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    I partiti politici su Facebook dall’avvio del governo Draghi

    Se la comunicazione di Draghi si limita solamente ad una presenza istituzionale, con gli account social di Palazzo Chigi e un’impostazione estremamente sobria, forse troppo secondo alcuni, impostata sin dall’inizio con il diktat “Prima i fatti e poi le parole”, quanto è stato accolto questo invito dai principali partiti?
    Per rispondere a questa domanda ANSA e DataMediaHub hanno analizzato la presenza dei principali partiti politici dall’avvio del Governo Draghi, dal 13 febbraio scorso, al 20 marzo. Se i ministri hanno accolto il consiglio del Presidente del Consiglio i partiti a cui appartengono lo hanno fatto decisamente meno. A non mantenere il silenzio più di chiunque altro è la Lega con una media giornaliera della bellezza di oltre 71 post sulla propria pagina Facebook. Segue Italia Viva, la cui azione come noto è stata determinante per la nascita dell’attuale Governo, con quasi 15 post/die e il Partito Democratico con più di 9 post al giorno di media.

    Una tale mole di contenuti giornalieri da parte del partito di Salvini naturalmente genera un numero di interazioni nettamente superiore a qualunque altro partito politico. Oltre il triplo del secondo partito per numero di Interazioni, e primo per numero di follower: il Movimento 5 Stelle. Ma il tasso di interazione, o tasso di coinvolgimento che dir si voglia, della Lega è in assoluto il più basso di tutti gli altri partiti che abbiamo preso in esame. Solamente lo 0.084%. Insomma, parrebbe che “la bestia” punti più sulla quantità che sulla qualità prediligendo la massa al contenuto con ben 2.943 post nel periodo oggetto dell’analisi.
    Se questa è la sintesi dei dati, il cui dettaglio viene fornito in una delle due infografiche realizzate, abbiamo approfondito ulteriormente l’analisi sul tipo di interazioni che avvengono su ciascuna delle pagine Facebook dei soggetti politici analizzati.
    Dal totale delle interazioni, che si compongono di “like”, rabbia, sarcasmo, stupore, tristezza, amore e affetto/abbraccio, più commenti e condivisioni, abbiamo isolato l’incidenza di condivisioni, rabbia, sarcasmo e amore sul totale delle interazioni. Abbiamo scelto queste tipologie di interazioni poiché ci sembrano le più significative. Infatti, maggiore il numero di condivisioni e la reaction “love” sono indicatori di apprezzamento e diffusione. Mentre rabbia e sarcasmo [“Angry” e “Haha”] sono chiari indicatori di non gradimento. 

    Dei quattro partiti con il maggior numero di follower su Facebook il Movimento 5 Stelle è quello che ha la maggior incidenza di condivisioni. Il 12.96%, pari ad oltre 86 mila  ondivisioni nel periodo analizzato. È anche quello con la minor incidenza della “reaction” di rabbia. Chiari segnali dell’apprezzamento e, appunto, di condivisione dei contenuti proposti dal partito in questione ai suoi follower.
    Per contro la Lega è quello che ottiene la maggior incidenza di rabbia e scherno e, anche, con la minor incidenza di “love”. Anche in questo caso segnali inequivocabili di come una parte dei propri follower non apprezzi i contenuti proposti, oltre che di una comunicazione impostata, da sempre, all’attacco dell’avversario che si tramuta in nemico per esasperare gli animi. Anche in questo caso l’infografica fornisce il dettaglio per tutti e nove i partiti presi in considerazione dei parametri analizzati.

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    Il presidente Mattarella ha firmato il dl Sostegni

    Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto sostegni.   
    Arriva il via libera al decreto legge Sostegni da 32 miliardi di euro. Sono fondi che serviranno per accelerare la campagna vaccinale, per dare un po’ di ossigeno alle imprese e alle famiglie finite nella morsa del Covid e combattere la vecchia e nuova povertà. Mario Draghi riconosce: si tratta di una “risposta parziale ma è il massimo che abbiamo potuto fare all’interno di questo stanziamento”, dice aprendo la sua prima conferenza stampa e annunciando che i pagamenti partiranno dall’8 aprile mettendo in circolo 11 miliardi di euro. Rimasta in stand by per mesi a causa della crisi di governo, questa prima tranche di risorse viene messa in campo nella consapevolezza che serviranno altri soldi. Una nuova richiesta di extra deficit è già nel conto “a aprile”, conferma il premier.
    La quantificazione è ancora da definire, spiega: occorrerà prima vedere l’andamento dei parametri economici e dei contagi. Nel giorno in cui riprendono le vaccinazioni Astrazeneca Draghi difende la scelta della sospensione (“Mettetevi nei miei panni, che avreste fatto?”) e assicura che non avrà impatto sulla campagna vaccinale. Poi non si sottrae a una domanda personale: non si è ancora prenotato ma farà proprio quello dell’azienda biofarmaceutica anglo-svedese, che ha già fatto il figlio in Inghilterra. “Nessuna preoccupazione, nessun dubbio”, assicura. Più in generale, il premier mostra ottimismo e conta di arrivare ad aprile a “500mila vaccinazioni al giorno” e poi a maggio e giugno di aumentare ancora. Accelerare la campagna è talmente importante che occorre “essere pratici” e quindi anche in Europa “si cerca di stare insieme” ma se il coordinamento europeo non funziona bisogna andare per conto proprio”, chiarisce spiegando che l’Italia è anche pronta a comprare il vaccino russo Sputnik. Poi la scuola, che in questi giorni ha chiuso in quasi tutto il Paese: “sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà”.
    Almeno per i più piccoli, fino alla prima media. Il presidente del Consiglio risponde per la prima volta a domande dal suo insediamento. Spiega che il governo sarà in carica “finché lo deciderà il Parlamento” ma che intanto cerca di fare “il più possibile e il più rapidamente possibile”. Il consenso personale? “Spero che le delusioni future non siano pari alle aspettative attuali”, risponde con una battuta. E si mostra soddisfatto di aver governato il primo Consiglio dei ministri davvero politico del suo mandato, segnato dalla battaglia della Lega, in asse con Fi e parte del M5s, per la cancellazione delle cartelle: “Bisogna capire a quali bandiere identitarie si può rinunciare senza fare un danno alla propria identità e all’Italia”, commenta tranchant a chi gli domanda delle divergenze. Anche sul Mes dice che per ora “non è prioritario” chiedere i fondi ma se serviranno per la sanità lo si valuterà. Rispetto a tutti gli interlocutori invoca spirito unitario, ma non risparmia giudizi netti, come quando dice che è sbagliato che le regioni vadano “in ordine sparso” sui vaccini ma aggiunge che con i governatori c’è collaborazione.
    E anche sull’Europa e i vaccini, commenta che qualcosa non è andato nella gestione dei contratti, ma ammette che giudicare a posteriori è più facile. L”intesa sul primo provvedimento economico del governo viene raggiunta dopo un lungo braccio di ferro sullo stralcio delle cartelle: il Cdm in programma per le 15 inizia con tre ore e mezzo di ritardo, occorre prima una riunione ristretta per trovare una sintesi. La Lega alza la posta, minaccia di non partecipare al Consiglio dei ministri. Ma anche il Pd fa sentire la sua voce, chiedendo interventi “chirurgici”, a cui si aggiunge la contrarietà di Leu che parla del rischio di un “condono tombale”. Sul tavolo la soglia delle cartelle e la platea a cui la misura deve essere destinata: il tetto viene fissato a 5mila euro, vale per quelle tra il 2000 e il 2010 (anziché 2015) ma solo per i redditi fino a 30mila euro. Il partito di Matteo Salvini che avrebbe voluto maglie più larghe incassa la promessa di una futura riforma della riscossione. “E’ in effetti un condono – dice Draghi – ma contenuto” e con i paletti fissati aiuta a smaltire “milioni di cartelle che non si riescono a esigere” e al contempo di continuare con la lotta all’evasione. Ciò che è certo è che “questo è un anno in cui non si chiedono soldi, si danno soldi, verrà il momento di guardare al debito ma non è questo il momento di pensare al Patto di stabilità”, dice ancora Draghi.

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    Vaccini Cremona, Fontana cambia i vertici di Aria

    Il presidente della Lombardia Attilio Fontana sta provvedendo in queste ore a cambiare i vertici di Aria spa, la società della Regione sotto accusa per i disagi che si sono verificati nella campagna vaccinale. Secondo quanto si è appreso, Fontana sta azzerando tutte le cariche principali della società, dopo l’ultimo weekend in cui si sono verificati numerosi problemi nelle prenotazioni per il vaccino soprattutto a Cremona.”Ho chiesto ai membri del cda di Aria di fare un passo indietro, in caso contrario azzererò lo stesso affidando all’attuale direttore generale Lorenzo Gubian la guida della società”. E’ quanto ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, aggiungendo che “le situazioni di criticità come quelle che si sono verificate nel fine settimana offrono un’immagine distorta dei risultati che a oggi abbiamo raggiunto” .
    “L’obiettivo è correre. Entro la settimana dovrebbe arrivare Poste” a gestire le prenotazioni dei vaccini in Lombardia. Così Matteo Salvini alla sede Avis di Lambrate, a Milano, per donare il sangue. “Ho sentito Bertolaso, Fontana e la Moratti – ha aggiunto -. Già oggi, senza i vaccini promessi e con i problemi informatici segnalati, la Lombardia è la Regione che ha vaccinato più di tutti in Italia. Non sono più ammesse incertezze. Dobbiamo correre, ma in tutta Italia”. “Se qualcuno ha sbagliato, ha rallentato o non ha capito, paga, viene licenziato e cambia mestiere, come accade in qualsiasi impresa privata” ha detto Salvini.
    Il leader della Lega ha commentato con i giornalisti gli ennesimi disagi nella campagna vaccinale della Regione, a causa del cattivo funzionamento del sistema di prenotazioni della società regionale Aria Spa. 
    Dopo il caos prenotazioni e le polemiche del fine settimana, questa mattina è tornata regolare la situazione al polo vaccinale in Fiera a Cremona, dove sono 800 gli appuntamenti in agenda per oggi. Le persone questa volta sono regolarmente state avvisate e sono arrivate, con l’hub già gremito dalle 8.30, con la stessa Asst a garantire che siano coperti tutti gli slot disponibili.

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    'Fatto tenue', Salvini assolto da accusa vilipendio

    “Non punibile per la particolare tenuità del fatto”. Si chiude con questa sentenza il processo celebrato in tribunale a Torino che ha visto Matteo Salvini imputato di vilipendio dell’ordine giudiziario. Nel 2016, a Collegno (Torino), durante un intervento al congresso regionale della Lega, Salvini si riferì alla magistratura come a una “schifezza” e a “un cancro da estirpare”. La pronuncia è del giudice Roberto Ruscello. L’accusa aveva chiesto di condannare il leader della Lega al pagamento di tremila euro di multa.
    “La Giustizia italiana va profondamente riformata, il ‘sistema Palamara’ va smontato per il bene dei cittadini e dei tanti magistrati davvero liberi e indipendenti”. Il leader della Lega commenta così la sua assoluzione a Torino dall’accusa di vilipendio dell’ordine giudiziario. “Sono contento, ringrazio giudice e avvocato”, aggiunge l’esponente del Carroccio.”Una sentenza che ripristina lo stato di diritto”. Così l’avvocato difensore Claudia Eccher commenta la sentenza con cui il Tribunale di Torino ha dichiarato “non punibile per particolare tenuità del fatto” Matteo Salvini al termine di un processo in cui il leader della Lega era imputato di vilipendio all’ordine giudiziario. “il giudice – spiega il legale – ha contestualizzato correttamente le frasi contestate, che furono pronunciate all’interno di una riunione di partito e quindi in un consesso assolutamente privato e non pubblico”. Secondo Eccher inoltre “il giudice ha verificato che, comunque, si tratta di parole che hanno perso la loro carica offensiva”.    

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    Roma, Calenda non cede: 'Sono candidato, il Pd decida'

    “Con il Pd in questo momento abbiamo ripreso a parlarci. Da ottobre lavoro su Roma per far funzionare la capitale che ha avuto il più grave peggioramento e non voglio buttare questo lavoro. Gli unici due candidati in campo siamo io e la Raggi. Io Lavoro. Poi Letta farà le sue analisi. Cercare un fronte largo., non strappare, io partecipo a tutti i tavoli e vado avanti”. Lo dice Carlo Calenda di Azione a Rainews24. “Io – sostiene – non mi posso candidare alle primarie del Pd perchè non ne faccio parte. Di primarie, poi, si parla da ottobre e ovviamente non si fanno. E’ un sistema con cui si prende del tempo, tant’è che quando trovano un potenziale candidato come Gualtieri dicono che non si fanno…” “Io – ribadisce – sono disponibile a costruire un programma e una squadra insieme con il Pd e oltre. Ma deve decidere il Pd. Quando deciderà cosa fare ci sederemo e decideremo”. E Zingaretti? “Ha già chiarito che non intende candidarsi a sindaco di Roma”.
    Parlando dei suoi possibili avversari nella corsa al Campidoglio, Calenda dice: “Io credo che Bertolaso credo possa essere un candidato forte, credo sia una persona capace. Per me per Roma le priorità sono i trasporti e il decoro, le metro attuali non hanno fatto revisione”. 
    “Spero che Letta riesca a riformare il Pd. E’ una cosa difficile. Lui ha tutte le qualità, è un buon amico , ma è un compito molto complicato”. Lo dice Carlo Calenda di Azione a Rainews24, spiegando che il Pd è per lui “un interlocutore, ci mancherebbe altro, Pd come lo è Fi. Il problema che in Italia i partiti delle grandi famiglie europee si sono messi a fare gli accordi con i sovranisti”. Calenda, quindi, parla di Renzi. “Quello che mi divide da Renzi sono i comportamenti. Penso sia stato molto incoerente e certe volte anche inopportuno. Non condivido il fatto che che un leader in carica possa avere una attività pagata da Stati stranieri. Noi due siamo molto lontani”, conclude.    

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    AstraZeneca,pronti a presentare richiesta autorizzazione Fda

    (v. ‘Sperimentazione Usa su Astrazeneca,…’ delle 9.27)
    (ANSA) – ROMA, 22 MAR – “Siamo fiduciosi che questo vaccino
    possa svolgere un ruolo importante nella protezione di milioni
    di persone in tutto il mondo da questo virus letale. Ci stiamo
    preparando a presentare questi risultati alla Food and Drug
    Administration degli Stati Uniti e per il lancio di milioni di
    dosi in tutta l’America nel caso in cui il vaccino ottenga
    l’autorizzazione per l’uso di emergenza negli Stati Uniti”. Lo
    sottolinea Mene Pangalos, Vicepresidente esecutivo, Ricerca e
    sviluppo biofarmaceutici, nella nota con cui AstraZeneca ha
    comunicato i risultati del trial negli Stati Uniti. (ANSA).   

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    Onu: Italia, impegno a chiarire morte Attanasio e Iacovacci

    (ANSA) – GINEVRA, 22 MAR – In occasione del suo intervento
    al Consiglio Diritti Umani, il Rappresentante Permanente
    d’Italia presso le Nazioni Unite a Ginevra, Amb. Gian Lorenzo
    Cornado, ha dichiarato che “l’Italia farà tutto il possibile,
    con il sostegno delle autorità congolesi, per chiarire le
    circostanze che, esattamente un mese fa, hanno portato alla
    tragica morte” dell’Ambasciatore Luca Attanasio e del
    Carabiniere Vittorio Iacovacci.   
    L’Ambasciatore Cornado – afferma una nota della
    Rappresentanza – ha quindi ribadito che “l’Italia condanna
    fermamente l’ignobile attacco a seguito del quale hanno perso la
    vita due servitori dello Stato che erano una risorsa preziosa
    per il nostro Paese e l’autista del Programma Alimentare
    Mondiale, Mustapha Milambo”. (ANSA).   

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    Fico, ok a Letta: percorso comune Pd-M5s

    “Credo si debba ripartire da quanto fatto nei mesi scorsi, ma con autonomia e seguendo un percorso comune”. Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico al Gr1 Rai riferendosi al rapporto tra il M5S e il Pd. “Io concordo con Letta”, conclude.
    I giovani, la questione femminile e la sostenibilità dello sviluppo sono fra i temi che saranno al centro dell’azione del segretario del Pd Enrico Letta che ne parla in un’intervista al ‘Tirreno’ ripresa da ‘La Stampa’.    “Il mio partito vuole parlare giovane. Anche il mio staff sarà formato da quattro studenti universitari che mi porto dietro dalla scuola parigina – spiega – ho capito, stando con loro, che il voto ai sedicenni è una dimostrazione di fiducia, una mano tesa”. Per Letta inoltre c’è un problema enorme “di presenza femminile nel nostro partito: tre ministri sono uomini, io sono un uomo. Penso che per forza di cose due capogruppo debbano essere due donne”. Graziano Delrio e Andrea Marcucci, i due capogruppo uscenti, “sono fra le figure di maggiore rilievo che abbiamo” e “potranno tornare utilissimi in altri ruoli”. Ai gruppi suggerisce “che votino e scelgano senza drammi”.    Per il neo segretario del Pd il Decreto Sostegni del governo Draghi “interviene sulla protezione del lavoro per chi lo ha perso e per chi lo sta perdendo. Ora dobbiamo fare in modo che non ci vogliano mesi prima che chi deve averli veda i 2.400 euro”. Serve però “una campagna di vaccinazioni che raggiunga tutti il prima possibile”. Le condizioni per la ripresa “ci sono tutte”. Il presidente del Consiglio “è stato bravissimo nel limitare al massimo le richieste della Lega in fatto di condoni.    Draghi e il governo al completo hanno saputo rispondere bene a un segretario di partito che ha tentato di prendere in ostaggio un intero Consiglio dei ministri. Questo anche grazie a un Pd unito che è più forte di prima”.    Per Letta sono necessarie “scelte rigorose per proteggere gli anziani, capendo però che non si possono dimenticare i ragazzi.    Mi auguro che la chiusura delle scuole possa essere solo temporanea”.    Rispetto alle alleanze “se si va da soli si perde – sottolinea – vogliamo unire la sinistra e lavorare a un discorso comune con i Cinque stelle. Ma senza veti. Battere le destre sarà difficilissimo, non possiamo dividerci”.    Quello di Matteo Renzi che dice no ai Cinque stelle, è un “atteggiamento sbagliato. Non è il nostro. Noi vogliamo aprire alleanze. Non mettiamo veti”.