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    Pd: Letta, scelta capogruppo sia fatta con “serenità”

    “Se posso permettermi di usare questo termine credo che la scelta di domani alla Camera, per scegliere la nuova capogruppo, vada fatta in grande serenità”. Lo ha detto, ironizzando, il segretario del Pd, Enrico Letta, a Forrest, su Rai Radio1 che ha aggiunto: “Mi stupisce come venga trattata la questione Madia-Serracchiani sui media: se fosse stato un confronto tra due uomini si sarebbe usato ben altro linguaggio”. Per Letta quella del ricambio “non è una battaglia, è la precondizione per stare in una società in cui uomini e donne devono avere le stesse opportunità”.
    “Sulla capogruppo decideranno domani i deputati: i gruppi sono autonomi, per me l’unica cosa essenziale è che fosse una donna”, ha aggiunto. “Il problema – ribadisce – è che il Pd ha una storia recente tutta al maschile”, ed è “un problema strutturale. Negli ultimi 3 congressi ci sono state 9 persone candidate alla guida del Pd ed erano tutti uomini”.
    “No, non mi sono pentito del ritorno. Ho fatto una scelta di amore – ha detto in un altro passaggio – e talvolta in amore si fanno anche scelte irrazionali. E il mio è un gesto di amore per il mio Paese e per il mio partito”. Letta ha ribadito: nel Pd “promuoverò anche una classe di giovani che mi porto e che lavoreranno come me. E che non sono ex…”.
    Nel Pd ci sono pezzi di un altro partito? “Non non è vero: con la scissione, che per altro io ho guardato da fuori, chi è rimasto lo ha fatto con convinzione. Siamo tutti democratici e democratiche, non ci sono ex”.

       

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    Torino: Versaci pensa dimissioni, traballa maggioranza M5s

    (ANSA) – TORINO, 29 MAR – Fabio Versaci, 5 Stelle della
    prima ora, già presidente del Consiglio comunale di Torino,
    valuta le dimissioni e la maggioranza della sindaca Chiara
    Appendino traballa. Motivo del disappunto di Versaci la
    discussione sulle alleanze in vista del voto. “Sto faticando a
    sostenere una sindaca che non si confronta più con la sua
    maggioranza – scrive su Fb -. Mi permetto di chiederle di essere
    trasparente e dirci come vuole costruire questa convergenza con
    un Pd locale che le sbatte sempre la porta in faccia. Oppure
    spera che i vertici romani di Pd e M5s ci impongano un alleanza?
    Procedere in questa situazione è diventato impossibile”. (ANSA).   

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    Covid, da lunedì altre tre Regioni in rosso

    L’Italia resta chiusa fino a maggio e da lunedì 29 più di metà del Paese sarà in zona rossa, con Calabria, Toscana e Valle d’Aosta che si vanno ad aggiungere alle 7 regioni e alla provincia autonoma di Trento in cui sono già in vigore le restrizioni più dure, mentre il Lazio torna in arancione. Già da domenica e fino al 4 aprile cinque comuni della Basilicata saranno in “zona rossa”, secondo la decisione del presidente della Regione, Vito Bardi, con un’ordinanza. La zona rossa, con aggravamento delle “misure di contenimento del contagio”, riguarderà Picerno, Forenza, Episcopia e Teana (Potenza); e Pomarico (Matera).
    Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato nuove ordinanze in vigore a partire da lunedì 29 marzo. Le ordinanze dispongono il passaggio in area rossa per le Regioni Calabria, Toscana e Val d’Aosta e rinnovano le misure per le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento. La Regione Lazio, invece, passa in area arancione da martedì 30 marzo a scadenza della attuale ordinanza.
    E tra domani e Pasqua arriveranno in Italia quasi 3 milioni di dosi di vaccino anti Covid: in una sola settimana più di quante ne sono state consegnate in 45 giorni tra gennaio e febbraio. Un “quantitativo importante” che segna “l’effettivo cambio di passo” nell’immunizzazione degli italiani, si sbilancia il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo che poi avverte: ora bisogna lavorare tutti insieme affinché “nessuno resti indietro”. Dopo i ritardi e le mancate consegne da parte delle case farmaceutiche, lo stop and go di Astrazeneca e i richiami del premier Mario Draghi alle Regioni affinché rispettino le indicazioni del governo sulle categorie prioritarie, la campagna di vaccinazione di massa che consentirà all’Italia di uscire dall’incubo del virus sembra aver iniziato a correre.
    “La campagna di vaccinazione è la priorità del Paese” ripete il ministro della Salute Roberto Speranza quando il bollettino quotidiano segna ancora quasi 24mila casi e 380 vittime in un giorno, 3.635 ricoverati in terapia intensiva e un tasso di positività fermo al 6,6%. “Stiamo recuperando i ritardi – aggiunge il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini – nelle prossime settimane si farà di più e meglio”.
    Ora dunque è fondamentale accelerare, a partire dall’immunizzazione degli over 80% visto che dei 4.639.931 che appartengono a questa fascia d’età ne sono stati vaccinati anche con il richiamo solo 983.320, il 23%. Ma per non rallentare è necessario innanzitutto avere a disposizione le dosi, che è quello che chiedono da tempo i governatori accusati di aver privilegiato categorie specifiche a discapito di quelle previste dal piano nazionale. Figliuolo è sicuro che la prossima settimana ne arriveranno circa 3 milioni: oltre un milione di Pfizer, oltre 500mila di Moderna e un milione e 300mila di Astrazeneca. Numeri che, se confermati, faranno sì che Pfizer e Moderna avranno rispettato le consegne previste dal piano del ministero della Salute per il primo trimestre, mentre l’azienda anglo svedese sarebbe ‘mancante’ per circa un milione e mezzo di dosi, visto che ne aveva promesse 5.352.250.
    Una volta consegnati, però, i vaccini vanno somministrati e per farlo c’è bisogno che la macchina organizzativa funzioni senza intoppi. Per questo l’incontro di lunedì tra il premier Mario Draghi, il ministro Gelmini, il Commissario Figliuolo e le Regioni servirà a stemperare le tensioni di questi ultimi giorni e a sottolineare la necessità della massima collaborazione tra Roma e i territori. Lo ha ripetuto lo stesso Figliuolo.
    “Non esiste alcuna disparità” tra Regioni, “l’obiettivo è fare cose pratiche, migliorare insieme, cercare la concordia e ciò che unisce per migliorare. Nessuno deve sentirsi defraudato, adesso si deve fare di più e insieme”. La strategia del Commissario prevede un doppio binario: grandi hub e centri vaccinali nelle città, e task force mobili per coprire tutta Italia e raggiungere i paesi più isolati e le zone più impervie. Una copertura “capillare” del territorio in cui saranno fondamentali anche le chiese che la Cei ha già messo a disposizione. Le task force sono già operative in Molise e Basilicata e lo saranno preso in altre regioni mentre nella sua visita in Calabria e Sicilia Figliuolo ha parlato di nuovi hub nel pala Fiera di Catanzaro, a Siderno, Corigliano Rossano, nel palazzetto dello Sport di Messina e il potenziamento delle linee vaccinali nell’ospedale militare della città dello Stretto. E la Croce Rossa aprirà nuovi hub a Milano, in Sardegna e a Roma (nel Lazio si stanno aprendo le somministrazioni per la classe di età 68-69 anni con 40mila prenotazioni già registrate), a Tor vergata e al centro commerciale ‘Porte di Roma’, che a pieno regime potranno vaccinare tra le 1.500 e le 3.500 persone al giorno. A Treviso, invece, da domani si sperimenta l’accesso libero senza prenotazioni: i quasi 4.800 cittadini della provincia nati nel 1936 potranno andare nei quattro punti vaccinali sul territorio.
    Bisogna migliorare e incrementare il sistema delle somministrazioni in tutto il paese, ripete Figliuolo, affinché si arrivi “rapidamente ad un’omogeneità di risultati a livello nazionale”. Insomma, basta liti, è il momento di correre.

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    F1: Renzi nel paddock in Bahrain

    Matteo Renzi ha assistito al Gran Premio del Bahrain. Il leader di Iv è stato inquadrato in diretta Tv nel paddock. Il presidente della Federazione internazionale dell’automobile (Fia) Jean Todt ha pubblicato una foto su Twitter insieme a “sua Altezza Reale il Principe Salman ben Hamad Al Khalifa, Principe Ereditario e Primo Ministro del Bahrain e Matteo Renzi”. Sui social sono arrivati commenti critici: “Un intero Paese in zona rossa mentre lui si gode il Gran Premio di Formula 1 in Bahrein”, scrive qualcuno. Oppure: “Sarà là per motivi di lavoro”, ironizza un altro utente.    Con una nota del suo ufficio stampa “Matteo Renzi fa sapere che è abituato alle polemiche contro di lui ma che ha come sempre rispettato tutte le norme e martedì sarà in aula a fare il suo lavoro per intervenire sul Family Act. Inutile dire che i viaggi di Renzi riguardano Renzi e non costano un centesimo al contribuente”.    

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    Covid: ristoratori protestano a Milano, al via 'Io aproTour'

    (ANSA) – MILANO, 28 MAR – E’ partito da Milano oggi ‘Io Apro
    tour’, una serie di manifestazioni per chiedere la riapertura di
    tutte le attività dal 7 aprile, nuova iniziativa dopo quella di
    gennaio che aveva portato alla riapertura di diversi ristoranti,
    quando le norme anticovid non lo permettevano.   
    Il tour. toccherà fra l’altro Napoli, Bologna, Palermo e Roma
    il 6 aprile.   
    Si sono trovati con cartelli emblematici, un tricolore che
    forma una finestra con le persiane aperte e al centro, ma anche
    scritte che inneggiavano all’apertura di estetiste e
    parrucchieri, o annunci di morte della costituzione
    “La voglia di tutti è una – ha spiegato dal palco allestito
    vicino alla Galleria Momi Tito El Hawi, uno degli organizzatori
    -riaprire al più presto le attività, in sicurezza, come volete,
    perché altrimenti non si va più avanti perché così non si può
    andare avanti”. “Ora stiamo pagando noi – hanno aggiunto – ma
    poi la ruota gira. Arriviamo a Roma e riprendiamoci quello che è
    nostro”.   
    “Non è irresponsabilità è pura sopravvivenza” ha aggiunto
    Umberto Carriera, proprietario di sei ristoranti a Pesaro.   
    “A noi dicono riaprirete a maggio, ma chi ci arriva?” ha
    chiesto, fra gli applausi del centinaio di persone presenti, un
    altro degli organizzatori, Antonio Alfieri. (ANSA).   

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    Il Pd cerca tregua. Madia: 'Debora non autonoma? Mai detto'

    “Non mi è difficile intuire quanto il nostro gruppo sia attraversato da qualcosa che si definiva pudicamente disagio, sempre le incomprensioni e le tensioni lasciano segni brucianti. E allora mi chiedo se martedì prima del voto Debora e Marianna vogliano e possano offrire la propria proposta al gruppo”. Lo scrive in una lettera ai parlamentari la deputata Pd Barbara Pollastrini, parlando del voto per la capogruppo. “Serviranno profondo rispetto, una nuova reciprocità e limpidezza – aggiunge – Sto molto dalla parte delle donne e delle ragazze più giovani. Vedo il talento, il grande impegno delle colleghe e le troppe insidie maschili mescolate a qualità. Ho compagne e compagni di banco preziosi e di Del Rio una sincera considerazione. Il segretario ha prodotto una scossa forte. Ed Enrico stesso la definisce una premessa, una precondizione”. “Allora – continua – dico in punta di piedi a Marianna e Debora e ognuna, ognuno di noi dopo l’albero scosso e qualche ferita, vediamo come immetterci nella faticosa battaglia per cambiare le logiche e l’agenda del potere, perché di potere si può anche morire”.
    “Grazie per le vostre risposte” risponde Marianna Madia, che sottolinea di non aver mai detto della Serracchiani che ha mancanza di autonomia. “Non l’ho mai detto, mai scritto, mai neanche pensato.     Ringrazio Barbara per le sue sapienti parole che mi portano a ulteriori riflessioni e per il suo invito al dialogo e alla limpidezza. Un abbraccio a tutte e tutti, Marianna”. 
    “Marianna Madia e Serracchiani – incalza su Twitter la deputata Pd Susanna Cenni, della segreteria nazionale dem, elencando alcune priorità della legislatura, come lavoro, lealtà al Governo Draghi, donne, ripartenza del Paese. proviamo ad azzerare i giochi correntizi e maschili e discutiamo di questo?”.    
    “Io ci sono”, risponde sempre su Twitter Madia.   

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    Boccia: “Alleanza larga nel centrosinistra anche con il M5s”

    “Costruire un campo largo” dove mettere “dentro tutti”, a cominciare dal M5S “che sta cambiando pelle” e, “grazie a Giuseppe Conte” lo fa all’interno di “una cornice europeista”. A sostenerlo è Francesco Boccia, della segreteria Pd. Intanto, l’ elezione del nuovo capogruppo Pd alla Camera diventa guerra aperta, con uno scambio di mail di fuoco fra le candidate Debora Serracchiani e Marianna Madia. ‘Una cooptazione mascherata’ accusa Madia. ‘L’autonomia è la mia cifra’ replica Serracchiani. ‘Non ho fatto trattative e sono ferito dalle accuse’, dice il capogruppo uscente Graziano Delrio.

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    Presidente Cei, periodo di vera povertà spirituale

    (ANSA) – PERUGIA, 28 MAR – “Stiamo ancora attraversando un
    periodo di vera povertà materiale e soprattutto spirituale”: lo
    ha sottolineato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente
    della Cei e arcivescovo di Perugia, celebrando la Domenica delle
    palme nella cattedrale del capoluogo umbro. “La pandemia – ha
    aggiunto – sta facendo sentire i suoi morsi non solo con più di
    centomila persone decedute, ma anche per la gravissima crisi che
    a dismisura cresce tanto per le famiglie quanto per tutte le
    persone più fragili”.   
    “Accanto al numero dei decessi c’è un calo a picco delle
    nascite, un inverno demografico davvero impressionante e la
    nostra Umbria è tra le prime regioni in Italia per mancanza di
    nascite” ha detto ancora Bassetti. “Assistiamo poi – ha aggiunto
    – a imprenditori, operai, ristoratori, lavoratori dello
    spettacolo viaggiante e quant’altri che non riescono più ad
    andare avanti”.   
    “Dico continuamente, soprattutto ai giovani – ha affermato il
    presidente della Cei -, di non arrendersi, che la pandemia
    passerà. Certo, la situazione preoccupa… Ha suscitato in me
    tanto sgomento l’episodio di un padre che si è tolto la vita
    perché non aveva la possibilità di assistere la figlia
    gravemente ammalata. Sono cose che ti toccano dentro, ma
    dobbiamo sostenere in questo momento oltre gli anziani
    soprattutto i ragazzi e i giovani. E’ importante che li
    sosteniamo con grande amore, ma direi anche con altrettanta
    saggezza, perché in questo periodo non basta l’amore, bisogna
    essere molto saggi con i nostri figli. E papa Francesco ci ha
    additato in questo senso la figura di san Giuseppe definito
    ‘l’ombra di Dio'”.   
    Il cardinale Bassetti ha poi parlato di “un rischio ancora più
    grande, quello di diventare incapaci di ascoltare la voce di Dio
    e dei fratelli e il pericolo è che si indurisca il nostro
    cuore”. “C’è il pericolo – ha detto ancora – che la nostra
    povertà spirituale diventi così grande da non avvertire più la
    mancanza di Dio, la cosa più grave che possa capitare nella
    nostra vita. Se smarriamo il senso delle paternità di Dio noi
    finiremo per sentirci più soli e legittimati a prendere
    qualsiasi decisione nel bene e nel male, perché metteremo noi
    stessi al posto di Dio”. (ANSA).