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    Torra condannato, la Catalogna deve tornare al voto

    La Corte Suprema spagnola ha confermato la condanna a un anno e mezzo di interdizione dalle cariche pubbliche per il presidente della Generalitat catalana, Quim Torra, accusato di “disobbedienza” per essersi rifiutato di oscurare, durante il periodo elettorale, gli striscioni a sostegno degli indipendentisti in carcere. Lo riferiscono i principali media spagnoli. La sentenza porta la Catalogna a una fine anticipata della legislatura e alle elezioni che dovrebbero tenersi il 31 gennaio o il 7 febbraio del prossimo anno.
    Oltre all’interdizione, Torra è stato condannato alla multa di 30.000 euro. Nella sentenza, l’Alta corte ritiene che Torra “abbia ripetutamente e ostinatamente disobbedito” agli ordini del Consiglio Elettorale Centrale di ritirare alcuni simboli dagli edifici pubblici dipendenti dalla Generalitat durante le elezioni generali indette per il 28 aprile del 2019, quando il Consiglio stimò che fosse stata violata la neutralità richiesta alle pubbliche amministrazioni. 
       

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    Covid: a Ventimiglia mascherina h24

    (ANSA) – VENTIMIGLIA, 28 SET – Il sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino, ha annunciato un’ordinanza, che sarà pubblicata nelle prossime ore, con la quale istituisce l’obbligo della mascherina h24 per chiunque si sposti in città in ambienti aperti e frequenti spazi chiusi. Scullino ha annunciato il provvedimento al termine di un vertice con le associazioni dei commercianti, durante il quale, nell’interpretare il Dpcm del 7 agosto e le parole del ministro Speranza, si è preso atto che non c’è obbligo di tampone per i frontalieri che si recano in Francia o nel Principato di Monaco e per i francesi che si trattengano in Italia fino a un massimo di 36 ore. “Abbiamo voluto coniugare la sicurezza con l’economia cittadina”, ha detto il sindaco Scullino. La nuova ordinanza prevede anche l’invito a evitare gli assembramenti e le sanzioni che partono da 250 euro per arrivare a 1.500 euro nei casi più gravi o per i recidivi. (ANSA).   

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    Premi: a Liliana Segre lo 'Speciale Luchetta' 2020

    (ANSA) – TRIESTE, 28 SET – Va alla senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e attiva testimone della Shoah, il Premio Speciale Luchetta 2020, assegnato dalla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin.    “Per la forza del suo messaggio di pace, vaccino prezioso contro l’odio, il razzismo e l’indifferenza, che sono più colpevoli della violenza stessa – ha spiegato la presidente della Fondazione, Daniela Luchetta – il Premio Speciale va quest’anno a Liliana Segre, alla quale siamo riconoscenti per le preziose testimonianze del suo passato, grande insegnamento alle nuove generazioni, chiamate a costruire un futuro che abbia la solidarietà come forza trainante”.    Il riconoscimento è preludio alla consegna della 17/a edizione del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, in programma sabato 3 ottobre nell’ambito di Link Festival del giornalismo 2020, alla presenza della presidente di giuria Giovanna Botteri (ore 19, Fincantieri Newsroom a Trieste). “I valori cui si ispirano il premio e la Fondazione – ha aggiunto Luchetta – si fondono con il vissuto e i principi che accompagnano la vita stessa della senatrice. Integrazione, rispetto, uguaglianza, rifiuto dell’odio, solidarietà e cura, rispetto e tutela dei più piccoli è da sempre la mission di questa onlus”. Il Premio Speciale Luchetta è nato nel 2007 ed è stato assegnato, tra gli altri, a Ettore Mo, Vittorio Zucconi, Piero Angela, Dorotheé Ollieric – France2, Margherita Hack, Ernesto Caffo, Francesco Tullio Altan, Simone Cristicchi, Giovanna Botteri, Riccardo Iacona. (ANSA).   

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    Visco: 'Con Recovery recuperare ritardi istruzione e ricerca'

    “Ne va della credibilità di questo governo e di tutto il sistema Paese. Non possiamo fallire su questo progetto” di Recovery plan. Lo dice il premier Giuseppe Conte al festival dell’economia civile di Firenze. E con riferimento alla crisi generata dalla pandemia, aggiunge: “E’ un tempo di rinnovamento: non possiamo tornare alla normalità. La rigenerazione dell’economia è un fil rouge come auspicio perché si realizzi una più autentica forma dei rapporti tra pubblico e privato che collochi nuovamente al centro il cittadino e la persona umana”, aggiunge.
    “La sensibilità del governo è molto in linea con la vostra prospettiva: nella carta di Firenze leggo tanti profili pienamente condivisi dal governo. Per la biodiversità ritengo occorra una riforma costituzionale per valorizzare sempre più la tutela dell’ambiente. Con tutte le forze, senza distinzione tra maggioranza e opposizione, bisogna inserire anche un riferimento allo sviluppo sostenibile”. 
    “L’empowerment femminile sarà al centro dell’agenda” del G20 in programma il prossimo anno in Italia, ha sottolineato Conte al festival dell’economia civile di Firenze.
    Interpellato sui progetti per il Recovery fund, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento, ha detto che bisogna “operare sul basso livello di istruzione” anche “dotando l’intero ciclo di risorse migliori e più adeguate” ma è “essenziale” recuperare il gap sulla ricerca, con la spesa “che è la metà della media Ocse. Sono problemi che sottolineiamo da anni”. “Le proposte sono tantissime, sia quelle che il governo ha raccolto sia quelle che vengono fatte da molti gruppi istituzioni enti. Ogni giorno credo di ricevere uno o due documenti, credo che sia bene che proposte specifiche non vengano da parte nostra, ma possiamo identificare i ritardi che abbiamo” a partire dal “capitale umano”.
    “Da un punto di vista economico” il Mes “ha solamente vantaggi: non si va sul mercato, è a lunga scadenza, a condizioni buone e la condizionalità è solamente spendere i soldi nel settore per il quale è stato disegnato questo fondo. Non vedo gravi problemi a usarlo: l’unico potrebbe essere quello dello stigma, ma quello stigma è legato a un cattivo utilizzo dei fondi o a una cattiva comunicazione”. Così il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento. Ma, aggiunge, “mi chiedo perché uno ha paura di mostrare che utilizza bene dei fondi, anzi se lo mostra ha maggiori facilità di raccolta sul mercato a condizioni migliori di quelle che ora, pur migliorate, non sono ancora vicine a Spagna e Portogallo”.

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    Aspi: vertice a Palazzo Chigi, risposte entro il 30 o revoca

    Avanti con la revoca della concessione ad Autostrade, se da Atlantia entro il 30 settembre non arriveranno risposte che consentano di portare avanti il percorso deciso a luglio dal governo per rendere Aspi pubblica con l’ingresso di Cdp. E’ la linea del governo emersa, a quanto si apprende, da un vertice che si è svolto nella notte di ieri a Palazzo Chigi. Il premier Giuseppe Conte, come anticipato da alcuni quotidiani, si è confrontato con i ministri Roberto Gualtieri e Paola De Micheli. Con loro il segretario generale di P.Chigi Roberto Chieppa e i capi di gabinetto dei ministeri dell’Economia Luigi Carbone e delle Infrastrutture Alberto Stancanelli. Ne sarebbe emersa, a quanto spiegano fonti di governo, la valutazione di una situazione “sempre più compromessa” e una posizione unitaria in favore dell’avvio della procedura di revoca, se non arriveranno le risposte sollecitate nei giorni scorsi anche in uno scambio di lettere con l’azienda.   

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    Sileri: “Aumento lento dei casi, il sistema non è sotto pressione”

    “Non dobbiamo avere paura perchè siamo pronti. In Italia i casi di Covid aumentano molto lentamente e la nostra situazione è migliore rispetto agli altri paesi europei” e anche “i ricoveri in terapia intensiva aumentano molto lentamente, sono ancora pochi e il sistema non è sotto pressione”. Lo ha affermato al Tg5 il viceministro alla Salute Pierpalolo Sileri.    Ora, ha sottolineato, “dobbiamo continuare a rispettare le regole, ovvero uso della mascherina, distanza di sicurezza e lavaggio delle mani”. Infatti, “abbiamo pochi casi ma è chiaro che più il virus circola più è probabile che si vada in terapia intensiva, però è vero – ha concluso – che le terapie intensive oggi sono più vuote, accettano pazienti, curiamo anche meglio i pazienti rispetto a sei mesi fa e dalle terapie intensive si esce”.    

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    Conte 'cancella' la Lega, via Quota 100 e dl sicurezza

    Il Conte Due sotterra l’impronta leghista del Conte Uno. Il presidente del consiglio assicura che Quota 100 verrà archiviata. Era un progetto triennale che sta arrivando a scadenza e il rinnovo “non è all’ordine del giorno”, spiega dal Festival dell’Economia di Trento. E poi ci sono i decreti sicurezza, che saranno riscritti al più presto – “al primo Cdm utile” – , con un “progetto ampio”, per garantire “un meccanismo di protezione per i cittadini e per i migranti”.    L’accelerata, da sempre auspicata dal Pd, piace a Matteo Renzi: “L’abolizione di Quota 100 è una svolta importante – dice il leader di Iv – e rimedia ai danni del governo populista”. Matteo Salvini annuncia invece barricate e tuona: “Vogliono tornare alla Legge Fornero. La Lega non lo permetterà”.    Con un Pd che continua a chiedere al governo di fare, fare e poi fare, e un Movimento Cinque Stelle in cerca di se stesso, il presidente del consiglio Giuseppe Conte si inventa motivatore.    “Non dobbiamo disunirci, sfilacciarsi”, dice rivolgendosi anche all’opposizione, ma parlando soprattutto agli alleati. Perché questa è “la fase cruciale della ricostruzione. Possiamo vincere la sfida della ripartenza”. Insomma, il messaggio è: ci sono i 209 miliardi del Recovery Fund da spendere. Pensiamo a come investire quelli, e non ci perdiamo nelle liti, non mettiamo a repentaglio la maggioranza. I piani cominciano a definirsi, “aggregheremo i singoli progetti – spiega Conte – che forniranno una visione di Paese, in linea con le indicazioni Ue.    Avremo una struttura normativa dedicata al Recovery plan”.    Un’operazione, aggiunge il ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, per “tornare a crescere, a investire, e ad avere una prospettiva macroenomica anche di rientro del debito”.    A chi pensa che il governo cada, Conte chiede di “essere un po’ più rispettoso”, perché non è un “concorso di bellezza”. “Delle volte – osserva – mi sembra di vivere in una situazione dissociata in cui a livello internazionale tutte le più autorevoli istituzioni finanziarie, le più autorevoli testate giornalistiche e i colleghi europei apprezzano il nostro operato e addirittura ci chiedono a che punto siamo con il recovery fund”, mentre “in Italia abbiamo domande su quando cade il governo oppure se il governo è stabile”.    Non è certo una questione di rischio-stabilità, ma oggi la cronaca politica registra una certa distanza tra il premier e il segretario del Pd. Con Zingaretti che paventa un nuovo lockdown e Conte che lo esclude, con Zingaretti che chiede gli “stati generali della scuola” per “dare risposte alle mobilitazioni di docenti e studenti” e Conte che difende il lavoro della ministra Lucia Azzolina. Però, sulla maggioranza, il segretario Pd percorre il sentiero del premier. “La stagione dei picconi è finita, siamo nella stagione della ricostruzione, e io credo che sulla ricostruzione e sulla rinascita noi abbiamo molte più cose da dire”. Peccato che non si senta ancora di “dire che è stato messo fine ai trabocchetti contro il Pd o il Governo”. Sul tema alleati, il Movimento Cinque Stelle è apparso più distratto, meno reattivo. Un po’ perché è preso dalle beghe interne, un po’ perché si è trovato indirettamente tirato in ballo dalla polemica sull’ “amico” presidente dell’Inps Pasquale Tridico, accusato di essersi raddoppiato lo stipendio. “Chiederò chiarimenti”, ha detto Luigi Di Maio, anticipando di qualche ora la risposta del premier: “Non ero informato, ho chiesto accertamenti”.    Nella settimana che si apre, Conte avrà un faccia a faccia non facile con gli industriali. Li incontrerà martedì, al parco della Musica, quando interverrà all’Assemblea di Confindustria.    Non sarà una passeggiata, viste le posizioni del presidente Carlo Bonomi, da sempre molto critico col governo. E lì, prima che in Europa, il premier dovrà ‘spendere’ bene i progetti del Recovery.
    L’INTERVENTO DEL PREMIER AL FESTIVAL DELL’ECONOMIA DI TRENTO   
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    Bonaccini: “Non si può dire no al Mes, ripartiamo dalla sanità”

    “Ma come si fa a rinunciare a 36 miliardi di euro aggiuntivi al Recovery Fund? Diciamo tutti che è dalla sanità che deve ripartire la ricostruzione: bene, iniziamo a farlo, coi fatti però. Io voglio discutere pubblicamente di questo, non di altro”. Così in una intervista al Corriere della Sera il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Zingaretti al governo? “Non mi permetto di dire a Nicola che cosa debba fare”. Bonaccini affronta anche il tema della legge elettorale: “Ribadisco che il sistema più adatto per il nostro Paese sarebbe il doppio turno alla francese” spiega, ma “se si riesce a costruire una convergenza su un proporzionale con soglia di sbarramento e la possibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti è comunque un passo avanti. Anche se preferisco il maggioritario”. Sul rischio di un nuovo lockdown “Dobbiamo fare tutti il nostro dovere perché non succeda, il Paese non se lo può permettere. A differenza di sette mesi fa sappiamo più cose, abbiamo regole e protocolli da rispettare che prima mancavano. Dipende da noi fare in modo che non accada anche qui quello che purtroppo sta avvenendo in altri Paesi”. Sulle tensioni tra Governo e Regioni “tutte le cose che ora abbiamo e sette mesi fa mancavano le abbiamo fatte insieme, spesso discutendo ma poi trovando sempre le soluzioni più condivise. All’Italia servono istituzioni forti e autorevoli, capaci di collaborare. Credo che il consenso raccolto dai presidenti di Regione rieletti testimoni proprio questo apprezzamento”.