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    Biden inciampa tre volte sulla scaletta dell'Air Force One

    Joe Biden è inciampato tre volte mentre saliva la scaletta dell’Air Force One per volare ad Atlanta, come mostrano le immagini trasmesse dalle tv.Il 78enne commander in chief è scivolato due volte prima di cadere una terza, mentre faceva i gradini reggendosi sul corrimano. Quindi si è rialzato togliendosi la polvere da un ginocchio e ha raggiunto la sommità della scaletta, facendo un saluto militare prima di entrare in cabina. Mentre si avvicinava all’aereo, il presidente sembrava leggermente zoppicante.   

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    Mosca, con Usa speriamo per il meglio ma pronti al peggio

    (ANSA) – MOSCA, 19 MAR – “Speriamo sempre per il meglio” nei
    rapporti con gli Usa “ma allo stesso tempo siamo sempre pronti
    per il peggio”: così il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha
    risposto a una domanda dei giornalisti su un possibile nuovo
    clima da guerra fredda tra Mosca e Washington. Lo riporta
    l’agenzia Ria Novosti. (ANSA).   

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    Pier Silvio Berlusconi scrive sui giornali 'papà sei unico'

     “Caro Papà. Tutti conoscono le imprese straordinarie della tua vita. Quanti mestieri: l’imprenditore, il Milan, la politica… Ma io so che sei unico anche nel mestiere più bello e importante del mondo: sei un grande Papà. Ti abbraccio forte forte”. E’ il messaggio di Pier Silvio Berlusconi per suo padre, oggi 19 marzo giorno della Festa del Papà. Il messaggio è stato recapitato a mezzo ‘stampa’: si trova infatti su una pagina del ‘Corriere della sera’ e del ‘Messaggero’.   

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    Biagi: Mattarella, il terrorismo sconfitto dall'unità del popolo italiano

    “L’agguato e la morte per mano assassina di Marco Biagi hanno impresso nella memoria della nostra comunità nazionale un segno profondo che non può essere cancellato. Nel giorno dell’anniversario il primo pensiero di intensa solidarietà è rivolto alla signora Marina Orlandi Biagi e ai familiari, costretti a sopportare negli anni il dolore più straziante, e tuttavia capaci, insieme ad amici e colleghi del professor Biagi, di proseguire la ricerca da lui iniziata e di svilupparne riflessioni e studi rendendo sempre più ampio e approfondito il confronto sui temi del diritto del lavoro e delle relazioni industriali”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’anniversario dell’uccisione del giuslavorista bolognese, assassinato 19 anni fa dalle Brigate Rosse. 
    Il 19 marzo del 2002 Biagi stava rientrando a casa in bicicletta dalla stazione (arrivava da Modena, dove insegnava all’Università) quando sotto al suo appartamento, nel pieno centro di Bologna, fu affrontato e ucciso da un commando terrorista. Era consulente del ministero del lavoro per le politiche occupazionali.
    “Proprio questo – afferma Mattarella – i terroristi volevano colpire: lo studio delle trasformazioni economiche e sociali, la libera discussione orientata alle migliori scelte politiche e legislative, l’incessante ricerca di punti di equilibrio tra i molteplici interessi al fine di garantire sviluppo e coesione sociale. Nel delirio ideologico della banda brigatista, dovevano essere spezzati quei fili che collegavano le Istituzioni alla società, le decisioni politiche al necessario fondamento di competenze, di confronto intellettuale, di connessione con le aspirazioni delle parti sociali. Come Biagi furono barbaramente uccisi Ezio Tarantelli, Roberto Ruffilli, Massimo D’Antona che non possiamo non ricordare insieme, perché li accomunavano la passione negli studi e la generosità dell’impegno pur nelle differenze che rendono viva la democrazia”.
     “Il terrorismo è stato sconfitto – conclude il Capo dello Stato – dall’unità del popolo italiano e dalla consapevolezza che la libertà e i principi sanciti dalla Costituzione restano la cornice indispensabile di ogni progresso civile e sociale. Il fanatismo e l’odio portano sempre all’imbarbarimento e al declino: è questa una lezione che viene dai momenti più difficili della nostra storia e che mai va dimenticata”. 
    “Il 19 marzo 2002, in un vile agguato, moriva Marco Biagi, giuslavorista e accademico di grande visione. In lui i terroristi vollero colpire lo studioso che puntava a innovare il Paese e adeguare il mondo del lavoro ai cambiamenti sociali ed economici. Le sue idee e il suo impegno continuano a vivere nel ricordo e nel lavoro di chi porta avanti la sua opera”. Lo dichiara la Presidente del Senato Casellati in occasione dell’anniversario della scomparsa del professore. 
    “Ore 18 di quel maledetto 19 marzo 2002. Squillò il telefono. Risposi, era Marco Biagi. Lavoravamo in Arel da giorni a un progetto innovativo di ammortizzatori sociali. Fissammo un incontro due giorni dopo per finalizzarlo. La follia brigatista spense la sua voce. Non le sue idee”. Così su twitter il segretario del Pd Enrico Letta ricorda Marco Biagi.

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    Recovery: Fico, tolleranza zero su frodi delle mafie

    Occorre “l’impegno delle Istituzioni, per adottare una linea di rigore e di tolleranza zero verso ogni frode e ogni illecito nell’utilizzo delle risorse europee” da parte della criminalità in particolare per quelle che arriveranno con il Recovery Fund. Lo scrive il presidente della Camera Roberto Fico in un messaggio in ricordo di Don Giuseppe Diana, parroco di Casal di Principe, nel 27/mo anniversario della sua uccisione da parte della camorra.  
    “Don Peppe – scrive il presidente della Camera – manca molto alla sua gente: oggi più che mai, in un contesto aggravato dall’emergenza sanitaria dalla quale la criminalità organizzata tenta in tutti i modi di trarre cospicui vantaggi. Lo ha recentemente ribadito la Direzione Investigativa Antimafia nella sua Relazione: la camorra, sfruttando il disagio di famiglie e imprese, ha messo in atto forme di assistenzialismo perverso offrendo risorse economiche, sanitarie e alimentari”.
        “L’attenzione deve essere dunque massima -prosegue Fico – anche per scongiurare ogni tentativo da parte della criminalità organizzata di drenare le risorse che verranno stanziate per il rilancio del Paese. Ciò significa che, al movimento di “resistenza” delle associazioni e dei cittadini, deve affiancarsi l’impegno delle Istituzioni, per adottare una linea di rigore e di tolleranza zero verso ogni frode e ogni illecito nell’utilizzo delle risorse europee. Deve essere questo lo spirito di una buona politica che abbia a cuore le sorti non soltanto del territorio campano, ma di tutto il Paese. Un impegno che renderà, seppure in parte, giustizia al sacrificio di don Peppe Diana”, conclude Fico.    

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    Mattarella al Papa: 'Suo invito alla fraternità richiamo per tutti'

    “La pandemia che continua a gravare su un così gran numero di persone in tutto il mondo ha posto in evidenza le vulnerabilità di singoli Paesi e dell’intera comunità internazionale nell’affrontare secondo giustizia ed efficienza l’attuale fase emergenziale.
    Operare con spirito di fraternità per superare le difficili circostanze dell’oggi, come Ella ci invita a fare, è un forte richiamo all’esercizio di una cittadinanza responsabile e una guida sicura per quanti svolgono incarichi istituzionali e politici”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio a Papa Francesco per l’ottavo anniversario del Pontificato.
    “Santità, l’ottavo anniversario dell’inizio del Suo Ministero Petrino mi offre la graditissima opportunità di farLe giungere i più fervidi auguri della Repubblica Italiana e miei personali, nella certezza che i copiosi frutti della Sua continua e instancabile testimonianza costituiscono per le donne e gli uomini di buona volontà fonte di sostegno e conforto”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio per l’ottavo anno del pontificato di Papa Francesco. “La pandemia – afferma Mattarella – che continua a gravare su un così gran numero di persone in tutto il mondo ha posto in evidenza le vulnerabilità di singoli Paesi e dell’intera comunità internazionale nell’affrontare secondo giustizia ed efficienza l’attuale fase emergenziale. Operare con spirito di fraternità per superare le difficili circostanze dell’oggi, come Ella ci invita a fare, è un forte richiamo all’esercizio di una cittadinanza responsabile e una guida sicura per quanti svolgono incarichi istituzionali e politici”.
    “Tale altissimo appello – afferma il Capo dello Stato – dischiude e abbraccia orizzonti che superano le contingenti condizioni sanitarie e le pur gravi difficoltà sociali che ne conseguono. Esso, infatti, apre le menti e i cuori a una convivenza più pacifica, più prospera, più giusta, quella che Vostra Santità ha invocato per l’Iraq – e per tutto il mondo – nel corso del suo ultimo e importantissimo Viaggio Apostolico”. “Con sentimenti di profonda gratitudine – conclude Mattarella – per la particolare sollecitudine e per il sincero affetto nei confronti del nostro Paese di cui Vostra Santità dà costante prova, Le rinnovo, insieme a tutti gli italiani, i più sentiti auguri per la felice ricorrenza odierna e per le oramai prossime Festività Pasquali”.   

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    Prove di dialogo Usa-Cina, ma il disgelo è lontano

    Prove di disgelo Usa-Cina nella gelida Alaska, dove le due maggiori potenze mondiali tentano di rompere il ghiaccio e abbassare la temperatura della loro crisi più grave dal riconoscimento reciproco negli anni ’70. Sullo sfondo c’è la più grande sfida geopolitica dei prossimi decenni, per decidere se questo sarà ancora un secolo a stelle a strisce o dominato dal Dragone.
    Che le posizioni fra le due superpotenze economiche siano distanti appare chiaro fin dalle prime battute del vertice. Le azioni della Cina “minacciano” la stabilità globale, ha detto aprendo i lavori il segretario di stato americano Antony Blinken, spiegando che Washington non vuole un “conflitto” con Pechino “ma è favorevole a una dura concorrenza”. Yang Jiechi, il più alto responsabile per la diplomazia del partito comunista, gli replica secco: invitando gli Usa ad abbandonare la mentalità di guerra fredda minaccia “misure dure” contro l'”ingerenza americana”.
    Sono stati gli statunitensi a proporre il primo incontro di alto livello dell’era Biden e a volerlo sul suolo patrio per fare da padroni di casa, anche se la scelta della remota Anchorage, sul Pacifico, suona come un terreno quasi neutro per il faccia a faccia che si concluderà venerdì. Insieme a Blinken c’è il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, mentre con Yang c’è il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Joe Biden condivide la postura del suo predecessore Donald Trump verso quello che è l’avversario strategico numero uno, ma non la sua retorica incendiaria e i suoi metodi da bullo. “E’ importante avere un’occasione per parlarci direttamente, chiaramente, apertamente, per provare ai nostri omologhi che le inquietudini da noi espresse pubblicamente sono le stesse che manifesteremo in privato”, ha spiegato Blinken. Anche Pechino ha promesso di mettere sul tavolo “tutte le questioni”, riconoscendo che una riunione non sarà sufficiente a risolverle e avvisando che non farà “alcun compromesso sui temi riguardanti la sua sovranità, la sua sicurezza e i suoi interessi”.
    La Cina, ha anticipato il Wall Street Journal, proporrà di ristabilire incontri regolari di alto livello e di programmare un summit virtuale tra il presidente Xi Jinping e Joe Biden durante la conferenza globale sul clima del 22 aprile, cui parteciperanno leader di tutto il mondo. Sarebbe il loro primo incontro, dopo l’unica telefonata di due ore avuta finora. Nel frattempo Pechino chiederà di revocare molte delle politiche varate da Trump: i dazi commerciali, le sanzioni e le restrizioni contro membri del Partito comunista, studenti e media statali, il bando di Huawei e TikTok. In cambio il Dragone eliminerebbe le sue contromisure. Washington invece intende sollevare vari dossier: la repressione degli uiguri, che ha già qualificato come “genocidio”, il giro di vite su Hong Kong, la tensioni su Taiwan e sul Tibet, la violazione dei diritti umani e le “detenzioni arbitrarie”, la “militarizzazione” del mare della Cina meridionale, le “pressioni economiche” e le pratiche commerciali sleali, il “furto della proprietà intellettuale”, i cyber-attacchi, l’assenza di trasparenza sulle origini del Covid-19. “E’ una lunga litania di divergenze”, ha ammesso il portavoce del dipartimento di Stato Usa Ned Price. “E non è solamente la nostra lista”, ha aggiunto, assicurando che l’elenco è condiviso dagli alleati europei e da quelli asiatici: dal Giappone alla Corea del nord, dall’India all’Australia, che gli americani si sono premurati di visitare prima di questo incontro in Alaska allo scopo di definire una strategia comune per mettere in guardia la Cina contro ogni tentativo di “coercizione” e di “destabilizzazione” della regione. Ma pragmaticamente gli Usa intendono anche sondare i terreni di possibile collaborazione con il Dragone, come la lotta al climate change, la non proliferazione delle armi, la pandemia.
        Su quest’ultimo capitolo Pechino vuole proporre la creazione di un “passaporto vaccinale” che faciliterebbe i viaggi tra i due Paesi. Resta comunque il duello di fondo tra le due superpotenze, che dopo 40 anni di integrazione economica corrono per garantirsi le proprie catene di fornitura e ridurre la dipendenza reciproca. In una sfida che per Biden è tra democrazia e autocrazia o dittatura, come dimostra anche la sua linea durissima con Vladimir Putin.   

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    Vaccini: da oggi riparte AstraZeneca. L'Ue mette in mora l'azienda per i ritardi

    Riprendono da oggi in Italia e in altri Paesi d’Europa le vaccinazioni con AstraZeneca, dopo l’ok dell’Ema. Tra i primi ad annunciare la ripartenza, non a caso dopo i contatti dei giorni scorsi, l’Italia di Mario Draghi e la Francia di Emmanuel Macron. Anche in Germania la campagna riprenderà oggi, mentre la Spagna lo farà con qualche cautela in più da mercoledì prossimo. Norvegia e Svezia invece tirano decisamente il freno: nonostante le rassicurazioni, AstraZeneca rimarrà sospeso “fino a quando non avremo un quadro completo della situazione”. L’agenzia del farmaco comunque, dopo un’attenta analisi dei dati, è arrivata alla conclusione che il vaccino è “efficace e sicuro” e che i “benefici superano qualsiasi possibile rischio”, escludendo difetti nella qualità della manifattura o in lotti specifici. Le consultazioni hanno portato alla “chiara conclusione scientifica” che il siero di Oxford “non è associato” con l’aumento dei coaguli di sangue osservato da alcuni scienziati, ha indicato la direttrice dell’Ema, l’irlandese Emer Cooke. 
    Il farmaco “è sicuro ed efficace”, afferma l’agenzia europea escludendo “relazioni coi casi di trombosi”.
    In Italia intanto anche i farmacisti potranno somministrare i vaccini.
    Ma mentre ripartono le vaccinazioni con AstraZeneca, l’Ue appare divisa sulla proposta della presidente della Commissione Ursula Von der Leyen di una stretta sull’export dei vaccini al Regno Unito, mentre secondo Bloomberg nell’Ue ci sono ancora 20 milioni di dosi inutilizzate nei frigoriferi. Le posizioni sono emerse al Coreper di mercoledì, dove gli ambasciatori di Belgio, Olanda e Irlanda sono apparsi esitanti rispetto invece a quelli di Italia, Francia, Germania e Danimarca che hanno sostenuto l’indirizzo di Von der Leyen. La decisione finale spetta comunque ai leader, che ne parleranno al vertice della settimana prossima. La Commissione nel frattempo ha fatto sapere di voler inviare al più presto una lettera ad AstraZeneca “per avviare un dialogo con l’azienda nel quadro della risoluzione dei conflitti” e fare tutto il possibile per obbligarla a rispettare i suoi impegni.
    Se alcuni Stati avessero avuto il vaccino e altri no, “sarebbe stato devastante per l’unità europea e avrebbe distrutto il mercato unico”, dice intanto la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen su ‘La Repubblica’ difendendo i contratti sui vaccini, annuncia che AstraZeneca è stata “messa in mora” per i ritardi nelle forniture e chiede “reciprocità” sull’export di vaccini, rivolgendosi in particolare al Regno Unito. E’ “estremamente fiduciosa” che si possa vaccinare il 70% della popolazione entro l’estate. Non chiude a Sputnik, il vaccino russo. I pass verdi, spiega, sono un “certificato neutrale, non è discriminatorio”.