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    Papa: in visita a vaccinazioni poveri e clochard in Vaticano

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 02 APR – Nella mattinata di
    oggi, Venerdì Santo, poco prima delle 10.00, papa Francesco si è
    recato in visita nell’atrio dell’Aula Paolo VI, mentre si
    svolgevano le vaccinazioni di alcune persone senza dimora o in
    difficoltà, accolte e accompagnate da alcune associazioni
    romane. Il Papa, riferisce la Sala stampa della Santa Sede, ha
    salutato i medici e gli infermieri, ha seguito la procedura di
    preparazione delle dosi di vaccino e si è intrattenuto con le
    persone in attesa della vaccinazione.   
    Ad oggi sono state vaccinate con la prima dose circa 800
    delle circa 1200 persone bisognose a cui sarà somministrato il
    vaccino questa settimana. (ANSA).   

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    Ok Letta ai 5s, ma alleanza non esclusiva e Pd leader

    Amministrative di ottobre in primo piano negli incontri di Enrico Letta con il leader di Si, Nicola Fratoianni, e con Angelo Bonelli e Elena Grandi, coordinatori dei Verdi, due partiti che evocano la coalizione larga e plurale di cui ha parlato il segretario Dem. Una coalizione che dovrà comprendere anche M5s, sul quale Letta ha detto di “scommettere” in una sua “evoluzione”. La tornata che coinvolgerà le grandi città italiane, è emerso negli incontri con Verdi e Si, presenterà agli elettori quella che molto probabilmente sarà anche lo schieramento delle elezioni politiche.
    Di qui, in attesa dell’evoluzione di M5s a guida Conte, la cura nel preparare quegli appuntamenti da parte di Letta. Parlando in serata a Porta a Porta il segretario Dem ha detto di “scommettere” in questa evoluzione, anche perché il cammino di avvicinamento, ha sottolineato “è iniziato già con il governo Conte 2”. Per l’ex premier, Letta ha avuto parole di elogio ricordando che è stato lui a portare a casa il Recovery plan. Inoltre “la compatibilità di Pd e M5s è maggiore di quella tra Lega e Fdi”, visto che entrambi sostengono Draghi, “l’asso messo sul tavolo da Mattarella”. 
    Ma, ha precisato, “l’alleanza ha senso se il Pd è forte, leader e attorno a sé costruisce una rete, non solo un’alleanza esclusiva con 5 stelle”.
    Un percorso che Letta vuole guidare in prima persona, senza freni o veti interni. E forse per questo, di prima mattina, ha regalato ai social un pesce d’aprile made in Pd: “Oggi 1 aprile, riunita la segreteria Pd, ho nominato il mio incaricato speciale per i rapporti con le correnti”, ha scherzato postando una finta foto di lui con l’attore Arnold Schwarzenegger. Ma da Vespa, la sera, torna più serio sulla questione correnti: “Il Parlamento europeo ha votato a distanza. E’ una rivoluzione. Io vorrei costruire un partito che usi il digitale per essere più democratico e far votare gli iscritti sulle questioni principali: questo taglia le correnti”, ha sentenziato.

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    Ue: Salvini a Budapest per incontro con Orban e Morawiecki

    Dopo la pandemia e il disastro delle elite europee sui vaccini, parte da Budapest un “percorso longevo” verso il rinascimento e la resurrezione europea, per creare “un nucleo nucleo storico alternativo alla sinistra, senza limiti, con obiettivo di essere i primi nell’Unione”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, fa il punto sul vertice nella capitale magiara con il padrone di casa, il premier Viktor Orban e il Primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, in quello che il segretario leghista definisce “un giorno storico”, prima tappa di un processo molto ambizioso.
    Gelido, invece, il commento di FdI, la cui leader è anche Presidente del Partito Conservatore europeo, a cui appartiene il partito del Primo ministro polacco: “Il dialogo tra forze critiche con il mainstream di Bruxelles è sempre un fattore positivo. È il lavoro quotidiano che fa il gruppo ECR la cui continuità – commentano fonti del partito di Giorgia Meloni – non è ovviamente stata messa in discussione dall’incontro di oggi”. Detto ciò, la multilaterale in questo giovedì Santo, arriva dopo diversi contatti e tra i tre leader, sempre più frequenti dopo la decisione di Orban di lasciare il Ppe.
    Una mossa che nelle settimane scorse aveva rilanciato l’ipotesi di un eurogruppo o una nuova famiglia comune. Ma a Budapest oggi non s’è parlato di organigrammi, ma di valori e cultura. Proprio l’ex ministro dell’Interno ricorda come i tre leader, a fronte delle critiche di euroscetticismo, sono d’accordo nel volere “più Europa”, una Unione forte e unita, capace di dire la sua “sulla difesa dei confini e della vita umana”. Piena condivisione soprattutto sul tema della lotta all’immigrazione clandestina: Viktor Orban ribadisce le sue lodi all’operato di Salvini quando era titolare del Viminale: “Non è un segreto – afferma secondo quanto riferito dalla Lega – che chiamiamo Matteo Salvini ‘nostro eroe’ perché quando qualcuno diceva che era impossibile fermare l’immigrazione clandestina, da ministro ha saputo arrestarla. Siamo grati per quello che ha fatto”.

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    Conte in campo, trincea M5s su restituzioni e mandati

    Il giorno del ritorno di Giuseppe Conte sulla scena politica prende avvio con il plauso, di prima mattina, del suo vasto seguito di follower sui social: l’annuncio di una diretta streaming sul messaggio che, dopo settimane di attesa, intende portare all’intero ‘corpaccione’ del Movimento 5 Stelle viene infatti accolto con una valanga like, quasi 100 mila ed oltre 10 mila commenti solo su Facebook. Non sembra invece partire con lo stesso entusiasmo l’accoglienza, all’annuncio del suo programma di rilancio del M5s, da parte dei gruppi dei parlamentari. L’ex premier ha deciso di mantenere la promessa sui tempi per svelare i contenuti del suo piano di rilancio: si tratta però di un’agenda prevalentemente politica.
    LA DIRETTA

    Quella della transizione ecologica, con l’intento di trasformare il Movimento in una forza politica molto concentrata sull’ambientalismo. Quella dell’impegno sul territorio, del collegamento con la base, e quella del presidio, con il Pd, di un’area progressista e riformista, nettamente alternativa al centrodestra. Con tutte le subordinate che questa scelta di campo comporta: dalle alleanze per le amministrative, il terreno su cui misurare la collaborazione con il partito democratico anche in vista delle politiche, alla collocazione marcatamente europeista e il possibile trasferimento nella casa dell’Alleanza dei socialisti e democratici europei. Una scelta di collocamento ormai data per acquisita e che, nella sostanza, ha già determinato la fuoriuscita di quegli eletti che su questa discriminante hanno fatto altre valutazioni. Ma è nell’organizzazione del Movimento che l’arrivo di Conte lascia intatti i dubbi della truppa degli eletti, e in particolare dei parlamentari, ancora spiazzati dalla riconferma di Grillo del vincolo dei due mandati. “L’ipotesi di valutare i ‘meritevoli’, l’avvio di una specie di cursus honorum, non esiste. E comunque non riguarda i mandati” taglia corto un parlamentare al secondo “turno” che vede come troppo divisiva la strada del “premio” all’impegno; “Il gruppo non ce la farebbe mai a reggerla. Sarebbe il finimondo”.

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    Covid: verso Pasqua 'rossa', Viminale intensifica controlli

    Ancora 48 ore e tutte le regioni italiane torneranno in zona rossa per tre giorni. L’ennesimo lockdown per cercare di limitare spostamenti e assembramenti durante le festività pasquali. Per questo il Viminale, durante il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, ha chiesto ai prefetti di intensificare i controlli. In particolare le forze dell’ordine, che saranno in campo con 70 mila unità, dovranno presidiare le aree urbane più esposte al rischio di assembramenti, parchi, litorali, arterie stradali e autostradali, stazioni, porti e aeroporti. Un monitoraggio “rigoroso” ma equilibrato – come l’ha definito il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese – per verificare il rispetto delle norme anti-covid che da sabato a lunedì vietano gli spostamenti anche nel proprio comune, se non per andare a trovare parenti o amici in massimo di due persone, con minori di 14 anni conviventi. Ed intanto cresce l’attesa per il consueto monitoraggio del venerdì. Domani i nuovi dati del ministero della Salute su curva pandemica e Rt stabiliranno i nuovi colori delle regioni che, comunque, non potranno più tornare in giallo almeno fino a maggio, così come previsto dal nuovo decreto che entrerà in vigore il 7 aprile. Chi è a un passo dalla “promozione” dal rosso all’arancione è la Campania, mentre il Veneto, che oggi ha sospeso le vaccinazioni per mancanza di dosi, ci spera.

    Si’ a deroghe per riaperture locali ma Italia senza regioni gialle fino al 30 aprile

     
     “Noi auspichiamo un passaggio di colore”, ha ammesso il governatore Luca Zaia. Si va invece verso la riconferma dei colori per tutte le altre regioni, anche se la Basilicata, alle prese con diversi focolai e un Rt che di nuovo in crescita, rischia di finire in rosso. Si aggrava la pandemia in Liguria, con il presidente Giovanni Toti che ha disposto la zona rossa nel Ponente ligure, nelle province di Savona e di Imperia, da domani fino a domenica 11 aprile compresa. La provincia di Bolzano, invece, torna rosso scuro sulla mappa aggiornata del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, raggiungendo Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Campania e provincia di Trento. Il Piemonte, che per la prima volta dopo cinque settimane registra un lieve calo dei contagi, non solo chiude i supermercati a Pasqua e Pasquetta ma impone anche il divieto di raggiungere le seconde case per i proprietari che vivono in un’altra regione. “Siamo in una fase importante di lotta all’epidemia – ha ribadito il ministro della Salute, Roberto Speranza -. Ma chi racconta che stiamo come un anno fa dice una cosa clamorosamente non vera”. Sul fronte scuola, invece, dal 7 aprile prenderà il via il “nuovo corso” voluto dal governo Draghi. Vietate le ordinanze regionali e ritorno alle lezioni in presenza fino alla prima media in zona rossa e fino alla terza media in arancione, con le superiori in classe al 50%. Torneranno sui banchi 5,3 milioni di studenti, su poco più degli 8 milioni in totale. Contrario alle riaperture il direttore di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, secondo il quale “è profondamente sbagliato” mandare a scuola bambini non vaccinati.

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    Bufera procure: pm Perugia chiede processo Fuzio

    La procura della Repubblica di Perugia mette un altro punto alle inchieste che ruotano intorno alla figura dell’ex magistrato e consigliere del Csm Luca Palamara. Lo fanno chiedendo il rinvio a giudizio, a vario titolo, dell’ex procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio e del già sostituto procuratore di Roma Stefano Rocco Fava. Oltre che dello stesso Palamara, in un troncone d’inchiesta nel quale compaiono sullo sfondo alcune delle contrapposizioni all’interno della procura di Roma. Per tutti l’inizio dell’udienza preliminare è fissato il 13 maggio prossimo.
    In particolare la procura perugina – guidata da Raffaele Cantone che coordina l’attività dei sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano – ha chiesto di processare Fuzio, già membro del Csm, e Palamara per concorso in rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Secondo la ricostruzione accusatoria Fuzio, “su istigazione” di Palamara avrebbe rivelato all’allora sostituto procuratore di Roma l’arrivo al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura di un esposto presentato dal magistrato Stefano Fava riguardante comportamenti “asseritamente scorretti” dell’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone.
    Fuzio inoltre – sempre secondo l’accusa – avrebbe reso noto a Palamara le iniziative che il Comitato di presidenza del Csm intendeva intraprendere per verificare la fondatezza dei fatti descritti nell’esposto. Per la procura di Perugia in questo reato concorreva Palamara che “conoscendo le intenzioni di Fava” (già sostituto procuratore a Roma e ora giudice civile a Latina) aveva chiesto all’ex procuratore generale della Cassazione di verificare che l’esposto fosse stato effettivamente presentato. Fatti collocati all’inizio di aprile 2019.

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    Presidente Cei, mesi segnati dalla solitudine

    (ANSA) – PERUGIA, 31 MAR – “Abbiamo vissuto mesi drammatici,
    segnati dalla sofferenza e dalla solitudine. Impossibilitati nel
    ministero ordinario, ma seguendo, nei modi possibili, l’angoscia
    della nostra gente. Siamo stati nel dolore per la malattia e per
    la morte di tante persone conosciute. Anche io ho vissuto giorni
    di dramma, ma grazie a Dio ho superato la prova. Vi ringrazio
    per la vicinanza e le preghiere”: sono state parole commosse
    quelle del cardinale Gualtiero Bassetti nell’omelia della messa
    crismale, celebrata nella cattedrale di Perugia, della quale è
    arcivescovo.   
    Il presidente della Cei – riferisce la diocesi – si è poi
    soffermato “sulla speranza che proprio ora ci è necessaria”.   
    “Infatti, quando siamo colpiti dai tanti lutti per il Covid – ha
    aggiunto -, dalla sofferenza di coloro che sono ricoverati negli
    ospedali, o dalla crisi economica che non risparmia nessuno,
    possiamo ancora alzare lo sguardo con speranza. Se è stato
    scritto qualche anno fa (da un confratello Vescovo scomparso nel
    2019, Enrico Masseroni, in un testo di meditazioni ai
    presbiteri, Vi ho dato l’esempio, Paoline 2006) che ‘oggi è
    proprio la speranza la virtù più in crisi’, questa pandemia ci
    sta facendo rendere conto, ribaltando quella giusta
    constatazione, che oggi la speranza è la virtù della crisi, cioè
    quella più necessaria per la crisi che stiamo attraversando. È
    vero, anche le nostre comunità cristiane hanno attraversato
    quella ‘sindrome della stanchezza’ che può assumere varie forme
    e si vedeva già in qualcuna delle sette chiese dell’Apocalisse,
    come nella mediocrità della chiesa di Laodicea, a cui il Risorto
    rimprovera la tiepidezza. Ma la prova che stiamo vivendo,
    paradossalmente, ci insegna a fidarci di Dio e a guardare
    avanti”. (ANSA).   

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    Recovery, ok alla risoluzione di maggioranza. Franco: 'Sfida strategica, ridisegna il Paese'

    Con 412 voti a favore, 11 contrari e 44 astenuti l’Aula della Camera approva la risoluzione di maggioranza sulla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU. Il gruppo di Fdi si è astenuto.
    “Il piano è una sfida organizzativa complessa soprattutto nella fase di attuazione. Esige una visione strategica e una capacità progettuale: completeremo il lavoro nelle prossime settimane per renderlo uno strumento per lo sviluppo e il ridisegno del Paese”. Così il ministro dell’Economia, Daniele Franco intervenendo in Aula alla Camera sul Recovery Plan.
    “Il lavoro di sintesi del Parlamento che confluisce nelle relazioni e nelle risoluzioni contribuirà decisamente alla fase finale di definizione del piano di qui alla fine del mese”, ha detto il ministro intervenendo in Aula alla Camera sul Recovery Plan. Si tratta di “un lavoro ricognitivo approfondito che va assolutamente pienamente utilizzato” e, ha assicurato, c’è “l’impegno del governo di avvalersi della relazione e di coinvolgere il Parlamento prima della trasmissione alla Commissione europea”. Un impegno che “riguarda anche la successiva fase attuativa” del piano.
    “I progetti che non saranno inclusi nel piano non saranno necessariamente accantonati: non solo esistono gli altri strumenti nazionali ed europei ma stiamo anche valutando se istituire una linea di finanziamento ad hoc, complementare al Pnrr che includa i progetti che pur meritevoli per spirito e finalità ne siano esclusi perché non soddisfano alcuni criteri più stringenti”.  
    “Scuola, università, capitale umano sono aspetti cruciali” del Recovery Plan: “dobbiamo anche nei prossimi anni affrontare le cicatrici che la pandemia ha determinato per i processi di apprendimento che sono stati danneggiati nell’arco di due anni scolastici”, ha spiegato Franco in Aula alla Camera.