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    Covid:Lombardia, Fontana incontra sindaci arancio rafforzato

    (ANSA) – MILANO, 02 MAR – Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha incontrato oggi una rappresentanza di sindaci della provincia di Milano che, in base all’ordinanza firmata ieri sera, sono stati collocati in ‘zona arancione rafforzata’. All’appuntamento era presente anche l’assessore regionale agli Enti locali, Massimo Sertori.    “Si è trattato di un confronto utile e pacato – ha spiegato il presidente Fontana, dopo aver ascoltato i sindaci di Liscate, Melzo, Rodano, Truccazzano e Vignate – durante il quale ho spiegato loro di aver comunicato la decisione di ieri sera ai soggetti istituzionali competenti, in primis l’Anci Lombardia (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Prefetture”. “Ci siamo lasciati – ha concluso Fontana – con la consapevolezza che, anche alla luce della difficoltà del momento, la collaborazione reciproca debba essere costante e per quanto possibile rinforzata”. I sindaci avevano inscenato un presidio fuori da Palazzo Lombardia, per protestare contro il metodo utilizzato dalla Giunta Fontana per informare le amministrazioni interessate.    “Abbiamo ricevuto una telefonata ieri sera alle 21.30 dal direttore generale dell’Ats Bergamaschi, che comunicava che il Comune era passato in zona arancione rafforzata – aveva spiegato Franco De Gregorio, sindaco di Truccazzano -. Penso che ci sia mancanza di correttezza istituzionale perché lo abbiamo saputo tramite una telefonata, mentre sui media era già comparsa l’ordinanza della Regione. Credo che un minimo di rispetto istituzionale verso i sindaci e verso i cittadini stessi sia dovuto”. (ANSA).   

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    Vaccini: Bolzano, entro marzo tutti gli over 80

    (ANSA) – BOLZANO, 02 MAR – In Alto Adige sta procedendo la vaccinazione degli over 80. Entro il mese di marzo tutti coloro che hanno fatto richiesta saranno vaccinati. L’annuncio è stato fatto dall’assessore alla sanità Thomas Widmann.    Dei 29.000 over 80enni oltre 13.000 hanno ricevuto la prima dose e 7.300 anche il richiamo. Ancora a marzo – ha aggiunto Widmann – si inizierà con i ‘quasi 80enni’.    “Vediamo già un lieve calo della curva degli over 80enni positivi. Proseguendo con le vaccinazioni e con l’arrivo della stagione calda diminuirà la pressione sugli ospedali”, ha detto Widmann.    Per quanto riguarda invece i vaccini AstraZeneca, la Provincia di Bolzano ha deciso di puntare sul maggior numero possibile di prime vaccinazioni e di effettuare, come in Inghilterra, il richiamo solo entro 12 settimane. Prosegue così la vaccinazione del personale scolastico e a marzo sì inizierà con le forze dell’ordine e la protezione civile. (ANSA).   

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    Covid, atteso per oggi il Dpcm. Vertice tra Draghi, ministri, esperti del Cts

     A Palazzo Chigi la riunione della cabina di regia del presidente del Consiglio Mario Draghi con i ministri e gli esperti in vista del varo del nuovo Dpcm con le misure anti contagio da Covid, atteso in giornata.
    Alla riunione hanno preso parte i ministri Roberto Speranza, Maria Stella Gelmini, Daniele Franco, Patrizio Bianchi, Giancarlo Giorgetti, Dario Franceschini, Stefano Patuanelli, Elena Bonetti. Sono presenti il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli.
    Nella cabina di regia sarebbe stata espressa preoccupazione per l’alta contagiosità delle varianti Covid, si apprende da diverse fonti di governo al termine della riunione. 
    Sul provvedimento, inoltre, è in programma alle 12 una riunione dei ministri Speranza e Gelmini con le Regioni. 

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    Verso ristori nazionali a zone rosse 'locali'

    (ANSA) – PERUGIA, 02 MAR – Ristori nazionali per le attività che si trovano nelle zone rosse decise a livello locale per limitare i contagi Covid è il provvedimento che potrebbe essere inserito nel prossimo Dpcm. Lo apprende l’ANSA. A sollecitare il provvedimento era stata nei giorni scorsi la Regione Umbria con una lettera al Governo della presidente Donatella Tesei. Poi, seguita dalle altre, nella Conferenza Stato-Regioni.    Tra le misure che si profilano, la didattica a distanza per tutte le scuole nelle regioni ‘rosse’ e anche nei territori (provincie o comuni) ad alta incidenza di contagi (250 casi su 100 mila abitanti). (ANSA).   

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    Via Arcuri,Draghi nomina nuovo commissario.Arriva Dpcm

     Via Domenico Arcuri, arriva un nuovo commissario all’emergenza Covid. Con la scelta del generale Francesco Paolo Figliuolo, il presidente del Consiglio Mario Draghi completa il rinnovamento della struttura che gestirà il dossier vaccini, in un coordinamento sempre più stretto tra le forze armate e la Protezione civile, ora guidata da Fabrizio Curcio. La decisione arriva alla vigilia della firma del primo dpcm di Draghi, con le misure anti contagio in vigore fino a dopo Pasqua. L’allarme per la risalita dei contagi, anche per effetto delle varianti, è sempre più alto. La linea resta rigorosa, con un inasprimento delle misure in zona rossa, a partire dalla chiusura di tutte le scuole. Tra i ministri emerge una prima, vistosa, spaccatura su cosa fare nelle aree arancioni: se chiudere le scuole e disporre anche lo stop per negozi e centri commerciali. Ci si prende ancora qualche ora per decidere: servirà una nuova riunione a Palazzo Chigi. Ma Draghi intende chiudere comunque il dpcm entro la giornata di martedì.    Arcuri viene ricevuto da Draghi, a Palazzo Chigi dove gli viene comunicata la decisione di sostituirlo con Figliuolo. A lui, reciterà una nota, vanno i ringraziamenti “del governo per l’impegno e lo spirito di dedizione”. Il premier sceglie il generale, già esperto di logistica, per provare a imprimere quella spinta al dossier vaccini cui lavora dal primo giorno del suo mandato. Esulta l’intero centrodestra che di Arcuri chiedeva da tempo la rimozione, da Matteo Salvini che parla di “missione compiuta”, a Giorgia Meloni, che dal suo scranno di opposizione rivendica di essersi opposta per prima al commissario del governo Conte. “Era necessario che si mettesse in campo una struttura più efficiente per la somministrazione”, commenta Silvio Berlusconi. Si compiace anche Matteo Renzi, che aveva sollevato il ‘nodo Arcuri’ durante la crisi di governo. Rendono grazie all’uscente, dando il benvenuto al suo successore Nicola Zingaretti e Roberto Speranza. “Sono onorato di aver potuto servire il mio Paese in una stagione così drammatica”, si limita a commentare Arcuri.    Dare una spinta alle vaccinazioni, dall’approvvigionamento alla distribuzione e somministrazione, è una priorità assoluta per Draghi. Il tentativo è far crescere il numero delle vaccinazioni, che hanno superato le 100mila al giorno, e arrivare ad aprile a ben altri numeri. Ma il Paese attraverserà settimane “non facili”, osserva il ministro della Salute, perché “la curva dei contagi sta risalendo in modo significativo” in gran parte delle Regioni. E’ “estremamente allarmante”, avverte il presidente Massimiliano Fedriga, la situazione nel Friuli Venezia Giulia: “In una settimana quasi il 60% in più”. Diversi governatori non escludono misure più restrittive. E gli occhi sono puntati su casi specifici, come la provincia di Brescia, che resterà in fascia arancione rafforzata per altri 8 giorni.    E’ in questo contesto che Draghi si prepara a firmare il suo primo dpcm. Dal 6 marzo al 6 aprile resterà la divisione in fasce e non ci saranno allentamenti. Anzi, in zona rossa chiuderanno i barbieri parrucchieri e soprattutto tutte le scuole, anche asili, elementari e medie. L’orientamento viene confermato in una riunione del premier con i ministri in rappresentanza dei partiti, il titolare della scuola Patrizio Bianchi, il ministro dell’Economia Daniele Franco e gli esperti Agostino Miozzo e Franco Locatelli. L’impianto del dpcm resta quello comunicato già venerdì alle Regioni: chiusura serale per bar e ristoranti, stop agli spostamenti (già disposta con decreto legge), con l’eccezione della riapertura di cinema e teatri dal 27 marzo, anche se gli esercenti del cinema (Anec) sottolineano che è solo “un primo passo simbolico, non la ripartenza del settore”. Un tavolo con le Regioni aprirà poi la discussione sui parametri da adottare per il futuro per distinguere le aree rosse, arancioni e gialle: per ora i criteri non cambiano. Nella cabina di regia a Palazzo Chigi si discute anche l’urgenza di intervenire con i ristori per chi chiude, a partire dal decreto legge atteso entro la prossima settimana. E c’è chi, come la ministra Bonetti, pone l’accento sul nodo dei congedi per i genitori a fronte della chiusura delle scuole.    L’ultimo nodo sul tavolo, spiegano i partecipanti alla riunione, è proprio la scuola. Draghi avrebbe dato un assenso al recepimento dell indicazione del Cts sulla chiusura di tutti gli istituti in zona rossa e sul criterio di ulteriore chiusura, a livello locale, se si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti anche nelle regioni non rosse. La discussione però si accende e divide i ministri in due ‘schieramenti’ – con sfumature al loro interno – su come regolarsi in zona arancione. Speranza, con Dario Franceschini, Bianchi e Stefano Patuanelli, chiedono di valutare l’opportunità di chiudere anche negozi, per limitare focolai di contagio: non ha senso chiudere gli istituti e lasciare aperti i centri commerciali. Giancarlo Giorgetti, Mariastella Gelmini e Bonetti sarebbero dell’idea di non imporre misure troppo restrittive nelle zone non rosse e garantire, laddove possibile, la scuola in presenza: chiudere i negozi in zona arancione, è l’obiezione, equivarrebbe ad estendere quasi ovunque le regole da zona rossa.   

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    Swg per La7, M5s guidato da Conte raggiungerebbe 22%

    L’ipotesi di un M5s guidato da Giuseppe Conte sembra piacere agli italiani: il Movimento infatti, secondo un sondaggio Swg per il Tg de La7 di Enrico Mentana, tornerebbe al 22 per cento salendo di 6,2 punti in una settimana. Il sondaggio assegna al Pd il 14,2 per cento dei consensi (meno 4,3); Fratelli d’Italia al 16,1 per cento (meno 0,9); Forza Italia al 6,1 per cento (meno 0,8); la Lega viene data al 22,3 per cento con un calo dell’1,1 per cento. Il 35 per cento degli intervistati preferisce non esprimersi. Indagine condotta con tecnica mista CATI-CAMI-CAWI su un campione di 1200 soggetti maggiorenni residenti in Italia tra il 24 febbraio e il primo marzo 2021. Il campione è stratificato per zona e prevede quote per età e sesso. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentitività rispetto ai parametri di zona, sesso, livello scolare a partito votato alle ultime elezioni. Il margine di errore statistico dei dati riportati è del 2,8% a un intervallo di confidenza del 95 %.

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    Pd, Zingaretti: 'Avanti discussione ma primarie nel 2023'

    “Ho convocato l’Assemblea del 13 marzo come inizio di confronto, e sono convinto che dobbiamo continuare a discutere” sulla proposta del Pd per l’Italia. Lo ha detto il segretario del Pd Nicola zingaretti nella replica alla Direzione Dem, nella quale ha chiuso alla richiesta di un congresso: “Il congresso, anzi le primarie – ha ricordato – le abbiamo tenute nel 2019 e le prossime ci saranno nel 2023”.
    Donne Dem, serve guida con due segretari di genere – “Attuare il principio della parità di genere nel partito, nella delegazione di governo, e nelle posizioni apicali. Nel rispetto dell’autonomia dei gruppi parlamentari, il principio va applicato ovunque, a cominciare dalla nomina di una vicesegretaria donna, più in generale introdurre una riflessione sull’ipotesi di mutuare l’esperienza della guida duale”, come in Germania dove c’è un segretario uomo ed una donna. Lo chiede al Pd un ordine del giorno presentato in Direzione da Cecilia D’Elia, presidente della Conferenza delle donne Dem.
    Orfini, primarie 2023? Zingaretti eviti scorrettezze – “Zingaretti vinse il congresso promettendo che mai ci sarebbero stati accordi col M5s. Poi abbiamo tutti scelto di fare una alleanza emergenziale” che “qualcuno ha trasformato in strategica”. “Ma quella scelta è fuori dal mandato che iscritti ed elettori ci hanno consegnato. E può essere assunta solo attraverso un congresso”.Lo afferma Matteo Orfini sottolineando che “questo dice il buon senso, e questo dice lo statuto. Chiedere di fare un congresso ora è da marziani ma lo è anche dire che faremo le primarie nel 2023. Ed è anche una incredibile scorrettezza che sono certo Zingaretti vorrà immediatamente correggere”, conclude Orfini.
    La direzione del Pd è terminata. Dalle ore 19.30 alle ore 21 sarà messo ai voti un ordine del giorno.
    Orlando, io non di ostacolo a altri assetti interni –  “Sulla questione del vice segretario voglio essere molto semplice. Non la vivo come un fatto personale. Io penso che gli assetti siano funzionali o meno a un passaggio. Il segretario ha ritenuto che in questo passaggio fosse funzionale. Per me viene prima la funzionalità degli assetti rispetto al destino personale, credo di averlo dimostrato con le scelte nel governo precedente. Non ho esitato a fare alcune scelte e oggi non posso essere davvero io l’ostacolo di qualsiasi assetto che possa essere utile ad affrontare al meglio questo passaggio”. Lo ha detto il vicesegretario del Pd Andrea Orlando intervenendo alla Direzione del Pd, a proposito della richiesta di alcuni dirigenti di sue dimissioni dopo la nomina a ministro del lavoro. “Però si deve dimostrare – ha aggiunto – che questo sia davvero funzionale ad affrontare questo passaggio e non ad altro. Un passaggio molto diverso, lo pensiamo tutti da quello del 2019 (quando nacque il governo Conte ndr). O meglio, se ne deve convincere il segretario e si devono evitare discussioni in astratto. Collochiamo tutto nei passaggi concreti che ci troviamo ad affrontare”, ha concluso.
    Giuditta Pini, esponente dell’area vicino a Matteo Orfini, intervenendo alla Direzione del Pd ha chiesto le dimissioni da vicesegretario di Andrea Orlando, ora divenuto ministro del Lavoro. Pini ha motivato la richiesta ricordando come l’allora vicesegretaria Paolo De Micheli si dimise nel settembre 2019 quando fu nominata ministro del govero Conte II, e altrettanto dovrebbe fare oggi Orlando. Molto critica Pini anche sulla scelta di tre uomini come ministri del Pd: “c’è una discrepanza tra cosa si afferma e cosa si fa nel partito”.
       

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    M5s, Fico: 'Benvenuto Conte, ora al lavoro per ripartire'

    “Benvenuto Giuseppe! Adesso al lavoro tutti insieme per ripartire più forti di prima”. Lo scrive in un post il presidente della Camera e deputato M5s Roberto Fico che giudica “un fatto positivo e un dato di grande valore che Giuseppe Conte abbia dato la disponibilità a elaborare un progetto rifondativo con il M5s”. “La nostra comunità si allarga, abbiamo tanta strada da fare per ripensare il futuro” aggiunge. “Tutela dell’ambiente, difesa dei più deboli, legalità, beni comuni” sono i temi, sottolinea Fico, su cui impegnarsi così come “ci sono nuovi progetti da pensare e mettere a terra da qui al 2050, nel solco della transizione ecologica, perno irrinunciabile del nostro futuro, come ha saputo spiegare bene in queste settimane Beppe Grillo”. (ANSA).