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    Dl sostegni: governo pone la fiducia alla Camera

    Il governo ha posto la fiducia alla Camera sul decreto legge Sostegni alla Camera. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti col Parlamento, Federico D’Incà. Come previsto dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, le dichiarazioni voto avranno inizio domani alle 15. La votazione partirà dalle 16:30. 

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    Libia: Ue riapre ambasciata a Tripoli

    (ANSA) – TUNISI, 17 MAG – “La delegazione dell’Ue in Libia
    riapre oggi a Tripoli”. Lo ha scritto su Twitter l’ambasciatore
    dell’Unione europea e capo delegazione Ue in Libia, Jose
    Sabadell, aggiungendo che in Libia son stai fatti “enormi
    progressi” e che “saremo in grado di lavorare in modo più
    diretto ed efficace con le autorità libiche, la società civile e
    i partner”. “Personalmente – conclude Sabadell – sono molto
    entusiasta di tornare là con il mio team su base permanente e
    non vedo l’ora di iniziare questa nuova fase”. (ANSA)

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    Comunali: Tajani, a Roma vinceremo con Bertolaso

    Continua il confronto interno ai partiti in vista delle Comunali. Il centrodestra si interroga dopo il no di Albertini a Milano mentre sembra più probabile che Bertolaso alla fine accetti la candidatura per la Capitale. “Noi stiamo cercando candidati che possano allargare i confini del centrodestra – dice a Radio 24 il coordinatore azzurro Antonio Tajani –  per vincere e governare. Bisogna trovare soprattutto degli ottimi sindaci. Su Roma puntiamo sempre su Bertolaso. Peccato per Albertini, troveremo un candidato vincente” anche a Milano. A Roma “siamo convinti che con Bertolaso andremo al ballottaggio e vinceremo”, ha aggiunto.   

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    Gay Help Line, aumentati ricatti e minacce dall'11% al 28%

    I casi di omofobia aumentano. Nell’ultimo anno, durante il periodo covid, i ricatti e le minacce subiti dalle persone LGBT sono passati dall’11% al 28%; I casi di mobbing e discriminazioni sul lavoro dal 3% sono aumentati fino al 15%. E’ quanto risultata dal servizio di Gay Help Line 800 713 713 (gayhelpline.it), contact center contro omofobia e transfobia, con 50 contatti al giorno (tra linea e chat) e oltre 20.000 l’anno E nell’anno in cui la pandemia ha limitato la socializzazione al web, il 30% degli studenti LGBT+ che ha contattato la Gay Help Line ha detto di aver subito episodi di cyberbullismo e hate speech online.
    Circa il 60% degli utenti che si rivolgono al contact center contro omofobia e transfobia, rientrano nella fascia di età 13-27. “L’incidenza del pregiudizio e della discriminazione – viene sottolineato – ha un peso particolare sui ragazzi: questo perché i problemi iniziano già con il coming out in famiglia”. I dati, infatti, evidenziano che nell’ultimo anno il 50% dei giovani lesbiche, gay o bisex ha avuto problemi in famiglia dopo essersi dichiarato ai genitori. La percentuale sale al 70% se a dichiararsi sono giovani Trans.
    Il 36% dei minori LGBT+ ha visto il rifiuto da parte dei familiari o dei propri pari, attraverso l’isolamento, la reclusione in casa anche ai danni della frequenza scolastica e tentativi di ‘conversione’ attraverso pressioni fatte dai propri familiari oltre a subire violenza verbale e violenza fisica.
    Il 17% dei ragazzi maggiorenni che hanno contattato Gay Help Linee che si sono dichiarati ai genitori hanno subito la perdita del sostegno economico da parte della famiglia: la maggior parte di questi sono stati di conseguenza abbandonati e messi in strada.
    “Alcuni di questi casi sono stati accolti da Refuge LGBT, la nostra struttura che – spiegano i promotori – accoglie questi ragazzi e li supporta perché riescano a superare il trauma subito e a raggiungere la propria autonomia attraverso la formazione e la ricerca del lavoro”. Un dato che risulta costante nel tempo è la difficolta delle vittime a denunciare: il fenomeno dell’underreporting (mancata denuncia) incide “in maniera preoccupante sul riconoscimento dell’entità delle discriminazioni e delle violenze”.
    Secondo il servizio di Gay Help Line, che ha il sostegno di Regione Lazio, Chiesa Valdese e Comune di Roma, “in questo periodo difficile di pandemia sono ancora più urgenti misure legislative a supporto delle persone LGBT+, ancora prive di tutele contro la discriminazione, l’odio e la violenza”.   

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    Berlusconi, sotto lente Corte Strasburgo la condanna del 2013

    La Corte europea dei diritti umani ha reso noto oggi di aver comunicato al Governo italiano il 26 aprile scorso il ricorso di Silvio Berlusconi contro la sua condanna per frode fiscale nel 2013, dando così inizio alla fase dibattimentale che dovrà fornire alla Corte gli elementi per arrivare a un verdetto. Nel suo ricorso, inviato alla Corte di Strasburgo il 28 dicembre 2013, l’ex premier sostiene che l’Italia ha violato in vari modi il suo diritto a un equo processo, il suo diritto a non essere processato per un reato che gli era stato contestato in altri 2 processi, e quello a vedersi applicate le attenuanti. Come anticipato oggi dal Corriere della Sera, nel comunicare il ricorso i giudici di Strasburgo hanno chiesto al Governo di rispondere a 10 domande. Le prime 7 questioni riguardano tutte l’equo processo, la settima e ottava l’applicazione delle attenuanti e l’ultima quella a non essere processato più volte per uno stesso reato. In base alle regole della Corte di Strasburgo il Governo ha ora 16 settimane per rispondere.
    Le domande rivolte al Governo dalla Corte di Strasburgo puntano in primo luogo ad avere chiarimenti sull’indipendenza e le modalità di formazione, in base alle leggi italiane, dei tribunali che hanno giudicato Berlusconi. Un aspetto essenziale, secondo i giudici europei, per determinare se vi sia stato o meno un equo processo e quale impatto abbia avuto il rifiuto, da parte del tribunale di Milano, della richiesta di Berlusconi di spostare il processo altrove, nonchè l’assegnazione del caso alla sezione feriale della Corte di Cassazione.
    Un’altra questione sollevata dalla Corte di Strasburgo riguarda poi le dichiarazioni fatte alla stampa dall’ex giudice Antonio Esposito, allora presidente della sezione feriale della Corte di Cassazione, dopo la lettura del dispositivo della sentenza ma prima che ne fossero depositati i motivi. I giudici europei vogliono sapere se questo gesto ha leso il principio d’imparzialità della Corte di Cassazione, e anche se Berlusconi ha avuto la possibilità di contestare questa eventuale violazione davanti a un tribunale italiano.
    Altre quattro domande rivolte al Governo italiano riguardano vari aspetti procedurali. La Corte vuole sapere se i tribunali italiani abbiano violato il diritto di Berlusconi a partecipare al proprio processo quando hanno rifiutato le sue domande di rinvio dell’udienza per motivi legittimi e di salute. Ma anche se il leader politico è stato privato del suo diritto a conoscere la natura delle accuse rivoltegli a causa del rifiuto del tribunale di Milano di tradurre alcuni documenti del fascicolo. O ancora se l’ex premier ha avuto sufficiente tempo per preparare la sua difesa e se l’impossibilità di interrogare alcuni testimoni ha violato il diritto all’equo processo.
    “Ho dato mandato ai miei legali di chiedere di potere partecipare al giudizio che si svolgerà a Strasburgo, presenteremo delle memorie e documenti”. E’ quanto annuncia l’ex giudice Antonio Esposito, presidente della sezione di corte di Cassazione che nel 2013 emise la sentenza nel procedimento Mediaset per evasione fiscale, commentando la decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

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    Covid: Emiliano, allungare l'orario del coprifuoco

    (ANSA) – BARI, 17 MAG – “La lotta al virus è fatta di
    funzioni matematiche. Nel momento in cui c’è maggiore libertà
    dalla malattia bisogna allargare l’economia, altrimenti non
    resisti”. Quindi “allungare un po’ l’orario” del coprifuoco
    “anche in funzione del clima che migliorerà non trova ostacolo”.   
    Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e vicepresidente
    della Conferenza delle Regioni, Michele Emiliano, intervenendo a
    Uno Mattina. (ANSA).   

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    Omofobia: Mattarella, rifiuto assoluto di ogni forma di intolleranza

    “La Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia è l’occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione.
    “Le attitudini personali e l’orientamento sessuale – afferma il presidente della Repubblica – non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perché laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica. La società viene arricchita dal contributo delle diversità. Disprezzo, esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sé, rappresentano una forma di violenza che genera regressione e può spingere verso fanatismi inaccettabili”. “La ferita inferta alla singola persona – sostiene Mattarella – offende la libertà di tutti. E purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l’intera società. Solidarietà, rispetto, inclusione, come ha dimostrato anche l’opera di contrasto alla pandemia, sono vettori potenti di coesione sociale e di sicurezza”.
       

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    Papa: 'Basta scontri in Terra Santa, trovare la via del dialogo'

     “Mi chiedo: l’odio e la vendetta dove porteranno? Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l’altro? In nome di Dio, faccio appello alla calma, e a chi ne ha la responsabilità di far cessare il frastuono delle armi, di percorrere l’avvio della pace, anche con l’aiuto della comunità internazionale”. E’ quanto ha detto papa Francesco alla recita del Regina Caeli in un appello sugli scontri in Terra Santa fra israeliani e palestinesi. “Preghiamo perché possano trovare la strada del dialogo e del perdono”, ha aggiunto il Pontefice. “Oggi voglio portare sull’altare del Signore le sofferenze del vostro popolo e pregare con voi perché Dio converta i cuori di tutti alla pace”.    Lo ha detto il Papa nella messa in San Pietro per la comunità dei fedeli del Myanmar. “La preghiera di Gesù ci aiuti a custodire la fede anche nei momenti difficili, a essere costruttori di unità, a rischiare la vita per la verità del Vangelo”, ha affermato Francesco. “Dove c’è guerra, violenza, odio, essere fedeli al Vangelo e artigiani di pace significa impegnarsi, anche attraverso le scelte sociali e politiche, rischiando la vita. Solo così le cose possono cambiare”, ha aggiunto.