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    Processo Ream, condannata Appendino

    (ANSA) – TORINO, 21 SET – La sindaca di Torino, Chiara Appendino, è stata condannata a sei mesi nell’ambito del processo Ream. Stessa condanna per l’assessore comunale al Bilancio, Sergio Ronaldo. Otto mesi, invece, per l’ex capo di Gabinetto Paolo Giordana.    “Porterò a termine il mio mandato da sindaca. Come previsto dal codice etico mi auto sospenderò dal Movimento 5 stelle”, annuncia dopo la sentenza la prima cittadina, che è stata ritenuta responsabile di una imputazione di falso ideologico.    Sono invece cadute due accuse di abuso in atti di ufficio è una seconda di falso. (ANSA).   

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    Referendum costituzionale, i precedenti

    Quello sul taglio dei parlamentari è il quarto referendum costituzionale confermativo della storia della Repubblica. Nei tre precedenti, due volte la legge approvata dal Parlamento senza la maggioranza dei due terzi e’ stata respinta dagli elettori, una sola e’ stata approvata ed e’ diventata legge costituzionale. In base a quanto prevede l’articolo 138 della Costituzione, per il risultato non conta il quorum dei votanti che invece determina la validita’ dei referendum abrogativi.
    I PRECEDENTI – Il primo e’ quello del 7 ottobre 2001 quando si tiene il referendum per confermare o no la riforma del Titolo V della Carta, approvata dalla maggioranza dell’Unione negli anni dei governo Prodi, D’Alema e Amato: passa con il 64,2% di voti favorevoli anche se l’affluenza si ferma poco oltre il 34%. Il secondo caso di referendum confermativo, 25-26 giugno 2006, riguarda la riforma costituzionale varata dal governo Berlusconi (su ispirazione della Lega di Bossi e con Calderoli ministro delle Riforme): la cosiddetta ‘devolution’ e’ bocciata con il 61% mentre i votanti raggiungono il 52%. Il 4 dicembre 2016 e’ la volta del terzo referendum costituzionale nella storia repubblicana: la maggioranza dei votanti respinge il disegno di legge costituzionale della riforma Renzi-Boschi, approvata in via definitiva dalla Camera ad aprile 2016 e che puntava tra l’altro a superare il bicameralismo perfetto ai danni del Senato. A dire no e’ il 59,11%, contro il 40,89% di si’. I votanti pero’ sono record, quasi il 69%. Prima conseguenza politica le dimissioni del governo Renzi.
    COSA PREVEDE LA LEGGE SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI – La riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. L’istituto dei senatori a vita e’ conservato fissandone a 5 il numero massimo (finora 5 era il numero massimo che ciascun presidente poteva nominare). Ridotti anche gli eletti all’estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4.
    L’ARTICOLO 138 DELLA COSTITUZIONE – Il referendum confermativo per le leggi costituzionali e’ disciplinato dall’articolo 138 della Carta. Serve a sottoporre ai cittadini la riforma votata dal Parlamento, ma puo’ essere richiesto solo se i si’ della Camera e del Senato non superano i due terzi dei componenti dell’assemblea.
    CHI PUO’ CHIEDERLO – Tre sono i modi previsti dalla Costituzione per far partire la macchina referendaria: a chiedere il referendum possono essere 5mila elettori, 5 Consigli regionali oppure da un quinto dei membri di una delle Camere (126 deputati o 64 senatori).
    NIENTE QUORUM – A differenza dei referendum abrogativi, per la validita’ del referendum costituzionale non e’ obbligatorio che vada a votare la meta’ piu’ uno degli elettori aventi diritto: la riforma costituzionale sottoposta a referendum non e’ promulgata se non e’ approvata dalla maggioranza dei voti validi, indipendente da quante persone si recano ai seggi.
    GLI ALTRI TIPI DI REFERENDUM – La Costituzione prevede referendum abrogativi (ne sono stati celebrati in Italia 67 dal 1948) e non abrogativi. Tra i referendum non abrogativi, la Carta distingue quelli istituzionali (solo quello del 2 giugno 1946 tra monarchia e Repubblica), di indirizzo (solo quello sul conferimento del mandato costituente al Parlamento europeo del 18 giugno 1989) e costituzionali.

    Referendum elettorali, tutti i precedenti (di Chiara Scalise)  – Dal 1991 a oggi sono stati sei i tentativi di cambiare il sistema elettorale via referendum, parzialmente coronati dal successo. Si va dal trionfo di si’ alla consultazione per la riduzione delle preferenze dei primi anni novanta fino all’inammissibilita’ da parte della Consulta dei quesiti che puntavano a cambiare il Porcellum nel gennaio del 2012, passando per la trasformazione in senso maggioritario del 1993, che porto’ poi al Mattarellum.
    I referendum abrogativi in Italia sono stati tantissimi, una settantina, e quelli legati alla legge elettorale sono dunque una minoranza. Il primo risale al 9 giugno del 1991 quando gli italiani vengono chiamati a dire se vogliono ridurre le preferenze da tre a una nel voto per la Camera dei deputati. Il risultato e’ storico: l’affluenza e’ di oltre il 62% e i si’ raggiungono il 95,6%, un traguardo mai raggiunto da nessun tipo di quesito referendario; tant’e’ che l’allora capo dello Stato Francesco Cossiga si congratula personalmente con il presidente del Comitato promotore Mario Segni.
    Due anni di tempo e l’Italia torna a mettere mano al sistema di voto: e’ il 18 aprile del 1993 quando con l’82,7% di voti favorevoli arriva la modifica alla legge che riguarda il Senato, un cambiamento che poi portera’ il Parlamento a scegliere un sistema maggioritario come il Mattarellum. Il successo non viene pero’ replicato nel 1999 quando non viene raggiunto il quorum sul quesito che chiede di cancellare il voto di lista per l’elezione del 25% dei deputati, visto che i votanti si fermano al 49,6%; ancora piu’ bassa la partecipazione ai referendum dell’anno successivo, il 22 maggio 2000, sui rimborsi elettorali e sull’abolizione della quota proporzionale.
    Una parabola discendente che raggiunge il minimo storico il 21 e il 22 giugno 2009 quando tre quesiti provano a modificare il Porcellum del 2005: l’affluenza alle urne tocca il suo minimo mai raggiunto nella storia della Repubblica, appena il 23,4%. L’ultimo tentativo, quello di modificare il Porcellum via referendum, e’ invece andato a vuoto: il 12 gennaio del 2012 la Consulta ha infatti ha detto no ad entrambi i quesiti per l’abrogazione (parziale e completa) della legge elettorale firmata dal leghista Roberto Calderoli.

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    Breccia di Porta Pia, 150 anni fa Roma diventava italiana

     Centocinquant’anni fa, con l’ingresso dei bersaglieri dalla breccia di Porta Pia, Roma diventava italiana.
    Oggi il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo e il sindaco, Virginia Raggi, accompagnati dal rappresentante della Regione Lazio, dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli e dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Salvatore Farina, ha deposto una corona d’alloro in memoria dei caduti presso la lapide commemorativa della battaglia del 1870, lungo le mura aureliane.Un picchetto armato di Bersaglieri, corpo dell’Esercito protagonista della presa di Roma, ha reso gli onori alle Autorità indossando l’uniforme storica in dotazione alle truppe dell’epoca. 
    A commemorazione della ricorrenza sono stati emessi quattro francobolli italiani, raccolti in un apposito foglietto. I francobolli sono tutti validi per la posta prioritaria per l’Italia fino a 100 grammi di peso (2,80 euro). Il foglietto presenta sul lato destro la riproduzione del dipinto “La breccia di Porta Pia” di Carel Max Quaedvlieg (Collezione Apolloni); e’ un’opera di un pittore olandese dell’Ottocento, noto anche per le sue vedute di Roma e dintorni (e’ morto proprio a Roma nel 1874). Sul lato sinistro del foglietto sono invece inseriti verticalmente i quattro francobolli che riproducono:- sullo sfondo del tricolore italiano, la copia custodita nel Museo Storico dei Bersaglieri del monumento al Bersagliere di Publio Morbiducci esposta nel piazzale antistante Porta Pia;- la facciata interna di Porta Pia;- il logo del Raduno dei Bersaglieri a Roma;- il dipinto “I Bersaglieri” di Michele Cammarano, conservato nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Il bollettino illustrativo dell’emissione e’ stato scritto dal Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, gen. Ottavio Renzi. 
       

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    Mike Pompeo: 'Il Vaticano non rinnovi l'accordo con la Cina'

    “Due anni fa la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il partito Comunista Cinese nella speranza di aiutare i cattolici in Cina. Ma l’abuso del Partito Comunista Cinese sui fedeli è solo peggiorato. Il Vaticano metterebbe in pericolo la sua autorità morale se rinnovasse l’accordo”. Lo afferma il segretario di Stato Mike Pompeo. “Il Dipartimento di Stato è una voce forte per la libertà religiosa in Cina e nel mondo. Continueremo a farlo e a essere a fianco dei cattolici cinesi. Chiediamo al Vaticano di unirsi a noi”, aggiunge Pompeo.
    “I cattolici sono fra le voci più forti a Hong Kong per i diritti umani, inclusi Martin Lee e Jilly Lai. Pechino li ha arrestati, li ha spiati per il ‘reato’ di promuovere la libertà. Il Vaticano dovrebbe stare con i cattolici e il popolo di Hong Kong”, aggiunge Pompeo in una serie di tre tweet, ai quali allega anche un suo editoriale per First Things, rivista religiosa e conservatrice. Un editoriale nel quale afferma che la “storia ci insegna che i regimi totalitari possono solo sopravvivere nel buio e nel silenzio. Se il Partito Comunista Cinese” riuscisse ad “assoggettare la Chiesa Cattolica e le comunità di altre religioni, allora i regimi che disdegnano i diritti umani saranno rafforzati, e il costo per resistere alla tirannia da parte dei credenti salirà”.   

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    Covid: Fauci, ritorno a normalità non prima del Natale 2021

    “Non ho dubbi: ce la faremo. E lo faremo grazie a una combinazione di vaccini sicuri ed efficaci e di politiche sanitarie adeguate”. Così l’immunologo Anthony Fauci, capo della task force Usa contro il Covid-19 in un colloquio con Repubblica in cui fa presente che il tempo che ci vorrà “dipende da una serie di fattori. Primo di tutti, il vaccino e la sua efficacia: lo avremo rapidamente e sarà distribuito nel corso del 2021. Quindi: se le persone continueranno a comportarsi in modo adeguato e saranno vaccinate, da qui a un anno cominceremo a esserne fuori. Magari non del tutto in tutto il mondo: questo non potrà accadere prima di quattro anni”.    Per il Natale 2021? “Lo spero. Non c’è garanzia. Ma ci sono tanti vaccini in sperimentazione in tutto il mondo. Alla fine, uno sicuro ed efficace ci sarà. Quindi, sì: spero che per il Natale 2021 potremo tornare a una qualche forma di normalità”.    “Non credo” saremo completamente coperti dal virus una volta vaccinati: “Ci sono molti vaccini che proteggono al 95-97%, come quello del morbillo che è uno dei più efficaci. Ma dubito che riusciremo mai a mettere a punto un vaccino così efficace contro Covid-19. Ci spero, ma sarei soddisfatto se avessimo un vaccino efficace al 70-75% o giù di lì. Non proteggerà tutti, ma proteggerà la maggioranza. E così il virus non avrà l’opportunità di diffondersi. Andrà benissimo così”. Le cose da fare in attesa sono: “indossare le mascherine, tutti. Tenere una distanza di sicurezza di 180 centimetri o più. Evitare gli assembramenti di qualunque tipo. Cercare di fare le cose all’aperto. E lavarsi le mani il più spesso possibile”.
        

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    Usa, pacco con sostanza tossica spedito a Trump

    Un pacco indirizzato alla Casa Bianca e contente ricina, sostanza letale per l’uomo, è stato intercettato dalle forze dell’ordine. Il pacco aveva come destinatario Donald Trump. Lo riporta Cnn citando alcune fonti, secondo le quali sono state avviate indagini sul caso. 

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    Elezioni: insediati i seggi elettorali, oltre 46 milioni al voto

    Sono stati costituiti alle 16 i seggi elettorali in vista del voto (Referendum costituzionale, Suppletive del Senato, Regionali ed Amministrative). Nei seggi si provvede all’autenticazione delle schede per la votazione, mediante apposizione della firma dello scrutatore, all’apertura del plico contenente il bollo della sezione ed all’apposizione del timbro nell’apposito spazio.
    Per il Referendum sono chiamati alle urne 46.415.806 elettori, in un totale di 61.622 sezioni. Per le elezioni suppletive del Senato gli aventi diritto al voto sono 427.824 per la Sardegna (Collegio uninominale 03 Sassari) in 581 sezioni e 326.475 per il Veneto (Collegio uninominale 09 Villafranca di Verona) in 393 sezioni.
    Le elezioni regionali (in Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia) interesseranno 18.471.692 elettori e un totale di 22.061 sezioni.
    Le elezioni amministrative si svolgeranno, invece, in 957 comuni, di cui 608 nelle regioni a statuto ordinario e 349 nelle regioni a statuto speciale: per un totale di 5.703.817 elettori alle urne e 6.756 sezioni.
    Domenica 20 i seggi saranno aperti dalle 7 alle 23, lunedì dalle 7 alle 15. Alla chiusura dei seggi seguiranno gli scrutini delle suppletive, del referendum e delle regionali.
    Gli scrutini delle elezioni amministrative cominceranno alle ore 9 di martedì 22 settembre.