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    Cento arrestati ad Hong Kong per le proteste pro democrazia

    Sono un centinaio le persone arrestate finora dalla polizia a a Hong Kong a causa delle proteste pro democrazia concentratesi a Kowloon, dove le forze dell’ordine in tenuta antisommossa hanno usato spray e cartucce urticanti per disperdere la folla. Lo riportano in media locali, quando la polizia alle 17:00 locali (le 11:00 in Italia) aveva riferito di 90 arresti eseguiti a Yau Tsim Mong, di cui 87 per l’adesione a manifestazioni illegali. Le proteste sono legate alle mancate elezioni politiche che si sarebbero dovute tenere oggi e che sono state rinviate al 5 settembre 2021 sui timori dell’ondata Covid-19 nell’ex colonia britannica.
    Il rinvio del voto per il rinnovo del parlamentino locale, annunciato dalla governatrice Carrie Lam, è stato duramente contestato dall’opposizione pro democrazia che puntava a raccogliere un successo pieno, replicando l’esito delle elezioni distrettuali del 2019 sulla spinta del radicato sentimento anti-governativo.
    Già nel pomeriggio, gli agenti hanno reagito agli slogan come “Ridatemi il mio voto!” e “poliziotti corrotti”. Nelle immagini trasmesse in diretta, anche sull’account Facebook della polizia, si è visto il fermo di tre noti attivisti pro democrazia: Leung Kwok-hung, Figo Chan e Raphael Wong. 
    E un attivista dell’opposizione è stato arrestato dalla polizia per “aver pronunciato parole sediziose”, ore prima della manifestazione. L’arresto di Tam Tak-chi, vice presidente del partito democratico radicale People Power, è l’ultima detenzione di un sostenitore della democrazia di alto profilo nel centro finanziario. Tam, ex presentatore radiofonico noto come “Fast Beat”, è stato arrestato nella sua casa nel nord-est di Hong Kong da agenti di polizia della squadra di sicurezza nazionale. L’arresto non è avvenuto in base alla nuova legge, ha precisato la polizia.   

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    Azzolina, la scuola non è posto fatato, non c'è rischio zero

    “Abbiamo lavorato per ridurre al minimo il rischio contagio ma la scuola non è un posto fatato, asettico, dove il rischio è zero per questo abbiamo lavorato con l’Iss per avere un protocollo e stabilire cosa si fa se c’è un contagiato in classe. Dal 14 la partita della scuola diventa molto sanitaria. Il caso di Roma al Marymount dimostra come il protocollo sta funzionando: inizialmente si era parlato di 65 persone che dovevano andare in quarantena, poi si è stabilito che solo 9 andranno in quarantena e seguiranno la didattica a distanza”, ha detto il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
    I docenti non possono rifiutarsi di lavorare da remoto, “le linee guida stabiliscono che se la classe è in quarantena la didattica deve continuare. Io credo ci voglia anche buonsenso, tutti i paesi europei stanno facendo così”.   

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    Salvini: 'Governo spieghi i silenzi sul Covid'

    Il leader della Lega Salvini a tutto campo all’attacco del governo. Con l’accusa in una lettera al Corriere di non aver condiviso informazioni su ‘elementi allarmanti’ sugli effetti del covid. E da Cernobbio con un affondo sulla mancanza di certezze: ‘questo Paese rischia di morire di non decisione’, dice Salvini, che si augura il governo non arrivi fino in fondo e parla di caos sul fronte scuola, definendo poi i ministri Azzolina e Manfredi ‘due fantasmi’. Quanto alle Regionali, l’obiettivo è il 7 a zero: ‘i risultati saranno sorprendenti anche in Campania’, assicura Salvini.
    “Mi auguro che questo governo non arrivi fino in fondo. Stiamo usando questo periodo di opposizione per lavorare , allargare e studiare”. Lo ha detto Matteo Salvini al Forum Ambrosetti a Cernobbio e aggiunge: “Questo Paese rischia di morire di non decisione. Non puoi avere al governo uno che dice sì e uno che dice no. Mi auguro che L’Italia torni a decidere. Il Paese scelga qualcuno che si prende la responsabilità di scegliere”.
    Sulla questione della gestione della pandemia, a Salvini ha replicato il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Il governo non ha mai disposto alcuna secretazione su alcun atto, è stata una scelta del Cts perchè si trattava di un documento con ipotesi molto variegate, per non diffondere allarme per un verso ma anche perche il range di potesi al vaglio era molto ampio. Non intendo seguire i leader dell’opposizione sul terreno dello scontro. L’epidemia è cosi enorme da non meritare un dibattito che non è all’altezza”, ha aggiunto.
    Speranza poi ha aggiunto: “La lettera di Salvini è sbagliata perchè divide l’Italia e dà l’idea di un leader piccolo che mette dinanzi gli interessi di parte rispetto a quelli del paese”.”Lo studio del Cts, a me, alla metà di febbraio, è stato presentato dal delegato delle Regioni. Questo studio è stato fatto dal Cts e dentro il Cts c’è una rappresentanza delle Regioni e la persona che me lo ha presentato è un esponente della principale Regione del nostro paese in termini di abitanti che, come è noto, non appartiene alle forze che sostengono il nostro governo”. Lo ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza alla Festa del Fatto Quotidiano. “La posta in gioco è cosi alta – ha aggiunto – che non possiamo metterci a fare giochetti sullo scarico di responsabilità”.
    “Le risorse sono fondamentali e dobbiamo chiederle: da dovunque vengano i soldi, se impiegati per il Ssn è una spesa giusta che va difesa. Con Conte e Gualtieri siamo convinti che la salute deve essere il primo capitolo dei nostri investimenti, è la mattonella fondamentale per la ricostruzione del paese”, ha precisato Speranza. 

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    Mattarella, non sottovalutare intolleranza e razzismo

    “Cultura, dialogo e rispetto sono le basi della nostra convivenza. La cronaca non manca di mostrarci i rischi di sottovalutazione dell’intolleranza e del razzismo. Tocca a ciascuno di noi far vivere, nel confronto e nell’incontro, i valori di civiltà e di solidarietà che sono alle fondamenta della Costituzione repubblicana. Acquistano così ancor maggior significato le molteplici iniziative promosse dall’Unione delle Comunità Ebraiche, per il successo delle quali rivolgo i più fervidi auguri”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio alla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane UCEI, Noemi Di Segni in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica.
    “La Giornata Europea della Cultura Ebraica – sostiene Mattarella – è occasione quanto mai preziosa per riscoprire il patrimonio religioso, artistico, architettonico che le comunità ebraiche hanno saputo costruire nelle nostre città e, attraverso questi tesori, conoscere meglio quelle radici che da secoli sono parte e contribuiscono ad alimentare la storia e la vita nazionale. ‘Gli itinerari ebraici’ è il tema scelto per la Giornata di quest’anno i cui numerosi eventi in programma saranno indubbiamente condizionati a causa della lotta alla pandemia. Le misure di precauzione saranno un segno di condivisione di quell’impegno che coinvolge ogni componente della comunità nazionale. Ma, proprio per questo, la responsabilità comune diverrà la cornice entro la quale valorizzare i caratteri e gli apporti originali che la presenza ebraica ha portato nel nostro Paese e in tutta l’Europa”, conclude.    

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    Lamorgese, non possiamo bloccare i barchini affondandoli

    “Una delle accuse che ci rivolgono è che non abbiamo bloccato gli sbarchi autonomi. Ma non possiamo bloccare i barchini affondandoli. Non devono partire, bisogna quindi lavorare con i Paesi di provenienza, come la Tunisia dove sono stata due volte a luglio ed agosto”. Lo ha detto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese intervenendo al Forum Ambrosetti a Cernobbio.
    La ministra ha ricordato che “negli ultimi due mesi tutti i migranti sono arrivati con sbarchi autonomi, l’unico arrivo con una nave ong è avvenuto la scorsa settimana ed ha riguardato 350 persone”.

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    Anche direttore Oms a Cortile Francesco

    (ANSA) – ASSISI (PERUGIA), 06 SET – Annunciati i primi nomi dei partecipanti alla sesta edizione del Cortile di Francesco che si terrà dal 18 al 20 settembre ad Assisi. Parteciperanno tra gli altri il direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze, Eike Schmidt, la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi, il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus (in collegamento da Ginevra), l’economista, Tito Boeri (da Milano), lo storico, Franco Cardini, il professore Filosofia e Etica dell’informazione all’Oxford University, Luciano Floridi, e il direttore de L’Espresso, Marco Damilano.    L’edizione 2020, dal titolo “Oltre i confini”, prenderà il via il 18 settembre alle 17 con la mostra Francescanesimo e Economia con un incontro al quale parteciperà il custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, che aprirà ufficialmente il Cortile di Francesco. Ambiente, economia, architettura, francescanesimo, filosofia e arte sono alcune delle aree tematiche che – riferisce la sala stampa dello stesso Sacro Convento – verranno affrontate negli incontri. Sarà possibile partecipare, in base alle norme anti Covid, agli eventi che si terranno ad Assisi. Tutti gli incontri saranno comunque anche trasmessi in diretta e on demand sulle piattaforme digitali.    Il programma e tutte le informazioni su come partecipare sono disponibili sul sito www.cortiledifrancesco.it.    L’evento è organizzato dal Sacro Convento di Assisi e dell’Associazione Oicos riflessioni, in collaborazione con il Pontificio Consiglio della cultura e con il sostegno della Regione Umbria, “punta ad offrire uno spazio di incontro alternativo oltre i confini”. (ANSA).   

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    Conte: 'Le elezioni regionali non incideranno sul governo'

    ‘Ritengo che le regionali non avranno incidenza sul governo’: lo sostiene Giuseppe Conte, che però sottolinea come ci sia ‘un centrodestra unito e una maggioranza che va in ordine sparso’. Poi l’endorsement per un Mattarella-bis: ‘Vedrei benissimo una sua rielezione’. E sul futuro dell’Italia: ‘La vera sfida che ci attende è quella di affrontare i nodi strutturali che hanno impedito al Paese di crescere. Non chiediamo soldi europei per abbassare le tasse ma per un progetto coerente che rimanga alle generazioni future”. Infine su Draghi: ‘non è un rivale, ma una eccellenza espressa dall’Italia nei ruoli che ha ricoperto’. E su Facebook anche il ministro Di Maio interviene su Mattarella ad un anno dal giuramento dell’esecutivo: ‘E’ stato una guida’.
    “Non ci troveremo più ad affrontare un lockdown generalizzato” ha sempre detto Conte parlando al Forum Ambrosetti. “I numeri continuano ad essere non trascurabii ma non siamo più davanti alla esplosione di una pandemia. Ci siamo strutturati con un sistema di monitoraggio che ci permetterà ragionevolmente di intervenire in modo mirato e territorialmente circoscritto. I contagi di questi giorni sono sensibilmente inferiori a quelli dei Paesi limitrofi”.
    “Ne siamo usciti secondo un metodo, non fidandosi all’improvvisazione, ma grazie a principi di precauzione e interventi adeguati e proporzionali. Ma ne siamo usciti soprattutto grazie ai cittadini, e non è piaggeria. L’Italia sì’è dimostrata molto disciplinata. Gli italiani sono stati disposti a seguire le regole che abbiamo imposto”.
    “Ci siamo tutti convinti – ha sottolineato il premier – che preservare il tessuto produttivo e sociale era condizione indispensabile per uscire da questa bufera: le misure che abbiamo preso per l’Italia hanno evitato di aumentare le disuguaglianze di reddito tra nord e sud”.
    “Abbiamo anche predisposto una risposta di politica fiscale a sostegno della economia all’altezza della sfida. Abbiamo agito su molti fronti con risorse cospicue per proteggere l’economia e la società. Abbiamo ritenuto che progettare un qualsiasi rilancio sarebbe stato impossibile senza misure di sostegno adeguate e proporzionate. Bisogna rafforzare il tessuto produttivo al sud per rilanciare il nord. Se al sud si produce anche il nord si avvantaggia della ripresa”.
    “Con le nostre norme abbiamo chiesto alle imprese il mantenimento del livello occupazionale per tutto il tempo in cui ci sono sussidi pubblici. Dopo di che servono interventi strutturale, penso a riforma degli ammortizzatori sociali”, ha detto Conte.
    “La vera sfida che ci attende è quella di affrontare i nodi strutturali che hanno impedito all’Italia di crescere. La congiuntura economica continua a presentare un quadro estremamente complesso e gli esperti sottolineano come sia caratterizzata da fattori di persistente incertezza. Nessuno può dire oggi – ha detto il premier – quando usciremo da questo quadro negativo economico. Ma la sfida è vincere i nodi strutturali, non tornare come prima della crisi”.
    “Attraverseremo ancora una fase molto dura, ma attenzione, già l’Istat certifica che nel secondo trimestre c’è stata una caduta ma inferiore ad altri Paesi. L’Italia ha perso il 17,7% di Pil ma l’Francia e Spagna di più. Si intravedono segnali di fiducia nella nostra economia”.
    “Abbiamo ancora energie non messe a frutto: per farlo abbiamo una occasione storica. La risposta dell’ Ue è stata forte e sostanzialmente rapida. L’Italia ha avuto un ruolo in questa fase. L’elemento di forza è stato che al di là delle diverse sensibilità, tutti alla fine hanno compreso che comunque in sistemi economici così integrati, o usciamo tutti in maniera rapida o nessuno si salva”.
    “Abbiamo le idee molto chiare: non chiediamo soldi europei per abbassare le tasse ma per realizzare tutti i progetti e le iniziative nell’ambito di un disegno coerente che rimanga in eredità alle generazione future, un progetto di ripresa e rilancio del paese” ha concluso il premier

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    Coronavirus, Conte: 'Draghi non è un rivale, vedrei bene un Mattarella 2'

    Intervento a tutto campo del premier Giuseppe Conte alla festa del Fatto, dalla pandemia al referendum Giuseppe Conte ha risposto alle domande su tutti i fronti, ha rivelato che avrebbe visto bene Mario Draghi alla presidenza della Commissione Europea e che non gli dispiacerebbe una rielezione di Sergio Mattarella alla presdidenza della Repubblica. “Per l’ autunno – ha detto parlando del Covid – sono fiducioso: penso a misure circostanziate”. Il presidente del Consiglio ha parlato anche della questione dei verbali del Cts. “Quando si prendono decisioni molto importanti in termini di allarme sociale – ha detto in un altro passaggio – è bene che si lavori in modo riservato, ma non segreto. Gli omissis? Un fatto tecnico.  Di solito è per protezione della privacy, ma se ne sono occupati gli uffici”.
    L’INTERVENTO
       
    “Il governo – ha detto Conte – non ha mai aperto alle discoteche, contrariamente a quanto s’è detto. Poi le regioni le hanno riaperte”. E per quato riguarda gli stadi ha evidenziato che “nello stadio l’assembramento è inevitabile, dentro, come entrando e in uscita: l’apertura la trovo inopportuna”.
    Il premier ha parlato anche dei prossimi appuntamenti politici, sia il confronto su Recovery Fund e Mes che del referendum. Quella del taglio dei parlamentari “è una riforma costituzionale votata dalla stragrande maggioranza parlamentare. La mia opinione – ha detto – è che se si passa da 945 a 600 parlamentari non viene assolutamente pregiudicata la funzionalità del Parlamento”. Conte si è detto inoltre favorevole al principio delle preferenze nella legge elettorale.
    “Il ministro della Salute non mi ha detto c’è bisogno di più soldi per la sanità. Per quando riguarda il Mes non bisogna pensare che chiedendo questi soldi per la sanità li spendiamo tutti là. Ho un atteggiamento laico: se avremo bisogno di altri soldi sulla sanità ne discuteremo in Parlamento”, dice il premier Giuseppe Conte, alla festa del Fatto chiarendo che un utilizzo del Mes inevitabilmente incide sulla finanza pubblica.
    Il premier è stato interpellato anche su una possibile rielezione del capo dello Stato. “Se ci fossero le condizioni, anche dal suo punto vista, per accettare un secondo mandato lo vedrei benissimo”.
    Infine una ‘rivelazione’ su Mario Draghi: “Quando si è lavorato per nuova una commissione Ue fu proposto innanzitutto Timmermans ma alla fine non andò a buon fine. Subito dopo io stesso cercai di creare consenso per Draghi, lo avrei visto bene come presidente della Commissione Ue. Lo ho incontrato perchè non volevo spendere il suo nome invano ma lui mi disse che non si sentiva disponibile perchè era stanco della sua esperienza europea”. 
    “Draghi penso che quando si invoca lo si tiri per la giacchetta. Non lo vedo come un rivale. E’ una persona di valore, una eccellenza espressa dal Paese nei ruoli che ha coperto”.