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    Aldo Moro, il 16 marzo 1978 il sequestro. Mattarella in via Fani

    Il 16 marzo del 1978 veniva rapito il presidente della DC, Aldo Moro, e trucidata la sua scorta: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino.
    Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona di fiori in via Fani dove le Brigate Rosse sequestrarono l’allora Presidente della Democrazia Cristiana uccidendo cinque agenti della sua scorta.
    “Ci separano – dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – quarantatré anni dal disumano assassinio in Roma, ad opera dei terroristi delle brigate rosse, di Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino. Difensori dello Stato di diritto, della libertà e della democrazia della Repubblica, pagarono con la vita il mandato loro affidato di proteggere Aldo Moro, statista insigne, presidente della Democrazia Cristiana, il cui calvario sarebbe durato sino al successivo 9 maggio quando il suo corpo venne fatto ritrovare in via Caetani. Una data, quella del 16 marzo 1978, incancellabile nella coscienza del popolo italiano”. 
        “Lo sprezzo per la vita delle persone, nel folle delirio brigatista, lo sgomento per un attacco che puntava a destabilizzare la vita democratica italiana,- afferma Mattarella – rimangono una ferita e un monito per la storia della nostra comunità. Sono vite strappate agli affetti familiari da una violenza sanguinaria, sono lacerazioni insanabili. Alle vittime va un pensiero commosso e ai familiari la solidarietà più intensa, che il trascorrere degli anni non ha mai indebolito”.    La democrazia italiana, sostiene il capo dello Stato, “venne privata, in quell’agguato, di uno dei leader più autorevoli e capaci di visione. Il corso della storia repubblicana ne fu segnato. In quei terribili giorni si fece strada un forte sentimento di unità, diffuso nel Paese e che fu decisivo per isolare le bande del terrore, per respingere i loro folli progetti e le insinuazioni della loro propaganda.    Una unità che si tradusse in più avvertita responsabilità verso il valore delle istituzioni democratiche, garanzia delle libertà scolpite”. 

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    Sondaggi, Lega al 24,2%, Pd al 17,4%

    Se si andasse alle elezioni politiche la Lega si confermerebbe il primo partito con il 24,2% dei consensi. Segue il con Pd 17,4%. A pari merito il Movimento Cinque Stelle e Fratelli d’Italia, entrambi con il 17% dei consensi. E’ quanto emerge dal sondaggio settimanale realizzato da Swg sulle intenzioni di voto.
        Sempre secondo i dati dell’istituto demoscopico Forza Italia otterrebbe il 6,5% dei consensi; Azione il 3,2% e Italia Viva 2,2%. Più Europa sarebbe al 2%, Sinistra Italiana al 2,8% mentre i Verdi all’1,9%dei consensi.

    NOTA INFORMATIVA: valori espressi in %. Date di esecuzione: 10-12 marzo 2021. Metodo di rilevazione: sondaggio
    CATI-CAMI-CAWI su un campione rappresentativo nazionale di 800 soggetti maggiorenni. (ANSA).   

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    Bianchi: Scuola in presenza il prima possibile, Maturità esame vero

    “La scuola tornerà in presenza e in sicurezza il prima possibile. Abbiamo tenuto aperto il I ciclo fino allo stremo”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervenuto a Uno Mattina su Rai 1.  “Bisogna essere ancorati alla realtà: tutti volevamo tenerle aperte le scuole, abbiamo tenuto le attività in presenza fino allo stremo, abbiamo tenuto i bambini in presenza fintantochè è stato possibile. Stiamo lavorando per riportare la scuola in presenza e in sicurezza il prima possibile. Non sono decisioni a cuor leggero ma lo abbiamo fatto con senso di responsabilità. Sono scelte in cui tutto il paese deve essere presente”, ha aggiunto il ministro. 
    “Questa è una storia nuova, il virus è cambiato, la variante inglese colpisce i bambini, non li esclude come era al primo giro, i nostri figli e nipoti sono a rischio: con responsabilità abbiamo dovuto mettere questa bandiera rossa. Questo pericolo insieme lo vinceremo”.
    “In questo anno gli insegnanti hanno lavorato moltissimo, hanno fatto tantissime esperienze, la dad non è quella dello scorso anno. Gli insegnanti hanno sempre tenuto la porta aperta e il contatto con i ragazzi. La scuola è in presenza per definizione ma non è stata ferma. Serve fiducia negli insegnanti in questa fase, stiamo soffrendo ma dallo sofferenza si esce elaborando quanto è successo. Bisogna insegnare ai ragazzi ad elaborare quanto successo e ampliare l’offerta didattica e fare un ponte tra questo e il prossimo anno. Il punto è la fiducia nei propri insegnanti”.
    “Quella di quest’anno – ha detto ancora il ministro – sarà una prova di maturità vera: abbiamo abbandonato l’idea che si lavorava 5 anni e poi arrivava una busta con i temi e si faceva una sorta di lotteria. I ragazzi avranno un mese per poter svolgere il loro lavoro prepararlo e consegnarlo; la prova inizierà con la discussione di questo lavoro. Non è un esame all’acqua di rose né di emergenza: è una prova di maturità in cui i ragazzi potranno dimostrare come sono cresciuti, è un passaggio in avanti, non ci siamo messi all’angolo, è un esame di maturità vero”.

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    Scuola: Bianchi, in presenza il prima possibile

    “La scuola tornerà in presenza e in sicurezza il prima possibile. Abbiamo tenuto aperto il I ciclo fino allo stremo”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi intervenuto a Uno Mattina su Rai 1. “Bisogna essere ancorati alla realtà: tutti volevamo tenerle aperte le scuole, abbiamo tenuto le attività in presenza fino allo stremo, abbiamo tenuto i bambini in presenza fintantochè è stato possibile. Stiamo lavorando per riportare la scuola in presenza e in sicurezza il prima possibile. Non sono decisioni a cuor leggero ma lo abbiamo fatto con senso di responsabilità. Sono scelte in cui tutto il paese deve essere presente”, ha aggiunto il ministro. 
    “Questa è una storia nuova, il virus è cambiato, la variante inglese colpisce i bambini, non li esclude come era al primo giro, i nostri figli e nipoti sono a rischio: con responsabilità abbiamo dovuto mettere questa bandiera rossa. Questo pericolo insieme lo vinceremo”, ha spiegato il ministro. 
       

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    Speranza a Letta e Conte, serve una casa per sinistra plurale

    Il segretario di Articolo 1, Roberto Speranza, ha inviato al segretario del Pd Enrico Letta, a Giuseppe Conte “e agli altri interlocutori della sinistra plurale” un documento “per una nuova agenda progressista”. “È il tempo di un progetto nuovo – è scritto nel documento – di un progetto che riconfiguri l’area progressista e dia finalmente una casa alla sinistra plurale. Lo diciamo all’inizio di una fase difficile, segnata, con la nascita del governo Draghi, da un oggettivo arretramento del quadro politico. La nostra scelta di sostenerlo e di farne parte è stata giusta, necessaria e inevitabile, ma è una scelta che abbiamo compiuto criticamente e che non ci deve precludere il rapporto con chi della vecchia maggioranza ha fatto scelte diverse. È uno strano governo, quello di Draghi: un governo che non è nato da un fallimento ma tutto al contrario, per una manovra politica, sulle ceneri di un’esperienza, quella di Conte, positiva, come dimostra il consenso significativo ottenuto nel Paese. Nelle fibrillazioni e nelle difficoltà che attraversano la fase politica e, nello specifico, le forze dell’area progressista, pensiamo sia necessario uno scatto in avanti, un salto di qualità: un progetto nuovo, caratterizzato da contenuti chiari e qualificanti”.   

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    Sondaggio, maggioranza giovani immagina futuro senza figli

    La maggior parte dei giovani italiani tra i 18 e i 20 anni immagina il proprio futuro senza figli: è quanto emerge da un sondaggio commissionato dalla Fondazione Donat Cattin all’Istituto demoscopico Noto Sondaggi in occasione del trentennale della morte dell’ex Ministro. Secondo lo studio il 51% dei ragazzi interpellati non si immagina genitore; tra questi il 31% stima che a 40 anni avrà un rapporto di coppia ma senza figli e un ulteriore 20% pensa che sarà single. Nel valutare i motivi per cui non vogliono avere figli gli intervistati adducono soprattutto ragioni che riguardano la sfera sociale più che una avversione netta a diventare genitori. In particolare la carenza di lavoro (87%), seguita dall’assenza di politiche adeguate per la famiglia (69%). Una percentuale analoga però parla anche di crisi delle relazioni stabili mentre solo un ulteriore 37% ritiene i figli un ostacolo in quanto condizionano la vita. In relazione alla volontà di non avere figli i giovani possono essere divisi in 3 categorie: 1) c’è chi ha un atteggiamento che potremmo definire «narcisista» per cui un figlio, e più in generale legami stabili, limitano la propria libertà; 2) accanto a questa viene espressa però anche una motivazione più ‘realista’ che riguarda la paura di non potersi permettere economicamente questa possibilità; 3) non aver figli invece per mancanza di fiducia nella società è indice infine di un atteggiamento ‘nichilista’ che evidenzia il pessimismo di questo target nel guardare al futuro.
    Un altro aspetto del sondaggio riguarda la sfera dei rapporti sociali e quindi la percezione di sentirsi incluso/escluso da parte dei 18-20enni. il 51% vive una forte insoddisfazione in quanto non si sente “pienamente incluso”, a questi si aggiunge un ulteriore 4% che invece lamenta una “esclusione totale”. La minoranza, seppure sostanziosa, ben il 44%, si autodefinisce invece “incluso”. Secondo il sondaggio inoltre a percepire le maggiori difficoltà di inserimento sociale sarebbero le donne rispetto agli uomini. I timori sui rischi di un inverno demografico per il nostro Paese vennero denunciati, viene ricordato da ultimo, 35 anni fa proprio da Carlo Donat-Cattin. Da ministro della Sanità, lo fece nel settembre del 1986 dal tradizionale convegno di Saint Vincent, come in altri interventi per sollecitare un radicale cambio delle politiche per la famiglia. Donat-Cattin vedeva l’Italia come un paese “in scadenza” sulla base di dati che gli aveva fornito il demografo Antonio Golini, confermati anche dalle proiezioni di alcune compagnie di assicurazione, che tuttavia furono contestati da alcuni giornali che accusarono il ministro di nostalgia verso politiche demografiche del ventennio fascista. Le “culle vuote” di questi anni hanno però confermato le sue previsioni.

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    Giornata disturbi alimentare, Consiglio Lazio 'in viola'

    In occasione della Giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare il Consiglio regionale del Lazio si tinge di lilla aderendo alla campagna “Coloriamoci di lilla” a conferma dell’impegno della Regione su un tema quanto mai urgente e delicato. “La proposta di aderire alla campagna di sensibilizzazione indetta per la data di oggi arriva dopo l’impegno preso con la legge di stabilità dove ho proposto un ordine del giorno che impegna la Regione a implementare e potenziare la rete integrata dei servizi e degli interventi di presa in carico sanitaria e di cura dei disturbi del comportamento alimentare”, dichiara Eleonora Mattia, presidente della IX commissione Pari Opportunità e Politiche Giovanili.
    “Sto seguendo con attenzione tutti gli sviluppi successivi all’approvazione dell’odg per arrivare quanto prima ad ottenere risultati concreti su tutto il territorio del Lazio. Anoressia e bulimia nervose, fame emotiva ed altri squilibri nel rapporto quotidiano con il cibo. I disturbi del comportamento alimentare, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, registrano un aumento dei casi del 30% circa. A soffrirne sono soprattutto giovani, giovanissimi e donne di tutte le età, ma durante gli ultimi mesi il fenomeno ha colpito duramente anche i soggetti di sesso maschile con un aumento nei pronto soccorso di quattro volte”, aggiunge.    

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    Riforme: Brescia, avanti con voto a 18enni al Senato

    “Sul voto ai 16enni c’è massima disponibilità al confronto, ma qui alla Camera è ferma da ottobre scorso la riforma costituzionale per far votare i 18enni al Senato. Sblocchiamo l’iter di questa riforma e approviamola definitivamente. Manca davvero poco per eliminare una norma anacronistica che esclude 4 milioni di under 25 dal voto.  Facciamo tutti insieme questo passo” lo dichiara Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e primo firmatario della proposta di legge per il voto ai 18enni al Senato già approvata con 487 sì nel luglio 2019 a Montecitorio.
     “L’attenzione ai giovani – sottolinea ancora Letta – non passa solo da questa riforma. Non dobbiamo solo ringiovanire la platea elettorale, ma dobbiamo svecchiare anche le procedure elettorali. Oggi molti giovani studenti e lavoratori non possono esercitare il loro diritto di voto perché vivono lontani dal luogo di residenza. Per votare devono affrontare lunghi viaggi a proprie spese. Il Ministero dell’Interno si faccia carico di questo problema che in autunno riguarderà direttamente tutti i calabresi fuorisede. Il MoVimento 5 Stelle da anni propone soluzioni, tra cui anche il voto elettronico. Dal Viminale ci aspettiamo risposte” aggiunge Brescia ricordando una sua storica battaglia in favore dei fuorisede. (ANSA).