prova intanto a comporre il rebus dei sottosegretari – c’è l’ipotesi di farli giurare venerdì – trovando una soluzione che riduca tensioni e malcontenti, riequilibrando le deleghe tra partiti.
    I partiti invocano un metodo di coordinamento tra i ministri e con le segreterie e i gruppi: sembra destinata ad essere archiviata la stagione dei “capi delegazione”, si attende capire dal premier come intenda procedere. Ma i segretari sembrano già muoversi: Matteo Salvini e Nicola Zingaretti si incontrano alla Camera, per circa mezz’ora, alla fine di una giornata molto tesa.
    Il vertice doveva restare segreto ma ilfattoquotidiano.it immortala entrambi i leader all’uscita e Salvini non nega: “Abbiamo parlato di lavoro, del prossimo blocco dei licenziamenti, bisognerà parlare con le parti sociali”. Il Nazareno tace ma il leghista dice di più, che vedrà anche i segretari di M5s, Fi, Iv. I vertici tra i leader potrebbero diventare la camera di compensazione della larghissima maggioranza, spiegano più fonti.
    L’incontro tra Pd e Lega sembra essere un primo tentativo: è andato bene e testimonia, dicono i leghisti, la volontà di stare in maggioranza con spirito collaborativo. Draghi intanto lavora per tutto il giorno a Palazzo Chigi, dove viene visto entrare il ministro per l’innovazione tecnologica Vittorio Colao oltre al capo della Polizia Franco Gabrielli. Nel governo e nella maggioranza si infiamma il dibattito sulle misure anti Covid, nonostante da Palazzo Chigi trapeli che la decisione di chiusura con gli impianti è stata concordata dal premier con il ministro della Salute Roberto Speranza.
    Ci sono i nodi del ruolo di Domenico Arcuri e della composizione del Cts, fatti bersaglio da Fi e Lega. Ma nulla trapela da Palazzo Chigi, anche se nel merito delle scelte in ambienti di governo si fa notare che alla base di decisioni assai delicate, come quella di un eventuale lockdown, non potrà non esserci innanzitutto una valutazione tecnica, dettata dagli esperti, più che politica.
    Coesione, è la parola che Draghi ha usato nelle consultazioni con i partiti. Collaborazione, è la richiesta rivolta ai suoi ministri. Sul ‘come’ però le divergenze sono evidenti. Le spine sono dietro l’angolo: mercoledì in commissione alla Camera dovrebbero votarsi gli emendamenti di Azione, Iv e Lega per il blocco della riforma Bonafede sulla prescrizione, difesa a spada tratta dal M5s, ma ci si aspetta che il governo, con la neo ministra Marta Cartabia, proponga una soluzione. Di fronte a tanti e tali nodi, l’intenzione di un dialogo costante con le Camere, che Draghi potrebbe ribadire nel discorso sulla fiducia, rischia di non bastare. Di qui la necessità di coordinarsi.
    Con attenzione agli equilibri interni alle forze politiche si svolgerà intanto la prossima partita dei sottosegretari. Ci sono 40 deleghe da assegnare, incluse quelle pesanti ai Servizi segreti, che Draghi potrebbe tenere per sé, e agli Affari europei. Ad alcune figure tecniche potrebbero andare incarichi come quello dell’editoria, dove si fa anche il nome di Mauro Masi, o della riforma del fisco (si parla di Ernesto Ruffini viceministro all’Economia). A seconda di quante caselle il premier terrà per i tecnici, dovrebbe essere calcolato il ‘cencelli’ dei partiti, che dovrebbero indicare al premier i loro potenziali nomi. L’ipotesi è che circa 12 sottosegretari vadano al M5s, 8 alla Lega, 6 o 7 a Pd e Fi, 1 o 2 a Iv o Leu.
    Tra i Dem c’è il pressing per una presenza numerosa di donne, con l’impegno di Zingaretti a mantenerlo e la difficoltà a conciliarlo con la possibile conferma di figure come i viceministri Antonio Misiani e Matteo Mauri all’Interno. Nel M5s si spinge per deleghe in ministeri che si occupano del Recovery e si parla dell’ipotesi che Vito Crimi vada alla Giustizia, Carlo Sibilia venga confermato all’Interno, Laura Castelli all’Economia, si cita poi il siciliano Giancarlo Cancelleri e il giovane Luca Carabetta. Nella Lega tornano nomi come Nicola Molteni, Stefano Candiani, Claudio Durigon, Barbara Saltamartini. In Fi, dove si registrano ancora tensioni, si citano per lo più senatori come Pichetto Fratin, Caliendo, Malan, per riequilibrare i ministri-deputati.
    A Palazzo Chigi intanto inizia a insediarsi lo staff del premier. Arriva come capo di Gabinetto Antonio Funiciello e viene confermato Roberto Chieppa come segretario generale. Non c’è ancora ufficialmente un portavoce ma nello staff dovrebbe comparire la capo della comunicazione di Bankitalia Paola Ansuini. sarebbe stato contattato – si raconta – anche Ferruccio De Bortoli.   

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    M5s: Fico richiama all'unità, comprendo disagio ma serve cambio prospettiva

    Resta alta la tensione nel movimento cinque stelle dopo l’ok alla partecipazione al governo Draghi. Diversi gli esponenti pentastellati che hanno fatto sapere che non voeranno la fiducia alle Camere. A crecare di fare da pontiere fra le varie anime del movimento è Roberto Fico. “So che molti dei nostri attivisti e parlamentari sono delusi. Comprendo  – dice il presidente della Camera – il malumore di chi non digerisce certe scelte e di chi nutre perplessità rispetto a decisioni che appaiono in contrasto con il nostro percorso. Ma dobbiamo adottare un cambio di prospettiva drastico, perché il momento lo richiede”.
    “La fase che si apre ora – sottolinea –  deve essere di costruzione, responsabilità, lungimiranza e avrà al centro temi che sono cari al Movimento: sostenibilità, ambiente, beni comuni, transizione energetica”. Alla prova del governo il Movimento ha dovuto fare scelte difficili, che sono sempre state fatte dagli iscritti tramite la piattaforma Rousseau. Lo ha fatto per portare avanti temi e realizzare punti di programma. Io stesso non ho nascosto un malessere rispetto ad alcune fasi e ad alcuni provvedimenti, ma ho lavorato dall’interno con serietà e trasparenza a sostegno di una linea scelta insieme” afferma Fico che continua: “Abbiamo un modo solo di andare avanti: difendere le nostre conquiste e raggiungere gli obiettivi finora non realizzati. Migliorare quanto già ottenuto. E dobbiamo lavorare con spirito di abnegazione per portare il nostro Paese fuori da uno dei periodi più difficili della sua storia recente. La fase che si apre ora deve essere di costruzione, responsabilità, lungimiranza e avrà al centro temi che sono cari al Movimento, ai meetup, che hanno contraddistinto l’impegno di tanti di noi in questi anni: sostenibilità, ambiente, beni comuni, transizione energetica”.   

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    L'Iss: 'Preoccupano le mutazioni del virus, rafforzare le misure'. A Genova isolata la variante sudafricana

    Considerata la circolazione nelle diverse aree del paese “si raccomanda di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione della variante VOC 202012/0, rafforzando/innalzando le misure in tutto il paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto”. E’ quanto afferma l’Istituto superiore di sanità nello studio di prevalenza della variante VOC 202012/01 (Regno Unito) in Italia, relativo alla indagine svolta lo scorso 4-5 febbraio.
    “Nel contesto italiano, in cui la vaccinazione delle categorie di popolazione più fragile sta procedendo rapidamente ma non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata”, sottolinea l’Istituto superiore di sanità nello studio di prevalenza della variante VOC 202012/01 (Regno Unito) in Italia relativo alla indagine svolta lo scorso 4-5 febbraio.
    Intanto a Genova è stata isolata la variante sudafricana del Sars-Cov-2, riscontrata su una paziente di 25 anni di rientro dall’estero, che avrebbe fatto scalo aereo in un paese a rischio. La paziente si è autodenunciata e autoisolata. Positiva dal 31 gennaio, si è negativizzata l’8 febbraio scorso. A ora, informa il Policlinico “non sono stati rilevati casi secondari derivanti”.
    A causa delle varianti il rischio associato a un’ulteriore diffusione del Covid nell’Ue è “attualmente valutato come alto-molto alto per la popolazione complessiva e molto alto per gli individui vulnerabili”. Lo scrive l’Ecdc nella sua analisi del rischio aggiornata. I paesi dovrebbero accelerare le campagne di vaccinazione, raccomanda l’Agenzia, poiché le varianti hanno “maggiore trasmissibilità” e potrebbero “determinare una maggiore gravità della malattia”, e “i vaccini con licenza esistenti” potrebbero essere “solo parzialmente o in gran parte meno efficaci”.
    Per “contenere e rallentare” la diffusione delle varianti del Covid, “in analogia con le strategie adottate negli altri paesi europei”, è necessaria una “rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento delle misure di mitigazione del rischio sia in ambito nazionale che in specifici ambiti locali, evitando ulteriori misure di rilascio”. E’ l’indicazione che gli esperti del Comitato tecnico scientifico hanno dato venerdì scorso al termine della riunione in cui hanno analizzato gli ultimi dati epidemiologici e preso atto dello studio dell’Istituto superiore di sanità sulla diffusione delle varianti del virus in Italia.
    “L’incidenza dell’epidemia – hanno scritto nel verbale al termine della riunione i tecnici e gli scienziati – risulta nuovamente in crescita, con un impatto sostenuto sui sistemi sanitari”. E l’incremento dell’incidenza dovuta alle varianti “potrebbe prefigurare scenari con un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane”. Di qui, è la conclusione, la necessità della “rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento” delle misure.
    Intanto è polemica dopo che Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, ha ipotizzato un lockdown stringente per contrastare la pandemia. ‘Queste sono considerazioni che lascio alla politica. Se posso essere utile al Paese con i miei consigli, lo faccio a livello internazionale e lo faccio anche in Italia. Altrimenti, mi faccio da parte’. Lo afferma Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, a Rainews24, rispondendo alle polemiche e richieste di dimissioni da parte di alcuni.   

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    Sci: Garavaglia, danno per scelta governo va indennizato

    (ANSA) – MILANO, 15 FEB – “C’è stato un danno per una scelta del governo e i danni vanno indennizzati”: lo ha detto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia dopo un incontro con gli operatori della montagna, i rappresentanti degli enti locali insieme al presidente della Lombardia Attilio Fontana e in collegamento il ministro delle per gli Affari regionali Mariastella Gelmini e il governatore del Piemonte Alberto Cirio.    “La montagna – ha aggiunto Garavaglia – è stata dimenticata, non è arrivato nulla se non qualche briciola”. “Per ripartire – ha detto il ministro – servono due cose fondamentali: finalmente programmazione, non si può sapere il giorno prima cosa si fa il giorno dopo, e poi lavorare per mantenere la competitività del nostro sistema montagna. Quindi bisogna usare i soldi del Recovery per fare investimenti mirati, per ripartire alla grande come la nostra montagna sa fare”.    Secondo Garavaglia, “è evidente che la stagione è finita” ed è “assurdo” che un ministro “possa decidere in autonomia” lo stop agli impianti di sci. (ANSA).