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    Per Draghi nodo liti partiti. Salvini vede Zingaretti

    Non dura quarantotto ore l’appello ai ministri a parlare solo con i fatti. Nelle ore in cui Mario Draghi prepara il discorso sulla fiducia che pronuncerà mercoledì in Parlamento, la sua larghissima maggioranza è già solcata da conflitti, accuse reciproche, distinguo. L’invito al silenzio rivolto in Cdm dal presidente del Consiglio mirava proprio a sminare possibili polemiche prima del voto di fiducia.
    Alle Camere sarà il premier a indicare infatti la via di una collaborazione in nome del comune impegno a superare le emergenze del Paese. Si prova intanto a comporre il rebus dei sottosegretari – c’è l’ipotesi di farli giurare venerdì – trovando una soluzione che riduca tensioni e malcontenti, riequilibrando le deleghe tra partiti.
    I partiti invocano un metodo di coordinamento tra i ministri e con le segreterie e i gruppi: sembra destinata ad essere archiviata la stagione dei “capi delegazione”, si attende capire dal premier come intenda procedere. Ma i segretari sembrano già muoversi: Matteo Salvini e Nicola Zingaretti si incontrano alla Camera, per circa mezz’ora, alla fine di una giornata molto tesa.
    Il vertice doveva restare segreto ma ilfattoquotidiano.it immortala entrambi i leader all’uscita e Salvini non nega: “Abbiamo parlato di lavoro, del prossimo blocco dei licenziamenti, bisognerà parlare con le parti sociali”. Il Nazareno tace ma il leghista dice di più, che vedrà anche i segretari di M5s, Fi, Iv. I vertici tra i leader potrebbero diventare la camera di compensazione della larghissima maggioranza, spiegano più fonti.
    L’incontro tra Pd e Lega sembra essere un primo tentativo: è andato bene e testimonia, dicono i leghisti, la volontà di stare in maggioranza con spirito collaborativo. Draghi intanto lavora per tutto il giorno a Palazzo Chigi, dove viene visto entrare il ministro per l’innovazione tecnologica Vittorio Colao oltre al capo della Polizia Franco Gabrielli. Nel governo e nella maggioranza si infiamma il dibattito sulle misure anti Covid, nonostante da Palazzo Chigi trapeli che la decisione di chiusura con gli impianti è stata concordata dal premier con il ministro della Salute Roberto Speranza.
    Ci sono i nodi del ruolo di Domenico Arcuri e della composizione del Cts, fatti bersaglio da Fi e Lega. Ma nulla trapela da Palazzo Chigi, anche se nel merito delle scelte in ambienti di governo si fa notare che alla base di decisioni assai delicate, come quella di un eventuale lockdown, non potrà non esserci innanzitutto una valutazione tecnica, dettata dagli esperti, più che politica.
    Coesione, è la parola che Draghi ha usato nelle consultazioni con i partiti. Collaborazione, è la richiesta rivolta ai suoi ministri. Sul ‘come’ però le divergenze sono evidenti. Le spine sono dietro l’angolo: mercoledì in commissione alla Camera dovrebbero votarsi gli emendamenti di Azione, Iv e Lega per il blocco della riforma Bonafede sulla prescrizione, difesa a spada tratta dal M5s, ma ci si aspetta che il governo, con la neo ministra Marta Cartabia, proponga una soluzione. Di fronte a tanti e tali nodi, l’intenzione di un dialogo costante con le Camere, che Draghi potrebbe ribadire nel discorso sulla fiducia, rischia di non bastare. Di qui la necessità di coordinarsi.
    Con attenzione agli equilibri interni alle forze politiche si svolgerà intanto la prossima partita dei sottosegretari. Ci sono 40 deleghe da assegnare, incluse quelle pesanti ai Servizi segreti, che Draghi potrebbe tenere per sé, e agli Affari europei. Ad alcune figure tecniche potrebbero andare incarichi come quello dell’editoria, dove si fa anche il nome di Mauro Masi, o della riforma del fisco (si parla di Ernesto Ruffini viceministro all’Economia). A seconda di quante caselle il premier terrà per i tecnici, dovrebbe essere calcolato il ‘cencelli’ dei partiti, che dovrebbero indicare al premier i loro potenziali nomi. L’ipotesi è che circa 12 sottosegretari vadano al M5s, 8 alla Lega, 6 o 7 a Pd e Fi, 1 o 2 a Iv o Leu.
    Tra i Dem c’è il pressing per una presenza numerosa di donne, con l’impegno di Zingaretti a mantenerlo e la difficoltà a conciliarlo con la possibile conferma di figure come i viceministri Antonio Misiani e Matteo Mauri all’Interno. Nel M5s si spinge per deleghe in ministeri che si occupano del Recovery e si parla dell’ipotesi che Vito Crimi vada alla Giustizia, Carlo Sibilia venga confermato all’Interno, Laura Castelli all’Economia, si cita poi il siciliano Giancarlo Cancelleri e il giovane Luca Carabetta. Nella Lega tornano nomi come Nicola Molteni, Stefano Candiani, Claudio Durigon, Barbara Saltamartini. In Fi, dove si registrano ancora tensioni, si citano per lo più senatori come Pichetto Fratin, Caliendo, Malan, per riequilibrare i ministri-deputati.
    A Palazzo Chigi intanto inizia a insediarsi lo staff del premier. Arriva come capo di Gabinetto Antonio Funiciello e viene confermato Roberto Chieppa come segretario generale. Non c’è ancora ufficialmente un portavoce ma nello staff dovrebbe comparire la capo della comunicazione di Bankitalia Paola Ansuini. sarebbe stato contattato – si raconta – anche Ferruccio De Bortoli.   

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    M5s: Fico richiama all'unità, comprendo disagio ma serve cambio prospettiva

    Resta alta la tensione nel movimento cinque stelle dopo l’ok alla partecipazione al governo Draghi. Diversi gli esponenti pentastellati che hanno fatto sapere che non voeranno la fiducia alle Camere. A crecare di fare da pontiere fra le varie anime del movimento è Roberto Fico. “So che molti dei nostri attivisti e parlamentari sono delusi. Comprendo  – dice il presidente della Camera – il malumore di chi non digerisce certe scelte e di chi nutre perplessità rispetto a decisioni che appaiono in contrasto con il nostro percorso. Ma dobbiamo adottare un cambio di prospettiva drastico, perché il momento lo richiede”.
    “La fase che si apre ora – sottolinea –  deve essere di costruzione, responsabilità, lungimiranza e avrà al centro temi che sono cari al Movimento: sostenibilità, ambiente, beni comuni, transizione energetica”. Alla prova del governo il Movimento ha dovuto fare scelte difficili, che sono sempre state fatte dagli iscritti tramite la piattaforma Rousseau. Lo ha fatto per portare avanti temi e realizzare punti di programma. Io stesso non ho nascosto un malessere rispetto ad alcune fasi e ad alcuni provvedimenti, ma ho lavorato dall’interno con serietà e trasparenza a sostegno di una linea scelta insieme” afferma Fico che continua: “Abbiamo un modo solo di andare avanti: difendere le nostre conquiste e raggiungere gli obiettivi finora non realizzati. Migliorare quanto già ottenuto. E dobbiamo lavorare con spirito di abnegazione per portare il nostro Paese fuori da uno dei periodi più difficili della sua storia recente. La fase che si apre ora deve essere di costruzione, responsabilità, lungimiranza e avrà al centro temi che sono cari al Movimento, ai meetup, che hanno contraddistinto l’impegno di tanti di noi in questi anni: sostenibilità, ambiente, beni comuni, transizione energetica”.   

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    L'Iss: 'Preoccupano le mutazioni del virus, rafforzare le misure'. A Genova isolata la variante sudafricana

    Considerata la circolazione nelle diverse aree del paese “si raccomanda di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione della variante VOC 202012/0, rafforzando/innalzando le misure in tutto il paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto”. E’ quanto afferma l’Istituto superiore di sanità nello studio di prevalenza della variante VOC 202012/01 (Regno Unito) in Italia, relativo alla indagine svolta lo scorso 4-5 febbraio.
    “Nel contesto italiano, in cui la vaccinazione delle categorie di popolazione più fragile sta procedendo rapidamente ma non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata”, sottolinea l’Istituto superiore di sanità nello studio di prevalenza della variante VOC 202012/01 (Regno Unito) in Italia relativo alla indagine svolta lo scorso 4-5 febbraio.
    Intanto a Genova è stata isolata la variante sudafricana del Sars-Cov-2, riscontrata su una paziente di 25 anni di rientro dall’estero, che avrebbe fatto scalo aereo in un paese a rischio. La paziente si è autodenunciata e autoisolata. Positiva dal 31 gennaio, si è negativizzata l’8 febbraio scorso. A ora, informa il Policlinico “non sono stati rilevati casi secondari derivanti”.
    A causa delle varianti il rischio associato a un’ulteriore diffusione del Covid nell’Ue è “attualmente valutato come alto-molto alto per la popolazione complessiva e molto alto per gli individui vulnerabili”. Lo scrive l’Ecdc nella sua analisi del rischio aggiornata. I paesi dovrebbero accelerare le campagne di vaccinazione, raccomanda l’Agenzia, poiché le varianti hanno “maggiore trasmissibilità” e potrebbero “determinare una maggiore gravità della malattia”, e “i vaccini con licenza esistenti” potrebbero essere “solo parzialmente o in gran parte meno efficaci”.
    Per “contenere e rallentare” la diffusione delle varianti del Covid, “in analogia con le strategie adottate negli altri paesi europei”, è necessaria una “rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento delle misure di mitigazione del rischio sia in ambito nazionale che in specifici ambiti locali, evitando ulteriori misure di rilascio”. E’ l’indicazione che gli esperti del Comitato tecnico scientifico hanno dato venerdì scorso al termine della riunione in cui hanno analizzato gli ultimi dati epidemiologici e preso atto dello studio dell’Istituto superiore di sanità sulla diffusione delle varianti del virus in Italia.
    “L’incidenza dell’epidemia – hanno scritto nel verbale al termine della riunione i tecnici e gli scienziati – risulta nuovamente in crescita, con un impatto sostenuto sui sistemi sanitari”. E l’incremento dell’incidenza dovuta alle varianti “potrebbe prefigurare scenari con un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane”. Di qui, è la conclusione, la necessità della “rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento” delle misure.
    Intanto è polemica dopo che Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, ha ipotizzato un lockdown stringente per contrastare la pandemia. ‘Queste sono considerazioni che lascio alla politica. Se posso essere utile al Paese con i miei consigli, lo faccio a livello internazionale e lo faccio anche in Italia. Altrimenti, mi faccio da parte’. Lo afferma Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, a Rainews24, rispondendo alle polemiche e richieste di dimissioni da parte di alcuni.   

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    Sci: Garavaglia, danno per scelta governo va indennizato

    (ANSA) – MILANO, 15 FEB – “C’è stato un danno per una scelta del governo e i danni vanno indennizzati”: lo ha detto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia dopo un incontro con gli operatori della montagna, i rappresentanti degli enti locali insieme al presidente della Lombardia Attilio Fontana e in collegamento il ministro delle per gli Affari regionali Mariastella Gelmini e il governatore del Piemonte Alberto Cirio.    “La montagna – ha aggiunto Garavaglia – è stata dimenticata, non è arrivato nulla se non qualche briciola”. “Per ripartire – ha detto il ministro – servono due cose fondamentali: finalmente programmazione, non si può sapere il giorno prima cosa si fa il giorno dopo, e poi lavorare per mantenere la competitività del nostro sistema montagna. Quindi bisogna usare i soldi del Recovery per fare investimenti mirati, per ripartire alla grande come la nostra montagna sa fare”.    Secondo Garavaglia, “è evidente che la stagione è finita” ed è “assurdo” che un ministro “possa decidere in autonomia” lo stop agli impianti di sci. (ANSA).   

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    Pillon assolto da accusa diffamazione circolo gay

    La Corte d’appello di Perugia ha assolto “perché il fatto non costituisce reato” l’avvocato Simone Pillon, quale consigliere nazionale del Forum associazioni familiari, per diffamazione nei confronti del circolo gay Omphalos per alcune affermazioni con le quali aveva commentato una loro iniziativa nelle scuole. Fatti per i quali in primo grado era stato condannato a 1.500 euro di multa (pena sospesa). I giudici d’appello hanno così accolto il ricorso presentato dai difensori di Pillon, gli avvocati Laura Modena, Stefano Forzani e Massimiliano Sirchi.
    In primo grado, il giudice unico di Perugia aveva disposto per Pillon anche il risarcimento, da liquidarsi in sede civile, nei confronti dello stesso circolo e di un attivista, con una provvisione complessiva di 30 mila euro, al pagamento della quale il giudice ha subordinato la sospensione della pena. Somma già versata dal senatore della Lega che ora – si è appreso dai suoi legali – potrà chiedere indietro. Pillon è stato processato per quanto detto come consigliere nazionale del Forum delle associazioni familiari in tre incontri, tutti nel 2014: ad Assisi e Bastia Umbra, a giugno, a San Marino, ad agosto, e ad Ascoli Piceno, a novembre. Quando cioe’ non era ancora senatore.
    In particolare Pillon era accusato di avere offeso la reputazione di Omphalos e dei suoi membri “diffondendo notizie non corrispondenti al vero sull’attività di informazione e di prevenzione delle malattie venere svolte dall’associazione, attribuendole iniziative e messaggi distorti rispetto al loro effettivo contenuto”.
    “La formula con la quale il sen. Pillon è stato assolto – ha detto all’ANSA l’avvocato Laura Modena – ci fa ritenere che sia stata riconosciuta la tesi che abbiamo sempre sostenuto. Quella cioè che si sia trattato di un legittimo diritto di critica”.

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    Governo, Draghi a lavoro a Palazzo Chigi, si delinea lo staff

    Il presidente del Consiglio Mario Draghi è a lavoro a Palazzo Chigi. Il premier ha tra le imminenti scadenze il discorso programmatico sulla fiducia, che sarà votata dalle camere tra mercoledì e giovedì, e la messa a punto della squadra dei sottosegretari e dei viceministri. Per quanto riguarda Palazzo Chigi, si sta delineando lo staff del presidente e molte voci politiche e parlamentari danno come per avvenuto l’insediamento di Antonio Funiciello come Capo di Gabinetto del premier. Funiciello ha tra l’altro ricoperto l’incarico di Capo dello Staff dell’allora premier Paolo Gentiloni. Aperta la casella del segretario generale, attualmente ricoperta da Roberto Chieppa, nominato per quella poltrona dal precedente premier, Giuseppe Conte. Aperta anche la definizione della possibile squadra di sottosegretari di Palazzo Chigi, che potrebbero essere di profilo tecnico, si ragiona sempre in ambienti politici e parlamentari.
    Tempi stretti, interventi concreti, l’unità come stella polare necessaria. I primi giorni del governo Mario Draghi potrebbero viaggiare su questo triplice binario, guardando, innanzitutto, al discorso programmatico che l’ex governatore della Bce terrà in settimana alle Camere. Un discorso nel quale il premier metterà al centro le emergenze del Paese, a cominciare da quelle legate alla pandemia. Con un nodo che, già nei prossimi giorni, Draghi sarà chiamato a sciogliere: se confermare – e con quali deleghe – il commissario Domenico Arcuri, braccio destro di Giuseppe Conte nella strategia anti-virus del precedente governo.
    Il capo della Polizia Franco Gabrielli, a quanto si apprende, è stato nel pomeriggio a Palazzo Chigi, dove avrebbe incontrato il presidente del Consiglio Mario Draghi.
    “Sono sicuro che con il nuovo governo” italiano “lavoreremo insieme soprattutto per le riforme che riguardano la burocrazia nella pubblica amministrazione, i tempi della giustizia civile, le regole della concorrenza: tutti i colli di bottiglia che negli ultimi anni hanno rallentato la crescita italiana”, ha detto il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, in un’intervista a Bloomberg TV. “E’ un’ottima notizia non solo per l’Italia ma anche per l’Unione europea che Mario Draghi si occuperà” della gestione del Recovery Fund “con tutta la sua esperienza e la sua leadership”, ha aggiunto Gentiloni.
    “Non nomineremo ‘guardiani’. Abbiamo scelto di esserci per il bene del Paese. Le politiche del governo di sinistra, ovviamente, ora che la Lega è in maggioranza, dovranno cambiare”, ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando l’ipotesi che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese possa avere dei ‘guardiani’ della Lega sulle politiche migratorie. “La montagna? Il modello Conte-Casalino – ha poi aggiunto Salvini – che abbiamo superato prevedeva gli annunci la domenica che ti cambiavano la vita il lunedì. Quando il nuovo governo sarà in carica, da questo punto di vista, chiederemo una maggiore collaborazione, condivisione e programmazione. Siamo agli strascichi del governo Conte”. “Il tema è accelerare sulla salute, il lavoro, il ritorno alla vita. Ne ho parlato anche con il Presidente Draghi: su questo saremo assolutamente leali, collaborativi, coerenti”.

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    Governo: migliaia firme a petizione M5s per rivotare

    Ha superato le 5 mila firme la petizione lanciata su Change.org da alcuni iscritti M5s per chiedere al garante Beppe Grillo di rimettere su Rousseau un nuovo quesito sull’adesione del Movimento al governo Draghi.
    “Alla luce della compagine di Governo indicata dal Presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, che si è espresso pubblicamente ieri per la prima volta dopo le consultazioni, siamo a chiedere di mettere ai voti su Rousseau la scelta di dare la fiducia a questo Governo, affinché vi sia il pieno consenso o meno da parte degli iscritti. Reputiamo infatti che solo ora, messi a conoscenza di tali informazioni, sia possibile esprimere un voto pienamente consapevole” scrivono i sottoscrittori della petizione che chiedono a Grillo anche “un suo celere riscontro pubblico”.
    Sempre su Chang.org c’è anche un’altra petizione, con meno di un migliaio di adesioni però, con cui, ritenendo sempre pregiudicato l’esito della votazione su Rousseau dalla successiva conformazione del ministero per la Transizione, si chiede di non espellere dal Movimento i parlamentari 5 Stelle che non voteranno la fiducia. Nella petizione si chiede infatti che “i Deputati e i Senatori del Movimento 5 Stelle possano votare liberamente, escludendo fin da ora l’applicazione di possibili azioni o sanzioni disciplinari a coloro i quali decideranno di astenersi o di votare contrariamente alla fiducia al nuovo Governo. È evidente che tali posizioni non siano da considerarsi una disattesa del voto degli iscritti. Siamo fermamente convinti che l’adozione di eventuali sanzioni determinerebbe una grave rottura all’interno del Movimento. Per questo, in qualità di portavoce e attivisti del Movimento 5 Stelle, dichiariamo sin da ora di essere pronti ad auto-sospenderci e a mettere in campo azioni ed iniziative nazionali qualora ciò si verificasse”.   

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    Conte, schieramento con Pd-Leu prospettiva a cui credo molto

    “Quello con Pd e Leu è un progetto che non ho declamato a caso ma che abbiamo iniziato anche a realizzare: ha già prodotto dei risultati, altri sono in corso di completamento, altri vanno ancora elaborati e realizzati: quella è una prospettiva a cui credo molto. Ci credo molto da politico, da privato cittadino e da ex presidente del consiglio. Continuerò a dare il mio contributo nelle modalità che decideremo insieme”. Così Giuseppe Conte intervistato da il FattoQuotidiano.it che gli chiede sarà lui il perno dello schieramento per lo Sviluppo sostenibile.
    “Il mio futuro immediato è il rientro a Firenze – ha detto Conte – da professore all’università: è terminata l’aspettativa e quindi riprenderò ad andare a Firenze”, replicando su quale sarà il suo immediato futuro, se sarà un futuro “politico” e in quali forme. “Ci sono tanti modi per partecipare alla vita politica: lo vedremo insieme agli amici con cui abbiamo lavorato e ai compagni di viaggio” risponde.