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    Covid: Arcuri, solo misure graduali evitano lockdown generale

    “Non è il momento dei contrasti ma della collaborazione”. Lo ha detto il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri in conferenza stampa riferendosi alle polemiche sul nuovo Dpcm, sottolineando la necessita di avere una “strategia comune per raggiungere gli obiettivi che abbiamo di fronte: raffreddare la curva dei contagi”.
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     Secondo il Commissario, la situazione dell’Italia “è grave ma non fuori controllo” e questo grazie “a tutti gli sforzi e le misure che abbiamo messo in campo. Non siamo nella situazione di marzo”.
    Il monitoraggio “permette di graduare misure di contrasto per ognuna delle Regioni. E’ un sistema assai elaborato che anticipa il rischio ed evita misure generalizzate, evita fin quando possibile il lockdown di tutto il paese”. Così il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha commentato le restrizioni a livello regionale introdotte con il nuovo Dpcm. Anche Arcuri, come altri esponenti di governo, ha ricordato che il sistema di monitoraggio “è realizzato e aggiornato ogni settimana con contributo regioni” e ha sottolineato che “serve soprattutto alle regioni, ad alzare il livello di guardia e ad evitare guai peggiori”

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    Caffaro: firmato accordo da 85 Mln euro

    (ANSA) – BRESCIA, 05 NOV – E’ stato firmato in diretta da remoto l’accordo di programma,, tra Stato, Regione Lombardia e Comuni, per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del sito di interesse nazionale di Brescia Caffaro. Un piano da 85 milioni di euro messi tra Regione e Governo.    “Brescia ha sempre saputo guardare avanti e ha contributo a rendere grande l’Italia. L’industria ha lasciato cicatrici profonde che vanno risanate” ha detto il premier Giuseppe Conte.    “Questo accordo di programma è un esempio virtuoso di come bisogna agire in sinergia per portare a casa il risultato. Lo dico sempre non sono i soldi che mancano ma bisogna saperli spendere” ha concluso Conte. (ANSA).   

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    Dpcm:preoccupazione in Calabria, incertezza dopo zona rossa

    (ANSA) – CATANZARO, 05 NOV – C’è preoccupazione, ma anche voglia di far sentire in qualche modo la propria voce, tra le categorie del commercio e dei servizi, ma anche tra i cittadini, alla vigilia dell’entrata in vigore della zona rossa in Calabria.    Nessuno nega la fragilità del sistema sanitario regionale, ma da Catanzaro a Reggio e Cosenza, senza escludere le altre città grandi e piccole della regione, è palpabile la delusione per una decisione che molti non hanno accettato e che aggiunge ulteriore incertezza.    Solito traffico di auto, file davanti agli sportelli delle banche e delle Poste centrali e normale via vai mattutino ma non è un giorno come gli altri nel capoluogo di regione. “Cosa è stato fatto – dice il titolare di un negozio di abbigliamento di corso Mazzini, il ‘salotto buono’ di Catanzaro – da quelli che he avrebbero dovuto occuparsene per dotare le strutture ospedaliere dei posti, letto della strumentazione e del personale. Questa chiusura rappresenterà per noi il colpo definitivo”. “Si parla, si parla – concorda un avventore, ma di concreto però, non è stato fatto nulla”.    Preoccupazioni che non diminuiscono alla cassa di una bar-ristorante poco lontano dove fa bella mostra di sé il menu del giorno. “Per oggi siamo aperti regolarmente – dice la cassiera – ma da domani si potrà lavorare solo con l’asporto.    Certo con la chiusura di molti uffici e il ritorno massiccio allo smartworking, non c’è tanto da ben sperare”.    A qualche centinaio di metri, sulle panchine del giardinetti, c’è il solito crocicchio di pensionati. “E’ una vergogna – dice uno di loro più accalorato che ottiene il consenso degli altri – siamo stati trattati allo stesso modo di regione del Paese dove i contagi sono alle stelle. E non è giusto per la nostra debole economia”.    Situazioni che si ripetono anche a Reggio Calabria, dove la rabbia si coglie sui social e c’è chi sta pensando di manifestare pubblicamente la propria contrarietà, e a Cosenza divisa tra chi mostra amarezza per la nuova chiusura e chi ammette la difficoltà del settore sanitario. (ANSA).   

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    Covid: Regione Calabria, impugneremo l'ordinanza di Speranza

    (ANSA) – CATANZARO, 05 NOV – “Impugneremo la nuova ordinanza del Ministro della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria. Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale”. Lo afferma il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, che annuncia un ricorso contro il provvedimento firmato dal ministro Roberto Speranza.    “Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del Governo e con il commissario Arcuri, al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti – aggiunge Spirlì – non hanno prodotto alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di “chiudere” una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta”.    “Altre regioni, con dati peggiori dei nostri – afferma ancora il presidente Spirlì – sono state inoltre inserite nella zona arancione e hanno evitato, e ne sono felice, la chiusura.    Non si comprendono, perciò, i criteri scientifici in base ai quali il Governo ha deciso la ‘vita’ o la ‘morte’ di un territorio. Perché è di questo che si tratta: un nuovo lockdown rischia di annichilire in modo definitivo una regione come la Calabria. Nessuno nega le ataviche difficoltà del nostro sistema sanitario, ma, in queste ultime settimane, la Regione, attraverso misure differenziate e restrizioni mirate, è riuscita a limitare i danni e a tenere la curva epidemiologica sotto controllo”. “I dati ufficiali – dice ancora Spirlì – confermano la bontà di questa impostazione: attualmente, i posti di area medica occupati sono il 16%, quelli di terapia intensiva raggiungono invece il 6%. La soglia che dovrebbe far scattare la chiusura è del 30%. È dunque piuttosto arduo comprendere le ragioni che sorreggono l’ordinanza ministeriale. Il Governo ha deciso di punirci, ma noi non ci pieghiamo”. (ANSA).   

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    Sala: Dpcm complesso, meglio uniforme

    (ANSA) – ROMA, 05 NOV – “Io non posso che dire che il sistema scelto dal governo per definire le zone gialle, arancioni e rosse sia troppo complesso”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha commentato il nuovo decreto del governo per contenere i contagi da Covid, sulle sue pagine social. “Divide non solo per Regioni ma anche per Province.    Immaginatevi quanti distinguo, inoltre è basato sull’Rt e 21 indicatori, difficilissimi da decifrare. Io avrei scelto un sistema più semplice e uniforme – ha concluso -. Io non sono così certo che questa classificazione vista in maniera dinamica, in ottica di tendenza garantisca una decisione equa”. (ANSA).   

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    Salvini: 'Fontana ha saputo della zona rossa mentre Conte era in Tv'

    Il presidente della Regione Lombardia è stato avvisato che la sua Regione era in zona rossa “ieri sera con un messaggino, un colpo di telefono… poi parlano di collaborazione”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, in una telefonata alla trasmissione ‘L’Aria Pulita’ sul canale 7Gold. “Ieri sera ho chiamato Attilio Fontana che, pensate la follia, come gli altri governatori, è stato avvisato via messaggino, con colpo di telefono, mentre il signore Conte era in televisione. Ma che modo di lavorare? E poi parlano di collaborazione”.
     “Noi non stiamo solo a lamentarci ovviamente, ci stiamo organizzando da ieri su come evitare questo problema con i sindaci, con gli imprenditori, con i presidi, con gli insegnanti, con il governatore Fontana. Non ci rassegniamo a stare a casa cosi a guardare le previsioni del tempo”, ha aggiunto Salvini. “Oggi escono i dati nuovi, che senso ha prendere una decisione cosi pesante, cosi punitiva sulla base di dati vecchi? Non passeremo certo la giornata a guardare il cielo”, ha concluso.

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    Da Lombardia a Basilicata, mappa misure Regioni

    Quattro Regioni in zona rossa, due in zona arancione, le restanti in zona gialla: il premier Giuseppe Conte, in diretta tv, elenca le tre fasce in cui l’Italia, da qui al 3 dicembre, sarà divisa a seconda del livello di rischio legato al Covid e alla tenuta sanitaria. A ciascun “colore” è affidato un pacchetto di misure ad hoc: la zona rossa, di fatto, prevede un lockdown. In tutto il Paese il coprifuoco scatta alle 22.
    REGIONI ROSSE.    Sono Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta. Sono in vigore, da venerdì, le misure più restrittive previste dal Dpcm.    L’uscita di casa va motivata, sono chiusi bar, ristoranti, negozi, la Dad è prevista dalla seconda media in poi. E’ vietato spostarsi da un Comune all’altro, nonché uscire od entrare nella Regione. Torna l’autocertificazione anche per gli spostamenti all’interno di una città.
    REGIONI ARANCIONI.    Sono Puglia e Sicilia. I ristoranti e e bar restano chiusi per tutta la giornata. I negozi restano aperti. La Dad è prevista solo alle superiori. La circolazione all’interno di un Comune è permessa ma non lo è abbandonare il proprio Comune di residenza, domicilio o abitazione. E’ vietato entrare o uscire dalla Regione.
    REGIONI GIALLE.    Sono Veneto e Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Sardegna, Marche, Molise, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata. In queste Regioni vigono le misure restrittive più “morbide” previste dal Dpcm. In ristoranti e i bar sono aperti fino alle 18, i negozi restano aperti fino a orario di chiusura. I centri commerciali sono chiusi nei weekend. E’ possibile spostarsi all’interno della Regione e da una Regione gialla all’altra.    

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    Covid, tutte le misure in vigore da venerdì

    “Tutte le nuove misure previste dall’ultimo Dpcm – quelle riservate alle aree gialle, arancioni e rosse – saranno in vigore a partire da venerdì 6 novembre”. E’ quanto spiega Palazzo Chigi sottolineando che “lo ha deciso il governo per consentire a tutti di disporre del tempo utile per organizzare le proprie attività”.
    “Rispetto alle persone contagiate sale il numero degli asintomatici, diminuisce in percentuale il numero di persone ricoverate ma c’è l’alta probabilità che molte regioni superino le soglie delle terapie intensive e mediche”, ha detto il premier Conte. “Se introducessimo misure uniche in tutta italia produrremmo un duplice effetto negativo, non adottare misure veramente efficaci dove c’è maggior rischio e imporremo misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave”.
    “Se introducessimo misure uniche in tutta italia produrremmo un duplice effetto negativo, non adottare misure veramente efficaci dove c’è maggior rischio e imporremo misure irragionevolmente restrittive dove la situazione è meno grave”.  
    “Nell’area gialla, con criticità moderata, rientrano Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria”. 
    Anche Toscana, Molise, Marche, Sardegna e Friuli Venezia Giulia rientrano nell’area gialla. 
    Anche il Veneto e le provincie di Trento e Bolzano, secondo quanto annunciato dal premier Giuseppe Conte in tv, rientrano nell’area gialle con le misure restrittive più “morbide” previste nel Dpcm.
    “Nell’area arancione, con criticità medio alta, ci sono Puglia e Sicilia”. “Lombardia, Piemonte, Calabria, Valle D’Aosta rientrano nell’area rossa”, ha annunciato Conte. 
    “Le ordinanze del ministro della Salute non saranno arbitrarie o discrezionali perché recepiranno l’esito del monitoraggio periodico effettuato congiuntamente” con i “rappresentanti delle Regioni”, ha sottolineato Conte in conferenza stampa in tv.
    “Già questa settimana porteremo in Consiglio dei ministri, dovremo farcela già domani sera, un nuovo decreto legge” per i ristori.