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    Riaperture, Mattarella firma. Coprifuoco alle 23 da domani

    Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il dl covid sulle aperture. Con la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la conseguente pubblicazione del decreto sulle riaperture in Gazzetta ufficiale il coprifuoco, finora fissato alle 22, da domani slitterà alle 23. Il provvedimento entra infatti in vigore il giorno dopo la sua pubblicazione in Gazzetta. 
     “La strategia è la vaccinazione che ha considerevolmente migliorato la situazione e l’osservanza delle regole, dei protocolli di distanziamento, delle mascherine e tutto quello che abbiamo imparato a fare in questo anno e mezzo”. Lo dice il premier Mario Draghi a margine del vertice sull’Africa a Parigi, rispondendo a una domanda sulle misure di contenimento del Covid. “I protocolli, il distanziamento, le mascherine” è “quello che abbiamo imparato a fare in questo anno e mezzo con lezioni severe e tremende, che speriamo di dimenticare”. 

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    Napoli, Conte: 'Fronte ampio con il Pd'. Manfredi in pole

    “Il Movimento5Stelle sarà in prima fila per portare avanti il “Patto per Napoli” e per realizzare questo intervento legislativo di riequilibrio, che anzi intendiamo estendere anche alle altre città metropolitane. Ci batteremo fino in fondo per perseguire questo obiettivo ed evitare che i più deboli paghino le più alte conseguenze della crisi pandemica. Lavoreremo da subito, dialogando con tutte le forze politiche parlamentari, ma sapendo di avere al fianco, in particolare, le forze progressiste a partire dal PD con le quali costituiremo un fronte ampio”. Così in una nota Giuseppe Conte. “In questi giorni – prosegue l’ex premier – ho sentito più volte Gaetano Manfredi, che ho voluto Ministro dell’Università e della Ricerca, al quale mi legano rapporti di stima e amicizia personale. E’ una eccellente espressione della società civile. Mi ha anticipato la sua posizione, che condivido pienamente. I napoletani, in linea con la loro grande storia, rivendicano una città europea, con servizi adeguati ai migliori standard, che sia protagonista della transizione ecologica e digitale”. “La sua denuncia sul dissesto, sui vincoli di bilancio e sulla prospettiva di mera liquidazione che compromettono il futuro del Comune di Napoli, merita una chiara assunzione di responsabilità, da parte di tutte le forze politiche. Il suo richiamo al ‘principio di realtà’ nasconde amore per la città e un senso nobile della politica, che non illude i cittadini e prospetta soluzioni concrete” dice Conte di Manfredi. E conclude: ” Il Movimento5Stelle sarà in prima fila per portare avanti questo Patto per Napoli e per realizzare questo intervento legislativo di riequilibrio”.
    L’ex ministro, però, lancia un appello per la ‘città al dissesto’ e si dice pronto a non candidarsi. “Al momento la mia disponibilità, in queste condizioni, sarebbe inutile perché non potrei fare quello che credo si debba fare: rispondere concretamente alle aspettative dei napoletani”. Così si conclude una lunga lettera in cui Gaetano Manfredi annuncia che non si candiderà a sindaco di Napoli per la coalizione di centrosinistra con il Movimento 5 Stelle. L’ex ministro e rettore della Federico II era in pole position per la candidatura ma ha deciso di rinunciare. “Il Comune presenta una situazione economica e organizzativa drammatica. Le passività superano abbondantemente i cinque miliardi di euro, tra debiti e crediti inesigibili. Le partecipate sono in piena crisi e si prospettano difficoltà a erogare i servizi. La macchina amministrativa è povera di personale e competenze indispensabili. La capacità di spesa corrente è azzerata. Siamo, di fatto, in dissesto”, scrive Manfredi.

    A anche il segretario del Pd Enrico Letta, a quanto si apprende da fonti del Nazareno, vuole che il PD si faccia carico delle “giuste preoccupazioni” poste dall’ex ministro Manfredi per la candidatura a sindaco di Napoli. Quello di Manfredi, si spiega al Nazareno, è un appello “alto alla responsabilità, appello che naturalmente condividiamo”.

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    Napoli:Manfredi rinuncia,non potrei rispondere a aspettative

    (ANSA) – NAPOLI, 18 MAG – “Al momento la mia disponibilità,
    in queste condizioni, sarebbe inutile perché non potrei fare
    quello che credo si debba fare: rispondere concretamente alle
    aspettative dei napoletani”. Così si conclude una lunga lettera
    in cui Gaetano Manfredi annuncia che non si candiderà a sindaco
    di Napoli per la coalizione di centrosinistra con il Movimento 5
    Stelle.   
    L’ex ministro e rettore della Federico II era in pole
    position per la candidatura ma ha deciso di rinunciare. “Il
    Comune presenta una situazione economica e organizzativa
    drammatica. Le passività superano abbondantemente i cinque
    miliardi di euro, tra debiti e crediti inesigibili. Le
    partecipate sono in piena crisi e si prospettano difficoltà a
    erogare i servizi. La macchina amministrativa è povera di
    personale e competenze indispensabili. La capacità di spesa
    corrente è azzerata. Siamo, di fatto, in dissesto”, scrive
    Manfredi. (ANSA).   

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    Le mille anime dell'impolitico Battiato

    La scomparsa di Franco Battiato, poliedrico intellettuale della canzone italiana, lascia irrisolto l’interrogativo politico che ha accompagnato la sua intera carriera: è di destra o di sinistra? Una domanda che il diretto interessato si è sempre lasciato scivolare addosso con superiore noncuranza, sentendosi “alto” rispetto alla politica dei palazzi popolati dai tanti governanti “perfetti e inutili buffoni”. Un personaggio unico nella storia musicale italiana e non solo per la sua capacità di frullare insieme stili, citazioni, atmosfere e generi, tanto da consentire all’intero arco costituzionale di riconoscersi almeno un po’ nei suoi testi, provocatori e ironici.
    Per cinquant’anni sul palco, nei primi anni ’70 canta (e lo fischiano) ai raduni pop di Re Nudo, i cosiddetti ‘festival del proletariato giovanile’ dove si intrecciano le tensioni libertarie con quelle politiche, hippies e Lotta Continua. Ma è ne “L’era del cinghiale bianco” e nel pop orecchiabile e raffinato di “Patriots” che gli ambienti giovanili della destra e del Fronte della Gioventù ritrovano negli anni ’80 temi e riferimenti a loro familiari. “Up Patriots to arms” (con il verso pasoliniano: “Le barricate in piazza le fai per conto della borghesia. Che crea falsi miti di progresso”) e “Radio Varsavia” vengono percepite dai critici musicali dell’epoca come la cultura della nuova destra. Per molti, fatte le debite differenze, l’opera di Battiato ha avuto lo stesso effetto di “attrazione/interpretazione” politica che ebbe quella di Lucio Battisti negli anni ’60-’70.
    Ma il siciliano, nato sul finire della seconda guerra mondiale, è più refrattario alle etichette. “Centro di gravità permanente” è stato per anni colonna sonora del Meeting di Rimini; la spirituale e commovente “E ti vengo a cercare” è stata eseguita davanti a papa Giovanni Paolo II e diecimila giovani che sventolavano ramoscelli d’ulivo e poi il concerto del dicembre 1992, al Teatro Nazionale di Baghdad, a sostegno della popolazione irachena ancora piegata dalla prima guerra del Golfo.
    Nel giorno della sua scomparsa, Emma Bonino ha ricordato come Battiato abbia “sempre sostenuto la politica radicale”, rimpiangendo “le ore passate a parlare” con lui e Marco Pannella. Molti suoi interventi erano affini a quelli grillini, e in passato il “maestro” non ha nascosto quanto preferisse “questi giovani di Grillo, animati da una profonda onestà e da una volontà chiara di fare pulizia” ad una classe politica “nella quale si contano circa 150 indagati e gente che ha fatto porcherie immonde…”. Ma altrettante volte ha criticato Beppe Grillo, in particolare nella parentesi di cinque mesi da assessore al Turismo della giunta regionale siciliana di centrosinistra guidata da Rosario Crocetta.
    “Assessore fantasma”, lo ribattezzarono per le assenze, in un’esperienza rapidamente conclusa anche per qualche affermazione stonata. Come il 26 marzo 2013, quando in un intervento al Parlamento europeo disse, riferendosi alla politica italiana: “Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. È una cosa inaccettabile” e sarebbe meglio che “aprissero un casino”. Insorsero in molti, inclusi gli allora presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso. E Battiato fece una mezza retromarcia, spiegando che si riferiva “a passate stagioni parlamentari che ogni italiano di buon senso vuole dimenticare”, “caratterizzate da malaffare politico, dal disprezzo per le donne e per il bene pubblico”.
    “Franco BATTIATO, grande Artista ma piccolo Uomo”, scrisse Matteo Salvini, in un tweet che oggi alcuni gli rinfacciano sui social, dove il leader leghista ha reso omaggio al cantautore nel giorno della sua morte, citando un verso del suo brano più celebre, ‘La cura’, e dedicando “una preghiera, un ricordo e una canzone per il grande Maestro”.    

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    Ex sacerdoti Città di Castello, grazie per l'affetto

    (ANSA) – CITTÀ DI CASTELLO (PERUGIA), 18 MAG – “Ringraziamo
    tutti coloro che hanno manifestato il loro affetto nei nostri
    confronti e tutte le persone con cui abbiamo camminato e
    continueremo a camminare nell’Amore di Gesù”: i due ex sacerdoti
    della diocesi di Città di Castello che hanno lasciato la tonaca
    intervengono oggi – in un comunicato congiunto – su quanto
    accaduto. “Abbiamo scelto di non parlare della nostra vita nei
    giornali o in Tv – affermano David Tacchini e Samuele Biondini –
    perché crediamo più consono affrontare tale tema in un contesto
    di relazioni umane e di autenticità”. “Non abbiamo rilasciato
    nessuna dichiarazione. Le affermazioni che ci sono state
    attribuite, in alcuni casi virgolettandole – sottolineano – non
    sono state mai rilasciate da noi. Smentiamo la notizia diffusa
    che stiamo per diventare padri”.   
    “Abbiamo soltanto chiesto e ottenuto la dispensa dal celibato.   
    Conseguentemente, secondo le norme vigenti – spiegano – non
    possiamo esercitare il ministero”. (ANSA).   

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    M5S, Rousseau sta macchiando la nobile storia del Movimento

    “Oggi i nostri esperti informatici e periti forensi si sono recati presso gli uffici dell’associazione Rousseau per ricevere i dati in consegna. Purtroppo, l’Associazione Rousseau, non ha provveduto alla consegna e ciò è oggettivamente grave e palesemente illegittimo”. Così il M5s che definisce il rifiuto dell’associazione “un fatto gravissimo”.
    “Chi ha rallentato questo processo si assumerà tutte le responsabilità nelle sedi giudiziali penali, civili e amministrative per il danno che sta causando al Movimento 5 Stelle”, si sottolinea in un post.
    “Non comprendiamo – prosegue il messaggio – come un compagno di viaggio con cui si è fatto un percorso insieme stia macchiando una così nobile storia con atti che la legge non ammette. È inaccettabile che un soggetto privato possa tentare di ostacolare l’attività di una forza politica del Parlamento e di governo, accampando pretestuose e incomprensibili motivazioni, anche di natura economica”. 
    “I dati degli iscritti – viene aggiunto nel posto del M5s -, nei prossimi giorni, torneranno nella disponibilità del Movimento 5 Stelle, questo è certo! I dati degli iscritti sono essenziali per consentire l’esercizio della partecipazione e della democrazia diretta, che oggi è impedito da questo grave ostruzionismo”.

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    M5s ricorre a Cagliari, il legale rappresentante è Crimi

    Il M5s ha presentato al Tribunale di Cagliari un’istanza di revoca dell’attuale curatore speciale, Silvio Demurtas, chiedendo il “contestuale riconoscimento della piena legittimazione dell’associazione Movimento 5 Stelle nella figura dell’attuale legale rappresentante” e cioè di Vito Crimi.
    Gli avvocati del Movimento chiedono anche, in via subordinata, di provvedere alla designazione di un diverso curatore speciale.   

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    Nel Sostegni bis 18 miliardi di ristori, 4 per i 'conguagli'

    Con il decreto Sostegni bis ci saranno in tutto altri 18 miliardi per i ristori alle imprese danneggiate dalla crisi Covid: secondo quanto si apprende, è confermata una doppia via di indennizzo in base al fatturato, scegliendo il periodo (automatico se si opta per il periodo 2020 sul 2019, o su apposita domanda se si sceglie 1 aprile 2020 – 31 marzo 2021 rispetto al 1 aprile 2019 – 31 marzo 2020). Per queste due opzioni vengono stanziati in tutto circa 14 miliardi. Altri 4 miliardi, di cui 3 di risparmi e 1 di deficit, andranno al meccanismo perequativo sul risultato di esercizio (confrontato anno su anno) con conguaglio a fine anno. 
    Nel corso della riunione di maggioranza sul decreto Sostegni bis, secondo quanto si apprende sono state illustrate anche altre novità. Tra queste, un corposo pacchetto di misure per il lavoro, ancora in via di quantificazione, altri 2 mesi di indennità per stagionali e lavoratori del turismo e dello spettacolo e 4 mesi di Reddito di emergenza, per coprire con il Rem fino al mese di settembre. 
    Per il lavoro ci saranno sgravi per le assunzioni e il contratto di rioccupazione, ma anche l’intervento per evitare il decalage della Naspi. E per aiutare le famiglie più in difficoltà arriveranno anche altri 500 milioni ai Comuni per buoni pasto e affitti.