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    Di Maio: 'Coordinamento unico per candidati Comunali 2021'

    “Se si vuole fare un ragionamento per portare il programma del Movimento bisogna partire prima e fare un tavolo nazionale. Il prossimo anno si vota a Roma, Torino, Milano, Napoli e Bologna e queste 5 città importantissime non possono essere gestite a sé, se vogliamo ragionare con forze civiche e politiche per portare i nostri temi lo dobbiamo fare con un coordinamento nazionale che tiene conto delle esigenze del territorio”. E’ la proposta del ministro degli Esteri Luigi Di Maio lanciata in un’intervista a Fanpage.it in vista delle elezioni comunali del 2021.    “L’obiettivo – prosegue – deve essere quello di coordinarci per fare in modo che l’esito delle candidature in queste 5 città possa vedere valori e progetti comuni, con un coordinamento unico. Credo che le forze di governo debbano fare questo sforzo, anche perché i nostri iscritti ci hanno dato questo mandato”.
    “Io non sono tanto d’accordo con l’idea dei candidati terzi. Dobbiamo lavorare all’idea che ci sono i candidati nostri e i candidati degli altri e ce li sosteniamo a vicenda”, ha detto ancora Di Maio in merito alla scelta dei candidati sindaci per le elezioni 2021. Per il ministro degli Esteri, Virginia Raggi e Chiara Appendino, attuali prime cittadine di Roma e Torino, “hanno tutto il mio sostegno ed è sbagliato attaccarle”.

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    Scuola: consegnati banchi a Alzano, Nembro e Codogno

    Codogno, nel Lodigiano, e Alzano e Nembro, nella Bergamasca, sono i primi Comuni da cui ha preso il via stamattina la consegna delle sedie e dei banchi monoposto necessari alla riapertura in sicurezza delle scuole, prevista per il 14 settembre. Il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, ha scelto di cominciare dagli “istituti scolastici dei tre paesi così duramente colpiti dalla pandemia”. Sono circa 350 i banchi consegnati ad Alzano e Nembro: si tratta di banchi normali e non a rotelle, solo leggermente più piccoli di quelli tradizionali per permettere il distanziamento. 237 sono stati consegnati all’istituto comprensivo Enea Talpino di Nembro dai militari dell’esercito altri all’alberghiero Sonzogni e al Montalcini di Alzano.
    Intanto la Conferenza Unificata convocata dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha approvato all’unanimità il documento elaborato dall’Istituto superiore di sanità sulla gestione di casi di contagio nelle scuole. Alla seduta hanno partecipato i ministri Speranza e Azzolina, il capo della protezione civile Borrelli e il presidente dell’Iss Brusaferro. Presenti il presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini, dell’Anci Decaro, dell’Upi De Pascale e tra i presidenti delle Regioni Toma, Bardi e Fontana.
    Ministero degli Affari regionali al lavoro nel weekend con le Regioni e gli Enti locali, ministero delle Infrastrutture e Comitato tecnico scientifico per chiudere le linee guida condivise sulla sicurezza sanitaria nel trasporto pubblico locale. Lunedì 31 è prevista una Conferenza Unificata straordinaria sul tema.
    “La sicurezza sanitaria nelle scuole era una priorità assoluta per il paese. Con il lavoro congiunto, la massima e leale collaborazione tra il Governo, le Regioni e gli Enti locali, oggi abbiamo ottenuto un grande risultato”, ha detto il ministro Boccia commentando l’approvazione, da parte della Conferenza Unificata, del documento elaborato dall’Istituto superiore.
    “Sicurezza significa interventi immediati delle Asl, dei medici, degli infermieri. Tamponi per tutti perché dobbiamo garantire nelle scuole il massimo della sicurezza. Quando c’è un contagio si interviene immediatamente”, ha aggiunto Boccia, precisando che “serve uno sforzo immane che il governo garantisce, ed è un lavoro che dobbiamo fare tutti insieme”. 
     “Tutti coloro che ruotano al caso di contagio – ha evidenziato il ministro – devono fare immediatamente il tampone e poi si valutano le condizioni dei ragazzi, dei docenti o dei familiari”. Il ministro ha spiegato che “senza questa leale collaborazione che ha caratterizzato il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi tra Stato, Regioni ed Enti Locali, l’Italia non sarebbe il Paese sicuro che è diventato”. “Continuiamo così – ha concluso – ma ovviamente serve ancora avere grande fiducia nel lavoro straordinario che faranno medici e infermieri per tutti noi”.
    “Riaprire le scuole in sicurezza è la priorità di tutto il Paese – ha scritto su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza -. Abbiamo appena approvato all’unanimità in conferenza unificata con Regioni, Province e Comuni il documento con le indicazioni operative per la gestione dei casi e dei focolai di Covid nelle scuole e nei servizi per educativi per l’infanzia. Nei prossimi giorni serviranno ancora tanto lavoro e condivisione. Non polemiche e divisioni”. 
    E la sindaca di Roma, Virginia Raggi, a margine di una iniziativa in una scuola al Trionfale, rivolgendosi alla stampa ha detto: “Lo dico alla stampa, e metto le mani avanti. Sicuramente la riapertura dell’anno scolastico creerà criticità, abbiamo su Roma 1.200 scuole. Stiamo tutti lavorando sulla concretezza e per prevenirle. Siate tutti un po’ più clementi, perché la volontà è reagire. Se ci saranno delle criticita si affronteranno. Non puntiamoci il dito perché non serve”. 

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    Due studenti su 3 disposti a indossare la mascherina

    Le norme anti-Covid preparate per il ritorno in classe del 14 settembre alla maggior parte degli studenti sono “indigeste” ma in tanti sono comunque disposti ad accettarle, comprendendo le ragioni che hanno portato ad adottarle. Questo il succo di un sondaggio svolto da Skuola.net su un campione di 5mila ragazzi di scuole medie e superiori.    Il paventato obbligo di far indossare la mascherina agli studenti per tutta la giornata scolastica (se non si riesce a garantire il distanziamento), vede opinioni diversi tra i ragazzi: 1 su 3 si oppone in maniera netta dicendo di essere sicuro di non sopportarla per tutto quel tempo, mentre il 47% (la fetta più consistente) confessa il proprio disagio pur capendo il senso di un eventuale provvedimento in tal senso. Ma c’è un 20% che approverebbe in toto la scelta: con la mascherina si sente più protetto.    Dinamiche più o meno simili per quel che riguarda il distanziamento sociale. Analizzando le risposte si capisce che, pur non facendo i salti di gioia, i ragazzi non alzano un muro.    Sull’ipotesi, ad esempio, di separare in gruppi le classi più numerose, il 27% dice che la vivrebbe malissimo mentre il 47%, pur non essendo d’accordo, si adeguerebbe. Stessa cosa sul divieto di stare a contatto diretto con gli altri: per il 22% non poter abbracciare i propri compagni (che spesso sono anche amici) per tutte quelle ore è una vera e propria tragedia ma per il 52% è un “trauma” che è disposto a superare per un fine più alto, ovvero preservare la salute.    Che il distanziamento non sia un problema così insormontabile ma, al contrario, l’unica cosa considerata in grado di contenere il contagio è ribadito dalle risposte date su un altro tema che ha fatto molto dibattere: l’adozione dei banchi singoli. Solamente il 31% è un inguaribile nostalgico e si dispera se pensa che dovrà fare a meno del proprio compagno di banco. Ma, tolti questi, la decisione trova larghi consensi tra i ragazzi: il 41% promuove a pieni voti l’eliminazione del banco doppio, il 28% ha un atteggiamento neutro. Anche perché c’è molta diffidenza sulle altre regole chiave, come quella che impone agli studenti di misurare la febbre ogni mattina prima di andare a scuola. Quasi 8 su 10 sono scettici: per gran parte di loro è facile prevedere che qualcuno non rispetterà la norma.    Per adesso, però, mancano notizie concrete su come avverrà davvero il ritorno tra i banchi. L’istituto scolastico infatti, in 6 casi su 10, ancora non ha contattato le famiglie per anticipare come intende applicare le regole di comportamento inserite nelle Linee Guida del Ministero. Così gli studenti stanno ricorrendo al fai-da-te: 8 su 10 si stanno attivando, più o meno intensamente, per cercare informazioni sulle novità previste per il rientro a scuola. Questo ovviamente può generare qualche grattacapo: 1 su 3 si dichiara infatti molto preoccupato, 1 su 2 moderatamente e solo 1 su 5 non sembra avere timori per il ritorno alla scuola in presenza.    Ecco perché, nella situazione attuale, un terzo dei ragazzi (34%) preferirebbe continuare solo con la didattica ‘a distanza’ e un altro 35% proverebbe da subito con la didattica mista (un po’ a scuola e un po’ a casa). Per tentare di scongiurare quello che immaginano oltre 9 su 10, ovvero che durante l’anno le scuole saranno costrette a chiudere nuovamente per l’impennata dei contagi (per il 37% è sicuro che accada). 

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    Scuola: Boccia, partiremo in sicurezza

    (ANSA) – BARI, 28 AGO – “Sono sicuro che dal 7 settembre nella provincia autonoma di Bolzano, dal 14 in molte regioni e poi in altre dal 22, 23 e 24 partiremo con le scuole in sicurezza. Quando ci sarà un caso di contagio interverremo, così come siamo intervenuti negli ospedali e in ogni ambito sociale che ci ha visto affrontare l’emergenza Covid”. Così il ministro per gli Affari regionali Boccia sull’approvazione, da parte della Conferenza Unificata, del documento dell’Iss sui contagi nelle scuole. Un documento che – ha precisato Boccia – “rafforza i meccanismi di prevenzione e intervento”.    “Sicurezza – ha spiegato il ministro – significa interventi immediati delle Asl, dei medici, degli infermieri. Tamponi per tutti perché dobbiamo garantire nelle scuole il massimo della sicurezza. Tutti coloro che ruotano al caso di contagio devono fare immediatamente il tampone e poi si valutano le condizioni dei ragazzi, dei docenti o dei familiari”.    Per il ministro, “serve uno sforzo immane che il governo garantisce, ed è un lavoro che dobbiamo fare tutti insieme”.    (ANSA).   

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    Coronavirus, Fondazione Gimbe: +92,4% di nuovi casi in soli 7 giorni

    In sette giorni +92,4% di nuovi casi di Covid-19; impennata dei nuovi casi (+3.139) e ulteriore aumento dei pazienti ospedalizzati con sintomi (+215) e in terapia intensiva (+8). Salgono a 19.714 i casi attualmente positivi che per il 91,8% sono concentrati in 11 regioni: 29,4% in Lombardia, il 33,4% in Lazio, Emilia-Romagna e Veneto e un ulteriore 29% in Campania, Piemonte, Toscana, Sicilia, Puglia, Sardegna e Liguria. In poco più di un mese i nuovi casi per settimana sono aumentati da 1.408 a 6.538, con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 2,1%.Questa la fotografia che emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe nella settimana 19-25 agosto comparata con i numeri della settimana precedente. Confermate, afferma Gimbe, le ampie variabilità regionali, ma solo 4 Regioni fanno registrare una riduzione di nuovi casi, peraltro piuttosto esigua (-55). Nelle altre 14 Regioni e 2 Province autonome si rileva un aumento complessivo di 3.194 nuovi casi, con un range che varia dai 677 del Lazio ai 4 della Valle d’Aosta. Stabile il numero di nuovi casi in Basilicata (+14). “In soli 7 giorni – spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – si sfiora il raddoppio dei nuovi casi totali, non solo per l’incremento dell’attività di testing, ma anche per l’aumento del rapporto positivi/casi testati.Inoltre, si conferma il trend in crescita dei pazienti ospedalizzati con sintomi e, in misura minore, di quelli in terapia intensiva”. Numeri, aggiunge Cartabellotta “che non possono essere confrontati con quelli dei primi mesi dell’epidemia perché le dinamiche epidemiologiche sono completamente diverse, attentamente monitorate e il servizio sanitario è ben organizzato. Dunque, non potrà esserci alcun effetto sorpresa”. “Queste spie rosse, piuttosto che generare inutili allarmismi – prosegue – devono infondere una comune consapevolezza sull’andamento dell’epidemia nel nostro Paese al fine di mantenere alta la guardia”. Non bisogna concedere ulteriori vantaggi al coronavirus, dice Cartabellotta, “tanto più che i numeri – conclude – riflettono sempre comportamenti di 3-4 settimane fa”. (ANSA).   

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    ++ Scuola: Azzolina conferma, il 14 settembre si riparte ++

    (ANSA) – ROMA, 27 AGO – “Stiamo lavorando da settimane, il 14 settembre la scuola riparte, anzi ripartono le tante scuole d’Italia. Abbiamo più di 4mila plessi scolastici, più di 8mila autonomie. Abbiamo fatto un lavoro enorme per garantire al massimo la sicurezza di studenti, studentesse e di tutto il personale scolastico”.Così il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, n collegamento streaming con i giurati del Giffoni Film Festival. “Abbiamo fatto un lavoro enorme perché mantenere un metro di distanza, come il Comitato tecnico scientifico ci ha detto di fare, non è stato facile. La scuola ha subito dei tagli enormi nel corso degli anni precedenti. Avevamo e abbiamo ancora delle classi molto sovraffollate. Tutta l’estate – ha aggiunto il ministro Azzolina – è servita a ricavare aule nuove, a trovarne altre”. (ANSA).   

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    Sindaco Foggia e bandiera Lega, protesta

    (ANSA) – FOGGIA, 27 AGO – “Foggia non si vende”, “Foggia non si lega” e “PaDaunia, no grazie”. Sono alcune scritte degli striscioni esposti davanti al Palazzo di Città a Foggia per protestare contro le dichiarazioni del sindaco Franco Landella che, domenica scorsa, ufficializzando il proprio passaggio da Forza Italia alla Lega, aveva dichiarato: “da oggi sul campanile del Comune sventolerà la bandiera della Lega”.    Circa 400 foggiani hanno partecipato alla manifestazione, seguita alle critiche dei giorni scorsi in difesa del ruolo delle istituzioni e organizzata dalla minoranza comunale con partiti, associazioni, cittadini e studenti. I manifestanti hanno rispettato le misure anti-contagio applicando il distanziamento sociale e indossando le mascherine per tutta la durata dell’iniziativa. “Dimissioni, dimissioni”, hanno gridato i manifestanti nei cori rivolti al primo cittadino.    Nel corso della protesta, che si è conclusa senza incidenti, il numero dei partecipanti è via via aumentato e la Polizia locale e gli agenti della Digos, per assicurare il regolare svolgimento della manifestazione, hannotemporaneamente chiuso la strada davanti al Palazzo di Città. (ANSA).   

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    Usa: Nba rinvia 3 partite dopo protesta Bucks per caso Blake

    La Nba ha deciso di rinviare tutte e tre le partite di playoff previste oggi dopo che i Milwaukee Bucks, squadra del Wisconsin, hanno boicottato la sfida contro Orlando Magic per il caso Blake. Le altre due gare sono Houston Rockets-Oklahoma City Thunder e Los Angeles Lakers-Portland Trail Blazers. Tutte sono state riprogrammate.
     La decisione dei Milwaukee Bucks di boicottare Gara 5 di playoff NBA contro gli Orlando Magic, per protestare contro il ferimento di Jacob Blake, il 29/enne colpito alla schiena dalla polizia a Kenosha, Wisconsin stra trovando l’appoggio dei giocatori delle altre squadre. Da LeBron James a Donovan Mitchell in tanti, in questi minuti, attraverso i social network si stanno schierando al fianco dei Bucks. “Chiediamo un cambiamento. Siamo stufi di tutto questo”, il tweet di LeBron James; “Chiediamo giustizia” gli ha fatto eco Donovan Mitchell. La scelta dei Bucks ha trovato anche l’appoggio di Alex Lasry, vicepresidente e figlio del coproprietario dei Bucks: “Alcuni valori sono più grandi del basket – ha twittato Lasry- La posizione assunta oggi dai giocatori e dall’organizzazione dimostra che siamo stufi. Quando è troppo è troppo. Il cambiamento deve avvenire. Sono incredibilmente orgoglioso dei nostri ragazzi e siamo al 100% con i nostri giocatori pronti ad assisterli e a portare avanti un vero cambiamento”.