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    Incontro Letta-Renzi, sostegno a Draghi ma divisi su M5s

    Il segretario Pd Enrico Letta ha incontrato stamattina, a quanto si apprende, il leader Iv Matteo Renzi. Il faccia a faccia tra Enrico Letta e Matteo Renzi è durato 40 minuti nella sede Arel: I due, spiegano fonti del Nazareno, hanno fatto un’analisi a tutto campo e convenuto sul fatto che in questo momento lo sforzo prioritario debba essere sul sostegno alla campagna vaccinale del governo e alle azioni di sostegno economiche. I due hanno poi ragionato sulle prospettive future trovando, spiegano ancora dal Nazareno, alcuni punti di accordo e altri disaccordo, in particolare c’è una divergenza profonda sul rapprto con Conte e M5s, rapporto che Letta considera essenziale per costruire in prospettiva un’alternativa vincente a Fdi e Lega.
    L’incontro, secondo fonti del Nazareno, è stato “franco e cordiale” e ha anche toccato il tema delle elezioni amministrative di ottobre. Letta si è limitato ad ascoltare alcune idee di Renzi su un tema, quello delle amministrative di autunno, sul quale aprile sarà per il Pd un mese importante per impostare alcune soluzioni. “Non so quanto dulcis ma non è un problema che mi abbia visto dopo altri …il Pd ha detto che è stato un incontro franco e cordiale, io dico molto franco e molto cordiale, sono d’accordo”. Lo ha detto il leader Iv Matteo Renzi a L’Aria che tira su La 7.
    Nelle città, “io al posto del Pd non farei l’accordo” con il M5s. Lo ha detto Matteo Renzi a L’Aria che tira su La 7. Su Roma, “tra Calenda e Raggi a occhi chiusi voto per Calenda”. Poi c’è il tema della questione di genere: “A Milano c’è Sala e bene, a Roma vedo solo uomini candidati, a napoli idem. Allora io chiederei ad un sindaco molto bravo Isabella Conti di fare il sindaco a bologna, se vogliamo parlare di contenuti”.
       

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    Mattarella ha ricevuto la seconda dose di vaccino

    Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato questa mattina all’Istituto Spallanzani, dove gli è stata somministrata la seconda dose di vaccino anti-covid. E’ quanto si legge in una nota del Colle.
    “Oggi lo Spallanzani ha accolto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la seconda dose del vaccino anti-Covid. Il presidente, molto attento ed informato, ci ha incoraggiato ad andare avanti sia nelle vaccinazioni che nella ricerca sulle terapie innovative”. Così il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia.   

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    Draghi in Libia, obiettivo ritorno leadership Italia

    La prima visita all’estero del presidente del Consiglio Mario Draghi sarà in Libia. E’ già in questo dato che emerge l’obiettivo della missione del premier nella Tripoli che torna a “vedere” la stabilità politica: riaffermare una leadership italiana oscurata, negli ultimi mesi, dall’egemonia turca in Tripolitania e da quella russa in Cirenaica.
    Ed è un ruolo, quello italiano, che può contare anche sulla sponda della nuova amministrazione americana, tornata – dopo l’era Trump – a guardare all’Europa e al Mediterraneo con rinnovato interesse. Ma nel menù del bilaterale tra Draghi e il Primo Ministro Abdulhamid Dabaiba ci potrebbe essere anche una serie di memorandum d’intesa, a partire da quella sulla cooperazione sanitaria nella lotta al Covid.
    La visita di Draghi, spiegano fonti vicine al dossier, “ha innanzitutto un valore simbolico”. La Libia, sia pur a fatica, è tornata a rimettersi in carreggiata in direzione delle elezioni politiche da tenersi il prossimo dicembre. Ha un primo ministro riconosciuto in Tripolitania e Cirenaica e votato con un cospicuo consenso politico.
    E per l’Italia dopo un periodo di “assenza”, tornano ad aprirsi spiragli diplomatici (come l’apertuta del consolato a Bengasi), economici e anche sulla cooperazione sui migranti.
    Sono questi i tre dossier che Draghi esaminerà con Dabaiba nell’incontro che si terrà in mattinata a Tripoli e che sarà seguito da una dichiarazione congiunta. Il premier, che sempre a Tripoli vedrà il presidente del Consiglio presidenziale Mohamed Younis Ahmed al-Menfi, rientrerà a Roma nel pomeriggio.
    Draghi si recherà in Libia con una delegazione snella, e sarà accompagnato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. E il capo del governo italiano è tra i primi leader europei a vedere Dabaiba. Che, sempre domani ma nel pomeriggio, avrà un bilaterale con il suo omologo Kyriakos Mītsotakīs. Mentre nel giorno di Pasqua, ad incontrare Dabaiba, è stato il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.
    Un’intesa sulla cooperazione sanitaria, raccontano fonti vicine al dossier libico, sarà firmata domani tra Roma e Tripoli. E’ un primo trampolino per fornire alla Libia assistenza sanitaria nella lotta al Covid, sul quale si sta concentrando lo stesso Dabaiba, ricevendo in queste ore 100mila dosi di Sputnik. Del resto, nell’era della pandemia globale, la diplomazia sanitaria è destinata ad avere un ruolo cruciale. Ma, nella missione di Draghi, non c’è solo l’emergenza Covid. C’è un pacchetto di investimenti sul quale Roma può puntare. “Riaprire al più presto a investitori e ditte italiane”, è, non a caso, la richiesta giunta da Dabeiba. E, tra i progetti da recuperare, c’è quello del raddoppio della cosiddetta “autostrada della pace”; frutto del Trattato d’amicizia Italia- LIbia siglato da Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi nel 2008. L’ammodernamento dell’antica “via Balbia”, nella nuova Libia che punta a rafforzare l’unità, ha anche un valore simbolico.
    Tra i canali “economici” italo-libici c’è poi quello energetico. La presenza dell’Eni in Libia è è un pilastro strategico sia per Tripoli sia per Roma e, negli ultimi mesi, ha visto emergere al suo fianco la concorrenza anche diplomatica della Turchia. Una concorrenza che si estende a tutto il Mediterraneo Orientale. L’orizzonte della cooperazione è comunque teoricamente esteso. Nella mattina di Pasquetta, ad esempio, una delegazione di Enav, guidata dall’Ad Paolo Simioni, ha incontrato il Ministro dei Trasporti libico Muhammad Salem Al-Shahoubi e il Presidente della Libyan Civil Aviation Authority Mustafa Benammar per pianificare gli interventi necessari al rilancio dell’aviazione civile del paese nordafricano e favorire il ripristino dei collegamenti diretti con l’Italia e l’Europa. E poi c’è il dossier migranti. Con l’intesa in Ue sulla redistribuzione degli arrivi che latita da mesi, per Roma, tocca anche fare da soli. E, in questo senso, il governo potrebbe puntare a favorire lo stop ai flussi sin dal Fezzan, la regione desertica che occupa il Sud della Libia. Una regione dove, tradizionalmente, è la Francia ad esercitare la sua influenza diplomatica.   

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    Giornalisti intercettati, Prc l'inchiesta è del 2017, ministro Minniti

    “L’inchiesta che ha portato ad intercettare giornalisti e avvocati, attuata dalla procura di Trapani è partita nel 2017, su pressione del “Servizio Centrale Operativo”, alle dipendenze del Ministero dell’Interno. Allora al Viminale c’era il Pd di Marco Minniti e non Salvini. Un ministro che urlava al “rischio per la democrazia” causato dai richiedenti asilo, che firmava accordi con il governo libico con cui si finanziavano i lager per migranti, che combatteva con ogni mezzo necessario il lavoro delle ong.” Lo dichiarano Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista e Stefano Galieni, responsabile immigrazione Prc-S.E..
    “L’inchiesta ha permesso di intercettare giornalisti che, senza ipotesi di reato a carico, si sono visti depositare le proprie intercettazioni, (30 mila pagine), che hanno messo a rischio le proprie fonti che comprovavano i crimini commessi dalle milizie. Si è posto un freno non solo al diritto di informare ma anche ai vincoli di riservatezza che legano avvocati e assistiti, le cui conversazioni, non inerenti ad alcuna indagine, sono oggi agli atti. Come Rifondazione Comunista, lo ribadiamo: se si è antirazzisti e se non si vuole essere complici delle stragi in mare, non si può avere nulla a che fare con un simile ex ministro e col partito che ne rivendica il ruolo. Tutta la nostra solidarietà e appoggio a chi, malgrado il silenzio complice di centro destra e sedicente centro sinistra, continua a stare dalla parte degli ultimi”, concludono. 
    Nei giorni scorsi l’Ordine Nazionale dei Giornalisti si è espresso sulla vicenda delle intercettazioni dei cronisti impegnati a documentare l’immigrazione tra Italia e Libia. “Siamo di fronte allo sfregio del segreto professionale – afferma il presidente nazionale Carlo Verna – la vicenda relativa all’inchiesta della Procura di Trapani sulle Ong, leggendo le cronache appare di estrema gravità e merita una mobilitazione non solo della categoria che l’Ordine dei giornalisti promuoverà. Emblematica l’intercettazione di una giornalista che parla con l’avvocata. Dove arriverà questo Paese, alle cimici nei confessionali? E’ un fatto che riguarda la qualità della democrazia. Ci appelleremo al Presidente della Repubblica, che oltre ad essere il supremo garante della Costituzione è anche il numero uno del Csm, e alla Ministra della Giustizia. Per fortuna nostra e delle istituzioni si chiamano Sergio Mattarella e Marta Cartabia”.
    “Andrea Palladino, cronista di sicura affidabilità e professionalità, sulle pagine del quotidiano ‘Domani’ ha rivelato come, nell’ambito di una inchiesta sulle Ong condotta dagli inquirenti di Trapani, sarebbero state intercettate le conversazioni di diversi giornalisti. Chi e perché ha disposto tali misure? Si volevano scoprire le fonti, violando il segreto professionale? A che titolo sono state trascritte le intercettazioni relative ai colloqui tra la cronista Nancy Porsia e la sua legale Alessandra Ballerini? Perché, particolare ancora più inquietante, sono stati trascritti brani relativi alle indagini su Giulio Regeni?”. Se lo chiede in una nota la Federazione nazionale della stampa. “Non spetta a noi emettere sentenze – continua il sindacato dei giornalisti – ma riteniamo opportuno che le autorità di garanzia chiedano chiarimenti e li rendano pubblici. La Federazione nazionale della stampa italiana fornirà alle colleghe e ai colleghi ogni supporto – conclude la nota -e sosterrà tutte le iniziative che intenderanno promuovere”.

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    Draghi a Città della Pieve, 'Pasqua di rinascita? Speriamo'

    E’ una Pasqua di rinascita? “Speriamo”: così ha risposto il presidente del Consiglio Mario Draghi al cronista prima di entrare nel duomo di Città della Pieve per assistere alla messa officiata dal presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti.    Draghi è in compagnia della moglie Serenella e di due nipotine.Il presidente del Consiglio Mario Draghi assiste alla messa del card. Bassetti, presidente dei vescovi italiani e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, stando seduto in fondo alla cattedrale – sul lato sinistro – vicino alla porta di uscita, assieme alla moglie Serenella e alle due nipotine. In duomo sono in molti ad assistere alla celebrazione, nel rispetto del distanziamento imposto dalle norme anti-Covid.   

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    Libia: fonti, Michel a Tripoli, presto torna ambasciatore Ue

    (ANSA) – ROMA, 04 APR – Un segnale forte di sostegno europeo
    al processo di riconciliazione nazionale e al nuovo governo di
    unità nazionale è stato portato oggi alla Libia dal presidente
    del Consiglio europeo, Charles Michel, che – fanno sapere fonti
    dell’Ue – in una visita a Tripoli ha incontrato il premier del
    governo di unità nazionale (Gnu), Abdul Hamid Dbeibah, il nuovo
    presidente di turno del Consiglio presidenziale, Mohamed Yunis
    al Menfi, e la ministra degli esteri libica, Najla Al Mangoush.   
    Michel, dicono le fonti, ha annunciato che l’ambasciatore
    dell’Unione europea tornerà permanentemente a Tripoli a partire
    da fine aprile.   
    Nella prima visita ufficiale di un leader dell’Ue da quando
    si è formato il governo di unità nazionale, Michel ha promesso
    che l’Europa intensificherà il suo impegno in Libia sul fronte
    della ricostruzione economica, dopo un decennio di conflitto, e
    contribuirà alla governance, alla stabilità, al rispetto dei
    diritti umani e alla sicurezza in Libia.   
    Come unica precondizione – fanno sapere ancora le fonti Ue –
    Michel ha chiesto che i combattenti stranieri lascino la Libia,
    definendo cruciali per la pace il rispetto del cessate-il-fuoco
    e dell’embargo sulle armi.   
    Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha
    compiuto una visita a Tripoli e in aprile ci sarà quella del
    presidente del Consiglio Mario Draghi. In programma anche la
    visita del premier greco, Kyriakos Mitsotakis. La Francia ha
    riaperto la sua ambasciata a Tripoli il mese scorso. (ANSA).   

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    Papa: è sempre possibile ricominciare, anche dalle macerie

    “Ecco il primo annuncio di Pasqua che vorrei consegnarvi: è possibile ricominciare sempre, perché c’è una vita nuova che Dio è capace di far ripartire in noi al di là di tutti i nostri fallimenti. Anche dalle macerie del nostro cuore Dio può costruire un’opera d’arte, anche dai frammenti rovinosi della nostra umanità Dio prepara una storia nuova”. Durante la Veglia pasquale nella Basilica di San Pietro, la liturgia più solenne dell’anno celebrata però ancora con le limitazioni e le restrizioni delle norme anti-Covid, papa Francesco lancia un forte messaggio di rinascita. “E in questi mesi bui di pandemia sentiamo il Signore risorto che ci invita a ricominciare, a non perdere mai la speranza”, aggiunge infatti il Pontefice. Officiata all’Altare della Cattedra, davanti a una ristretta assemblea di fedeli, e anticipata alle 19.30 per consentire ai partecipanti il rispetto del ‘coprifuoco’, la cerimonia che celebra la Risurrezione di Cristo omette quest’anno la preparazione del Cero pasquale, mentre non hanno luogo i battesimi ma la sola Rinnovazione delle promesse battesimali, preceduta dalla benedizione dell’acqua lustrale. Gesù “ci precede sempre – spiega Francesco nell’omelia -: nella croce della sofferenza, della desolazione e della morte, così come nella gloria di una vita che risorge, di una storia che cambia, di una speranza che rinasce”. Quindi, chiarendo ulteriormente il significato evangelico dell'”andare in Galilea”, dove “il Signore Risorto ci precede”, il Papa afferma che oltre al senso del “ricominciare” c’è anche quello del “percorrere vie nuove”. “Ecco il secondo annuncio di Pasqua – prosegue -: la fede non è un repertorio del passato, Gesù non è un personaggio superato. Egli è vivo, qui e ora. Cammina con te ogni giorno, nella situazione che stai vivendo, nella prova che stai attraversando, nei sogni che ti porti dentro”. “Apre vie nuove dove ti sembra che non ci siano, ti spinge ad andare controcorrente rispetto al rimpianto e al ‘già visto’ – sottolinea Bergoglio -. Anche se tutto ti sembra perduto, apriti con stupore alla sua novità: ti sorprenderà”. Per il Pontefice, “tanti vivono la ‘fede dei ricordi’, come se Gesù fosse un personaggio del passato, un amico di gioventù ormai lontano, un fatto accaduto tanto tempo fa, quando da bambino frequentavo il catechismo. Una fede fatta di abitudini, di cose del passato, di bei ricordi dell’infanzia, che non mi tocca più, non mi interpella più”. “Andare in Galilea”, invece, “significa imparare che la fede, per essere viva, deve rimettersi in strada”. Terzo significato, inoltre, quello dell'”andare ai confini”. In Galilea, riflette il Papa, “impariamo che possiamo trovare il Risorto nel volto dei fratelli, nell’entusiasmo di chi sogna e nella rassegnazione di chi è scoraggiato, nei sorrisi di chi gioisce e nelle lacrime di chi soffre, soprattutto nei poveri e in chi è messo ai margini”. “Ci stupiremo di come la grandezza di Dio si svela nella piccolezza, di come la sua bellezza splende nei semplici e nei poveri”, osserva. Ecco così “il terzo annuncio di Pasqua”, dice ancora Francesco: “Gesù, il Risorto, ci ama senza confini e visita ogni nostra situazione di vita. Egli ha piantato la sua presenza nel cuore del mondo e invita anche noi a superare le barriere, vincere i pregiudizi, avvicinare chi ci sta accanto ogni giorno, per riscoprire la grazia della quotidianità”. “Riconosciamolo presente nelle nostre Galilee, nella vita di tutti i giorni – conclude -. Con Lui, la vita cambierà. Perché oltre tutte le sconfitte, il male e la violenza, oltre ogni sofferenza e oltre la morte, il Risorto vive e conduce la storia”. Non solo: “e, con Lui, sempre la vita ricomincia”. Il ciclo pasquale delle celebrazioni presiedute dal Papa si chiude domani con la messa del mattino in San Pietro e, al termine, la benedizione ‘Urbi et Orbi’.

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    Difesa di Fontana, 'Sapeva del conto ma lo gestiva la madre'

    (ANSA) – MILANO, 02 APR – Attilio Fontana “continua a dire,
    in modo ormai prostrato, che su quel conto non ha mai operato
    nemmeno per un euro, prima del 2015, ha sempre saputo che quel
    conto c’era, lo sapeva fin dagli anni ’70, perché i genitori,
    come avveniva in tante famiglie benestanti, gli avevano detto
    che avevano messo i loro risparmi all’estero e solo alla morte
    della mamma ha saputo della cifra che gli era stata lasciata in
    eredità”. Lo ha spiegato l’avvocato Jacopo Pensa, a proposito
    dell’indagine sui soldi in Svizzera. “Tutto viene riportato come
    sotto l’ombra del sospetto – è la constatazione di Pensa – che
    sembra già diventato una condanna”. (ANSA).