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    Cirielli: “Se la madre è condannata e in carcere si tolga la patria potestà”

    Si riaccende lo scontro tra maggioranza e opposizioni sulle detenute madri, con la proposta di Cirielli per togliere la patria potestà alle madri condannate.
    “Se una madre viene condannata e finisce in carcere le si deve togliere la patria potestà, visto che se si va in carcere vuol dire che si è commesso un reato grave punibile con almeno 5 anni. Diverso invece il disorso per la madre che è in carcere per custodia cautelare. In quel caso va bene la detenzione attenuata che può essere trascorsa o negli Icam o nelle case famiglia”, ha detto il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli (Fdi) commentando così la proposta di legge presentata ieri dalla Lega dopo lo scontro con il Pd sulle madri detenute in carcere.
    “Non conosco nel dettaglio la pdl della Lega – osserva Cirielli – occupandomi io ora di Esteri e non più di giustizia, ma quello della patria potestà tolta alle condannate era oggetto di un mio progetto di legge presentato nella scorsa legioslatura. Una posizione che comunque mi sento di confermare anche oggi”.
    Il primo a replicare al viceministro è Matteo Renzi. “Togliere la patria potestà alle madri condannate significa capire poco di diritto ma significa soprattutto non capire nulla di umanità. I membri del governo Meloni devono smetterla con queste uscite da bar e pensare a governare, se ci riescono”.
    “Fratelli d’Italia continua ad accanirsi contro i bambini. Oggi Cirielli vuole togliere la patria potestà alle madri detenute. Quindi una donna che sbaglia, oltre la pena, deve perdere i figli, rendendo di fatto un bambino orfano della madre. Siamo alla follia”, commenta su Twitter Alessandro Zan, deputato Pd e relatore della proposta di legge sulle detenute madri.
    “Vogliono togliere la patria potestá alle madri in carcere per legge, abolire il reato di tortura e chi più ne ha più ne metta: la classe dirigente di Fdi è disarmante, la presidente Meloni li fermi, è inaccettabile”, scrive su Twitter Raffaella Paita, capogruppo di Azione-Italia Viva al Senato.

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    Fi: Barelli nuovo capogruppo Camera, Ronzulli resta al Senato

    “Al fine di arrivare pronti alle prossime elezioni europee, con una squadra coesa e radicata su tutto il territorio nazionale, ho ritenuto di nominare al fianco di Anna Maria Bernini, Alessandro Cattaneo quale Vice Coordinatore Nazionale di Forza Italia con la delega alla organizzazione territoriale del partito .In virtù di tale lavoro, che ci vedrà impegnati quotidianamente per sostenere le nostre battaglie in vista dell’importante appuntamento con le elezioni europee, indico quale nuovo Capogruppo alla Camera Paolo Barelli e confermo quale Capogruppo al Senato la Sen. Licia Ronzulli”. Lo scrive in una nota Silvio Berlusconi.
    Ronzulli, riconfermata al Senato, perde però il coordinamento della Lombardia. Al suo posto, si legge nella nota di Berlusconi, viene nominato il forzista Alessandro Sorte.
    “Per dare pieno supporto al lavoro” che attende Forza Italia in vista delle elezioni europee “con una squadra coesa e radicata su tutto il territorio nazionale”, Silvio Berlusconi ha provveduto a nominare sette nuovi Coordinatori Regionali. Si tratta: – Per la Basilicata: Sen. Maria Elisabetta Casellati; – per l’Emilia Romagna: On. Rosaria Tassinari; – per la Lombardia: On. Alessandro Sorte; – per il Molise: Sen. Claudio Lotito; – per la Sicilia: Dott. Marcello Caruso; – per la Toscana: Dott. Marco Stella; – per il Veneto: On. Flavio Tosi.   

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    Fosse Ardeatine, Meloni: “335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”. Anpi e opposizioni attaccano

    Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, seguito dal ministro della Difesa Guido Crosetto, ha reso omaggio alle vittime nel giorno del 79esimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. È così iniziata la cerimonia, alla presenza del Capo dello Stato. Sul palco, tra gli altri, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la vice presidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli.

    Nell’assoluto silenzio, con molta commozione dei familiari presenti, sono stati scanditi tutti i 335 nomi delle vittime della strage nazista delle Fosse Ardeatine durante la cerimonia al Mausoleo. Sullo schermo i volti in bianco e nero dei martiri. Il silenzio è poi esploso, alla termine della lettura del lungo elenco, in un applauso. Mattarella, con le altre istituzioni presenti, ha deposto una corona di alloro sulla lapide in omaggio ai martiri e, alla conclusione della cerimonia, ha visitato le grotte e il sacrario.
    Ma è polemica sulle parole del messaggio della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “Oggi l’Italia onora le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Settantanove anni fa 335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell’attacco partigiano di via Rasella – ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un messaggio nell’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine -. Una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani. Spetta a tutti noi – Istituzioni, società civile, scuola e mondo dell’informazione – ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944. La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno”. 
    “La presidente del Consiglio ha affermato –  nota il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo  – che i 335 martiri delle Fosse Ardeatine sono stati uccisi ‘solo perché italiani’. È opportuno precisare che, certo, erano italiani, ma furono scelti in base a una selezione che colpiva gli antifascisti, i resistenti, gli oppositori politici, gli ebrei. È doveroso aggiungere che la lista di una parte di coloro che, come ha affermato Giorgia Meloni, sono stati ‘barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste’, è stata compilata con la complicità del questore Pietro Caruso, del ministro dell’interno della repubblica di Salò Guido Buffarini Guidi, del criminale di guerra Pietro Koch, tutti fascisti”.
    “Siamo apartitici e non usiamo commentare le dichiarazione del presidente del Consiglio. Ma la storia dice che questo eccidio è stato compiuto dai tedeschi con la piena collaborazione dei fascisti che hanno stilato una lista di 50 nomi, dove c’era anche mio nonno Pilo Albertelli. Oltre questo, presero ebrei e antifascisti”. Lo dice all’ANSA il presidente dell’Associazione nazionale famiglie italiane martiri (Anfim), Francesco Albertelli. “La storia è questa: mio nonno assieme ad altre 50 persone alle Fosse Ardeatine è stato mandato dai fascisti”, ha sottolineato Albertelli.
    “No presidente Meloni: 335 persone non furono trucidate dai nazifascisti alle Fosse Ardeatine solo perché erano italiani – ha scritto su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra -. Perché erano italiani ed antifascisti, ebrei, partigiani. Un giorno o l’altro riuscirà a scrivere quella parola? ANTIFASCISTA”. 
    Su Twitter Chiara Braga, deputata Pd e segretaria di Presidenza della Camera, che scrive: “335 martiri in una cava poco lontano dalle case. Non perché italiani ma perché partigiani, politici, ebrei, dissidenti, insieme a tante donne e uomini liberi, uccisi per rappresaglia. La notte più buia della violenza nazifascista. Mai più”. 
    “Le 335 vite spente alle Fosse Ardeatine erano di italiani, certamente, trucidati dalle truppe d’occupazione naziste alleate di altri italiani rinserrati a Salò, sede della Repubblica sociale guidata da Benito Mussolini. Quelle vite erano state prelevate da un braccio di Regina Coeli dove erano stati rinchiusi antifascisti, liberali, ebrei,dissidenti. È la storia. Rimuoverla o distorcerla equivale a negarla. La presidente Meloni ha perso un’altra occasione per pacificare e pacificarsi. Gli rimane il 25 aprile, ma, ancora di più, il 2 giugno, che del 25 aprile fu il frutto più maturo e rigoglioso. Provi qualche volta a sostituire la Nazione con la Repubblica: scoprirà tutta un’altra storia’, afferma la deputata di Azione Daniela Ruffino.
    Da Bruxelles, al vertice Ue, la premier risponde ad una domanda sulle polemiche: “Li ho definiti italiani, che vuol dire che gli antifascisti non sono italiani? Sono stata onnicomprensiva…”. 
    Gualtieri: “C’è il dovere di coltivare la memoria””Una cerimonia toccante. Uno degli eccidi più drammatici e tragici della nostra storia in cui tutta la violenza del nazifascismo si è scatenata contro cittadini di cui abbiamo visto i nomi e i volti scorrere con le loro foto. È stato un momento davvero toccante”: così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, a margine della cerimonia in ricordo dei martiri delle Fosse Ardeatine al 79esimo anniversario dell’eccidio. “Abbiamo il dovere di coltivare e praticare la memoria, di onorare i caduti della tragica pagina delle stragi del nazifascismo – ha sottolineato Gualtieri -. Oggi la presenza del Capo dello Stato ha dato un grandissimo rilievo. Noi come amministrazione siamo impegnati nella cura di questo luogo: una politica arriva della memoria”.
    La Russa: “Tra le pagine più brutali della storia””Oggi l’Italia rende omaggio a 335 vite spezzate dalla furia nazista. Ricordare e tramandare la memoria dell’eccidio delle Fosse Ardeatine è un dovere di tutti perché quanto avvenne il 24 marzo 1944 rappresenta una delle pagine più brutali e vergognose della nostra storia”. Così il presidente del Senato Ignazio La Russa.
    Tajani: “Tenere viva la memoria combattendo l’odio””79 anni fa, 335 italiani tra prigionieri politici, dissidenti, ebrei e militari vennero uccisi per rappresaglia dai nazisti. Teniamo viva la memoria di quel martirio continuando a combattere odio, violenza e discriminazioni”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

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    Podolyak conferma, 'a Bakhmut prepariamo la controffensiva'

     Da Bakhmut “non ci ritiriamo”. Lo ha ribadito in un’intervista all’ANSA Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, spiegando che “ci sono battaglie abbastanza intense in tutte le direzioni, allo stesso tempo noi stiamo compiendo lì una missione importante, stiamo eliminando il resto delle forze russe, quelli che sono ancora in grado di combattere. Ma stiamo anche accumulando le nostre risorse e stiamo completando le nuove brigate per la controffensiva”. E conferma: “Sì, si stanno studiando possibili scenari previsti dalla stato maggiore, di cui non possiamo ovviamente dare dettagli, ma ci sono. E noi ci prepariamo in due sensi: da una parte ci difendiamo e dall’altro ci prepariamo per la controffensiva”. (ANSA).   

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    Cirielli,se la madre è condannata si tolga la patria potestà

    (ANSA) – ROMA, 24 MAR – “Se una madre viene condannata e
    finisce in carcere le si deve togliere la patria potestà, visto
    che se si va in carcere vuol dire che si è commesso un reato
    grave punibile con almeno 5 anni. Diverso invece il disorso per
    la madre che è in carcere per custodia cautelare. In quel caso
    va bene la detenzione attenuata che può essere trascorsa o negli
    Icam o nelle case famiglia”. Il viceministro degli Esteri
    Edmondo Cirielli, commenta così la proposta di legge presentata
    ieri dalla Lega dopo lo scontro con il Pd sulle madri detenute
    in carcere. “Non conosco nel dettaglio la pdl della Lega –
    osserva Cirielli – occupandomi io ora di Esteri e non più di
    giustizia, ma quello della patria potestà tolta alle condannate
    era oggetto di un mio progetto di legge presentato nella scorsa
    legioslatura. Una posizione che comunque mi sento di confermare
    anche oggi”. (ANSA).   

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    Bersani: “Rientrerò nel Pd ma in punta di piedi”

    (ANSA) – TRIESTE, 24 MAR – “Penso che entrerò” nel Pd “ma in punta di piedi”. Lo ha detto all’ANSA Pierluigi Bersani, a margine di un incontro elettorale a Cervignano (Udine).    “Bisogna proseguire la fase di apertura che si è avviata – ha precisato – e mostrarsi più generosi nel costruire un’alternativa a questa destra”.   

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    Cucchi, mi appello a Capo Stato,giù le mani da reato tortura

    (ANSA) – ROMA, 24 MAR – La senatrice di Sinistra
    Italiana-Alleanza Verde Ilaria Cucchi si appella al capo dello
    Stato affinché non si cancelli dall’ ordinamento l’aggaravante
    del reato di tortura “come invece intende fare Fratelli
    d’Italia” con una pdl depositata alla Camera e assegnata in
    Commissione Giustizia. “E’ notizia di queste ore la sospensione
    di 23 agenti del carcere di Biella accusati dalla magistratura
    di tortura di Stato nei confronti di 3 detenuti e nelle stesse
    ore veniamo a conoscenza dell’ assegnazione in Commissione
    Giustizia della Camera di una proposta di legge di Fdi che vuole
    abrogare la tortura. Questo è un fatto gravissimo. Sostenere che
    la tortura in Italia non esista è una bugia. Far finta di niente
    e voltarsi dall’altra parte è già questa una violazione dei
    diritti umani e lo so perchè l’ho provata sulla mia pelle. Più
    di un giudicie, prima dell’introduzione di questa legge si è
    trovato a non poter procedere perché la legge non esisteva.   
    Abbiamo lottato per la sua introduizione e ora rivolgo un
    appello a tutte le forze politiche soprattutto al presidente
    della Repubblica: giù le mani dalla legge che punisce la
    tortura”, dichiara la senatrice che aggiunge: “Chi ha paura del
    reato di tortura legittima la tortura”. (ANSA).   

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    Meloni ringrazia amb.Benassi, ora buon lavoro a Celeste

    (ANSA) – ROMA, 24 MAR – “Desidero ringraziare l’ambasciatore
    Pietro Benassi, al suo ultimo Consiglio europeo nelle funzioni
    di Rappresentante permanente d’Italia presso l’UE. Un ottimo
    diplomatico ed un vero servitore dello Stato. Buon lavoro al
    Rappresentante Permanente designato Vincenzo Celeste”.   
    Lo scrive su twitter la presidente del Consiglio Giorgia
    Meloni. (ANSA).