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    Aspi: il comunicato di palazzo Chigi, i punti dell'accordo

    Arriva il passo indietro dei Benetton che apre all’accordo su Autostrade per l’Italia. L’intesa passa dall’ingresso di Cdp con il 51%, che renderà di fatto Aspi una public company. E da una revisione complessiva della concessione, dai risarcimenti alle tariffe.
    Ecco il comunicato diffuso da palazzo Chigi al termine della riunione:
    Il Ministro delle infrastrutture, Paola De Micheli, ha svolto un’informativa sullo stato di definizione della procedura di grave inadempimento nei confronti di Autostrade per l’Italia S.p.a. (ASPI), nella quale sono state esposte le possibili alternative sulla definizione della vicenda.
    Durante la riunione, sono state trasmesse da parte di ASPI due nuove proposte transattive, riguardanti, rispettivamente, un nuovo assetto societario di ASPI e nuovi contenuti per la definizione transattiva della controversia. Considerato il loro contenuto, il Consiglio dei Ministri ha ritenuto di avviare l’iter previsto dalla legge per la formale definizione della transazione, fermo restando che la rinuncia alla revoca potrà avvenire solo in caso di completamento dell’accordo transattivo.
    La proposta prevede specifici punti qualificanti riguardo alla transazione e al futuro assetto societario del concessionario.
    Punti relativi alla transazione
    – Misure compensative ad esclusivo carico di ASPI per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro;- riscrittura delle clausole della convenzione al fine di adeguarle all’articolo 35 del decreto-legge “Milleproroghe” (decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162);- rafforzamento del sistema dei controlli a carico del concessionario;- aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni da parte del concessionario;- rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e i ricorsi per contestare la legittimità dell’art. 35 del decreto-legge “Milleproroghe”;- accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART con una significativa moderazione della dinamica tariffaria.
    Punti relativi all’assetto societario del concessionario
    In vista della realizzazione di un rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti, contenuto nella stessa proposta transattiva, Atlantia S.p.a. e ASPI si sono impegnate a garantire:- l’immediato passaggio del controllo di ASPI a un soggetto a partecipazione statale (Cassa depositi e prestiti – CDP), attraverso:- la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP;- l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali;- la cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di CDP, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi;- la scissione proporzionale di Atlantia, con l’uscita di ASPI dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione di ASPI in Borsa. Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote       di ASPI, con conseguente aumento del flottante.

    In alternativa, Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in ASPI, pari all’88%, a CDP e a investitori istituzionali di suo gradimento.

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    Card. Bassetti, calo nascite è emergenza

    (ANSA) – PERUGIA, 15 LUG – “Il calo delle nascite, oggi, è una vera emergenza italiana. E probabilmente è la più grande emergenza dell’Europa”: a sottolinearlo è il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. “Non è una questione politica di destra o di sinistra – aggiunge -, e non è neanche soltanto una questione di soldi o di sgravi fiscali (seppur necessari): è una questione di civiltà. Questo calo della natalità, infatti, è il segno di una crisi culturale che ha radici profonde nel nostro recente passato”.   

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    Amb. Iran, accordo nucleare ormai 'in serio pericolo'

    (ANSA) – ROMA, 15 LUG – L’accordo sul programma nucleare iraniano è ormai “in serio pericolo” a causa delle “politiche Usa di massima pressione e della sostanziale conformità ad esse dell’ Europa”. E’ quanto scrive l’ambasciata iraniana in Italia in un comunicato diffuso in occasione del quinto anniversario della firma dell’intesa fra Iran, Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, abbandonata nel 2018 da Washington, che ha reintrodotto pesanti sanzioni contro la Repubblica islamica.    L’ambasciata sottolinea che l’ unico risultato ottenuto dall’Iran in seno all’accordo, che è alla base della risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, è la fine delle restrizioni sull’acquisto di armi convenzionali, a partire dal prossimo ottobre. Ma se le restrizioni venissero prorogate in seno al Consiglio di Sicurezza, come vogliono gli Stati Uniti, “verrebbe meno ogni aspettativa nei confronti dell’ Iran di rimanere nell’accordo”. “L’ Ambasciata della Repubblica islamica dell’ Iran – si legge ancora nella nota – nutre l’ aspettativa nei confronti delle autorità e dell’ opinione pubblica italiana che nel nome dei diritti del popolo iraniano vengano condannate le disumane politiche di massima pressione americana e chiede ai governi dei Paesi europei di agire fattivamente in direzione di un rafforzamento dell’accordo, osservando gli impegni sottoscritti e adottando politiche indipendenti realmente efficaci” .    Nel comunicato si sottolinea in particolare che, dopo la reintroduzione delle sanzioni americane, i Paesi europei firmatari dell’intesa si erano impegnati a salvaguardare le relazioni economiche con la Repubblica islamica, per consentire la continuazione della vendita di petrolio, prodotti petrolchimici e derivati , la continuazione di transazioni bancarie, di trasporti efficaci, crediti all’export, investimenti in Iran , sostegno alle attività economiche e commerciali. “Con questo intento – sottolinea l’ambasciata – sono stati annunciati strumenti come Instex (nel 2019), che seppur in tempi lunghi sono stati parzialmente attivati, si sono rivelati di ben poca utilità purtroppo a causa della fondamentale mancanza di un meccanismo in grado di offrire copertura finanziaria”. (ANSA).   

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    “Benzinai allo stremo”, blitz CasaPound

    (ANSA) – CAGLIARI, 15 LUG – Blitz dei militanti di CasaPound in tutta Italia per chiedere al governo di sostenere i benzinai e calmierare i prezzi del carburante. Volantini di solidarietà sono stati affissi, in Sardegna, a Cagliari Olbia, Sassari, Carbonia e Iglesias nei distributori di benzina mentre cartonati a grandezza d’uomo sono stati piazzati nella notte davanti alle sedi di Confcommercio “Tra le tante categorie penalizzate dal Covid-19 – spiega il movimento in una nota – quella dei benzinai rientra tra quelle più in difficoltà: se già prima della pandemia versava in una crisi senza fine, oggi nonostante i vari proclami politici di aiuto, viene sistematicamente dimenticata dallo Stato”.   

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    Conte informativa alla Camera: 'uniti per Ue più forte, nazionalismi anacronistici'

    “La crisi determinata dalla pandemia è simmetrica. Il Consiglio Ue deve mostrarsi all’altezza di una coraggiosa visione, non può mancare un obiettivo di portata epocale. Solo uniti riusciremo a rendere l’Ue di nuovo forte, risposte nazionalistiche sarebbero anacronistiche” e porterebbero a “un piccolo mondo antico, tutt’altro che sicuro, che protetto”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nelle comunicazioni alla Camera. 
    LA DIRETTA

    La decisione sul Recovery Fund “è stata senza precedenti” e “modifica i termini del rapporto tra commissione e governi nazionali. Adesso sono i singoli Stati a essere richiamati ad una maggiore responsabilità indicando i propri progetti di rilancio. Tocca ora a noi, capi di Stato e di governo, assumenre una decisione altrettanto coraggiosa Quando sono in pericolo le fondamenta dell’Ue nessuno Stato può avvantaggiarsi a scapito di altri. In questo grave tornante della storia Ue o vinciamo tutti o perdiamo tutti”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nelle comunicazioni alla Camera.  “Oggi o vinciamo tutti o perdiamo tutti” in Europa.

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    Lombardia, stop mascherina all'aperto

    (ANSA) – ROMA, 15 LUG – Cade l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto in Lombardia, purché sia mantenuta la distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone. È quanto prevede la nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Attilio Fontana, valida da oggi al 31 luglio. Resta l’obbligo di usare le mascherine o, in subordine, qualunque altro indumento a copertura di naso e bocca, nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto. Negli spazi aperti l’obbligo della mascherina – prevede l’ordinanza – si applica “in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale di un metro tra soggetti che non siano membri dello stesso gruppo familiare oppure conviventi”. Per questo motivo “in ogni caso la mascherina deve essere sempre detenuta con sé ai fini del suo eventuale impiego”

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    Partiti migranti positivi da Amantea

    (ANSA) – AMANTEA, 14 LUG – Sono partiti poco prima delle 22 con direzione l’ospedale militare del Celio di Roma i 13 migranti pakistani positivi al Covid-19 che erano ospitati in una struttura di Amantea dopo lo sbarco, insieme ad altri connazionali, avvenuto sabato scorso a Roccella Ionica (Reggio Calabria). Il trasporto è gestito dalla Croce rossa italiana con un proprio pullman giunto in serata da Roma.   

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    Ue , corsa ad ostacoli sul Recovery Fund. Conte: 'Consiglio sia pronto ad appuntamento con la storia'

    Prosegue il lavoro diplomatico delle cancellerie per trovare un accordo sul Recovery Fund, indicato fra gli obiettivi di Angela Merkel per la presidenza tedesca dell’Ue. La cancelliera, che ieri ha visto Conte, ha ricevuto il premier spagnolo Sanchez, atteso domani anche da Macron. Il primo moinistro olandese Rutte ribadisce la posizione dei paesi ‘frugali’ e chiede che i “sussidi” europei comportino “condizioni molto rigide” e vengano decisi solo se “saranno effettivamente fatte riforme serie”, ma “le risposte ottenute finora dagli altri leader Ue “non fanno sperare sulla possibilità di raggiungere un accordo”.
     “Lavoriamo affinché il Consiglio europeo si faccia trovare pronto all’appuntamento della storia, perché noi siamo consapevoli, Italia e Francia, che siamo dal lato giusto della storia”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte intervenendo all’ambasciata di Francia in occasione delle celebrazioni per il 14 luglio, parlando della trattativa su Recovery Fund in vista del Consiglio europeo del 17-18 luglio.
    “Siamo in una fase cruciale del negoziato e lavoreremo, insieme al presidente Macron e agli altri stati membri affinché il percorso possa completarsi” e possa essere “finalizzato già nel prossimo Consiglio europeo”ha ribadito il premier.  Sul fronte della crisi libica, “auspico che tra Italia e Francia si possa rafforzare la nostra sinergia per una soluzione politica stabile, sostenibile, e fondata sul dialogo”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte intervenendo alle celebrazioni per il 14 luglio a Palazzo Farnese.