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    Recovery: Fico, tolleranza zero su frodi delle mafie

    Occorre “l’impegno delle Istituzioni, per adottare una linea di rigore e di tolleranza zero verso ogni frode e ogni illecito nell’utilizzo delle risorse europee” da parte della criminalità in particolare per quelle che arriveranno con il Recovery Fund. Lo scrive il presidente della Camera Roberto Fico in un messaggio in ricordo di Don Giuseppe Diana, parroco di Casal di Principe, nel 27/mo anniversario della sua uccisione da parte della camorra.  
    “Don Peppe – scrive il presidente della Camera – manca molto alla sua gente: oggi più che mai, in un contesto aggravato dall’emergenza sanitaria dalla quale la criminalità organizzata tenta in tutti i modi di trarre cospicui vantaggi. Lo ha recentemente ribadito la Direzione Investigativa Antimafia nella sua Relazione: la camorra, sfruttando il disagio di famiglie e imprese, ha messo in atto forme di assistenzialismo perverso offrendo risorse economiche, sanitarie e alimentari”.
        “L’attenzione deve essere dunque massima -prosegue Fico – anche per scongiurare ogni tentativo da parte della criminalità organizzata di drenare le risorse che verranno stanziate per il rilancio del Paese. Ciò significa che, al movimento di “resistenza” delle associazioni e dei cittadini, deve affiancarsi l’impegno delle Istituzioni, per adottare una linea di rigore e di tolleranza zero verso ogni frode e ogni illecito nell’utilizzo delle risorse europee. Deve essere questo lo spirito di una buona politica che abbia a cuore le sorti non soltanto del territorio campano, ma di tutto il Paese. Un impegno che renderà, seppure in parte, giustizia al sacrificio di don Peppe Diana”, conclude Fico.    

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    Mattarella al Papa: 'Suo invito alla fraternità richiamo per tutti'

    “La pandemia che continua a gravare su un così gran numero di persone in tutto il mondo ha posto in evidenza le vulnerabilità di singoli Paesi e dell’intera comunità internazionale nell’affrontare secondo giustizia ed efficienza l’attuale fase emergenziale.
    Operare con spirito di fraternità per superare le difficili circostanze dell’oggi, come Ella ci invita a fare, è un forte richiamo all’esercizio di una cittadinanza responsabile e una guida sicura per quanti svolgono incarichi istituzionali e politici”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio a Papa Francesco per l’ottavo anniversario del Pontificato.
    “Santità, l’ottavo anniversario dell’inizio del Suo Ministero Petrino mi offre la graditissima opportunità di farLe giungere i più fervidi auguri della Repubblica Italiana e miei personali, nella certezza che i copiosi frutti della Sua continua e instancabile testimonianza costituiscono per le donne e gli uomini di buona volontà fonte di sostegno e conforto”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio per l’ottavo anno del pontificato di Papa Francesco. “La pandemia – afferma Mattarella – che continua a gravare su un così gran numero di persone in tutto il mondo ha posto in evidenza le vulnerabilità di singoli Paesi e dell’intera comunità internazionale nell’affrontare secondo giustizia ed efficienza l’attuale fase emergenziale. Operare con spirito di fraternità per superare le difficili circostanze dell’oggi, come Ella ci invita a fare, è un forte richiamo all’esercizio di una cittadinanza responsabile e una guida sicura per quanti svolgono incarichi istituzionali e politici”.
    “Tale altissimo appello – afferma il Capo dello Stato – dischiude e abbraccia orizzonti che superano le contingenti condizioni sanitarie e le pur gravi difficoltà sociali che ne conseguono. Esso, infatti, apre le menti e i cuori a una convivenza più pacifica, più prospera, più giusta, quella che Vostra Santità ha invocato per l’Iraq – e per tutto il mondo – nel corso del suo ultimo e importantissimo Viaggio Apostolico”. “Con sentimenti di profonda gratitudine – conclude Mattarella – per la particolare sollecitudine e per il sincero affetto nei confronti del nostro Paese di cui Vostra Santità dà costante prova, Le rinnovo, insieme a tutti gli italiani, i più sentiti auguri per la felice ricorrenza odierna e per le oramai prossime Festività Pasquali”.   

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    Prove di dialogo Usa-Cina, ma il disgelo è lontano

    Prove di disgelo Usa-Cina nella gelida Alaska, dove le due maggiori potenze mondiali tentano di rompere il ghiaccio e abbassare la temperatura della loro crisi più grave dal riconoscimento reciproco negli anni ’70. Sullo sfondo c’è la più grande sfida geopolitica dei prossimi decenni, per decidere se questo sarà ancora un secolo a stelle a strisce o dominato dal Dragone.
    Che le posizioni fra le due superpotenze economiche siano distanti appare chiaro fin dalle prime battute del vertice. Le azioni della Cina “minacciano” la stabilità globale, ha detto aprendo i lavori il segretario di stato americano Antony Blinken, spiegando che Washington non vuole un “conflitto” con Pechino “ma è favorevole a una dura concorrenza”. Yang Jiechi, il più alto responsabile per la diplomazia del partito comunista, gli replica secco: invitando gli Usa ad abbandonare la mentalità di guerra fredda minaccia “misure dure” contro l'”ingerenza americana”.
    Sono stati gli statunitensi a proporre il primo incontro di alto livello dell’era Biden e a volerlo sul suolo patrio per fare da padroni di casa, anche se la scelta della remota Anchorage, sul Pacifico, suona come un terreno quasi neutro per il faccia a faccia che si concluderà venerdì. Insieme a Blinken c’è il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, mentre con Yang c’è il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. Joe Biden condivide la postura del suo predecessore Donald Trump verso quello che è l’avversario strategico numero uno, ma non la sua retorica incendiaria e i suoi metodi da bullo. “E’ importante avere un’occasione per parlarci direttamente, chiaramente, apertamente, per provare ai nostri omologhi che le inquietudini da noi espresse pubblicamente sono le stesse che manifesteremo in privato”, ha spiegato Blinken. Anche Pechino ha promesso di mettere sul tavolo “tutte le questioni”, riconoscendo che una riunione non sarà sufficiente a risolverle e avvisando che non farà “alcun compromesso sui temi riguardanti la sua sovranità, la sua sicurezza e i suoi interessi”.
    La Cina, ha anticipato il Wall Street Journal, proporrà di ristabilire incontri regolari di alto livello e di programmare un summit virtuale tra il presidente Xi Jinping e Joe Biden durante la conferenza globale sul clima del 22 aprile, cui parteciperanno leader di tutto il mondo. Sarebbe il loro primo incontro, dopo l’unica telefonata di due ore avuta finora. Nel frattempo Pechino chiederà di revocare molte delle politiche varate da Trump: i dazi commerciali, le sanzioni e le restrizioni contro membri del Partito comunista, studenti e media statali, il bando di Huawei e TikTok. In cambio il Dragone eliminerebbe le sue contromisure. Washington invece intende sollevare vari dossier: la repressione degli uiguri, che ha già qualificato come “genocidio”, il giro di vite su Hong Kong, la tensioni su Taiwan e sul Tibet, la violazione dei diritti umani e le “detenzioni arbitrarie”, la “militarizzazione” del mare della Cina meridionale, le “pressioni economiche” e le pratiche commerciali sleali, il “furto della proprietà intellettuale”, i cyber-attacchi, l’assenza di trasparenza sulle origini del Covid-19. “E’ una lunga litania di divergenze”, ha ammesso il portavoce del dipartimento di Stato Usa Ned Price. “E non è solamente la nostra lista”, ha aggiunto, assicurando che l’elenco è condiviso dagli alleati europei e da quelli asiatici: dal Giappone alla Corea del nord, dall’India all’Australia, che gli americani si sono premurati di visitare prima di questo incontro in Alaska allo scopo di definire una strategia comune per mettere in guardia la Cina contro ogni tentativo di “coercizione” e di “destabilizzazione” della regione. Ma pragmaticamente gli Usa intendono anche sondare i terreni di possibile collaborazione con il Dragone, come la lotta al climate change, la non proliferazione delle armi, la pandemia.
        Su quest’ultimo capitolo Pechino vuole proporre la creazione di un “passaporto vaccinale” che faciliterebbe i viaggi tra i due Paesi. Resta comunque il duello di fondo tra le due superpotenze, che dopo 40 anni di integrazione economica corrono per garantirsi le proprie catene di fornitura e ridurre la dipendenza reciproca. In una sfida che per Biden è tra democrazia e autocrazia o dittatura, come dimostra anche la sua linea durissima con Vladimir Putin.   

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    Vaccini: da oggi riparte AstraZeneca. L'Ue mette in mora l'azienda per i ritardi

    Riprendono da oggi in Italia e in altri Paesi d’Europa le vaccinazioni con AstraZeneca, dopo l’ok dell’Ema. Tra i primi ad annunciare la ripartenza, non a caso dopo i contatti dei giorni scorsi, l’Italia di Mario Draghi e la Francia di Emmanuel Macron. Anche in Germania la campagna riprenderà oggi, mentre la Spagna lo farà con qualche cautela in più da mercoledì prossimo. Norvegia e Svezia invece tirano decisamente il freno: nonostante le rassicurazioni, AstraZeneca rimarrà sospeso “fino a quando non avremo un quadro completo della situazione”. L’agenzia del farmaco comunque, dopo un’attenta analisi dei dati, è arrivata alla conclusione che il vaccino è “efficace e sicuro” e che i “benefici superano qualsiasi possibile rischio”, escludendo difetti nella qualità della manifattura o in lotti specifici. Le consultazioni hanno portato alla “chiara conclusione scientifica” che il siero di Oxford “non è associato” con l’aumento dei coaguli di sangue osservato da alcuni scienziati, ha indicato la direttrice dell’Ema, l’irlandese Emer Cooke. 
    Il farmaco “è sicuro ed efficace”, afferma l’agenzia europea escludendo “relazioni coi casi di trombosi”.
    In Italia intanto anche i farmacisti potranno somministrare i vaccini.
    Ma mentre ripartono le vaccinazioni con AstraZeneca, l’Ue appare divisa sulla proposta della presidente della Commissione Ursula Von der Leyen di una stretta sull’export dei vaccini al Regno Unito, mentre secondo Bloomberg nell’Ue ci sono ancora 20 milioni di dosi inutilizzate nei frigoriferi. Le posizioni sono emerse al Coreper di mercoledì, dove gli ambasciatori di Belgio, Olanda e Irlanda sono apparsi esitanti rispetto invece a quelli di Italia, Francia, Germania e Danimarca che hanno sostenuto l’indirizzo di Von der Leyen. La decisione finale spetta comunque ai leader, che ne parleranno al vertice della settimana prossima. La Commissione nel frattempo ha fatto sapere di voler inviare al più presto una lettera ad AstraZeneca “per avviare un dialogo con l’azienda nel quadro della risoluzione dei conflitti” e fare tutto il possibile per obbligarla a rispettare i suoi impegni.
    Se alcuni Stati avessero avuto il vaccino e altri no, “sarebbe stato devastante per l’unità europea e avrebbe distrutto il mercato unico”, dice intanto la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen su ‘La Repubblica’ difendendo i contratti sui vaccini, annuncia che AstraZeneca è stata “messa in mora” per i ritardi nelle forniture e chiede “reciprocità” sull’export di vaccini, rivolgendosi in particolare al Regno Unito. E’ “estremamente fiduciosa” che si possa vaccinare il 70% della popolazione entro l’estate. Non chiude a Sputnik, il vaccino russo. I pass verdi, spiega, sono un “certificato neutrale, non è discriminatorio”.   

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    Letta, Erasmus sia obbligatorio. Voto ai 16enni almeno alle amministrative

    “Io vengo da sei anni di lavoro di insegnamento universitario in una scuola, un lavoro di insegnamento che mi ha fatto cambiare idea su alcune cose: l’esperienza che mi sono fatto mi spingerà a essere anche molto più proattivo e anche molto più interessato all’argomento di quanto io sia stato in passato”. Lo ha affermato Enrico Letta, segretario del Pd, intervenendo a un convegno, nell’ambito della fiera Didacta Italia, a cui è stato invitato in qualità di presidente dell’Istituto Jacques Delors. “Sono padre di tre ragazzi – ha ricordato Letta – uno che va alla scuola media e due che vanno al liceo, che hanno vissuto questo periodo di pandemia tra presenza fisica e Dad facendo i salti mortali, tutti e tre alla scuola pubblica. Posso dire che il racconto che io quotidianamente ascolto da loro è un racconto che mi inorgoglisce di essere italiano per gli insegnanti che abbiamo, per la loro dedizione, perché immagino quanto sia faticoso insegnare, oggi molto più di prima”.
    “Sono sempre stato dell’idea che l’Europa non nascerà veramente se non faremo l’Erasmus obbligatorio per gli studenti. Il Next generation Eu deve destinare una parte dei soldi per far fare un periodo in un altro Paese europeo. So che quando lo dico i docenti sono terrorizzati da 3 mesi ‘buttati via’ ma l’esperienza che un ragazzo fa andando tre mesi all’estero”, gli farà capire che insieme con gli altri Paesi si possono risolvere i problemi. Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta intervenendo a Didacta. “Erasmus non deve dipendere dalla disponibilità economica delle famiglie: il nostro paese si sta dividendo per censo, tutti coloro che hanno risorse, ai figli fanno fare esperienze all’estero, perchè tutti sanno l’importanza dell’educazione all’estero: ma così è l’opposto dell’ascensore sociale. Con il Next generation Eu non c’è un dispendio di risorse che divide tra chi può e chi non, se avremo fatto questo avremo fatto l’Europa dei cittadini europei. L’idea di un grande progetto di questo tipo genera la comunità dei giovani cittadini europei”, ha aggiunto Letta.  “La questione principale per me è quella di chiudere questo anno scolastico meglio di come abbiamo chiuso l’anno scolastico scorso: questo credo che sia un impegno per tutti”. Lo ha affermato Enrico Letta, segretario del Pd, intervenendo a un convegno, nell’ambito della fiera Didacta Italia, a cui è stato invitato in qualità di presidente dell’Istituto Jacques Delors. “Vogliamo fare di tutto – ha aggiunto – perché quest’anno si riesca ad avere una conclusione che sia una conclusione, tenendo conto del fatto che l’anno scorso è stato un anno con una forte presenza di Dad; e che la fase finale sia una fase in crescendo, non una fase in declinando. Penso che questa sia la sfida principale che abbiamo di fronte”. Letta ha sottolineato “la fatica da parte degli insegnanti”, perché “è molto più difficile fare lezione online, è molto difficile, e chi dice ‘Ma cosa vogliono gli insegnanti, stanno a casa e si connettono’, vuol dire che non ha nessuna esperienza di cosa voglia dire fare lezione online”.
    “La questione giovanile è la questione centrale del nostro Paese”, e per questo “ho provato a lanciare l’altro giorno una proposta che so essere divisiva, cioè quella del voto ai sedicenni, ai diciassettenni, in un Paese, il nostro, che non dà nemmeno il voto al Senato ai 24enni”. Letta ha ricordato che “in Italia oggi un 24enne non vota per il Senato, ma solamente per la Camera, e quindi già per esempio chiudere la partita per dare il voto per il Senato ai diciottenni, e non ci vuole molto per chiudere l’iter parlamentare, sarebbe fondamentale. Ma dare peso alla questione giovanile e alla voce dei giovani è anche obbligare i ragazzi di 16 anni a farsi un’idea, perché alla fine se li obblighiamo a farsi un’idea se la fanno. Non credo che le sorti del Paese andranno a ramengo se ci saranno due coorti di un milione di studenti in tutto che faranno questa esperienza”. 
    Per il voto ai 16enni “cominciamo intanto dalle amministrative”, ad esempio per le amministrazioni comunali. La possibilità di fare questo – ha aggiunto – secondo me sarebbe straordinaria, quanto sarebbe bello in classe anche aprire discussioni su questo tema, secondo me sarebbe solamente una cosa positiva”.

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    Segreteria Pd: Letta nomina 8 uomini e 8 donne

    Il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, ha nominato la Segreteria nazionale di cui darà comunicazione alla Direzione nazionale. La segreteria è composta da 16 membri, di cui otto uomini e otto donne. Tra di loro compaiono anche Mauro Berruto, ex ct della Nazionale maschile italiana di Pallavolo e l’ex ministro Francesco Boccia.
    Una segreteria aperta anche a componenti esterni e che prevede una delega specifica per il Recovery plan affidata al docente universitario Antonio Nicita , 53 anni, che si occuperà pure di “Transizione ecologica, sostenibilità e infrastrutture”. Sono alcune delle caratteristiche della squadra nominata dal segretario del Pd Enrico Letta. Nicita coordinerà anche un Comitato di esperti sulle sfide di Next Generation EU. Fra i componenti della segreteria, anche Cesare Fumagalli , 67 anni, Segretario nazionale di Confartigianato Imprese dal 2005 al 2020, con delega a Sviluppo economico, Terzo Settore, Missione PMI; Filippo Del Corno , 51 anni, compositore e operatore culturale, assessore alla Cultura del Comune di Milano; con delega alla Cultura; Mauro Berruto , 51 anni, giornalista e formatore, CT della Nazionale maschile italiana di Pallavolo dal 2010 al 2015, con delega alla Cultura. 
    I 16 componenti della segreteria nominati oggi affiancano la vicesegretaria vicaria Irene Tinagli, alla quale è affidata la missione “Italia globale”, e il vicesegretario Peppe Provenzano, che si occuperà di “Prossimità”, delle politiche del lavoro e del contrasto alle diseguaglianze. Della squadra fa parte il Ct della Nazionale maschile italiana di Pallavolo dal 2010 al 2015, Mauro Berruto , che ha la delega allo Sport. Lia Quartapelle, 38 anni, parlamentare, ha la delega a “Europa, Affari internazionali e Cooperazione allo sviluppo”. Antonio Nicita, 53 anni, docente universitario, si occuperà di “Istituzioni, Tecnologie e Piano Nazionale di Riforma e Resilienza”. A Chiara Braga, 41 anni, parlamentare, è stata affidata la delega alla “Transizione ecologica, sostenibilità e infrastrutture”. Chiara Gribaudo , 39 anni, parlamentare, avrà la “Missione Giovani”. Delle “Politiche per la parità” si occuperà Cecilia D’Elia , 57 anni, portavoce della Conferenza nazionale delle donne democratiche. La delega alla “Sicurezza” è stata affidata a Enrico Borghi, 53 anni, parlamentare. Ad Anna Rossomando , 57 anni, parlamentare, si occuperà di “Giustizia e Diritti”. L’ex viceministro al Tesoro, Antonio Misiani, 52, parlamentare, ha la delega all’ “Economia e finanze”. Cesare Fumagalli, 67 anni, segretario nazionale di Confartigianato Imprese dal 2005 al 2020, si occuperà di “Sviluppo economico, Terzo Settore, Missione PMI”. A Manuela Ghizzoni, 59 anni, ex parlamentare, ha la delega a “Istruzione, Università e Ricerca”. Alla “Cultura” Filippo Del Corno , 51 anni, compositore e operatore culturale, assessore alla Cultura del Comune di Milano. Alle “Politiche Agricole, Alimentari e Forestali” Susanna Cenni, 57 anni, parlamentare, e alla “Salute” Sandra Zampa, 64 anni, giornalista, ex parlamentare. L’ex ministro agli affari regionali, Francesco Boccia, 52, si occuperà di “Autonomie territoriali e Enti Locali”. L’ “Organizzazione” è affidata a Stefano Vaccari, 53 anni, ex parlamentare. “Il segretario Enrico Letta – viene spiegato nella nota del Pd – formalizzerà successivamente la nomina del Coordinatore della Segreteria nazionale”.    

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    Sardegna bianca: Solinas, ordinanza in sintonia con decreto

    (ANSA) – CAGLIARI, 18 MAR – “Penso che il provvedimento messo
    in campo sia assolutamente in sintonia con l’attuale quadro
    normativo”. Lo ha detto a margine delle celebrazioni in ricordo
    delle vittime del Covid il presidente della Regione Sardegna
    Christian Solinas, a proposito dell’ordinanza in vigore da oggi
    e fino al 6 aprile che chiude l’Isola ai proprietari di seconde
    case non residenti, scongiurando arrivi in massa per Pasqua.   
    Il governatore ammette di non aver ricevuto alcuna
    osservazione da Roma, anche perché, spiega, “crediamo di aver
    messo in campo un modello di buon senso che ha il fine alto di
    tutelare al meglio la salute pubblica. Abbiamo interlocuzioni
    costanti e crediamo che questo modello possa essere un
    laboratorio per tutto il Paese”.   
    Solinas non conferma che ci sia stata una condivisione
    dell’ordinanza con il Governo, ma sottolinea che “noi abbiamo
    sempre cercato leale collaborazione con tutte le Istituzioni.   
    Questa non è la partita del presidente della Regione o del
    Governo italiano, siamo di fronte a una pandemia di proporzioni
    uniche, quindi tutte le Istituzioni dovrebbero collaborare per
    mettere in campo un modello efficace” (ANSA).   

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    Covid: la tromba di Fresu ricorda vittime a Bergamo

     Sono state le note della tromba di Paolo Fresu il primo suono dopo il minuto di silenzio con cui si è aperta la cerimonia per le vittime del Covid al parco della Trucca di Bergamo, davanti all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo dove viene inaugurato il Bosco della memoria alla presenza del premier Mario Draghi. Fresu, con musica interpretato momento collettivo
    “Essere qua come musicista, senza parole, per interpretare un momento collettivo, è la dimostrazione che la musica è necessaria”. Paolo Fresu ha aperto e chiuso con le sue note la cerimonia di inaugurazione del bosco della memoria di Bergamo, nella prima giornata nazionale delle vittime del Covid. Solo con la sua tromba ha reso l’emozione di una giornata di raccoglimento, mentre ancora la pandemia fa contagi e crea restrizioni con importanti conseguenze, non ultima quelle sulle famiglie di chi lavora nell’arte e nello spettacolo, spesso dietro e non davanti al palco. Ancora pochi minuti prima di salire sul podio allestito per l’occasione non sapeva cosa avrebbe suonato. E nemmeno il trombettista che per quattro anni ha diretto il Jazz Festival di Bergamo lo ha detto esattamente. “Ho improvvisato totalmente. Potete dargli voi un titolo – ha detto -. Il primo brano erano degli echi, l’altro una sorta di grande organo terminato con una nota molto lunga con un respiro circolare”.