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    Test università, si cerca soluzione per chi sta in quarantena

    “Questo è un tema molto delicato dal punto di vista giuridico. E’ all’attenzione del Governo, stiamo valutando tutte le opzioni. Facciamo domani i test per la maggioranza dei ragazzi, poi valuteremo queste situazioni particolari”. Lo ha precisato il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, rispondendo alla domanda se fossero state individuate soluzioni alternative per i candidati che domani non potranno sostenere i test di accesso alla facoltà di Medicina, poiché in isolamento fiduciario anticovid, a margine di Esof2020. Toti, no a un rinvio della riapertura  – “Credo che rinviare ulteriormente la partenza delle scuole creerebbe ulteriore incertezza nelle nostre famiglie, ulteriori disagi e un danno ai nostri ragazzi”. Così il presidente della Regione Liguria e vice presidente della conferenza delle Regioni Giovanni Toti oggi pomeriggio a Genova commenta l’appello dell’Ordine dei medici della Liguria di rinviare di dieci giorno la riapertura delle scuole. “I nostri ragazzi da molti mesi non hanno una didattica in presenza, come dovrebbe essere – evidenzia – Stiamo lavorando affinché tutto vada nel migliore dei modi, sul Tpl e sui protocolli sanitari anti covid all’interno degli istituti l’accordo è stato raggiunto, capisco la prudenza di tutti e gli appelli, ma credo che le procedure siano state condivise e mi auguro che il Miur in queste ore faccia tutto quello che deve”. “Sarebbe stato meglio votare il 6 settembre e riaprire le scuole il 14 settembre, come avevamo ragionevolmente proposto al Governo, non è stata colta la nostra ragionevolezza, oggi non mi sento di dare ulteriori elementi di incertezza”, aggiunge.   

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    Università: Manfredi, valuteremo situazioni quarantene

    (ANSA) – TRIESTE, 02 SET – “Questo è un tema molto delicato dal punto di vista giuridico. E’ all’attenzione del Governo, stiamo valutando tutte le opzioni. Facciamo domani i test per la maggioranza dei ragazzi, poi valuteremo queste situazioni particolari”. Lo ha precisato il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, rispondendo alla domanda se fossero state individuate soluzioni alternative per i candidati che domani non potranno sostenere i test di accesso alla facoltà di Medicina, poiché in isolamento fiduciario anticovid, a margine di Esof2020. (ANSA).   

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    Premio per 'eroi Covid' in Alto Adige

    (ANSA) – BOLZANO, 02 SET – In Alto Adige gli ‘eroi Covid’, ovvero il personale delle strutture sanitarie e sociali che si è speso durante l’emergenza coronavirus, riceverà un premio in denaro, che ammonta tra i 750 e i 1800 euro, oppure dieci giorni di ferie extra. Accederanno oltre 6.600 dipendenti.    Cinque milioni per ciascun settore, pari a complessivi 10 milioni di euro, sono le risorse stanziate dalla Giunta provinciale di Bolzano nel bilancio di assestamento destinate a premi per il personale della sanità e del sociale.    Si tratta di premi straordinari per il personale che ha prestato servizio in condizioni particolarmente critiche durante l’epidemia da nuovo coronavirus. La giunta ha stabilito i criteri sulla base dei quali pagare i premi. A seconda del tipo di lavoro, impegno e rischio di infezioni ogni lavoratore riceverà fra 750 e 1.800 euro. L’importo più alto va a coloro che hanno operato nelle terapie intensive Covid. Come ha sottolineato l’assessore Thomas Widmann, “il loro impegno non potrà mai essere compensato davvero, si tratta solo di un gesto simbolico di riconoscimento”. (ANSA).   

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    Legge elettorale: Germanicum in Aula il 28 settembre

    La legge elettorale sarà esaminata dall’Aula della Camera a partire da lunedì 28 settembre, mentre il venerdì precedente, il 25, inizierà l’esame della legge Fornaro con i correttivi costituzionali al taglio dei parlamentari. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo della Camera. 
    “Soddisfatto” il capogruppo del Pd Graziano Delrio: “il patto sulle riforme tiene”. La Conferenza dei capogruppo si è riunita per definire il calendario del mese di settembre al di là delle sedute di oggi sulla fiducia al decreto Covid.
    I due provvedimenti su cui insisteva il Pd, vale a dire la legge elettorale e la legge Fornaro, sono dunque stati calendarizzati a fine mese, appunto rispettivamente lunedì 28 e venerdì 25, giorni nei quali si svolgerà la discussione generale sui due provvedimenti. Nelle giornate tra il 29 settembre e l’1 ottobre si svolgeranno le sedute con le votazioni sugli emendamenti.

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    Università: test atenei, matricole vogliono stare vicino casa

    Con la prova d’accesso alle facoltà di Veterinaria, inizia il primo settembre ufficialmente la stagione dei test d’ingresso universitari a livello nazionale e locale. Un appuntamento fisso del mese di settembre che, così come sta avvenendo per il back to school, è stato stravolto dall’emergenza sanitaria. Non solo dal punto di vista organizzativo, con il quiz che verrà svolto nella sede più vicina a casa, a prescindere da quella indicata nella domanda.    Perché sono tanti i ragazzi – tra le 2.500 aspiranti matricole intercettate dal portale Skuola.net – che hanno dovuto cambiare i proprio piani o che si sono dovuti confrontare con nuovi sistemi di selezione. E molto spesso è stato proprio il Covid-19 ad aver avuto un ruolo determinante.    I test a numero chiuso nazionale avranno il proprio clou con la prova d’ingresso a Medicina di dopodomani, 3 settembre. Quasi 9 studenti su 10 cercheranno d’iscriversi nei dintorni del proprio luogo di residenza: il 70% nella stessa regione, il 17% in una regione confinante o non troppo lontana. Una scelta, questa, che in un quarto dei casi è stata determinata proprio dai problemi generati dal virus: il 12% avrebbe voluto entrare da un’altra parte (in un ateneo più distante) ma le condizioni economiche della famiglia al momento glielo impediscono, il 13% ha paura di rimanere bloccato da un eventuale nuovo lockdown.    Numeri che al Sud, area da cui tradizionalmente partono i flussi maggiori di fuori sede, crescono ulteriormente: qui il Covid frena le ambizioni di oltre 1 ragazzo su 3 (nel 18% dei casi alla base ci sono ragioni economiche, per il 16% i timori sono di tipo logistico).    Che la scelta della sede sia stata in qualche modo condizionata dagli eventi lo conferma anche un altro dato. La metà degli studenti che resteranno forzatamente nei paraggi di casa, se l’anno prossimo il quadro sanitario dovesse migliorare definitivamente, non escludono di chiedere il trasferimento nell’università dei propri sogni: il 25% lo ritiene molto probabile, una quota simile valuterà a seconda di come si troverà nell’ateneo su cui ha dovuto ripiegare.    Ma c’è anche il rovescio della medaglia: quelli che nonostante tutto inseguiranno la laurea a centinaia di chilometri di distanza da casa – fenomeno visibile specie tra i ragazzi del Mezzogiorno, tra i quali la proporzione di nuovi fuori sede classici sarà di circa 1 su 4, quindi in linea col passato – ma che stavolta in molti casi lo faranno a malincuore. Più di 1 su 5, tra quelli che proveranno il test per frequentare in una regione lontana, è stato quasi ‘costretto’ a indicare quella sede per assenza di alternative di qualità nella sua zona.    Ciò che rimane sostanzialmente invariato sono tempi e costi dedicati dai ragazzi alla preparazione dei test. Anche quest’anno lo studio per i quiz inizia da lontano: in 1 caso su 5 addirittura un anno prima dell’appuntamento. E, più in generale, per 7 studenti su 10 quantomeno dalla fine dell’anno scolastico. Quanto alla spesa media, le famiglie di dividono in tre blocchi: 1 su 3 non supererà i 100 euro, altrettante si attesteranno tra i 100 e i 300 euro, un altro terzo immagina di investire qualcosa in più (a volte sforando addirittura il tetto dei 500 euro).    Le norme di contenimento del virus, unite alle difficoltà negli spostamenti, hanno però inciso pesantemente pure su tutte le altre future matricole che non dovranno cimentarsi con prove d’accesso nazionali ma che comunque dovranno passare per una selezione a livello locale. In questo particolare 2020 anche i test d’ingresso organizzati dalle singole facoltà, infatti, cambiano volto. Quasi estinte le prove tradizionali in presenza (solo il 17% degli studenti sarà ‘scelto’ così), sostituite nella stragrande maggioranza dei casi (73%) da un test in modalità online, forse scelto dagli atenei per abituarli all’idea che anche i futuri esami si possano svolgere così.    Mentre 1 università su 10 ha preferito filtrare le domande sulla base del curriculum o di un colloquio individuale.    Si conferma, anche nel caso dei corsi a numero chiuso locale, il peso dell’emergenza sugli spostamenti dei ragazzi. In media, infatti, è sempre 1 studente su 4 – tra quelli che rimarranno vicino casa (in totale sono più di 8 su 10, con la consueta flessione al Sud) – ad essere stato condizionato dalle difficoltà economiche o dalla paura dei blocchi. Così come nelle regioni meridionali circa 1 su 3 senza questi ostacoli avrebbe sicuramente preso strade diverse. Ecco perché, di nuovo, oltre la metà tra dodici mesi valuterà se riprendere in mano i piani originari e chiedere il trasferimento altrove.    Ma, per tutti, prima di iscriversi bisogna superare le selezioni. In tanti, purtroppo, non ce la faranno. Nel caso dei test a numero chiuso nazionale, la determinazione che da sempre contraddistingue questo tipo di studenti spingerà il 66% dei delusi a riprovare l’anno prossimo e nel frattempo a iscriversi a un corso simile dove poter sostenere qualche esame comune a entrambe le facoltà; il 17%, invece, attenderà direttamente l’anno prossimo facendo dell’altro; la stessa quota (17%) abbandonerà definitivamente la missione.    

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    >ANSA-INTERVISTA/ 'Roma e Seul partner, anche contro virus'

    (di Antonio Fatiguso)
    La Corea del Sud è un partner strategico per l’Italia e la pandemia del Covid-19 è stata un’ulteriore occasione per rinsaldare le relazioni scientifiche, economiche e culturali: l’ambasciatore italiano a Seul, Federico Failla, ritiene che i legami tra i due Paesi siano destinati a consolidarsi di più grazie all’appeal e alla conoscenza reciproca maturata.    “In linea generale, la situazione è sotto controllo in Corea del Sud, con alcuni focolai riemersi di recente a Seul e nella circostante provincia di Gyeonggi. Il numero di casi positivi rimane comunque relativamente basso, di cui una parte per gli arrivi dall’estero”, dice Failla in un’intervista all’ANSA. In Corea, “è bene ricordarlo, non c’è mai stato un lockdown vero e proprio, grazie anche all’esperienza maturata con la MERS e all’efficace lavoro di contrasto descrivibile con le tre T, Testing, Tracing & Treating (‘testa, traccia e cura’, ndr)”.    Il calo del Pil è stato limitato a -1,3% nel primo trimestre e a -3,3% nel secondo trimestre del 2020: “prima a causa della frenata della produzione in Cina e per l’interruzione dei flussi turistici, soprattutto cinesi, e poi per la riduzione della domanda globale nei settori di specializzazione della Corea del Sud, quali automobili, smartphone e prodotti petroliferi”.    Nonostante le difficoltà, l’economia, stimata dall’Ocse in frenata dell’1,8% nel 2020 (-1,3% per la Bank of Korea), scalerà 3 posizioni tra le economie mondiali: dal 12/o al 9/o posto.    Il presidente Moon Jae-in, “la cui gestione dell’epidemia è stata lodata a livello internazionale, ha di recente annunciato un programma economico di lungo termine (fino al 2025) per 133 miliardi di dollari, denominato ‘Korean New Deal’, con lo scopo di sostenere l’occupazione e riequilibrare il sistema economico verso settori innovativi, digitalizzazione e green energy”, prosegue l’ambasciatore. In più, i tre extra budget degli ultimi mesi, per quasi 50 miliardi di dollari, tra maggiori spese per la sanità, prestiti agevolati alle imprese e voucher di acquisto per le classi meno abbienti.    Italia e Corea del Sud, nel contrasto al coronavirus, hanno tenuto iniziative sulla salute in linea col memorandum firmato nel 2017 dall’Istituto superiore di sanità e dal Korean national institute of health (Knih), avviando “un fruttuoso scambio di conoscenze sui temi d’interesse comune come genomica, oncologia, medicina di precisione, vaccini e malattie infettive”.    Una situazione che “ha permesso anche la collaborazione sul Covid-19, concretizzatasi in un recente incontro online tra ministero della Salute, Iss, Istituto Spallanzani, da parte italiana, e Knih, Asan Medical Center, Myongji Hospital, Celltrion e Korean centers for disease control and prevention, da parte coreana”. Tra i temi discussi, la ricerca di un vaccino, le terapie seguite e le possibili collaborazioni bilaterali sulla ricerca biomedica. L’azione terapeutica di contrasto al virus è stata affrontata a Seul “con il massimo sforzo, come dimostrato da più di 900 studi clinici di cui 350 in Fase 3”.    I rapporti commerciali, osserva Failla, “sono ottimi” con più di 10 miliardi di euro di interscambio nel 2019 e un surplus da parte italiana intorno ai 2,5 miliardi. “Il Made in Italy è conosciuto e apprezzatissimo a Seul, particolarmente nei settori moda e agroalimentare, che rappresentano insieme oltre il 40% del nostro export”. Anche i macchinari ad alta tecnologia hanno posizioni di rilievo: sono il 31% delle esportazioni italiane e secondi solo alla Germania tra i Paesi europei. La pandemia ha avuto all’inizio un impatto limitato sui nostri rapporti commerciali, ma “i dati del primo semestre nel complesso hanno però virato in negativo, seppur non in modo drastico, col rallentamento delle attività produttive in Italia e dei consumi in Corea (-5,9% sul primo semestre 2019)”. Rimangono positive le aspettative per il terzo quadrimestre, “sempre che non si presentino nuove chiusure in Italia e in Corea”.    Il mercato coreano è appetibile e “siamo pronti a ripartire, proponendo i nostri beni a più alto valore aggiunto e sfruttando l’e-commerce per promuovere le Pmi. L’ambasciata sta cercando di diffondere e meglio spiegare le opportunità della Corea del Sud con appositi webinar, mentre l’Agenzia Ice di Seul, per parte sua, ha dato il via a un importante progetto di e-commerce, con l’obiettivo di aprire una pagina tutta dedicata ai prodotti italiani su Gmarket, principale operatore coreano del settore”.    La Corea è il quinto Paese al mondo per volumi di e-commerce anche per la diffusione di internet ad alta velocità.    L’ambasciata, rileva Failla, intende sfruttare la “nuova normalità” dovuta al Covid-19 con incontri online per “declinare in forme concrete il ‘partenariato strategico’ tra Italia e Corea lanciato con la visita del presidente Moon in Italia a ottobre 2018” con consultazioni politiche su sfide globali, come le pandemie globali e il cambiamento climatico.    In un Paese che investe oltre il 4,6% del Pil in ricerca e sviluppo “appare fondamentale favorire momenti di incontro e di collaborazione tra le eccellenze italiane nel mondo tecnologico e scientifico e la realtà locale”. Anche l’anniversario dei 500 anni dalla scomparsa di Raffaello Sanzio è diventato un momento di di divulgazione scientifica e tecnologica sul restauro del dipinto “La Muta”, al fine di sottolineare l’eccellenza italiana nella conservazione e restauro dei Beni Culturali.    Un’ultima battuta sulla Corea del Nord, nella cui capitale Pyongyang l’Italia ha un Ufficio di cooperazione. “Continuiamo a sostenere con convinzione la politica dell’Ue definita con il termine ‘critical engagement’, ovvero l’applicazione rigorosa delle sanzioni per raggiungere ‘la denuclearizzazione piena, verificabile e irreversibile’. Al contempo, sosteniamo i negoziati tra Usa e Dprk, il dialogo tra Seul e Pyongyang e l’impegno umanitario della comunità internazionale a favore della popolazione nordcoreana”, conclude l’ambasciatore. (ANSA).   

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    Solinas: 'Vie legali perché in gioco c'è la reputazione della Sardegna

    E’ in gioco la reputazione turistica di un’isola costruita in tanti anni di laboriosa ospitalità e ora messa in discussione a livello internazionale”. Così il governatore della Sardegna Christian Solinas motiva le ragioni del ricorso alle vie legali contro la campagna mediatica successiva all’impennata di contagi nelle discoteche a ridosso di Ferragosto. “Abbiamo dato mandato all’area legale, insieme ai nostri tecnici, di valutare, sentendo anche gli operatori, quale sia l’impatto di questa campagna rispetto al tessuto economico produttivo delle nostre aziende e del sistema ricettivo”, ha spiegato a margine della discussione in Aula della riforma della Sanità. Solinas non ha speicificato a chi saranno chiesti i danni: “Questa – ha chiarito – è una valutazione che farà il nostro ufficio legale”.