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    Coronavirus: Raffaele Fitto positivo, l'annuncio su Fb

    (ANSA) – BARI, 25 SET – E’ positivo al Covid l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Raffaele Fitto, candidato sconfitto di centrodestra alla presidenza della Regione Puglia. Lo ha annunciato lui stesso con un post su Facebook.    “Dopo aver ricevuto, mercoledì scorso, la notizia da parte di un mio stretto collaboratore della sua positività al test covid-19 – scrive – ho chiesto immediatamente alla Asl di essere sottoposto a tampone insieme alla mia famiglia. Solo io e mia moglie siamo risultati positivi anche se al momento senza sintomi. Continuerò ovviamente la quarantena fino a nuove indicazioni da parte delle autorità sanitarie”. (ANSA).   

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    Inchiesta Open Arms, Salvini imputato anche a Palermo

    Tra qualche giorno l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini sarà ufficialmente imputato a Palermo per l’inchiesta Open Arms. Al Palazzo di Giustizia sono arrivate dal Senato le carte che contengono l’ultima autorizzazione a procedere votata il 31 luglio, per i 107 migranti rimasti sette giorni sulla ‘Open Arms nell’agosto 2019, al largo di Lampedusa’. Lo scrive oggi il quotidiano La Republica spiegando che “i faldoni sono stati consegnati al tribunale de ministri, che li ha girati alla Procura diretta da Francesco Voi, ora i pubblici ministeri si apprestano a chiedere la fissazione di un’udienza preliminare per l’imputato Salvini”.
    Proprio come a Catania, dove Salvini è già imputato per sequestro di persona aggravato e l’udienza iniziaerà il 3 ottobre. “Li’ ‘parte offesa – viene ricordato nell’articolo – sono i 134 bloccati dalla motonave della Guardia Costiera Gregoretti per cinque giorni, nel luglio dell’anno scorso”.   

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    Papa: Becciu fuori da Cause Santi e dal cardinalato

    La ‘bomba’ in Vaticano scoppia all’ora di cena, con l’uscita di un, a dir poco inatteso, Bollettino della Sala stampa vaticana. “Oggi, giovedì 24 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”. Non riferisce altro la comunicazione, inconsuetamente diffusa in serata. E secondo quanto si è potuto apprendere, la decisione del Papa è stata comunicata appena poco prima dallo stesso Bergoglio a Becciu in una udienza-choc.
    E’ la prima volta da quando Bergoglio è Pontefice che un porporato di Curia rinunci, oltre all’incarico nel proprio Dicastero, ai “diritti” connessi al cardinalato. Angelo Becciu, creato cardinale proprio dallo stesso papa Francesco, non ha avuto il tempo di rientrare nel suo appartamento stasera che la notizia della sua “rinuncia” era già stata pubblicata ufficialmente con il bollettino della sala stampa.
    Becciu, dopo una carriera da nunzio apostolico, è stato a lungo Sostituto in Segreteria di Stato e al compimento dei 70 anni aveva ricevuto la berretta cardinalizia da Francesco, come prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. La sua clamorosa rinuncia, su cui non si hanno al momento altre comunicazioni ufficiali, non può non essere collegata con l’affaire dell’immobile di pregio della Segreteria di Stato a Londra, in Sloane Avenue, il cui acquisto era stato avviato nel periodo in cui lo stesso Becciu era il numero due del più importante dicastero della Curia romana, e su cui è da tempo in corso un’inchiesta della magistratura d’Oltretevere.

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    5G: Palazzo Chigi, consapevoli dei rischi. Rafforzare protezione

    La riunione di questo pomeriggio è servita per fare il punto sullo stato della legislazione italiana, con particolare riguardo all’attuazione delle varie previsioni legislative, anche da ultimo introdotte (ad es. d.l. 23/2020, c.d. decreto liquidità), mirate a rafforzare il sistema di difesa e sicurezza nazionale rispetto ai servizi di comunicazione 5G. Lo rendono noto fonti di Palazzo Chigi. “Il confronto – affermano – ha condotto a una condivisa valutazione positiva dell’assetto normativo di cui l’Italia si è dotata negli ultimi tempi, che appare ben strutturato, orientato alla definizione e prescrizione di standard di sicurezza molto elevati, e idoneo a garantire un adeguato livello di protezione delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di rilevanza strategica”.
    “Si è convenuto – spiegano le stesse fonti – che appare assolutamente prioritario perseguire una strategia di indipendenza tecnologica nell’ambito dell’Unione europea, con pieno impegno del Governo italiano a operare per assicurare il più pieno coordinamento delle varie iniziative europee adottate sia a livello legislativo sia a livello di realizzazione delle infrastrutture tecnologiche”.
    Nella riunione di governo si è “condivisa la piena consapevolezza dei potenziali rischi connessi alle nuove tecnologie e della necessità di adottare sempre nuove iniziative che rafforzino il livello di protezione, avendo come primario criterio di riferimento la tutela della sicurezza nazionale”.

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    Comunali: definitivo dato Reggio Calabria, attesa di 60 ore

    (ANSA) – REGGIO CALABRIA, 24 SET – Si è concluso in serata lo spoglio delle schede delle comunali a Reggio Calabria, dopo quasi 60 ore dall’apertura delle urne. Risultato definitivo che non cambia quanto già si sapeva da martedì pomeriggio e cioè che andranno al ballottaggio il candidato di centrosinistra, il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà, che ha ottenuto il 37,17% dei consensi, e quello del centrodestra, indicato dal leader della Lega Matteo Salvini, Antonino Minicuci, con il suo 33,69%.    Al terzo posto l’ex componente della segreteria nazionale del Pd ed ex assessore della Giunta Falcomatà, Angela Marcianò, sostenuta da liste civiche e dal Movimento sociale. Solo il 2,40% per il candidato 5 Stelle Fabio Foti, mentre il massmediologo Klaus Davi ha ottenuto il 4,68%. (ANSA).   

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    Veleni in assemblea M5S ma parte road map Congresso

    Piccoli passi avanti nella guerra permanente interna al M5S. L’assemblea dei gruppi parlamentari del Movimento non tradisce le attese e si rivela come un complicato intreccio di veti, veleni, accuse più o meno velate. Ma, dopo giorni di silenzio, il capo politico Vito Crimi tenta di imprimere un’accelerazione alla road map che porterà il Movimento alla sua rifondazione presentandosi di persona alla riunione e mettendo sul tavolo tre scenari: un capo politico unico da votare subito in rete, una leadership collegiale sempre votabile al più presto su Rousseau e un percorso che porterà a un Congresso vero e proprio. Di fronte, Crimi si trova una platea che chiede da tempo la terza ipotesi ma la sua attuabilità non è così facile. I tempi sono stretti e, come spiega lo stesso Crimi, “il livello più urgente è quello della governance”. L’impressione è che, nella galassia M5S, la confusione resti.
    Tre scenari per il futuro del M5S. E’ quello che ha proposto, a quanto si apprende, il capo politico M5S Vito Crimi introducendo l’assemblea congiunta dei gruppi del Movimento. Il primo scenario prevede la votazione, su Rousseau, di un capo politico unico. Il secondo una leadership collegiale, da votare sempre online ma con previo cambio di Statuto. Il terzo scenario porta ad un percorso, che parte dai territori, per gli Stati Generali. Un percorso inclusivo che, si spiega, coinvolgerebbe anche eletti locali ed europarlamentari. “Chiedevate un percorso dal basso – ha detto – ed è quello che sta avvenendo. Non state vedendo un post direttamente sul blog con una decisione. L’idea è che siano i portavoce che scelgono autononamente singoli soggetti per la commissione (per gli Stati Generali, ndr). Non avrete un uomo che da’ la soluzione”. “Gli Stati Generali sono un percorso. Ci sono due livelli, uno più urgente, la governance. Serve l’avviamento per dare carburante al percorso, e lasciare il confronto sui temi a un approfondimento maggiore”, ha sottolineato.
    Il terzo scenario proposto dal capo politico M5S Vito Crimi, a quanto apprende l’ANSA, prevede che, entro il 15 ottobre, partano le assemblee territoriali dal basso per proporre l’agenda dei temi Al contempo si prevede la costituzione di una “commissione” composta da vari soggetti (parlamentari, regionali, comunali, ect) che elabori le proposte e formuli i documenti su cui avviare consultaizone in rete. La commissione, una volta costituita, utilizzando il lavoro svolto nelle assemblee territoriali e i documenti pervenuti, predisporrà una sintesi delle questioni su cui l’assemblea degli iscritti del Movimento si ritiene debba esprimersi.
    “Questo dibattito è necessario e sono qui a discutere con voi facendo tesoro delle vostre sollecitazioni. Però vorrei ricordarci che fuori il Paese ci chiede altro. Un invito che faccio e: con la stessa veemenza con cui dibattiamo tra di noi usiamola per parlare di come dovremmo spendere i 209 miliardi del recovery fund, di quali proposte vogliamo portare avanti e di come lavorare sui territori”. 
    “Basta con le battaglie intestine – ha detto in mattinata parlando a Radio 24 il presidente della Camera Roberto Fico – dobbiamo avere una collegialità maggiore, perché alcuni problemi ancora vivi nel M5S derivano da verticismo troppo spinto che c’è stato”. “Serve una collegialità – ha detto – per trovare sintesi, è il sale della democrazia ma anche una soluzione per una maggiore maturità”.
    “Il taglio dei parlamentari approvato con il referendum ora chiama altre riforme. Non possiamo lasciare il prossimo parlamento con un numero ridotto di parlamentari e un vecchio regolamento”. “Capisco che sono temi che sentiamo da 30 anni – ha spiegato – ma ora il referendum è stato votato e il sì ha vinto in modo schiacciante, è una riforma costituzionale importante che è stata fatta da questa legislatura. Ora i regolamenti della Camera e del Senato devono per forza essere adeguati al taglio dei parlamentari, ci vuole una lunga discussione e si arriverà a una riforma. Questo significa mettere in sicurezza le riforme perché funzionino al meglio. E poi serve la legge elettorale che è in commissione affari costituzionali, si sta lavorando ed è importante arrivarci”.

    RISPONDIRISPONDI A TUTTIINOLTRA
    Contrassegna come non letto

    Laura Lattanzi

    gio 24/09/2020 21:03

    A:

    Chini Alessandra;

     1 allegato

    Ciao Alessandra,
    eccomi. Ti scrivo nel dettaglio alcune precisazioni sulla bozza ricevuta
    So che dal 1 ottobre entra in vigore il nuovo CCNL per il lavoro domestico, quindi la prima domanda è se sia corretto indicare come riferimento quello vecchio stipulato nel 2013.
    Per il resto ti scrivo sotto quello che secondo me, anche in base a quanto è indicato nel CCNL e so, andrebbe aggiunto/modificato nel documento:
    OGGETTO: assunzione a tempo indeterminato di lavoro domestico senza convivenza (da quello che so va specificato)
    PUNTO 2. Mansioni: baby sitter (due) bambini con età maggiore di 6 anni
    PUNTO 5. L’orario di lavoro è di ore 20 a settimana, così suddivise:
    ecc eccmartedì…. per un totale di

    domenica……
    Previa accordo e in base alle esigenze, le parti convengono di poter variare la distribuzione suscritta dell’orario, giornaliero e settimanale, delle 20 ore settimanali
    PUNTO 8: La prestazione lavorativa verrà svolta presso il seguente indirizzo: via di monserrato 111 Roma, ivi inclusi spostamenti e altri luoghi previsti per seguire i bambini nelle loro attività giornaliere durante l’orario di lavoro.
    Previa accordo, il lavoratore/la lavoratrice potrà seguire la famiglia del datore di lavoro per temporanei spostamenti per villeggiatura o per altri motivi familiari

    Credo sia tutto. Dimmi anche tu se riguardandolo con calma noti altro/hai altre considerazioni
    Grazie e a presto,

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    Dai governisti ai “puristi”, ecco galassia M5S

    “La nuova galassia M5S? Io parlerei più di bing bang…”. Con una battuta, Sergio Battelli, deputato della prima ora, descrive così lo status quo delle correnti del M5S. Le categorie “correntizie” di pochi mesi fa si sono quasi totalmente azzerate. Eppure, una mappa, sia pur provvisoria, della galassia M5S c’è. Fino agli Stati Generali, quando tutto potrebbe cambiare di nuovo.
    GOVERNISTI: è l’ala prevalente nel M5S, un macro-insieme che include diverse anime. Ad accomunarle c’è l’obiettivo di un’alleanza con il Pd, anche in vista delle Comunali 2021. Tra le sotto-correnti del governismo a 5 Stelle, quattro sono quelle principali: I “dimaiani”- E’ il gruppo vicino a Luigi Di Maio, il maggiore numericamente. Ci sono “big” come Alfonso Bonafede, Sergio Costa, Laura Azzolina, Vincenzo Spadafora, Laura Castelli, Giancarlo Cancelleri, Laura Agea, Stefano Buffagni, Manlio Di Stefano, Mirella Liuzzi. Alla Camera, tra i “dimaiani” ecco Luigi Iovino, Francesco D’Uva, Anna Macina, Michele Gubitosa, Andrea Caso, Cosimo Adelizzi, Iolanda Di Stasio, Leonardo Donno. Al Senato, dove la “presa” di Di Maio è minore, si contano Sergio Puglia, Sergio Vaccaro, Ettore Licheri.  Gli “autunomi” – Sono governisti, pro-alleanze ma non nell’inner circle del titolare della Farnesina. Al governo sono Stefano Patuanelli, Fabiana Dadone o Pier Paolo Sileri. Alla Camera ecco il capogruppo Davide Crippa o Sergio Battelli. Al Senato “capofila” è Paola Taverna che, tra i parlamentari a lei più vicini, può contare su Emanuele Dessì, Alessandra Maiorino o Laura Bottici. Tradizionalmente vicino a Taverna (ma considerabile anche come “dimaiano”) è Fabio Massimo Castaldo, vice presidente del Parlamento Ue. Sempre tra gli autonomi vanno annoverati gli attivisti della primissima ora, quelli fedelissimi al verbo di Beppe Grillo. Tra questi ci sono Andrea Cioffi, Gianluca Castaldi, Alberto Airola o Elio Lannutti. Gli “anti-Rousseau” – E’ un gruppo trasversale, numericamente folto, che attinge nell’area vicino a Di Maio come in quella a Roberto Fico. A fare rumore, nelle ultime ore, è la mozione “Parole Guerriere”, think tank guidato da Dalila Nesci che conta su diversi esponenti: da Carlo Sibilia a Giorgio Trizzino, da Diego De Lorenzis a Azzurra Cancellerie.I “fichiani” – Gli ex ortodossi, oggi, sono tra i fan più decisi dell’alleanza con il Pd e fanno a capo a Roberto Fico. Al governo il putno di riferimento è Federico D’Incà. Alla Camera ecco Riccardo Ricciardi, Gilda Sportiello, Giuseppe Brescia o Luigi Gallo. Nel Lazio “pesa” l’endorsement di Roberta Lombardi.
    I PURISTI:Sono scettici nei confronti di un’alleanza con il Pd, anti-Mes e difensori del ruolo della piattaforma Rousseau. Tra i punti di riferimento ci sono, Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista. L’ex deputato, oltre ad Antonella Laricchia in Puglia, nei gruppi può contare su Barbara Lezzi, ma forse anche su Giulia Grillo, Alvise Maniero o Raphael Raduzzi. A Bruxelles punto di riferimento è Ignazio Corrao. “Casaleggiana” doc è Enrica Sabatini, responsabile ricerca e sviluppo di Rousseau.
    IL SIMBOLO E L’ ASSOCIAZIONE: potrebbe essere il “nodo dei nodi”, nel caso lo scontro interno arrivi ai massimi livelli. Il nuovo Statuto del Movimento, varato nel dicembre 2017, ha dato vita ad una terza Associazione M5S, in cui Di Maio e Casaleggio figurano come fondatori. Il simbolo è concesso in uso dalla precedente associazione M5S. Ovvero da Beppe Grillo.   

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    Sicurezza: bozza decreto migranti, stop multe milionarie alle Ong

    La cancellazione delle multe milionarie alle navi ong, la riforma del sistema di accoglienza, l’allargamento delle maglie che consentono di accedere alla protezione umanitaria, la possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe comunale e la possibilità di convertire il permesso di soggiorno in permesso di lavoro. Sono alcune delle novità dell’ultima bozza del decreto che dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri per modificare i due decreti sicurezza di Salvini. Nel titolo del decreto, composto da 9 articoli, non compare la parola “sicurezza”: “Disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, nonché in materia di diritto penale”.
    Per le ong che violino il divieto di navigazione spariscono le multe fino a un milione, si scende da 10mila a 50mila euro, e vengono fatte salve le operazioni di soccorso “tempestivamente comunicate”. Arriva un nuovo “sistema di accoglienza e integrazione”.
    ECCO IL TESTO DELLA BOZZA
    Il decreto prevede anche che i termini obbligatori per il riconoscimento della cittadinanza italiana passino da 48 a 36 mesi. Tra le novità, anche il ripristino della possibilità – per i richiedenti di protezione internazionale – di poter svolgere lavori di utilità sociale.