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    Conferenza delle regioni, Fedriga eletto presidente

    La Conferenza delle regioni e delle province autonome, riunita oggi in sessione straordinaria, ha eletto all’unanimità presidente Massimiliano Fedriga (governatore del Friuli Venezia Giulia) e vicepresidente Michele Emiliano (governatore della Puglia). Secondo quanto si è appreso, più volte è stato sottolineato il clima di coesione tra i presidenti delle varie regioni, indipendentemente dal colore politico di ciascuno. Tutti hanno avuto parole di apprezzamento per l’operato di Bonaccini, presidente uscente, e per Fedriga, che gli subentra. Quest’ultimo in pratica faceva già da tempo un coordinamento tra i governatori del centrodestra, mantenendo comunque rapporti distesi anche con i presidenti di regione di altre parti politiche. Ora rappresenterà invece tutti i governatori, in un organismo – la Conferenza – che con il tempo ha assunto un ruolo crescente. Bonaccini, è stato ribadito, ha lasciato la carica senza alcuna forzatura né accelerazione: si trattava di un passaggio previsto e che occorreva fare essendo oltre ogni prorogatio.
    “Il mio impegno sarà quello di trovare una unità di intenti e una sintesi costruttiva tra tutti i componenti delle assise da un lato e il Governo dall’altro, superando gli steccati degli schieramenti. Soprattutto in questo momento di difficoltà che stiamo ancora attraversando, diventa di fondamentale importanza trovare una linea comune che permetta al sistema Paese di uscire dall’emergenza sanitaria e di affrontare, nel migliore dei modi, le sfide future che avremo davanti”. È il commento del presidente del Fvg Massimiliano Fedriga al termine del voto con il quale è stato eletto all’unanimità al vertice della Conferenza delle Regioni.
    Il governatore della Puglia Michele Emiliano è stato eletto vicepresidente della Conferenza delle Regioni. “La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome assieme al Parlamento rappresenta in maniera concreta e nella prassi politica quotidiana l’Unità d’Italia – ha dichiarato – Sotto la guida di Stefano Bonaccini siamo stati sempre capaci di trovare scelte condivise tra personalità molto diverse tra loro e politicamente legate a differenti forze politiche nel nome dell’interesse generale del Paese. È stato un privilegio lavorare con lui, insieme al vice presidente Giovanni Toti”. “Massimiliano Fedriga potrà sempre contare sulla mia leale e incondizionata collaborazione nello svolgimento di questa delicatissima funzione di governo del Paese – aggiunge Emiliano -. Così come potranno contare tutti i presidenti di Regione e Province autonome. Siamo diventati amici sul serio in questi anni, un’amicizia forgiata anche in momenti drammatici, ci siamo aiutati moltissimo, lavorando senza distinzione di partito e sempre nell’interesse generale. Li ringrazio per questo grande onore che ricevo oggi da tutti loro”

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    Incontro Letta-Crimi, volontà di collaborare anche per le Comunali

     Il segretario del Pd Enrico Letta ha incontrato il capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi. E quello tra i due, spiegano fonti del M5S, è stato un “confronto positivo e cordiale, nel corso del quale è stata ribadita da entrambe le parti la volontà di proseguire nel percorso comune avviato già a partire dal governo Conte II”.
     Nell’incontro si è parlato anche delle prossime elezioni amministrative, rispetto alle quali “da parte del Movimento è stata ribadita la volontà di collaborare sui territori e nelle amministrazioni locali, come dimostrato anche recentemente dall’ingresso di un portavoce M5s nelle giunte di Lazio e Puglia, laddove dovessero crearsi le condizioni. Qualora ciò non dovesse avvenire – viene aggiunto – ciò non inciderebbe sul percorso comune già avviato”.
     Secondo quanto si apprende, durante il colloquio, avvenuto presso la sede di Arel e durato oltre un’ora, la principale questione affrontata sarebbe stata anche quella relativa all’emergenza Covid e in particolare, fanno sapere fonti del M5S, “sulle risposte sanitarie ed economiche in atto e quelle da adottare, e il tema delle riaperture. È stato fatto il punto su come sostenere nelle prossime settimane il governo nel proseguo della campagna vaccinale e rispetto a imprese e famiglie”.Altro argomento toccato, spiegano le stesse fonti, è stato quello dei meccanismi parlamentari e di alcune correzioni che vengono ritenute opportune, al fine di porre fine a storture, come quella del dilagante fenomeno dei cambi di casacca.   

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    Bonaccini, domani nuovo presidente Regioni, accordo unitario

    Oggi “la Conferenza della Regioni e della Province autonome eleggerà un nuovo presidente e un nuovo vicepresidente”. Ad annunciarlo è Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna alla guida dalla fine del 2015 della Conferenza. “Avevo ribadito a più riprese, da un anno a questa parte, la mia disponibilità a questo avvicendamento” dice Bonaccini, spiegando di aver chiesto “che questo cambio si producesse però con un accordo unitario”. “Mi pare che si siano raggiunte queste condizioni” e che oggi “si potrà procedere, quindi in tempi rapidissimi e in modo davvero unitario”.
    “Ho avuto l’onore e il privilegio di guidare la Conferenza dalla fine del 2015 – scrive Bonaccini – collaborando con tutti i colleghi presidenti (a prescindere dal colore politico) e con cinque governi che si sono succeduti in questi anni (anche in questo caso di colore politico molto diverso). Avevo ribadito a più riprese, da un anno a questa parte, la mia disponibilità a questo avvicendamento, posto che da tempo la stragrande maggioranza di Regioni è a guida centrodestra e se ho potuto guidare in modo unitario la Conferenza, anche in queste condizioni, lo debbo anzitutto a loro, che mi hanno sostenuto e permesso di trovare sempre una sintesi”.    Bonaccini aggiunge di aver “chiesto che questo cambio si producesse però con un accordo unitario, per non aprire nell’emergenza una divisione tra noi e un indebolimento nel confronto col Governo nel momento in cui siamo chiamati a contrastare la pandemia e i suoi effetti drammatici sulla vita dei cittadini”.
      Sarà molto probabilmente Massimiliano Fedriga, governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, il nuovo presidente della conferenza delle Regioni che succederà a Stefano Bonaccini. 
      “Quando guidi un’associazione per tanto tempo, soprattutto attraversando momenti molto difficili, hai il dovere di preservare l’integrità e al tempo stesso di favorirne l’evoluzione. Per parte mia penso che gli incarichi si ricoprano protempore e nell’interesse anche di chi la pensa diversamente da te. Spero di averlo dimostrato in questi anni e spero di poterlo dimostrare ora sostenendo lealmente chi prenderà il mio posto”. Lo scrive su Facebook Bonaccini. “Tra i tanti, due ringraziamenti sono indispensabili. A Giovanni Toti, che da presidente della Liguria ha ricoperto al mio fianco il ruolo di vicepresidente della Conferenza: la sua capacità, la sua intelligenza e la sua collaborazione mi sono risultate preziose in questo tempo. E alla struttura tecnica della Conferenza: dalla direttrice Alessia Grillo (e, prima di lei, Marina Principe e Marcello Mochi Onori) ai dirigenti, funzionari e collaboratori; una piccola squadra fatta di grandi professionisti da cui ho imparato tantissimo e che mi ha sostenuto giorno e notte per provare a fare al meglio. Degli errori che ho commesso rispondo io ma le cose buone fatte, senza di loro, non ci sarebbero state”.

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    Gelmini alle Regioni: 'Chi vaccinerà di più, riaprirà prima'

    “Chi vaccinerà di più riaprirà prima”: Lo ha ribadito la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini, riprendendo la linea del premier Mario Draghi, a Radio Anch’Io stamani su Radio Uno Rai.    “Sapremo con il generale Figliuolo riprogrammare la campagna vaccinale nel tempo più breve possibile, alla gente dobbiamo dire che abbiamo usato finora la massima precauzione, ma che bisogna vaccinarsi”, ha aggiunto parlando del caso Astrazeneca, con il cambio di destinazione preferenziale del vaccino agli over 60 e la possibile diffidenza degli anziani nei confronti del prodotto anglo-svedese. “Chi vaccinerà di più riaprirà prima”  ha Gelmini, riprendendo la linea del premier Mario Draghi. “Sapremo con il generale Figliuolo riprogrammare la campagna vaccinale nel tempo più breve possibile, alla gente dobbiamo dire che abbiamo usato finora la massima precauzione, ma che bisogna vaccinarsi”, ha aggiunto parlando del caso Astrazeneca, con il cambio di destinazione preferenziale del vaccino agli over 60 e la possibile diffidenza degli anziani nei confronti del prodotto anglo-svedese.

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    Rousseau a M5S, saldare debiti entro il 22/4 o strade diverse

    “Come Associazione Rousseau siamo costretti, a causa dell’enorme ammontare di debiti, a definire una data ultima: il 22 aprile 2021. Qualora i rapporti pendenti non verranno definiti entro questa data, saremo costretti a immaginare per Rousseau un percorso diverso, lontano da chi non rispetta gli accordi e vicino, invece, a chi vuole creare un impatto positivo sul mondo”. E’ quanto annuncia l’Associazione Rousseau sul blog delle Stelle. ” È arrivato il tempo di eliminare ambiguità e mancate scelte. Per noi il 22 aprile sarà, comunque vada, un nuovo inizio, trasparente, e leale, insieme a chi dimostrerà di essere tale”, si legge. 
    “In questi anni – scrive Rousseau – abbiamo dato il nostro contributo come si fa in una famiglia, con fiducia, lealtà e senza mai limitarci. Abbiamo lavorato senza sosta e con la dedizione che, solo chi crede profondamente in quello che fa, riesce a dare. Abbiamo sentito il nostro compito come una componente preziosa per la crescita della comunità del MoVimento, mantenendo fermo il nostro impegno così come ha fatto il MoVimento, almeno fino ad un anno fa”, si legge sul post sul blog, dal titolo “E’ tempo di decisioni”.    “Da gennaio 2020 il MoVimento, infatti, attraverso alcuni dei suoi portavoce, ha iniziato a non onorare gli accordi in relazione alle attività erogate dall’associazione Rousseau omettendo di mettere in atto qualsivoglia presidio funzionale a garantire il rispetto delle regole e degli impegni presi, sebbene ciò abbia sempre rappresentato, nel pensiero dei fondatori del MoVimento, il tratto distintivo del percorso politico che si intendeva intraprendere. Oggi la situazione è giunta al punto di non ritorno ed è necessario fare chiarezza.    Ad agosto 2020 inviammo all’ex capo politico reggente una bozza di accordo, da lui stesso richiesta, per poter finalmente definire ruoli e responsabilità reciproche, ma l’analisi di tale bozza non venne mai nemmeno discussa, anzi venne rinviata.    Parliamo di quel contratto che anche gli stessi iscritti chiesero con forza, con il voto degli Stati Generali, di concludere. A settembre 2020 comunicammo, con la consueta trasparenza, a tutti gli iscritti la gravità della situazione e la conseguente riduzione dei servizi, sollecitando settimanalmente gli esponenti politici del MoVimento e coloro che ritenevano di esprimersi per conto del medesimo, ad assumere una decisione. Nei giorni scorsi abbiamo anche attivato una raccolta fondi, su ogni nostra pagina, per provare a mantenere vivo il progetto civico a prescindere dalla decisioni del MoVimento che, negli ultimi giorni, è arrivato addirittura a negare l’esistenza del debito tramite alcuni suoi esponenti”, si legge ancora.    E l’Associazione Rousseau attacca: “Il prossimo 22 aprile saranno, infatti, trascorsi ben 15 mesi dalle dimissioni dell’ultimo Capo politico eletto democraticamente dagli iscritti e che sollecitava, già in quella data, quello che oggi viene rilanciato per l’ennesima volta: la rifondazione del M5S”.   

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    Turchia: PD lascia sedia vuota in Aula per Von Der Leyen

     Una sedia vuota al centro dell’emiciclo di Montecitorio, per simboleggiare l’assenza di una sedia a disposizione per Ursula Von der Leyen all’incontro con il presidente turco Erdogan. E questo il modo scelto dal partito democratico nell’Aula della Camera per testimoniare la propria contrarietà nei confronti di quella che, secondo Beatrice Lorenzin, rappresenta “un’offesa a tutte le donne ed all’Unione Europea perché offendere Von der Leyen significa offendere l’Unione Europea e quello che essa rappresenta sul tema dei diritti umani e delle donne”.    

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    Il prefetto di Milano sospende il sindaco di Opera arrestato

    (ANSA) – MILANO, 08 APR – E’ stato sospeso dalla carica di
    sindaco Antonio Nucera, posto oggi agli arresti domiciliari
    nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Milano. Lo ha
    deciso il prefetto di Milano Renato Saccone, così come accade
    quando amministratori sono raggiunti da ordinanza di custodia
    cautelare. Le sue funzioni saranno quindi svolte dal vicesindaco
    del centro alla porte di Milano, Ettore Fusco. (ANSA).