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    Conte: 'Tridico ancora oggi prende meno di altri'

    Il premier Giuseppe Conte difende il presidente dell’Inps Pasquale Tridico al centro di una polemica per la questione dello stipendio. “Seguo centinaia di dossier – ha detto il premier interpellato sul punto durante una conferenza stampa dopo l’incontro con la presidente della Confederazione svizzera Simonetta Sommaruga – ma su questo in dettaglio non ero informato. Posso dire, all’esito dell’informativa assunta, che il presidente dell’Inps all’atto dell’insediamento prendeva emolumenti di molto inferiori rispetto al precedente presidente. E’ stato necessario, sulla base di provvedimenti normativi, adeguare gli emolumenti”. “Anche se guardate le tabelle comparative ancora oggi il presidente dell’Inps prende emolumenti in linea o inferiori a istituzioni paragonabili”.
    “Chiarito l’aspetto” dello stipendio di Tridico, “il tema è che ci sono cittadini italiani che ancora aspettano la cassa integrazione. Su questo il presidente dell’Inps, tutti i lavoratori Inps e coloro che hanno un ruolo, io per primo, dobbiamo lavorare giorno e notte. Questo è un problema per chi non ha mezzi di sostentamento. Non ha senso dire che milioni l’han preso ma c’è ancora un piccolo numero che non lo ha percepito, perché si tratta di famiglie”.
    Il premier è intervenuto anche sulla manovra dopo che questa mattina ha avuto una riunione con il ministro Roberto Gualtieri e i capi delegazione di maggioranza sulla nota di aggiornamento al Def, in vista del Consiglio dei ministri che dovrebbe svolgersi nella serata di domani.
    “A dispetto di una pandemia che sta producendo una recessione globale l’Italia sta mostrando una resilienza anche economica, se teniamo conto che nell’ultimo ventennio perduto. Oggi il bilancio è molto pesante ma abbiamo note positive”, ha detto il premier Giuseppe Conte rispondendo a una domanda sulla Nadef. “Il calo del Pil è molto pesante ma ragionevolmente, secondo le previsioni più accreditate saremo sotto la doppia cifra, poi ci sarà l’effetto rimbalzo l’anno prossimo”.
    “Spero che la Nadef si faccia questa settimana, perché ci sono delle scadenze di finanza pubblica che vanno rispettate ed è bene non fare le cose di fretta. Ma è giusto che venga approvata con il consenso politico necessario”, ha detto il presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin, lasciando Palazzo Chigi al termine del tavolo.
       

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    Ue: Meloni eletta presidente Partito Conservatori-riformisti

      “Il Partito dei Conservatori e Riformisti europei (ECR) è lieto di annunciare l’elezione di Giorgia Meloni come nuovo Presidente. La sua indicazione è stata approvata all’unanimità nella riunione del Consiglio del partito ECR lunedì 28 settembre dopo le elezioni. La Meloni è anche la leader del Partito Fratelli d’Italia in Italia ed è attualmente l’unica donna leader sia di un partito politico europeo che di un importante partito italiano. Oltre all’elezione di Giorgia Meloni, è stata rieletta Segretario generale Anna Fotyga, europarlamentare polacca, e Tesoriere l’eurodeputato spagnolo Jorge Buxadé”. È quanto comunica in una nota ECR.    

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    L'anniversario di Marzabotto. Mattarella, 'la Repubblica si inchina alla memoria delle vittime'

       “Lo sterminio degli innocenti che le SS compirono 76 anni or sono nelle terre attorno a Monte Sole ha impresso un segno così profondo e doloroso nella storia del popolo italiano che nulla e nessuno potrà mai cancellare. La Repubblica si inchina alla memoria di centinaia di donne e uomini, di bimbi e anziani, barbaramente uccisi secondo una logica di annientamento che travalicava persino gli orrori della guerra combattuta”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione.    “Le squadre naziste, accompagnate da guide e informatori fascisti – ricorda il Capo dello Stato – si resero responsabili di molteplici crimini nei mesi del loro arretramento sull’Appennino Tosco-emiliano. Tuttavia, Marzabotto e le aree dei comuni di Monzuno e Grizzana Morandi divennero teatro di uno degli eccidi di civili più spaventosi, più disumani che l’Europa abbia conosciuto durante il secondo conflitto mondiale. Ma quelle vite tragicamente spezzate, quel dolore straziante dei sopravvissuti, sono diventate le basi di un riscatto popolare, di una liberazione, di una lunga stagione di democrazia, benessere, pace”.    A Marzabotto e a Monte Sole, ricorda Mattarella, “sono piantate radici robuste della nostra Costituzione repubblicana, le quali alimentano i principi di convivenza, di libertà, di uguaglianza tra le persone, di giustizia sociale, da decenni patrimonio della comunità nazionale e motore del nostro modello civile. Al tempo stesso, quelle radici portano linfa alla comune casa europea, all’Europa unita nelle diversità, ma anche nella civiltà dei diritti inviolabili della persona, nella cooperazione, nella solidarietà, che deve sempre prevalere sui rigurgiti di egoismo”.

    “800 morti, la più grande strage nazifascista in Italia. Un immane sterminio di donne, uomini, bambini e anziani.Una ferita, la strage di Marzabotto, che mai dimenticheremo.La memoria dovrà sempre guidarci per contrastare il neofascismo e l’odio”. Così i deputati Pd sulle loro pagine social, nel giorno del ricordo dell’eccidio di Marzabotto tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944.
    Sarà il ministro per il Sud e la coesione sociale Giuseppe Provenzano a rappresentare il Governo alla cerimonia commemorativa del 76/o anniversario dell’Eccidio di Marzabotto che si terrà nel paese dell’Appennino bolognese domenica 4 ottobre.Dopo la messa nella chiesa parrocchiale di Marzabotto presieduta dal cardinale Matteo Maria Zuppi e le orazioni ufficiali del ministro e di Valter Cardi, presidente Comitato Onoranze caduti di Marzabotto, del sindaco e presidente del Pd Valentina Cuppi, alle 15.30 nel Teatro Comunale del paese si terrà il dibattito “Oggi come ieri: il fascismo contro la libertà di informazione”.Gli appuntamenti previsti dal Comitato regionale per le onoranze ai Caduti di Marzabotto, con le precauzioni necessarie a garantire la prevenzione sanitaria, prenderanno il via il 26 settembre fino all’11 ottobre.   

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    Coronavirus: Trump annuncia arrivo test rapido

    Donald Trump ha annunciato in una conferenza stampa alla Casa Bianca l’arrivo di un nuovo test rapido per il Covid-19, con una risposta entro 15 minuti, vantandosi di aver realizzato “in breve tempo il più avanzato sistema di test al mondo”. “Questa settimana saranno forniti 6,5 milioni di di test rapidi”, ha riferito Brett P. Giroir, assistente del segretario alla sanità , facendo una dimostrazione in diretta con un bastoncino tampone. Trump ha quindi aggiunto che nelle prossime settimane saranno distribuiti 150 milioni di test rapidi, privilegiando le persone più vulnerabili. Il presidente ha inoltre ricordato che negli Usa sono stati fatti finora oltre 100 milioni di test.
    “Siamo sulla buona strada per fornire il vaccino in tempi record” contro il coronavirus: ha aggiunto, sottolineando inoltre che il livello di ospedalizzazione è al punto più basso da marzo.
       

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    Scontro con M5s sulla scuola ma il Pd rallenta sul Mes

    Un concorso straordinario per la scuola, dal 22 ottobre al 9 novembre. Lo annuncia ai sindacati il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. E riaccende uno scontro che aveva già infiammato la maggioranza, prima dell’estate. Insorgono i sindacati. E il Pd, con Camilla Sgambato, chiede al ministro di “riflettere” e rinviare la prova alle vacanze natalizie, per non gravare ulteriormente su istituti già sottoposti allo stress test del Covid.  Azzolina non fa marcia indietro: nelle prossime ore il concorso sarà ufficializzato con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Fine della storia? Si vedrà. Di sicuro in queste ore il tentativo di Conte è sminare il campo della maggioranza e anche i Dem, che sulla scuola hanno annunciato i loro Stati generali, spiegano che l’invito alla riflessione sul concorso non è un attacco alla ministra. “Governare da alleati, non da avversari”, è il mantra di Nicola Zingaretti. Che sul Mes sembra voler concedere ai Cinque stelle il tempo necessario per non spaccarsi. Una decisione sarà presa, spiega una fonte di governo Dem, dopo un vertice con il segretario, “quando ci saranno le condizioni”: c’è tempo fino a dicembre.
    Il premier Conte non commenta lo scontro ma a Palazzo Chigi sarebbe stata poco gradita la fiammata polemica, proprio in un momento in cui il tentativo in atto è quello di saldare la maggioranza. Di certo il Pd pone la scuola tra i temi centrali del Recovery fund. Zingaretti torna ad invitare gli alleati all’unità e a chiudere la stagione delle “lentezze” e delle “sofferenze”, a cercare una via comune nell’attività di governo, pur nella diversità di fondo. Sul Recovery il leader Pd prova ad accelerare, convocando un vertice con i ministri Enzo Amendola e Roberto Gualtieri, con ministri, capigruppo, Stefano Bonaccini e Antonio Decaro che guidano Regioni e Anci. E’ questa la sfida del governo, secondo i Dem: saper concretizzare progetti ambiziosi facendo dialogare i diversi soggetti. Resta la convinzione che i fondi del Mes si debbano chiedere e saranno chiesti. Ma sul punto Gualtieri spiega ai colleghi, a quanto viene riferito, che non c’è fretta: il prestito è conveniente, ma il governo è alle prese con la procedura complessa del Recovery e con la manovra, non c’è l’urgenza di stringere. 
    Conte chiede tempo per decidere sul Mes e sul Recovery afferma che il governo “non è in ritardo”, non c’è da preoccuparsi. I Dem sono disposti a concederlo. Ma il piano per spendere i fondi già c’è: lo presenta al Senato il ministro Roberto Speranza, dopo averlo già illustrato alla Camera. Secondo alcune stime varrebbe 60 miliardi: i 36 miliardi del Mes servirebbero. Un vertice con i capi delegazione è convocato nelle prossime ore per parlare della Nota di aggiornamento al Def, che dovrebbe essere in Cdm mercoledì: potrebbe essere una nuova occasione di confronto.

    L’INTERVENTO DI CONTE A CONFAGRICOLTURA
     

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    Torra condannato, la Catalogna deve tornare al voto

    La Corte Suprema spagnola ha confermato la condanna a un anno e mezzo di interdizione dalle cariche pubbliche per il presidente della Generalitat catalana, Quim Torra, accusato di “disobbedienza” per essersi rifiutato di oscurare, durante il periodo elettorale, gli striscioni a sostegno degli indipendentisti in carcere. Lo riferiscono i principali media spagnoli. La sentenza porta la Catalogna a una fine anticipata della legislatura e alle elezioni che dovrebbero tenersi il 31 gennaio o il 7 febbraio del prossimo anno.
    Oltre all’interdizione, Torra è stato condannato alla multa di 30.000 euro. Nella sentenza, l’Alta corte ritiene che Torra “abbia ripetutamente e ostinatamente disobbedito” agli ordini del Consiglio Elettorale Centrale di ritirare alcuni simboli dagli edifici pubblici dipendenti dalla Generalitat durante le elezioni generali indette per il 28 aprile del 2019, quando il Consiglio stimò che fosse stata violata la neutralità richiesta alle pubbliche amministrazioni. 
       

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    Covid: a Ventimiglia mascherina h24

    (ANSA) – VENTIMIGLIA, 28 SET – Il sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino, ha annunciato un’ordinanza, che sarà pubblicata nelle prossime ore, con la quale istituisce l’obbligo della mascherina h24 per chiunque si sposti in città in ambienti aperti e frequenti spazi chiusi. Scullino ha annunciato il provvedimento al termine di un vertice con le associazioni dei commercianti, durante il quale, nell’interpretare il Dpcm del 7 agosto e le parole del ministro Speranza, si è preso atto che non c’è obbligo di tampone per i frontalieri che si recano in Francia o nel Principato di Monaco e per i francesi che si trattengano in Italia fino a un massimo di 36 ore. “Abbiamo voluto coniugare la sicurezza con l’economia cittadina”, ha detto il sindaco Scullino. La nuova ordinanza prevede anche l’invito a evitare gli assembramenti e le sanzioni che partono da 250 euro per arrivare a 1.500 euro nei casi più gravi o per i recidivi. (ANSA).   

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    Premi: a Liliana Segre lo 'Speciale Luchetta' 2020

    (ANSA) – TRIESTE, 28 SET – Va alla senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e attiva testimone della Shoah, il Premio Speciale Luchetta 2020, assegnato dalla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin.    “Per la forza del suo messaggio di pace, vaccino prezioso contro l’odio, il razzismo e l’indifferenza, che sono più colpevoli della violenza stessa – ha spiegato la presidente della Fondazione, Daniela Luchetta – il Premio Speciale va quest’anno a Liliana Segre, alla quale siamo riconoscenti per le preziose testimonianze del suo passato, grande insegnamento alle nuove generazioni, chiamate a costruire un futuro che abbia la solidarietà come forza trainante”.    Il riconoscimento è preludio alla consegna della 17/a edizione del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, in programma sabato 3 ottobre nell’ambito di Link Festival del giornalismo 2020, alla presenza della presidente di giuria Giovanna Botteri (ore 19, Fincantieri Newsroom a Trieste). “I valori cui si ispirano il premio e la Fondazione – ha aggiunto Luchetta – si fondono con il vissuto e i principi che accompagnano la vita stessa della senatrice. Integrazione, rispetto, uguaglianza, rifiuto dell’odio, solidarietà e cura, rispetto e tutela dei più piccoli è da sempre la mission di questa onlus”. Il Premio Speciale Luchetta è nato nel 2007 ed è stato assegnato, tra gli altri, a Ettore Mo, Vittorio Zucconi, Piero Angela, Dorotheé Ollieric – France2, Margherita Hack, Ernesto Caffo, Francesco Tullio Altan, Simone Cristicchi, Giovanna Botteri, Riccardo Iacona. (ANSA).