More stories

  • in

    Gregoretti: difesa Salvini, a bordo c'erano due scafisti

    A bordo della Gregoretti c’erano due scafisti fermati dopo lo sbarco. Gli oltre 100 migranti sono rimasti sulla nave senza pericoli e con la massima assistenza, solo il tempo necessario per concordare con altri Paesi europei il loro trasferimento.
    Il tutto nel pieno coinvolgimento del governo italiano, tanto da rilevare il ruolo decisivo del Ministero dei trasporti nell’assegnazione del POS (luogo di sbarco sicuro). Sono i punti salienti della memoria difensiva per il giudice dell’udienza preliminare depositata dall’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in vista dell’udienza di sabato 3 ottobre a Catania.
    Il reato contestato a Salvini – informa una nota della Lega che sintetizza le 50 pagine della memoria difensiva – si sarebbe verificato dal 27 al 31 luglio 2019. Il 26 luglio, la nave Gregoretti aveva a bordo 135 immigrati, risultato di due differenti operazioni di salvataggio effettuate dalle autorità italiane in acque maltesi su richiesta di La Valletta che – sotto pressione per altre operazioni analoghe – non sarebbe riuscita a garantire interventi tempestivi. In una operazione in particolare, le autorità italiane avevano provveduto all’immediato trasporto a terra di sei persone in condizioni critiche prima dell’arrivo della Gregoretti. Tra le 135 persone a bordo della nave – prosegue la nota – i medici non ravvisavano “casi sanitari gravi” escludendo la necessità di una evacuazione medica. Il POS è stato indicato alle 18,10 del 27 luglio 2019 dal comando generale delle capitanerie di porto: si trattava del porto di Augusta, pontile militare Nato, che per conformazione annulla gli effetti del moto ondoso e assicura totale sicurezza. Nel frattempo era già sbarcata a terra anche una donna incinta con la sua famiglia (marito e due figli minori), mentre la Gregoretti si trovava in acque italiane. Sin dalla notte del 28 luglio – si legge nel comunicato della Lega – la nave resta ormeggiata (con assistenza e costante flusso di viveri e farmaci), e il giorno dopo sbarcano i minori così come richiesto anche dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Catania. A bordo non risultano episodi di insofferenza, e anzi vengono garantiti tre pasti completi al giorno con cucine in ottime condizioni igienico-sanitarie. Il 31 luglio viene fatto sbarcare un immigrato con sospetta tubercolosi e poche ore dopo (15,48) viene comunicata l’autorizzazione allo sbarco delle 115 persone ancora a bordo, operazione conclusa alle 16,53. L’attesa – prosegue la nota – si era resa necessaria per concordare la redistribuzione in altri Paesi europei, con il pieno coinvolgimento del governo italiano.
       

  • in

    Senato: seggio conteso, giunta accoglie ricorso Lotito

    La Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato ha accolto il ricorso di Claudio Lotito contro l’elezione a Palazzo Madama di Vincenzo Carbone. La giunta, ha spiegato il presidente Maurizio Gasparri, ha deliberato di “proporre al Senato l’annullamento dell’elezione di Carbone nella regione Campania”.
    La parola passa quindi all’Aula di Palazzo Madama. Secondo Lotito, che si era candidato senza venire eletto, quel seggio spetta a lui.
    In base a quanto si apprende, per l’annullamento dell’elezione di Carbone hanno votato in 12 contro 7. Il senatore Pietro Grasso non ha partecipato al voto. Assenti tre senatori, due del gruppo misto e uno del M5s.   

  • in

    Martella, per l'editoria Recovery è sfida da vincere

    Le risorse non sono ancora state quantificate, “ma saranno all’altezza dell’ambizione del progetto”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Andrea Martella interviene in commissione Cultura alla Camera per illustrare come pensa di usare i fondi europei del Recovery Plan e premette: “Per un settore da anni in crisi strutturale con una situazione aggravata dalla pandemia è una sfida da non perdere. Anzi da vincere”.
    Il governo però, rivendica il sottosegretario snocciolando uno a uno gli interventi degli ultimi anni, “è impegnato da tempo in una riforma” e negli ultimi mesi ha investito risorse importanti. Per soccorrere l’editoria, dice Martella, “vanno stabilizzate” una serie di misure già in atto come il credito di imposta per gli investimenti pubblicitari, il bonus fiscale per i servizi digitali e le spese di connessione, l’estensione e l’incremento fino a 4 mila euro del tax credit per le edicole e per i distributori che raggiungono i Comuni con meno di 5000 abitanti, ma anche il credito di imposta per la carta e la forfettizzazione delle rese dei giornali. Non solo.
    Perché se la pandemia ha “ulteriormente aggravato” la crisi, è vero anche che “ha contribuito a rafforzare la domanda di un’informazione accurata, di qualità, affidabile e pienamente accessibile alla popolazione”. Da qui l’obiettivo del governo, anche con l’aiuto dei fondi europei, di “tutelare il lavoro dei giornalisti” e sostenere le imprese, accompagnando però l’intero settore verso una “necessaria trasformazione”.   

  • in

    Coronavirus, Mattarella: 'Johnson? Noi amiamo libertà ma anche serietà'

    Replica del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle parole del premier britannico Boris Johnson sulla minor diffusione in Italia rispetto ad altri Paesi Ue della nuova ondata di Coronavirus. BoJo aveva sostenuto che gli inglesi amano di più la libertà rispetto a noi, di qui la maggior diffusione del Covid da loro. “Anche noi italiani amiamo la libertà ma abbiamo a cuore anche la serietà”, ha osservato Mattarella a Sassari, a margine della cerimonia in ricordo di Cossiga, conversando con alcuni partecipanti.
    Nel corso di un question time ieri alla Camera dei Comuni – in risposta a una contestazione del deputato laburista Ben Bradshaw sul “come mai Germania o Italia” registrino al momento meno contagi ufficiali dell’isola senza aver adottato le nuove misure restrittive annunciate ieri dal premier – Boris Johnson aveva spiegato che ciò è anche frutto della mentalità liberale più diffusa nel Regno rispetto “a molti altri Paesi”. “C’è un’importante differenza – aveva argomentato BoJo – fra il nostro Paese e molti altri nel mondo poiché il nostro è un Paese che ama da sempre la libertà. Se guardiamo alla storia degli ultimi 300 anni, ogni avanzamento, dalla libertà di parola alla democrazia, è venuto virtualmente da questo Paese”. “E’ quindi molto difficile – ha concluso – chiedere al popolo britannico di obbedire uniformemente alle direttive oggi necessarie”.   

  • in

    Zingaretti: subito legge elettorale e decreto sicurezza

    Il segretario del Pd Zingaretti parla di “clima positivo tra le forze di maggioranza” spinge per l’approvazione del testo già adottato sulla legge elettorale e di quello “condiviso da tutta la maggioranza” per le modifiche ai decreti sicurezza. In una intervista a La Stampa, il premier Conte esclude il rimpasto e rilancia le priorità dell’autunno: riforma del fisco a dicembre e ius culturae di cui discuterà il Parlamento. ‘Saremo giudicati per quanto riusciremo a realizzare nell’interesse degli italiani’, dice.
    “Nel Pd abbiamo discusso per sei mesi per cambiare una pessima legge elettorale maggioritaria e c’è un punto di approdo, il testo è stato adottato, un proporzionale con forte spinta verso la correzione maggioritaria, non è che ogni mattina noi ripartiamo da zero”. Così Nicola Zingaretti a Skytg24 Start sulla discussione dentro la maggioranza sulla legge elettorale. “Con tutte le precauzioni bisogna andare avanti e la legge adottata è ottima, il testo tiene insieme elementi proporzionali con una soglia al 5%. In parlamento entererebbero 5-6 aggregazioni”.
    Sui decreti sicurezza “c’è un testo positivo, condiviso da tutta la maggioranze e ora va approvato”, “non ci sono più problemi politici se ci sono problemi tecnici si affrontino e poi si approvi” la riforma. Così il segretario Pd Nicola Zingaretti a Sky tg 24 Start.
    Quello del Pd su Virginia Raggi “non è un veto, è un giudizio politico negativo sull’esperienza di governo”. Lo ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti su SkyTg24.  Zingaretti smentisce che ci sia un patto per la ‘spartizione’ dei candidati con Luigi Di Maio e il M5s. “Con Di Maio – rivela – ci sentiamo spesso, così come con Renzi, con Speranza e Crimi. C’è un clima positivo ma escludo, è una notizia priva di fondamento, che ci sia stata una telefonata con Di Maio per un accordo. Non ci sarà mai un tavolo a Roma dove catapultiamo un candidato sulle città in base ad accordi politici. Le candidature verranno scelte nei Comuni, non faremo mai scelte che passano sulla testa dei territori”.     

  • in

    Mattarella, disoccupazione e ritardi sud problemi Paese

    Francesco Cossiga “nel discorso di insediamento aveva assunto la gente comune come punto di riferimento per saldare passato e futuro, auspicando una nuova solidarietà “per valori non solo personali ma soprattutto comunitari”. Per avere speranza civile – disse – “c’è bisogno di una giustizia sociale che non sia calata dall’alto ma condivisa e prodotta dai cittadini”. Aggiungendo che “lo sviluppo non si traduce in speranza civile se non si unisce alla capacità di risolvere i due grandi problemi della nostra vita nazionale: la disoccupazione e l’arretratezza delle aree meridionali “.    Parole lungimiranti di un italiano che ha servito il Paese con tutta la forza di cui è stato capace e del quale oggi, a dieci anni dalla scomparsa, onoriamo la memoria”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando all’Università di Sassari in occasione dei 10 anni dalla morte di Francesco Cossiga.”Cossiga fronteggiò l’attacco terrorista alla Repubblica e difese le istituzioni democratiche con il consenso del Parlamento, nel rispetto dello Stato di diritto e cercando di preservare, come bene indispensabile, l’unità delle forze democratiche nella lotta al terrore e all’eversione. Il ricorso a norme e strumenti nuovi restò sempre iscritto nel solco della difesa dei valori e dell’ordine costituzionale. E il contrasto alle vulgate insurrezionaliste, così come alla inaccettabile predicazione equidistante di fautori del “né con lo Stato, né con le Br”, fu da parte di Cossiga sempre netto e scevro da ipocrisie e opportunismi”, ha affermato il presidente Mattarella.”Il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, con la strage degli uomini di scorta, fu un colpo tremendo e uno spartiacque nella vita di Francesco Cossiga. Come fu uno spartiacque nella storia della Repubblica. Il ministro Cossiga si adoperò per la liberazione di Moro, suo amico e punto di riferimento politico, ma gli sforzi non giunsero al risultato sperato e la sofferenza fu acuita da quel susseguirsi di lettere di cui ebbe a riconoscere tratti di autenticità. Al ritrovamento del corpo dello statista assassinato dette esecuzione al suo proposito di dimissioni, “assumendosi la piena responsabilità politica dell’operato del dicastero”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando all’Università di Sassari in occasione dei 10 anni dalla morte di Francesco Cossiga in un lungo ricordo dell’attività politica dello scomparso presidente della Repubblica.

  • in

    Conte: “Avanti col programma, a dicembre riforma del fisco”

    “Non mi sento di dire che il voto premia o blinda il presidente del Consiglio o il governo. Saremo giudicati per quanto riusciremo a realizzare nell’interesse degli italiani”. E’ quanto afferma il premier Conte che in un’intervista alla Stampa rilancia sui progetti per i prossimi mesi: “Siamo al lavoro per una riforma del Fisco che ci permetta di arrivare ad un sistema più equo ed efficiente, è il momento di agire”. E incalza i partiti dopo il referendum: “Dobbiamo accelerare sull’iter già avviato in Parlamento” sulla riforma della legge elettorale. Stasera il vertice con i capigruppo della maggioranza. I prossimi scogli sono le modifiche ai decreti sicurezza e il Mes.

  • in

    Il M5s agita la maggioranza. Il Pd chiede un colpo d'ala

    Il risultato dell’Election day dà ossigeno, ma non risolve i problemi della maggioranza, chiamata a misurarsi con la prova concreta dei temi e dei numeri in Parlamento. Primo banco di prova, il voto di fiducia sul decreto Covid in Senato, superato con 143 sì e 120 no. Ma davanti a Cinque Stelle e Pd ci sono altri scogli ben più pericolosi, a partire dalle modifiche ai decreti sicurezza al Mes, che vede ancora posizioni distanti. Anche per questo, Zingaretti chiede all’alleanza ‘un colpo d’ala per ridare fiducia agli italiani’. Non è tempo di picconi, ma di ricostruire’, aggiunge il segretario del Pd. Domani sera Conte vedrà i capigruppo della maggioranza.
    E’ tempo di “un grande progetto italiano di rinascita, che dia una visione e speranza a chi rischiava di perderla. E’ il minimo che possiamo fare per i giovani che pagano più di altri il costo della crisi e devono vedere in noi coloro che hanno detto finalmente basta picconi, bisogna ricostruire l’Italia perché coi picconi non si va da nessuna parte”. Lo ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti a Firenze, a margine delle festa per l’elezione di Eugenio Giani a presidente della Toscana. 
    “È tempo per tutta la nostra alleanza di un colpo d’ala per ridare speranza all’Italia e agli italiani”.
    “Oggi era giusto essere qui, nella Toscana che festeggia, pensando a tutti coloro che si sono battuti, candidati e candidate. A tutti loro dico grazie”. 
    E poi ancora rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se saranno rivisiti i decreti sicurezza: “Lo ha detto ieri il presidente Conte che sarà suo compito, visto che l’accordo c’è, di portarlo al primo o al secondo Consiglio dei ministri, perché ripeto che i problemi sono stati affrontati dal ministro Lamorgese”. 
    Intanto riunione domani pomeriggio a Palazzo Chigi, a quanto si apprende da fonti di governo, tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza. Alla riunione, al centro della quale ci sarà il dossier 5G, parteciperanno anche i ministri “competenti” sul tema, tra i quali il titolare del Mef Roberto Gualtieri e il ministro per lo Sviluoppo Economico Stefano Patuanelli. La riunione è prevista alle 18:30.