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    Il Brennero da 25 anni senza sbarra di confine

    (ANSA) – BOLZANO, 01 APR – Al Brennero da un quarto di
    secolo, grazie a Schengen, non esiste più la sbarra di confine.   
    Oggi il 25/o anniversario è stato ricordato al valico dai
    governatori Arno Kompatscher (Alto Adige) e Anton Mattle
    (Tirolo) e dai loro predecessori Luis Durnwalder e Wendelin
    Weingartner.   
    “L’accordo di Schengen – ha ricordato oggi Kompatscher – ha
    avvicinato nuovamente la provincia di Bolzano e l’Austria. Sulla
    strada dell’unificazione europea, l’abolizione dei controlli
    alle frontiere è stato un passo importante per noi. Grazie alla
    nostra eterogeneità culturale e linguistica, ci consideriamo un
    ponte tra l’area culturale ed economica tedesco-austriaca e
    quella italiana. L’Euregio offre il quadro appropriato per
    espandere ulteriormente la cooperazione in questo senso tra i
    Paesi, creando una sorta di piccola Europa nell’Europa”.   
    Il suo predecessore Durnwalder ha quindi dichiarato: “È
    stato importante che l’Austria e l’Alto Adige non si siano mai
    lasciati dividere nonostante questa barriera di confine e
    abbiano trovato una nuova e moderna forma di cooperazione
    transfrontaliera con la fondazione dell’Euregio Tirolo-Alto
    Adige-Trentino. Anche se la divisione del Tirolo rimarrà sempre
    un’ingiustizia, il nostro sguardo è orientato verso il futuro”.   
    “Soprattutto al Brennero – ha aggiunto il capitano tirolese
    Mattle – l’idea unificante dell’Europa è diventata molto più
    tangibile ed allo stesso tempo le linee di demarcazione sono
    passate in secondo piano”.   
    Al valico ha preso la parola anche Weingartner: “Quando con
    Luis Durnwalder ho tolto la sbarra di confine tra Tirolo ed Alto
    Adige, siamo riusciti a rendere più invisibile l’ingiusto
    confine del Brennero. Per me è stato un momento molto sentito.   
    Il Tirolo e l’Alto Adige, insieme al Trentino, con un totale di
    1,8 milioni di abitanti, sono molto più tangibili in un’Europa
    ricca di diversità”, ha concluso.   
    Per il segretario Svp Philipp Achammer, l’abolizione dei
    controlli di frontiera “contribuiscono in qualche misura alla
    guarigione delle ferite” del passato. (ANSA).   

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    Sindaci: “Pronti a disobbedire sulle trascrizioni”

    Sindaci ancora all’attacco per la trascrizione all’anagrafe dei figli di coppie omosessuali: ora si dicono pronti a disobbedire. Lo hanno fatto da più sedi e in varie forme con Anci e Ali, forti anche dell’altolà del Parlamento europeo alla circolare del ministro Piantedosi per bloccare le trascrizioni, mentre tra gli esponenti di Governo e Parlamento si registrano posizioni sul tema di Carlo Nordio e Ignazio La Russa. Mentre è duro l’intervento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani sulla maternità surrogata: “Non si può sfruttare la donna: non è una macchinetta delle sigarette.    L’utero di una donna non deve essere utilizzato per sfornare figli come se fosse un forno dove si sfornano le patate arrosto. Al Parlamento Ue rispondo che le regole si scrivono in Italia”.    Tutti temi complessi sui quali i primi cittadini italiani erano entrati dal problema delle trascrizioni all’anagrafe. Aveva cominciato in tv Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci, stamani rivendicando di averle “sempre fatte le trascrizioni” e promettendo disobbedienza. “Se sarà necessario disobbedire, procederemo con le trascrizioni – ha detto – perché non interessa dove è nato il bambino, né come è nato. Se risiede nella mia città mi interessa come vive, che abbia gli stessi diritti degli altri. La trascrizione permette a quel bambino di avere gli stessi diritti” degli altri.
    A Pisa, al congresso nazionale di Ali sulle autonomie, altro grande raggruppamento di enti locali (riconfermato alla presidenza il sindaco pesarese Matteo Ricci), altri primi cittadini sono intervenuti sulla questione dopo aver discusso anche di Pnrr. Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, ha rilanciato l’invito del 12 maggio nella sua città per dare pressione. “C’è un vuoto normativo da colmare che riguarda lo status giuridico delle coppie omogenitoriali”, ha detto, “la proposta dei sindaci non sposa nessuna parte, nessun disegno di legge” tuttavia “abbiamo chiesto come amministratori di legiferare su questa materia e di farlo anche spingendoci più avanti, andando a chiedere il matrimonio egualitario” perché “rendere possibile l’adozione piena alle coppie a prescindere dall’orientamento sessuale è questione che risolve il tema”. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri non vuole fare a “braccio di ferro col Governo” ma “se i sindaci pongono un problema al ministro dell’Interno e al Governo non si capisce per quale motivo un altro ministro dica che non c’è nulla discutere. Noi – ha concluso – vogliamo aiutare il Governo a non fare cose sbagliate che non fanno bene ai bambini” e “neppure vogliamo che “l’Italia diventi come Polonia o Ungheria”.   
    Il ministro della Giustizia Carlo Nordio rimanda tale “questione complessa” alle Camere, sede dove va affrontata, dice, “senza emotività” e “con razionalità”, “sono questioni che vanno risolte in Parlamento, non è il ministro della Giustizia che se occupa”. Nordio osserva che “il vecchio principio secondo cui ‘mater semper certa est, pater numquam’, oggi è capovolto.    Oggi il padre è sempre certo perché c’è la prova del Dna mentre la madre può essere incerta se l’ovulo appartiene a ‘Tizia’ e l’utero appartiene a ‘Caia’, sposata con ‘Sempronio’: è un procedere veloce della tecnica che vede la legge sempre in ritardo, è giusto fare leggi ma senza emotività”.   
    Il presidente del Senato Ignazio La Russa si dice “combattuto” da molti dubbi sull’adozione di bambini da parte di coppie omosex, ricorda la complessità dell’istituto dell’adozione e delle graduatorie (“le coppie gay come sarebbero in graduatoria?”) e comunque pensa che “piuttosto che all’orfanotrofio non ho difficoltà a immaginare un bambino ad una coppia gay, meglio così che senza genitori”, “anche se – osserva – per un bambino non è la stessa cosa avere due papà o due mamme, anziché una mamma e un papà”.    

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    Papa, notte tranquilla al Gemelli, tutto pronto per dimissioni

    (ANSA) – ROMA, 01 APR – Anche la notte scorsa è stata
    “tranquilla” per Papa Francesco al policlinico Gemelli, lo fanno
    sapere all’ANSA fonti vicine al decimo piano dove il Papa è
    ricoverato da mercoledì scorso. Tutto è pronto al nosocomio
    romano per le sue dimissioni e il rientro in Vaticano è previsto
    per la tarda mattinata.   
    Il dispositivo di sicurezza per proteggere il suo rientro a
    Casa Santa Marta è già predisposto. (ANSA).   

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    ChatGpt, OpenAi ha sospeso il servizio in Italia

    (ANSA) – ROMA, 01 APR – OpenAi ha sospeso l’accesso al
    servizio ChatGpt in Italia, dopo lo stop del Garante della
    privacy al software d’intelligenza artificiale sviluppato
    dall’organizzazione di ricerca con sede negli Stati Uniti.   
    OpenAi ha dichiarato di aver disabilitato ChatGpt per gli utenti
    in Italia su richiesta del Garante. Il sito internet
    dell’applicazione risulta al momento irraggiungibile dal nostro
    Paese. Un avviso sulla pagina web chat.openai.com. afferma che
    “il proprietario del sito potrebbe aver impostato restrizioni
    che impediscono agli utenti di accedere”.   
    “Lavoriamo attivamente per ridurre i dati personali nella
    formazione dei nostri sistemi di intelligenza artificiale come
    ChatGpt, perché vogliamo che la nostra intelligenza artificiale
    impari a conoscere il mondo, non i privati”, spiega OpenAi.   
    “Riteniamo inoltre che la regolamentazione dell’Ai sia
    necessaria. Speriamo quindi di poter lavorare al più presto
    stretto contatto con il Garante per spiegare come i nostri
    sistemi siano costruiti e utilizzati”, aggiunge l’organizzazione
    di ricerca sull’intelligenza artificiale. (ANSA).   

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    Corte dei conti condanna Enzo Bianco, incandidabile per 10 anni

    (ANSA) – CATANIA, 31 MAR – La sezione giurisdizionale
    d’Appello della Corte dei Conti della Sicilia, accogliendo
    parzialmente il ricorso della Procura generale, ha dichiarato
    Enzo Bianco incandidabile per i prossimi 10 anni e imposto il
    divieto per lo stesso periodo a ricoprire cariche in enti
    vigilati o partecipati di Enti pubblici.   
    La sentenza, pubblicata dal sito lasicilia.it, riguarda
    indagini erariali avviate dalla Procura di Catania, su indagini
    della Guardia di finanza, sul dissesto finanziario del Comune di
    capoluogo etneo. Secondo quanto appreso la decisione è stata
    adottata in serata. L’ex sindaco aveva annunciato la sua
    candidatura a primo cittadino per le prossime amministrative
    alla guida di una coalizione civica senza partiti.   
    Per Bianco, condannato a un risarcimento danni di quasi
    39mila euro, è stata disposta l’incandidabilità, per “un periodo
    di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di
    provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro
    dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee
    e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento
    europeo” e il divieto, per lo stesso periodo, “di ricoprire la
    carica di assessore comunale, provinciale o regionale né alcuna
    carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici”.   
    Il provvedimento riguarda anche i componenti la giunta in
    carica tra il 2013 e il 2018. Per loro è stato imposto il
    divieto di ricoprire, per un periodo di dieci anni, “incarichi
    di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di
    rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni e
    organismi pubblici e privati”.   
    Sono gli ex assessori Luigi Bosco, Rosario D’Agata, Giuseppe
    Girlando, Orazio Antonio Licandro, Salvatore Di Salvo, Marco
    Consoli Magnano di San Lio, Angelo Villari e Valentina Odette
    Scialfa Chinnici. La Corte ha inoltre disposto il divieto a
    Calogero Cittadino, Natale Strano, Fabio Sciuto, Francesco
    Battaglia e Massimiliano Carmelo Lo Certo di “essere nominati
    per sei anni nel collegio dei revisori degli enti locali e degli
    enti e organismi agli stessi riconducibili”. (ANSA).   

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    Pnrr ed Europa, Meloni da Mattarella al Quirinale

    Portare a casa il Pnrr, senza perdere tempo e soprattutto risorse. Sergio Mattarella, che pubblicamente non perde occasione per lanciare il suo monito a non sprecare l’occasione unica del Piano per il rilancio del Paese, ne parla faccia a faccia con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un invito a pranzo che si trasforma in un colloquio lunghissimo, tanto che la premier salta la tappa annunciata in serata per chiudere con gli alleati la campagna elettorale per il Friuli Venezia Giulia. Non c’era più tempo, la motivazione ufficiale, per raggiungere Udine, dopo le oltre due ore passate al Colle a fare un “ampio giro di orizzonte” sull’attività di governo. Meloni si collega da Roma, fa un discorso che in parte replica gli “Appunti di Giorgia”, la rubrica social diffusa poco dopo che era filtrata la notizia della colazione con il Capo dello Stato. 

    Agenzia ANSA

    La premier: “Riforma degli appalti per fare opere combattendo le ruberie. Fondi alla sanità, intollerabili certe scene al pronto soccorso” (ANSA)

    Ordine al merito, Mattarella: ‘Ecco la solidarieta’ e l’altruismo dell’Italia’

    L’appuntamento con Mattarella era in agenda, assicurano dallo staff della premier. Un incontro che in altre circostanze è rimasto al riparo dalle cronache, e che si è svolto, nella descrizione che arriva da entrambe le parti, in un clima “cordiale” e “collaborativo”. Certo cade in un momento intenso per il governo, che a breve deve chiudere la partita delle nomine e che in questi ultimi giorni ha visto lo scontro ruvido, poi rientrato, con l’Anac per le soglie degli appalti, e l’attacco da parte delle opposizioni per “lo scudo penale” su alcuni reati fiscali (nessun condono, replica secca la premier, “questo governo non li fa”) e per i ritardi sul Pnrr. Tutti temi, almeno nei loro tratti generali, su cui Mattarella ha voluto chiedere chiarimenti e approfondimenti. Meloni avrebbe fatto una illustrazione puntuale al capo dello Stato sullo stato del negoziato con la Ue sul Pnrr, che il governo vuole modificare – la sua tesi – per risolvere le “criticità” emerse in questi mesi ed evitare di non raggiungere tutti gli obiettivi. Un intento che non può che essere condiviso dal capo dello Stato che solo pochi giorni fa aveva richiamato tutti a mettersi “alla stanga”.
    Il Piano “non lo abbiamo scritto noi” dice anche alla piazza di Udine Meloni, senza citare il suo predecessore Mario Draghi, che ha costruito un piano “su due presupposti, riforme e investimenti”, scrive il suo consigliere economico Francesco Giavazzi. Che parla per la seconda volta in poco tempo proprio quando l’esecutivo guidato dall’ex banchiere viene chiamato in causa per le responsabilità sui progetti, come quello dello Stadio di Firenze, oggi sotto la lente Ue. Fondamentale, per il Colle, è non mancare questo passaggio cruciale per il Paese. Anche perché se il capo dello Stato ha qualcosa da osservare, si ragiona in ambienti della maggioranza, lo fa sempre nei modi e nei tempi giusti, ma nel caso specifico il colloquio è stato a 360 gradi con molti temi sul tappeto, dai migranti (su cui tra l’altro al Senato pendono una ventina di emendamenti della Lega che chiedono un intervento ancora più deciso sulla protezione speciale) ai rapporti con Bruxelles su tutti i dossier, all’agenda internazionale molto nutrita, dal prossimo G7 alla bilaterale a Londra di fine aprile, fino all’incontro con il premier spagnolo Pedro Sanchez (il 5 aprile a Roma) e al viaggio di inizio giugno negli Stati Uniti.

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    Tajani: “Il corpo della donna non è un forno dove si sfornano patate”

      “Non si può sfruttare la donna: non è una macchinetta delle sigarette. L’utero di una donna non deve essere utilizzato per sfornare figli come se fosse un forno dove si sfornano le patate arrosto”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine di un comizio a Udine.    “Le donne non è che possono decidere sull’utero in affitto – ha aggiunto – non si può mercificare il proprio corpo. Al Parlamento Ue rispondo che le regole si scrivono in Italia: non è una questione di competenze europee. Il parlamento non stava legiferando, ha dato un’opinione a maggioranza: se si vogliono cambiare le regole bisogna cambiarle in Italia”. “Non c’entra niente essere omofobico – ha precisato Tajani – qua si tratta di avere delle regole e di rispettare le regole. L’utero in affitto è una scelta inaccettabile sia se viene utilizzato da una coppia eterosessuale che omosessuale”.    In Italia, ha aggiunto, “nessun bambino è mai stato discriminato, nessun bambino non ha i suoi diritti ma certamente non possiamo accettare il principio dell’utero in affitto. Il corpo della donna è sacro e deve essere rispettato anche dalle stesse donne. Io non mi permetterei mai di utilizzare una altra donna come se fosse un forno, non è male moralmente giusto. E’ vergognoso pensare che ci possa essere l’utero in affitto, che per soldi tu compri il corpo di una persona”.    

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    Mattarella: 'Lo spirito dell'Italia è solidarietà e altruismo'

    Sono persone comuni che non si voltano dall’altra parte, non si nascondono dietro “l’indifferenza”, ma si mettono al servizio degli altri, andando “oltre il senso del dovere”. Mettendo in pratica “il senso del dovere di umanità”. E’ a questi cittadini, ‘eroi civili’, che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, consegna al Quirinale le onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferite motu proprio il 25 febbraio scorso. Si tratta di uomini e donne che si sono distinti nell’aiutare malati, detenuti, bimbi e madri in difficoltà. E per loro Mattarella ha parole di elogio. Li ringrazia per “aver afferrato il senso della solidarietà, il senso del dovere interpretato come il senso di aderire con dedizione e coscienza al dovere”.  

    I riconoscimenti per l’impegno civile, la dedizione al bene comune e la testimonianza dei valori repubblicani © ANSA

    “Tanti nel nostro Paese hanno compiuto gesti come quelli che voi avete messo in atto – prosegue – ma non possono essere chiamati tutti qui al Quirinale. Voi li rappresentate tutti”. Siete un esempio e rappresentate il Paese “nel quale abbiamo fiducia per il futuro”, quello in cui prevalgono “solidarietà, apertura verso gli altri, altruismo”.
    I 15 Cavalieri, i 12 ufficiali e i 2 commendatori al merito, appena insigniti, ringraziano a loro volta Mattarella per le onorificenze e l’attenzione che ha deciso di tributargli. Finita la cerimonia, lo avvicinano sorridendogli e chiedendo foto e selfie, oltre allo scatto di rito tutti insieme. Gli stringono le mani, gli presentano parenti e continuano nel racconto delle loro storie. Una delle più commosse è Caterina Bellandi che accompagna con il suo taxi i bimbi malati a curarsi all’ospedale Meyer di Firenze. E’ nascosta praticamente dietro una maschera: abito lungo e bianco, grande cappello pieno di piume e fiori candidi, ombrello alla Mary Poppins e zainetto di pannolenci, con tanto di ‘Compostela’ del Cammino di Santiago al collo (“Il cammino l’ho fatto tutto ma in taxi” confessa).
    Ma sono tanti i casi che meritano di essere raccontati, come quello dell’ex manager di Tiscali, Ugo Bressanello, che, insieme alla moglie, fonda l’onlus ‘Domus de Luna’, la cooperativa sociale ‘Casa delle stelle’ e strutture di accoglienza per madri e bimbi in difficoltà. O come quella dell’autista dell’Atac che salva un ragazzo vittima di bullismo. O ancora l’attore Davide Devenuto che con il ‘Comitato Lab00 onlus’ realizza il progetto “SpesaSospesa” a Milano. C’è poi Immacolata Carpiniello che dà vita alla Cooperativa ‘Lazzarelle’ nel carcere femminile di Pozzuoli che produce caffè artigianale secondo l’antica tradizione napoletana. Aiuta le detenute anche Luciana Delle Donne. Con la onlus “Made in carcere” insegna a far borse e accessori per offrire una seconda chance di vita e per realizzare un modello di economia circolare.