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    Meloni difende la riforma degli appalti e le norme sul fisco

    (ANSA) – ROMA, 31 MAR – La premier Giorgia Meloni difende la
    riforma degli appalti e le norme sul fisco. “Nell’ultimo
    consiglio dei ministri abbiamo approvato la modifica del codice
    degli appalti, altra grande e importante riforma attesa da
    tempo: la finalità è banale, fare le opere, bene, in modo
    accettabile combattendo le ruberie ma senza bloccare
    all’infinito quello che c’è da fare”, dice nella rubrica social
    ‘Gli appunti di Giorgia’. Non solo. La soglia per gli
    appalti” senza gara a 150mila euro è norma “del governo a guida
    5s di Conte e confermata dal governo Draghi. Abbiamo solo
    confermato e reso stabile una norma che altrimenti sarebbe
    cessata nel 2023”, osserva replicano alle critiche. Stessa
    difesa per quanto riguarda lo scudo penale per i reati fiscali:
    “L’opposizione dice che abbiamo introdotto un condono tributario
    penale ma è falso, noi condoni non ne facciamo”. (ANSA).   

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    'Via Rasella una pagina non nobile'. Un caso su La Russa

    (ANSA) – ROMA, 31 MAR – “Via Rasella è stata una pagina
    tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una
    banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS,
    sapendo benissimo il rischio di rappresaglia su cittadini
    romani, antifascisti e non”: lo ha detto il presidente del
    Senato Ignazio La Russa a Terraverso, podcast di Libero,
    scatenando la reazione delle opposizioni.   
    “Parole indecenti, inaccettabili per il ruolo che ricopre”, ha
    replicayo la segretaria del Pd Elly Schlein; per la
    vicecapogruppo del M5s a Montecitorio, Vittoria Baldino, “la
    vera sfida è non farsi trascinare in questi biechi tentativi di
    distrazione dai problemi reali”. Anche se le dichiarazioni del
    presidente del Senato sono comunque considerate “revisioniste”,
    come dice il capogruppo cinquestelle alla Camera Francesco
    Silvestri. Caustico Carlo Calenda: “Sono ammirato dalla
    determinazione con cui La Russa sta riuscendo a dimostrare ogni
    giorno la sua inadeguatezza come presidente del Senato”, scrive
    su Twitter il leader di Azione. (ANSA).   

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    Meloni: “Cose false sul fisco, noi condoni non ne facciamo”

    Nel decreto bollette “c’è anche una norma che adegua alla nostra tregua fiscale le norme penali, si è fatta molta confusione, l’opposizione dice che abbiamo introdotto un condono tributario penale, è falso, noi condoni non ne facciamo”. Così la premier Giorgia Meloni nella rubrica social ‘Gli appunti di Giorgia”. “Con la tregua fiscale è prevista la rateizzazione e adeguiamo questa norma stabilendo che il processo rimane sospeso fino a quando l’agenzia delle entrate non dice che le rate le stai pagando regolarmente”.
    Il “primo obiettivo” della legge delega sul fisco è quello di “abbassare le tasse per tutti con particolare attenzione ai redditi bassi e medi, con una progressiva riduzione delle aliquote Irpef”, afferma Meloni. “Abbiamo licenziato la legge delega, una cornice e abbiamo 24 mesi massimo per completarla: alla fine avremo un fisco completamente nuovo dopo 50 anni, praticamente l’ultima riforma è stata fatta prima che io nascessi”. 
    LA RUBRICA SOCIAL ‘GLI APPUNTI DI GIORGIA’

    “Nell’ultimo consiglio dei ministri abbiamo approvato la modifica del codice degli appalti altra grande e importante riforma attesa da tempo: la finalità è banale, fare le opere, bene, in modo accettabile combattendo le ruberie ma senza bloccare all’infinito quello che c’è da fare”, afferma Meloni.
    “La soglia per gli appalti” senza gara a 150mila euro è norma “del governo a guida 5s di Conte e confermata dal governo Draghi. Abbiamo solo confermato e reso stabile una norma che altrimenti sarebbe cessata nel 2023”, aggiunge Meloni.
    “Il governo ha stanziato oltre un miliardo di euro per limitare l’impatto del payback e per rafforzare i pronto soccorso perché scene di degrado, abbandono, confusione che a volte vediamo non sono tollerabili, abbiamo deciso di aumentare gli stipendi e gli straordinari per i medici del pronto soccorso”.

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    Papa: notte tranquilla al Gemelli, proseguono terapie

    (ANSA) – ROMA, 31 MAR – Notte tranquilla nell’appartamento al
    decimo piano del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”,
    dove da mercoledì pomeriggio papa Francesco è ricoverato a causa
    di una “bronchite su base infettiva”, per la quale viene
    sottoposto a “una terapia antibiotica su base infusionale”, ha
    fatto sapere ieri lo staff medico che lo segue.   
    “Anche la notte scorsa è trascorsa serenamente”, trapela
    dagli ambienti della Santa Sede, mentre fonti informate parlano
    di una “situazione davvero tranquilla e tranquillizzante”. Nella
    tarda mattinata si dovrebbe avere un aggiornamento ufficiale
    sulle condizioni del Papa, che risponde già bene alle terapie
    con “un netto miglioramento”. (ANSA).   

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    Il Wsj: 'Il gran giurì esamina il pagamento di Trump a una coniglietta di Playboy'

    Le autorità di Manhattan che stanno indagando sul pagamento di Donald Trump alla pornostar Stormy Daniels stanno esaminando anche il pagamento da 150.000 dollari a una ex modella di Playboy che ha detto di aver avuto una relazione con l’ex presidente. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali la procura ha chiesto ai testimoni presentati al gran giurì anche del pagamento a Karen McDougal, coniglietta di Playboy nel 1998, che ha sostenuto di aver avuto una relazione di 10 mesi con Trump nel 2006.
    Il caso di McDougal era emerso con forza durante la campagna del 2016 anche grazie a una registrazione audio in cui Trump aveva discusso con il suo allora legale Michael Cohen del pagamento all’ex coniglietta di Playboy, che affermava di avere avuto una relazione con Trump dal 2006 al 2007, quando Melania era incinta e diede alla luce Barron Trump.
    Nell’audio si sentiva l’ex presidente dire di pagarla in contanti per acquistare i diritti della sua storia così da scongiurare un possibile scandalo sessuale che avrebbe minacciato la sua corsa alla Casa Bianca. Un ruolo chiave nella vicenda McDougal lo ha avuto David Pecker, l’editore (amico di Donald Trump) del National Enquirer. Proprio Pecker è comparso in almeno due occasioni davanti al gran giurì.

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    Superbonus: fiducia alla Camera, ecco le novità

    Sei mesi in più per ottenere il 110% sui lavori delle villette, sconto in fattura e cessione del credito ancora possibili per chi deve installare una caldaia o degli infissi nuovi, compensazione dei crediti incagliati con i titoli di Stato.
    Sono alcune delle novità introdotte dal Parlamento al decreto Superbonus che, dal 17 febbraio, ha bloccato i meccanismi di sconto e cessione per tutte le agevolazioni edilizie, lasciando però qualche spazio alle modifiche sulle quali è stata votata la fiducia alla Camera.  

    Agenzia ANSA

    Tutte le novità del testo pronto per la fiducia alla Camera (ANSA)

       
    Ecco le novità più importanti.
    * STOP ALLO SCONTO IN FATTURA E ALLE CESSIONI: la data spartiacque rimane come previsto il 17 febbraio: dall’entrata in vigore del decreto le operazioni che hanno permesso di effettuare i lavori senza tirare fuori un euro di tasca sono vietate. Proprio le cessioni hanno infatti garantito ai bonus un successo indiscutibile ma hanno anche fatto lievitare i costi per lo Stato e proliferare le frodi.
    * LE ECCEZIONI, DAL SISMABONUS ALLE CASE POPOLARI: Fatta la norma sono arrivate le deroghe. Ad essere esclusi dallo stop alle cessioni saranno innanzitutto i bonus per la rimozione delle barriere architettoniche, così come quelli sugli immobili danneggiati dall’alluvione nelle Marche e dai terremoti. Eccezione anche per Iacp, onlus e cooperative di abitazione. Lo stop non toccherà nemmeno i lavori di riqualificazione urbana.
    * SOLUZIONE ANCHE PER GLI INFISSI E LE CALDAIE: Alla Camera si è deciso di intervenire anche sul fronte della cosiddetta edilizia libera: nel caso in cui non ci sia stato ancora l’avvio dei lavori entro il 16 febbraio, basterà aver versato l’acconto per ottenere comunque il diritto a sconto e cessione. In assenza di un acconto, dovrà essere provata l’esistenza di un accordo vincolante con la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà. La dichiarazione falsa implica la responsabilità penale.
    * SALVE LE CESSIONI 2022 – Le spese dello scorso anno potranno essere ancora cedute anche oltre l’attuale scadenza del 31 marzo a fronte di una sanzione di 250 euro. Alla Camera è stata infatti riconosciuta la possibilità di effettuare la comunicazione nel caso in cui il contratto di cessione non sia stato ancora concluso. Si applicherà la remissione in bonis valida fino al 30 novembre.
    * PIU’ TEMPO PER LE VILLETTE: i cantieri negli edifici unifamiliari saranno ‘salvi’ ancora per un po’. Scavalcando l’attuale termine del 31 marzo, la detrazione massima al 110% spetterà ancora per le spese sostenute fino al 30 settembre 2023. Ma solo rispettando la condizione di base: aver effettuato almeno il 30% dei lavori complessivi entro il 30 settembre del 2022.
    * DETRAZIONI IN 10 ANNI: Archiviati sconti e cessioni, arriva una chance in più per i redditi bassi con scarsa capienza fiscale. Per le spese sostenute dal primo gennaio al 31 dicembre 2022, i contribuenti potranno optare per il riparto della detrazione in 10 quote annuali a partire dal periodo d’imposta 2023.
    * PER LE BANCHE CHANCE BTP: La soluzione al problema dei crediti incagliati è lasciata in gran parte ai privati. Nascerà un veicolo finanziario per la compravendita e le banche utilizzeranno gli spazi fiscali ancora a disposizione. Chi li ha esauriti per smaltire fino al 10% dei crediti scontati annualmente potrà ricorrere ad una compensazione con i buoni del Tesoro, con emissioni a partire dal 2028.
    * SI ALLENTA LA RESPONSABILITA’ IN SOLIDO: Le cessioni tra banche, assicurazioni e soggetti qualificati diventano più semplici grazie ad un allargamento delle maglie. Per essere esclusi dalla responsabilità solidale a tutti i cessionari (non solo ai correntisti professionali) basterà infatti ottenere dalla banca un’attestazione di possesso dei documenti di verifica del credito.

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    I familiari delle vittime di Rigopiano da Meloni: “Esca tutta la verità”

       “Vogliamo che esca tutta la verità, non solo una parte”. Con questa determinazione una delegazione del comitato dei familiari delle vittime di Rigopiano è a Palazzo Chigi, per essere ricevuta dalla premier Giorgia Meloni dopo la sentenza di primo grado con cui il Tribunale di Pescara ha deciso cinque condanne e 25 assoluzioni per la tragedia dell’Hotel di Farindola, travolto e distrutto, il 18 gennaio del 2017, da una valanga, evento in cui morirono 29 persone fra ospiti e dipendenti.

    Il 18 gennaio 2017 la slavina sull’hotel. Furono 29 le vittime © Ansa

    Rigopiano, i parenti delle vittime a Palazzo Chigi: ‘Meloni si e’ commossa’

        Fra le cinque persone della delegazione, accompagnata dal governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio, c’è Giampaolo Matrone, sopravvissuto dopo essere rimasto 62 ore sotto le macerie, che quel giorno ha perso la moglie. Ha portato alla presidente del Consiglio una lettera scritta a penna dalla figlia, di 11 anni.

    Rigopiano, Marsilio: ‘Ora tempi celeri per la giustizia’

     “Rappresentiamo quello che abbiamo vissuto in questi anni e anche quello che abbiamo vissuto con la sentenza di primo grado – ha spiegato Marco Foresta -. Rappresenteremo i nostri sentimenti e la nostra idea di quello che è successo quel giorno là e fino ad oggi. Ci saranno sicuramente altri gradi di giudizio, vogliamo che esca tutta la verità, come abbiamo sempre detto in questi sei anni, e che sia la vera verità non una parte”.    A chi gli domandava delle dichiarazioni di Guido Bertolaso, secondo cui se ci fosse stato lui a capo della Protezione civile la tragedia non sarebbe avvenuta, Matrone ha risposto: “Questo aumenta ancora il nostro dolore, tutto ciò che rimane intentato, o pensato e non detto, non fa altro che aumentare le nostre convinzioni su quello che è successo: i nostri cari non sono tornati indietro, qualcosa è successo e lo devono accertare veramente”.

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    Leo: “Nel decreto non c'è condono, ma un aiuto all'evasione di necessità”

    Nel pacchetto fisco del decreto bollette “abbiamo calato la disciplina attuale” della non punibilità per chi si mette in regola per gli omessi versamenti “entro la prima udienza dibattimentale” in quello “che è stato fatto nella legge di bilancio”, cioè la possibilità di pagare in 5 anni. “Dove stanno i condoni? Chi parla di condoni non sa quello di cui si parla, o studia il diritto tributario o parla a vanvera”. Così il viceministro Maurizio Leo interpellato in Transatlantico alla Camera, spiegando che si tratta non di un “favore agli evasori” ma di un “aiuto” a chi “per necessità si è trovato a non riuscire a pagare le tasse”.  
     “L’articolo 13 comma 1 del decreto 74 del 2000 dice che in caso di omessi versamenti se entro il termine della prima udienza dibattimentale si paga non c’è la punibilità, non c’è reato, questa è la norma a regime. Nella legge di bilancio abbiamo detto che gli omessi versamenti possono essere regolarizzati in 5 anni. Che cosa abbiamo fatto quindi di diverso rispetto alla disciplina attuale? L’abbiamo calata in quello che è stato fatto nella legge di bilancio”, spiega Leo.    Nel decreto approvato in Consiglio dei ministri, che “stanno bollinando” in queste ore, “si dice quindi che se tu hai regolarizzato rispettando le scadenze non c’è la punibilità. Mi meraviglia che dicano che vogliamo aiutare gli evasori: non è vero la norma già esiste l’abbiamo calata nell’attualità della legge di bilancio”.    “Dicono che andiamo a fare i regali per gli omessi versamenti? Andiamo a vedere chi è che non ha pagato, è chi ha presentato la dichiarazione e ha esposto l’imposta in dichiarazione e non l’ha potuta pagare. Per quali cause? Per il Covid, perché molti non hanno pagato le imposte perché hanno pagato i lavoratori dipendenti, molti perché avevano crediti nei confronti della pubblica amministrazione. Questi sono casi di gente che purtroppo non ce la faceva, noi dobbiamo distinguere gli evasori che è chi omette la dichiarazione, quello che fa le frodi, che fa fatture false: quelli non vanno salvati, sono evasori. Ma quelli che per necessità” si trovano a non riuscire a pagare e si espone alle sanzioni non è un evasore incallito, perché se fossi un evasore incallito non metterei niente” in dichiarazione dei redditi. “E’ giusto” che chi non riesce a pagare “paghi tutte le sanzioni amministrative. ma devono andare pure in galera?”.