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    Speranza a Letta e Conte, serve una casa per sinistra plurale

    Il segretario di Articolo 1, Roberto Speranza, ha inviato al segretario del Pd Enrico Letta, a Giuseppe Conte “e agli altri interlocutori della sinistra plurale” un documento “per una nuova agenda progressista”. “È il tempo di un progetto nuovo – è scritto nel documento – di un progetto che riconfiguri l’area progressista e dia finalmente una casa alla sinistra plurale. Lo diciamo all’inizio di una fase difficile, segnata, con la nascita del governo Draghi, da un oggettivo arretramento del quadro politico. La nostra scelta di sostenerlo e di farne parte è stata giusta, necessaria e inevitabile, ma è una scelta che abbiamo compiuto criticamente e che non ci deve precludere il rapporto con chi della vecchia maggioranza ha fatto scelte diverse. È uno strano governo, quello di Draghi: un governo che non è nato da un fallimento ma tutto al contrario, per una manovra politica, sulle ceneri di un’esperienza, quella di Conte, positiva, come dimostra il consenso significativo ottenuto nel Paese. Nelle fibrillazioni e nelle difficoltà che attraversano la fase politica e, nello specifico, le forze dell’area progressista, pensiamo sia necessario uno scatto in avanti, un salto di qualità: un progetto nuovo, caratterizzato da contenuti chiari e qualificanti”.   

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    Sondaggio, maggioranza giovani immagina futuro senza figli

    La maggior parte dei giovani italiani tra i 18 e i 20 anni immagina il proprio futuro senza figli: è quanto emerge da un sondaggio commissionato dalla Fondazione Donat Cattin all’Istituto demoscopico Noto Sondaggi in occasione del trentennale della morte dell’ex Ministro. Secondo lo studio il 51% dei ragazzi interpellati non si immagina genitore; tra questi il 31% stima che a 40 anni avrà un rapporto di coppia ma senza figli e un ulteriore 20% pensa che sarà single. Nel valutare i motivi per cui non vogliono avere figli gli intervistati adducono soprattutto ragioni che riguardano la sfera sociale più che una avversione netta a diventare genitori. In particolare la carenza di lavoro (87%), seguita dall’assenza di politiche adeguate per la famiglia (69%). Una percentuale analoga però parla anche di crisi delle relazioni stabili mentre solo un ulteriore 37% ritiene i figli un ostacolo in quanto condizionano la vita. In relazione alla volontà di non avere figli i giovani possono essere divisi in 3 categorie: 1) c’è chi ha un atteggiamento che potremmo definire «narcisista» per cui un figlio, e più in generale legami stabili, limitano la propria libertà; 2) accanto a questa viene espressa però anche una motivazione più ‘realista’ che riguarda la paura di non potersi permettere economicamente questa possibilità; 3) non aver figli invece per mancanza di fiducia nella società è indice infine di un atteggiamento ‘nichilista’ che evidenzia il pessimismo di questo target nel guardare al futuro.
    Un altro aspetto del sondaggio riguarda la sfera dei rapporti sociali e quindi la percezione di sentirsi incluso/escluso da parte dei 18-20enni. il 51% vive una forte insoddisfazione in quanto non si sente “pienamente incluso”, a questi si aggiunge un ulteriore 4% che invece lamenta una “esclusione totale”. La minoranza, seppure sostanziosa, ben il 44%, si autodefinisce invece “incluso”. Secondo il sondaggio inoltre a percepire le maggiori difficoltà di inserimento sociale sarebbero le donne rispetto agli uomini. I timori sui rischi di un inverno demografico per il nostro Paese vennero denunciati, viene ricordato da ultimo, 35 anni fa proprio da Carlo Donat-Cattin. Da ministro della Sanità, lo fece nel settembre del 1986 dal tradizionale convegno di Saint Vincent, come in altri interventi per sollecitare un radicale cambio delle politiche per la famiglia. Donat-Cattin vedeva l’Italia come un paese “in scadenza” sulla base di dati che gli aveva fornito il demografo Antonio Golini, confermati anche dalle proiezioni di alcune compagnie di assicurazione, che tuttavia furono contestati da alcuni giornali che accusarono il ministro di nostalgia verso politiche demografiche del ventennio fascista. Le “culle vuote” di questi anni hanno però confermato le sue previsioni.

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    Giornata disturbi alimentare, Consiglio Lazio 'in viola'

    In occasione della Giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare il Consiglio regionale del Lazio si tinge di lilla aderendo alla campagna “Coloriamoci di lilla” a conferma dell’impegno della Regione su un tema quanto mai urgente e delicato. “La proposta di aderire alla campagna di sensibilizzazione indetta per la data di oggi arriva dopo l’impegno preso con la legge di stabilità dove ho proposto un ordine del giorno che impegna la Regione a implementare e potenziare la rete integrata dei servizi e degli interventi di presa in carico sanitaria e di cura dei disturbi del comportamento alimentare”, dichiara Eleonora Mattia, presidente della IX commissione Pari Opportunità e Politiche Giovanili.
    “Sto seguendo con attenzione tutti gli sviluppi successivi all’approvazione dell’odg per arrivare quanto prima ad ottenere risultati concreti su tutto il territorio del Lazio. Anoressia e bulimia nervose, fame emotiva ed altri squilibri nel rapporto quotidiano con il cibo. I disturbi del comportamento alimentare, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, registrano un aumento dei casi del 30% circa. A soffrirne sono soprattutto giovani, giovanissimi e donne di tutte le età, ma durante gli ultimi mesi il fenomeno ha colpito duramente anche i soggetti di sesso maschile con un aumento nei pronto soccorso di quattro volte”, aggiunge.    

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    Riforme: Brescia, avanti con voto a 18enni al Senato

    “Sul voto ai 16enni c’è massima disponibilità al confronto, ma qui alla Camera è ferma da ottobre scorso la riforma costituzionale per far votare i 18enni al Senato. Sblocchiamo l’iter di questa riforma e approviamola definitivamente. Manca davvero poco per eliminare una norma anacronistica che esclude 4 milioni di under 25 dal voto.  Facciamo tutti insieme questo passo” lo dichiara Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e primo firmatario della proposta di legge per il voto ai 18enni al Senato già approvata con 487 sì nel luglio 2019 a Montecitorio.
     “L’attenzione ai giovani – sottolinea ancora Letta – non passa solo da questa riforma. Non dobbiamo solo ringiovanire la platea elettorale, ma dobbiamo svecchiare anche le procedure elettorali. Oggi molti giovani studenti e lavoratori non possono esercitare il loro diritto di voto perché vivono lontani dal luogo di residenza. Per votare devono affrontare lunghi viaggi a proprie spese. Il Ministero dell’Interno si faccia carico di questo problema che in autunno riguarderà direttamente tutti i calabresi fuorisede. Il MoVimento 5 Stelle da anni propone soluzioni, tra cui anche il voto elettronico. Dal Viminale ci aspettiamo risposte” aggiunge Brescia ricordando una sua storica battaglia in favore dei fuorisede. (ANSA).   

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    Giustizia, Cartabia: 'Non vanificare lavoro del precedente governo'

    Sulla giustizia occorre “affrontare il lascito del precedente governo, verificare quanto può essere salvato e implementato. Il lavoro svolto non va vanificato ma arricchito senza trascurare le proposte dell’opposizione”. Lo ha detto la ministra Marta Cartabia, illustrando le sue linee programmatiche alla Commissione Giustizia della Camera.
    “Le Camere siano luogo di confronto autentico” sulla giustizia. Lo ha detto la ministra Marta Cartabia, illustrando le sue linee programmatiche alla Commissione Giustizia della Camera e sottolineando la centralità del Parlamento. “La prossima settimana presenteremo emendamenti ai testi già incardinati” per le riforme.  Sulla giustizia occorre “affrontare il lascito del precedente governo, verificare quanto può essere salvato e implementato. Il lavoro svolto non va vanificato ma arricchito senza trascurare le proposte dell’opposizione”. Riorganizzazione della macchina amministrativa, valorizzazione del personale, digitalizzazione, edilizia giudiziaria e architettura penitenziaria. Sono alcune delle priorità indicate dalla ministra.
    Pm rispettino riserbo su avvio indagini – “C’è la necessità che l’avvio delle indagini sia sempre condotto con il dovuto riserbo, lontano da strumenti mediatici per l’effettiva tutela della presunzione di non colpevolezza”. Lo ha detto la ministra Marta Cartabia alla Commissione Giustizia della Camera.
    Nodo prescrizione si risolve con processi rapidi – “Un processo dalla durata ragionevole risolverebbe il nodo della prescrizione relegandola a evento eccezionale”. Lo ha detto la minsitra Marta Cartabia illustrando le sue linee programmatiche davanti alla Commissione Giustizia della Cameraerbo, lontano da strumenti mediatici per l’effettiva tutela della presunzione di non colpevolezza”. Lo ha detto la ministra Marta Cartabia alla Commissione Giustizia della Camera.
    Rinnovo parziale Csm contro logiche spartitorie – “Scoraggiare le logiche spartitorie che poco si addicono” alla natura di organo di rilevanza costituzionale del Csm , anche attraverso il “rinnovo parziale” dell’organo di governo autonomo della magistratura. E’ una delle proposte messe sul tavolo dalla ministra Marta Cartabia. “Ogni 2 anni potrebbero essere rinnovati la metà dei laici e dei togati”, ha detto la ministra, spiegando che un intervento del genere servirebbe oltre che a combattere le logiche correntizie a dare “maggiore continuità” allo stesso Csm.
    In penale tempo maturo per giustizia riparativa  – “Il tempo è ormai maturo per sviluppare e mettere a sistema le esperienze di giustizia riparativa”. Lo sottolinea la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, illustrando le sue linee programmatiche alla commissione Giustizia della Camera. “Le più autorevoli fonti europee e internazionali ormai da tempo – ha spiegato Cartabia – hanno stabilito principi di riferimento comuni e indicazioni concrete per sollecitare gli ordinamenti nazionali a elaborare paradigmi di giustizia riparativa che permettano alla vittima e all’autore del reato di partecipare attivamente, se entrambi vi acconsentono liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con l’aiuto di un terzo imparziale”. La riforma del processo penale, secondo la ministra, “deve pure poggiare su meditati interventi di deflazione sostanziale”, tra l’altro “intervenendo sui meccanismi di procedibilità, incrementando il rilievo delle condotte riparatorie ed ampliando l’operatività di istituti che si sono rilevati nella prassi particolarmente effettivi, come la sospensione del procedimento con messa alla prova dell’imputato e la non punibilità per particolare tenuità del fatto”.

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    Bonetti, auspico accelerazione dell'approvazione del Family Act

    Contro il calo demografico dell’Italia, accentuato dalla pandemia, “risulta essenziale attivare processi di riforma delle politiche lavorative e familiari” e “il Family Act è la prima riforma che risponde a questa esigenza, a sostegno delle famiglie, dei percorsi educativi, della necessità di promuovere lavoro femminile, un welfare paritario tra donne e uomini, e autonomia per i giovani.
    Auspico quindi un’accelerazione della sua approvazione”. Lo ha detto la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti durante l’audizione in commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati.   

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    Covid: Miozzo lascia la guida del Comitato tecnico scientifico

       Agostino Miozzo lascia la guida del Comitato tecnico scientifico (Cts). La decisone – viene spiegato sulle pagine del ‘Corriere della sera’ – è stata concordata con Palazzo Chigi e con il ministro della Salute Roberto Speranza ed è stata ufficializzata ieri con una lettera di dimissioni.    Miozzo ha deciso di “lavorare con il ministro della Pubblica istruzione Patrizio Bianchi per dedicarsi ai problemi della scuola”.
    In questi mesi, Miozzo “non ha mai nascosto la convinzione che la didattica a distanza non fosse un buon rimedio per i ragazzi”. Dopo l’insediamento del governo Draghi, Miozzo e Bianchi si sono incontrati più volte proprio per mettere a punto un programma che consenta di riportare gli studenti in presenza.    Nella lettera di dimissioni Miozzo parla di come “nel tempo sono state progressivamente modificate le competenze ed il ruolo originale”; concorda su una “sostanziale rivisitazione del suo mandato” e per questo “considera” che il suo “incarico di coordinatore possa ritenersi compiuto. “Credo di potermi dedicare ora ad un’altra emergenza, quella scolastica; spero di poter dare un fattivo contributo a quel settore che considero strategico per la vita ed il futuro del nostro Paese”, dichiara.    Ora a capo del Cts dovrebbe andare Fabio Ciciliano, attuale segretario.    

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    Nove segretari in 14 anni, solo 4 ancora nel Pd

    Nove segretari, di cui tre reggenti e un unico ‘bis’, in 14 anni di vita del Pd. E’ la fotografia di un partito la cui storia, dalla sua nascita il 14 ottobre del 2007, ha registrato una serratissima serie di elezioni politiche, cambi di governo, dimissioni e abbandoni.
    – WALTER VELTRONI: 27 ottobre 2007 E’ il primo segretario del Partito Democratico. L’allora sindaco di Roma vinse con il 76% delle preferenze le primarie contro Rosy Bindi, Enrico Letta, Mario Adinolfi, Pier Giorgio Gawronski e Jacopo Schettini. Come Letta fino allo scioglimento della riserva dei giorni scorsi, resta vicino ai dem, ma “ha cambiato mestiere”.
    – DARIO FRANCESCHINI: 21 febbraio 2009 L’attuale ministro della Cultura si contende con Arturo Parisi la successione di Veltroni e vince con 1047 preferenze dell’Assemblea. Durante la sua segreteria nasce il gruppo dei Socialisti e Democratici Europei.
    – PIER LUIGI BERSANI: 7 novembre 2009 Eletto alle primarie batte Ignazio Marino e l’uscente Franceschini. Nel 2012 si candida e vince le primarie contro l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi (giunto al ballottaggio), Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci. Durante la sua segreteria riceve un incarico esplorativo per formare un nuovo governo, senza successo. Quando cadono, una dopo l’altra, le candidature al Quirinale di Franco Marini e Romano Prodi, si dimette. Fonderà Articolo 1.
    – GUGLIELMO EPIFANI: 11 maggio 2013 E’ il primo “reggente” del Pd e dura in carica sette mesi. L’assemblea lo elegge con 458 voti su 534. Passato il testimone a Renzi – vincitore delle primarie – aderirà poi ad Articolo 1.
    – MATTEO RENZI: 15 dicembre 2013 E’ segretario grazie al 67,5% ottenuto alle primarie battendo Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati. E’ la segreteria dello strappo con Letta. A febbraio 2014 riceverà l’incarico di formare il nuovo esecutivo. Nel 2016 la sconfitta al referendum porta alle sue dimissioni da presidente del Consiglio.
    – MATTEO ORFINI: 19 febbraio 2017 Secondo reggente e ‘segreteria’ lampo: meno di tre mesi. Era presidente del partito e commissario straordinario del Pd romano. Lascia alla rielezione di Renzi.
    – MATTEO RENZI: 7 maggio 2017 E’ l’unico ‘bis’ della storia del partito e lo ottiene vincendo le primarie (con il 69,2% dei voti) contro Andrea Orlando e Michele Emiliano. Poco meno di un anno dopo arrivano le dimissioni, questa volta definitive. Lascia il Pd e fonderà Italia Viva.
    – MAURIZIO MARTINA: 12 marzo 2018 E’ l’unico a rivestire, in sequenza, gli incarichi di reggente e segretario. Il primo – essendo il vice – subito dopo l’addio di Renzi. Il secondo con l’investitura, il 7 luglio 2018, da parte dell’Assemblea.
    – NICOLA ZINGARETTI: 17 marzo 2019 Vince le primarie e, con il 66% dei voti, sconfigge Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Lascia pochi giorni fa “vergognandosi” di un partito troppo concentrato sulle poltrone e non sul paese.