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    Cgil: Meloni cita Argentina Altobelli, “confronto necessario”

     “Il confronto è utile e necessario” e “se questo è l’approccio, ci sono ottime ragioni per confrontarci con la forza delle idee che ciascuno legittimamente rivendica”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento al congresso della Cgil e subito dopo aver citato Argentina Altobelli, politica e sindacalista che a inizio del secolo scorso contribuì alla fondazione della Federazione nazionale dei lavoratori della terra (Federterra), nata a Bologna per uniformare il movimento dei lavoratori agricoli.    

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    Papa, quando tocchiamo il fondo Dio ci tende la mano

    (ANSA) – ROMA, 17 MAR – “Dio può accorciare le distanze con
    noi quando con onestà, senza infingimenti, gli portiamo la
    nostra fragilità. Ci tende la mano per rialzarci quando sappiamo
    ‘toccare il fondo’ e ci rimettiamo a Lui nella sincerità del
    cuore”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della liturgia
    penitenziale nella parrocchia romana di Santa Maria delle
    Grazie.   
    “Così è Dio: ci aspetta in fondo, perché in Gesù Lui ha
    voluto ‘andare in fondo’, perché non ha paura di scendere fin
    dentro gli abissi che ci abitano, di toccare le ferite della
    nostra carne, di accogliere la nostra povertà, i fallimenti
    della vita, gli errori che per debolezza o negligenza
    commettiamo, e tutti abbiamo fatto. Dio – ha sottolineato Papa
    Francesco – ci aspetta lì in fondo, ci aspetta specialmente
    quando con tanta umiltà chiediamo perdono nel sacramento della
    Confessione”. (ANSA).   

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    Meloni al Cosmoprof, tra selfie e strette di mano

    (ANSA) – BOLOGNA, 17 MAR – Selfie con gli espositori e i
    visitatori di varie parti del mondo, strette di mano e applausi
    al Cosmorof per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che
    nel pomeriggio dopo una visita privata allo spazio del senatore
    di FdI, Renato Ancorotti, ha visitato parte della fiera. Tanti i
    complimenti, gli applausi e le strette di mano che la premier ha
    ricevuto, soprattutto da sostenitrici donne.   
    Meloni si è soffermata in alcuni stand che aveva già visitato
    nelle precedenti edizioni della fiera bolognese della bellezza.   
    Ad accompagnare la premier c’erano la sorella Arianna, la
    senatrice di FdI e ministra del Turismo, Daniela Santanchè,
    oltre al viceministro alla Infrastrutture Galeazzo Bignami e al
    parlamentare di FdI Marco Lisei. Nel corso della visita Meloni
    ha anche incontrato il presidente di BolognaFiere, Gianpiero
    Calzolari, il vice presidente di Confindustria con delega alle
    filiere, Maurizio Marchesini, il presidente di Cosmetica Italia,
    Benedetto Lavino, oltre ad alcune organizzazioni di
    beneficienza.   
    Nello spazio di Ancorotti, allestito come un riad marocchino,
    Meloni ha avuto modo di provare i nuovi prodotti del gruppo di
    Crema. “Un mascara su 4 al mondo esce dal nostro stabilimento,
    che abbiamo ristrutturato partendo da una struttura di
    Olivetti”, racconta Ancorotti. Meloni poi ha visitato alcuni
    brand di profumi – uno dei quali ha prodotto una fragranza in
    esclusiva per lei – di cosmetici bio, di packaging per il mondo
    beauty e di pennelli per il trucco. Tanti i visitatori che si
    sono fermati a parlare con lei, tra cui alcuni giovani cinesi e
    una coppia israeliana, che hanno fatto dei selfie con la
    premier. (ANSA).   

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    Cgil, Meloni: “Non so quale accoglienza, ma è giusto esserci”

    Meloni ha preso parte al Congresso della Cgil in corso a Rimini con un intervento che ha spaziato dal lavoro al fisco, dalle violenze figlie della contrapposizione ideologica fino alla riforma presidenzialista. Terminato il suo intervento, di circa mezz’ora, è uscita dalla sala accompagnata dal segretario generale Maurizio Landini. La maggior parte dei presenti in platea è rimasta in silenzio, è partito solo qualche applauso.
    “Non so che accoglienza aspettarmi in ogni caso penso che sia giusto esserci”, ha dichiarato la premier arrivando al congresso, dove è stata contestata.
    “Ringrazio anche chi mi contesta. Non ho voluto rinunciare a questo appuntamento in segno di rispetto del sindacato”, ha detto Meloni in apertuira del suo intervento.
    “Mi sento fischiata da quando ho 16 anni. Potrei dire che sono Cavaliere al merito su questo”, ha commentato la premier riferendosi alle contestazioni che ci sono state al momento del suo intervento con alcuni dei partecipanti che prinma l’hanno fischiata e poi sono usciti dalla sala con il pungo alzato cantando “bella ciao”.

    Meloni sale sul palco della Cgil, alcuni delegati escono cantando ‘Bella, ciao’

    Il confronto e le contestazioni”Questo congresso è un esercizio di democrazia e partecipazione che non può lasciare indifferente chi ha responsabilita decisionali e chi come me sa quanto questi eventi tengano vive queste dinamiche”, ha detto Meloni. “Non mi sottraggo a un contesto sapendo che è un contesto difficile. Non mi spaventa. La ragione per cui ho deciso di essere qui è più profonda. Oggi si celebra la nascita della nostra nazione”, ha aggiunto.
    “Con questa presenza, con questo confronto, questo dibattito, possiamo autenticamente celebrare l’unità nazionale”, ha affermato Meloni. “La contrapposizione è positiva, ha un ruolo educativo, l’unità è un’altra cosa, è un interesse superiore, è il comune destino che dà un senso alla contrapposizione”. “Il confronto è necessario e utile. Se questo è l’approccio ci sono ottime ragioni per confrontarci con la forza delle idee che ciascuno legittimamente rivendica”.
    “Ringrazio tutta la Cgil dell’invito anche chi mi contesta con slogan efficaci, ho visto ‘pensati sgradita’: non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica”, ha detto la premier commentando una frase riportata su un vestito che la nota influencer ha indossato al festival di Sanremo

    Il fisco”Lavoriamo per consegnare agli italiani una riforma complessiva che riformi l’efficienza della struttura delle imposte, riduca il carico fiscale e contrasti l’evasione fiscale, che semplifichi gli adempimenti e crei un rapporto di fiducia fra Stato e contribuente”, ha detto la premier parlando della riforma fiscale. “Vogliamo usare la leva fiscale come strumento di crescita economica, una riforma che guarda con molta attenzione al lavoro, con interventi sui redditi medio bassi e novità per i dipendenti”.
    “Noi veniamo da un mondo in cui ci si è detto che la povertà si poteva abolire per decreto. Che il lavoro si poteva creare per decreto. Se fosse così dovrebbe essere lo stato a creare ricchezza, non è così. La ricchezza la creano le aziende con i loro lavoratori. Lo stato deve creare regole giuste e redistribuire. Mettere aziende e lavoratori nelle condizioni di creare ricchezza che si riverbererà su tutti”.
    La riforma fiscale varata ieri dal Consiglio dei ministri, ha sottolineato Meloni, “si concentra sui più fragili, sul ceto medio”.
    Le violenze”Inaccettabile l’attacco di estrema destra alla Cgil”. “Credevamo che il tempo della contrapposizione ideologica feroce fosse alle nostre spalle e invece in questi mesi, purtroppo, mi pare che siano sempre più frequenti segnali di ritorno alla violenza politica, con l’inaccettabile attacco degli esponenti di estrema destra alla Cgil” e le azioni “dei movimenti anarchici che si rifanno alle Br”, ha detto Meloni.
    “Voglio ricordare Biagi, fra due giorni ricorre l’anniversario dell’assassinio da parte delle Br, un uomo che ha pagato con la vita. Il sindacato è sempre stato impegnato nella lotta al terrorismo, credevamo che il tempo della contrapposizione ideologica feroce fosse alle nostre spalle e invece, in questi mesi, purtroppo mi pare che siano sempre più frequenti i segnali di ritorno alla violenza politica”, ha proseguito Meloni. “E’ necessario che tutte le forze politiche, sindacati e corpi intermedi combattano insieme contro questa deriva”.
    Il lavoro”Per far crescere l’occupazione bisogna far ripartire l’economia, liberare le energie migliori dell’Italia. È la base della riforma fiscale che il Cdm ha approvato ieri con un legge delega, frettolosamente bocciata da alcuni”, ha dichiarato Meloni nel suo intervento.
    Meloni ha detto di aver letto la relazione di Landini al quale ha fatto i complimenti “per la sua tempra” visto che “ha parlato due ore senza mai prendere neanche un bicchiere d’acqua”, “confesso – ha dichiarato – che io non ne sarei mai stata capace”. “Dicono che la Cgil non sia una sindacato d’opposizione – osserva – figuriamoci se lo fosse visto che in due ore di relazione non ho trovato nulla di quello che ha fatto il governo”. “Partiamo da un dato e cioè che l’Italia fa registrate un tasso di disoccupazione del 58,2%, un gap che continua ad aumentare. La situazione peggiora se si considera quella femminile che registra 14 punti in meno”. “I salari sono bloccati da 30 anni – ha proseguito – dato scioccante perché l’Italia ha salari più bassi di prima del ’90 quando non c’erano ancora i telefonini. In Germania e Francia sono saliti anche del 30%. Significa che le soluzioni individuate sinora non sono andate bene e che bisogna immaginare una strada nuova che è quella di puntare tutto sulla crescita economica”.
    No al salario minimo, ma si all’estensione della contrattazione collettiva. E’ questa la soluzione che ha indicato Meloni per affrontare anche la questione dei salari bassi. “Il reddito di cittadinanza ha fallito gli obiettivi per cui era nato perché a monte c’è un errore: mettere nello stesso calderone chi poteva lavorare e chi non poteva lavorare, mettendo insieme politiche sociali e politiche attive del lavoro”.
    “Non ci devono essere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Chi merita la delega sindacale e chi no”. “Uno dei grandi temi – ha proseguito – sui quali possiamo provare a lavorare insieme è un sistema di ammortizzatori sociali universale che tuteli allo stesso modo chi perde il lavoro, sia esso un lavoratore autonomo, dipendente, o cosiddetto atipico. Dare a tutti le migliori garanzie possibili ma che siano le stesse. Garantire gli stessi diritti. Non garantire una cittadella di garantiti”.
    “Stiamo affrontando la glaciazione demografica, per affrontare questo problema, penso che la sfida sia quella di un piano economico e culturale, imponente, per rilanciare la centralità della famiglia”, ha affermato Meloni. L’obiettivo è partire “dal sostegno al lavoro femminile, agli incentivi a chi assume donne e neo mamme, con strumenti di conciliazione casa-lavoro e una tassazione che torni a tenere conto alla composizione del nucleo familiare”.
    “Confido che nei prossimi anni possano anche aprirsi settori nuovi legati alle strategie anche industriali che stiamo creando. C’è stata una mancanza di visione in questo senso che ha frenato l’Italia e che ci ha legato troppo ad alcuni Paesi”, ha detto la premier spiegando che “intendiamo invece trasformare l’Italia nell’hub di approvvigionamento energetico d’Europa, del Mediterraneo, con il piano Mattei che è un modello di collaborazione non predatoria e per aiutare i paesi africani a vivere bene”. Il piano Mattei, assicura “è la risposta più umana contro l’immigrazione”.
    La riforma presidenzialista”Se in passato non c’è stata un chiara scelta su politiche industriale è perché la politica ha avuto un orizzonte breve. Una politica industriale di lungo periodo non può essere accompagnata da governi che durano qualche mese. Non ci rendiamo conto di quanto abbiamo pagato in questi anni la nostra instabilità politica, in termini di affidabilità internazionale, in termini di concentrazione delle energie e delle risorse su grandi obiettivi strategici. Questa è la ragione per cui continuo a essere certa che una riforma in senso presidenzialista, o comunque un elezione diretta del vertice dell’esecutivo, sia, per rispetto della volontà popolare ma anche per stabilità, una delle più potenti misure di sviluppo che possiamo immaginare per questa nazione”, ha detto Meloni.
    LANDINI: ASCOLTARE PER ESSERE ASCOLTATIRingrazio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per aver accettato l’invito a partecipare al congresso, lo considero un elemento di rispetto per l’organizzazione importante che siamo. Vogliamo essere non spettatori ma protagonisti del cambiamento”.. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, prima di lasciare il palco alla premier.
    “Voglio solo dire due cose, stiamo per vivere un momento molto importante di questo congresso. Abbiamo scelto di fare un congresso aperto e di voler parlare con tutti, imparando anche ad ascoltare. L’ascolto è importante per noi e anche per chi ha idee diverse da nostre. Chiedere di ascoltare è chiedere anche di essere ascoltati”, ha evidenziato Landini.
    I PRECEDENTILa presenza di Meloni a Rimini arriva a quasi trent’anni di distanza dall’ultima volta in cui un presidente del Consiglio ha preso parte a un congresso della Cgil.L’ultima volta era stato Romano Prodi nel 1996, ai tempi dell’Ulivo, prima di lui Bettino Craxi nel 1986 e Giovanni Spadolini nel 1981. Nel 2010 intervenne Gianni Letta a nome del governo Berlusconi.

    Prodi al congresso della Cgil nel 1996

    IL PRESIDIOIl gruppo di minoranza interna alla Cgil in presidio davanti all’ingresso del Palacongressi di Rimini per la presenza della premier Giorgia Meloni, attesa più tardi all’assise sindacale. Espongono alcuni striscioni “Meloni: non in nostro nome. Cutro: strage di Stato”. Per terra tanti peluche che poi, spiega la portavoce Eliana Como, “vogliamo portare in sala e mettere nelle prime file davanti al palco. Quando parlerà Meloni, usciremo in silenzio, forse intonando Bella ciao”. Intanto la cantano nel piazzale davanti all’ingresso. Una quarantina i presenti al presidio. Il presidio ha iniziato a sciogliersi poco prima delle 10, per il via ai lavori della terza giornata del congresso della Cgil. L’intervento di Meloni è in programma alle 12. Alcuni presenti, molti delegati eletti con il documento di minoranza “Le radici del sindacato”, prima di entrare stanno prendendo i peluche per portarli in sala e sistemarli lì. “Ma non si tirano i peluche”, ammonisce Como.

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    Mattarella: “Costituzione, inno e bandiera i riferimenti che ci guidano”

    “Viviamo oggi, con il conflitto scatenato dalla Federazione Russa in territorio ucraino, un’aperta minaccia che ci impone una ferma risposta unitaria in seno alla comune identità europea e atlantica, affinché venga posta fine ai combattimenti e si raggiunga un duraturo accordo di pace”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio in occasione dell’anniversario dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera.
    Mattarella si è recato all’Altare della Patria. Con lui – tra gli altri – il presidente del Senato, Ignazio La Russa, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e la presidente della Corte Costituzionale, Silvana Sciarra. Il capo dello Stato ha deposto una corona d’alloro sulla tomba del Milite Ignoto.
    Meloni celebra l’Unità d’Italia, “Auguri al popolo fiero della Patria”
    “La Repubblica, in innumerevoli prove e, da ultimo, durante la pandemia, ha confermato sentimenti di unità e coesione stringendosi ai valori costituzionali. Gli stessi che, ispirando la nostra società, garantiscono le risorse morali necessarie a fronteggiare le sfide complesse che la contemporaneità ci mette innanzi”, afferma Mattarella nel messaggio.
    “La Repubblica, in innumerevoli prove e, da ultimo, durante la pandemia, ha confermato sentimenti di unità e coesione stringendosi ai valori costituzionali. La Costituzione, l’Inno degli italiani e la Bandiera sono i riferimenti che ci guidano nell’impegno comune di consolidare un’Italia fondata su pace, libertà e diritti umani” prosegue il capo dello Stato.
    “Celebriamo oggi – prosegue il Capo dello Stato – l’anniversario dell’Unità d’Italia, che è “Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”. 162 anni fa, sotto il Tricolore, con i plebisciti popolari si espressero la sovranità e la volontà che, attraverso l’opera risorgimentale, avevano portato alla costituzione dello Stato italiano. Il primo pensiero va alle generazioni che hanno accompagnato questo traguardo, a quanti, con il loro operato, hanno contribuito alla nascita e alla crescita del nostro Paese, promuovendo quei valori di civile convivenza, quegli ideali di libertà e democrazia, di pace e di partecipazione allo Stato di diritto e alla comunità internazionale, che hanno trovato consacrazione nella nostra Costituzione. Viviamo oggi, con il conflitto scatenato dalla Federazione Russa in territorio ucraino, un’aperta minaccia a questi valori che ci impone una ferma risposta unitaria in seno alla comune identità europea e atlantica, affinché venga posta fine ai combattimenti e si raggiunga un duraturo accordo di pace”. “La Repubblica – conclude Mattarella – in innumerevoli prove e, da ultimo, durante la pandemia, ha confermato sentimenti di unità e coesione stringendosi ai valori costituzionali. Gli stessi che, ispirando la nostra società, garantiscono le risorse morali necessarie a fronteggiare le sfide complesse che la contemporaneità ci mette innanzi. La Costituzione, l’Inno degli italiani e la Bandiera sono i riferimenti che ci guidano nell’impegno comune di consolidare un’Italia fondata su pace, libertà e diritti umani”.
    Meloni: unità, Costituzione e inno fondamento della nostra comunità “Oggi l’Italia celebra la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera, le fondamenta robuste sulle quali la nostra comunità si erge e dalle quali essa prende ispirazione”. Lo afferma in una nota la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Il 17 marzo di 162 anni fa iniziava il cammino dell’Italia come Stato unitario e si realizzava l’auspicio di un giovane genovese, visionario e ribelle, come Goffredo Mameli: poter vedere gli italiani non più “calpesti e derisi” e “divisi”, bensì raccolti in “un’unica bandiera”. Il 17 marzo è la solennità nazionale più unificante che abbiamo e nel corso della quale quale siamo chiamati a ricordare le ragioni del nostro stare insieme. Perché, come ha spiegato Ernest Renan, la Nazione è una “grande solidarietà, un plebiscito che si rinnova ogni giorno e che si fonda sulla dimensione dei sacrifici compiuti e di quelli che ancora siamo disposti a compiere”. Questa è la sfida che abbiamo davanti, è l’impegno che dobbiamo onorare ogni giorno: riannodare i fili di ciò che ci unisce e riscoprirci una comunità. Solo così possiamo liberare le migliori energie della Nazione e dimostrare che nessuna meta è preclusa all’Italia. Buon 17 marzo a tutti gli italiani!”

    Agenzia ANSA

    Con la proposta di legge che chiede di istituire il 17 marzo come festa nazionale dell’unità d’Italia, Fratelli d’Italia spera che il 17 marzo del 2024 si possa già festeggiare. (ANSA)

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    FdI: speriamo di festeggiare l'unità d'Italia già il 17 marzo 2024

    Con la proposta di legge che chiede di istituire il 17 marzo come festa nazionale dell’unità d’Italia, Fratelli d’Italia spera che il 17 marzo del 2024 si possa già festeggiare. A dirlo è il deputato di FdI, Giovanni Donzelli nella conferenza stampa organizzata nella sede nazionale del partito, in via della Scrofa. “Speriamo di calendarizzarla in tempo per celebrare la data già il prossimo anno”, ha detto a proposito del disegno di legge depositato in entrambi i rami del Parlamento in ricordo del giorno del 1861 in cui fu proclamato il Regno d’Italia.
    Come ha poi ricordato il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti, il provvedimento era stato presentato nella precedente legislatura dall’allora deputata Giorgia Meloni e ora riproposto, anche sulla scia dell’intenzione dichiarata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa nel suo discorso di insediamento nell’ottobre scorso. “Quella proposta non fu mai discussa. Ora l’abbiamo riproposta augurandoci migliore fortuna”, ha aggiunto.
    Per il capogruppo al Senato, Lucio Malan, “questa proposta di legge colma un vuoto perché tutte le nazioni, di recente indipendenza o unificazione, hanno una festa che celebra l’unità. In Italia non c’era, abbiamo altre importanti festività nazionali ma questa mancava”. Tre in tutto gli articoli della proposta, che prevede anche l’organizzazione di “iniziative e incontri celebrativi in tutte le scuole per informare e riflettere su quanto successo, oltre che studi e convegni.
    Ai cronisti che chiedevano perché solo la destra ha lanciato l’iniziativa, Foti ha risposto: “Perché la destra evidentemente, e FdI in particolare, non solo ricordano la storia d’Italia ma soprattutto hanno a mente l’importanza della unità nazionale e della identità nazionale”. Infine sollecitato sul perché non sia sufficiente, come festa nazionale, quella del 25 Aprile, Foti ha concluso: “Una festa non esclude l’altra, così come il 4 novembre non esclude le feste del 17 marzo e del 25 Aprile”.

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    Khaby Lame il testimonial della campagna #UniciDiversiUguali

    (ANSA) – ROMA, 17 MAR – Un gesto semplice che ha fatto il
    giro del mondo lasciando che sia l’evidenza dei fatti a parlare.   
    E’ il gesto, ormai famoso, del TikToker e influencer Khaby Lame
    che lo ha messo al servizio di una causa importante con il suo
    sorriso, la sua autenticità, l’ironica leggerezza. Khaby ha,
    infatti, scelto di essere il testimonial della campagna
    istituzionale, #UniciDiversiUguali, voluta dalla ministra per la
    Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Maria
    Roccella per celebrare la Giornata Internazionale per
    l’eliminazione della discriminazione razziale che l’Onu ha
    istituito per ricordare il massacro di Sharpeville del 21 marzo
    del 1960, in Sudafrica, quando, in pieno apartheid, la polizia
    ha aperto il fuoco su un gruppo di dimostranti di colore
    uccidendone 69 e ferendone 180.   
    Diffuso sulle reti Rai, radio e tv, oltre che sui social a
    partire dal 20 marzo, lo spot è ideato e realizzato dal
    Dipartimento per l’informazione e l’editoria guidato dal
    sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alberto Barachini.   
    #UniciDiversiUguali pone l’accento sull’unicità di ognuno di
    noi, che si esprime attraverso il nostro carattere; sulla
    diversità, che si manifesta nelle nostre preferenze, musicali o
    sportive, e, nello stesso tempo, su ciò che ci accomuna,
    l’essere umani. Tre evidenze, l’unicità, la diversità e
    l’uguaglianza che Khaby Lame sottolinea con la forza del suo
    gesto.   
    “Stagione preferita? Carattere? Genere musicale preferito?
    Sport preferito?”, sono le domande cui risponde ciascuno dei
    protagonisti che, poi, intonano all’unisono lo slogan della
    campagna, ‘Unici. Diversi. Uguali’, prima di lasciare spazio al
    testimonial Khaby Lame, mentre una voce fuori campo dà le
    informazioni utili sul tema: “Se sei testimone o vittima di atti
    discriminatori chiama 800901010 o consulta www.unar.it”, il sito
    dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del
    Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei
    Ministri, che dal 20 marzo dedica iniziative ed eventi ad hoc
    per tutta la settimana. (ANSA).   

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    Meloni, inaccettabile l'attacco dell'estrema destra alla Cgil

    (ANSA) – ROMA, 17 MAR – “Credevamo che il tempo della
    contrapposizione ideologica feroce fosse alle nostre spalle e
    invece in questi mesi, purtroppo, mi pare che siano sempre più
    frequenti segnali di ritorno alla violenza politica, con
    l’inaccettabile attacco degli esponenti di estrema destra alla
    Cgil” e le azioni “dei movimenti anarchici che si rifanno alle
    Br”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al congresso della
    Cgil, a Rimini. (ANSA).