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    Giornalisti intercettati, Prc l'inchiesta è del 2017, ministro Minniti

    “L’inchiesta che ha portato ad intercettare giornalisti e avvocati, attuata dalla procura di Trapani è partita nel 2017, su pressione del “Servizio Centrale Operativo”, alle dipendenze del Ministero dell’Interno. Allora al Viminale c’era il Pd di Marco Minniti e non Salvini. Un ministro che urlava al “rischio per la democrazia” causato dai richiedenti asilo, che firmava accordi con il governo libico con cui si finanziavano i lager per migranti, che combatteva con ogni mezzo necessario il lavoro delle ong.” Lo dichiarano Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista e Stefano Galieni, responsabile immigrazione Prc-S.E..
    “L’inchiesta ha permesso di intercettare giornalisti che, senza ipotesi di reato a carico, si sono visti depositare le proprie intercettazioni, (30 mila pagine), che hanno messo a rischio le proprie fonti che comprovavano i crimini commessi dalle milizie. Si è posto un freno non solo al diritto di informare ma anche ai vincoli di riservatezza che legano avvocati e assistiti, le cui conversazioni, non inerenti ad alcuna indagine, sono oggi agli atti. Come Rifondazione Comunista, lo ribadiamo: se si è antirazzisti e se non si vuole essere complici delle stragi in mare, non si può avere nulla a che fare con un simile ex ministro e col partito che ne rivendica il ruolo. Tutta la nostra solidarietà e appoggio a chi, malgrado il silenzio complice di centro destra e sedicente centro sinistra, continua a stare dalla parte degli ultimi”, concludono. 
    Nei giorni scorsi l’Ordine Nazionale dei Giornalisti si è espresso sulla vicenda delle intercettazioni dei cronisti impegnati a documentare l’immigrazione tra Italia e Libia. “Siamo di fronte allo sfregio del segreto professionale – afferma il presidente nazionale Carlo Verna – la vicenda relativa all’inchiesta della Procura di Trapani sulle Ong, leggendo le cronache appare di estrema gravità e merita una mobilitazione non solo della categoria che l’Ordine dei giornalisti promuoverà. Emblematica l’intercettazione di una giornalista che parla con l’avvocata. Dove arriverà questo Paese, alle cimici nei confessionali? E’ un fatto che riguarda la qualità della democrazia. Ci appelleremo al Presidente della Repubblica, che oltre ad essere il supremo garante della Costituzione è anche il numero uno del Csm, e alla Ministra della Giustizia. Per fortuna nostra e delle istituzioni si chiamano Sergio Mattarella e Marta Cartabia”.
    “Andrea Palladino, cronista di sicura affidabilità e professionalità, sulle pagine del quotidiano ‘Domani’ ha rivelato come, nell’ambito di una inchiesta sulle Ong condotta dagli inquirenti di Trapani, sarebbero state intercettate le conversazioni di diversi giornalisti. Chi e perché ha disposto tali misure? Si volevano scoprire le fonti, violando il segreto professionale? A che titolo sono state trascritte le intercettazioni relative ai colloqui tra la cronista Nancy Porsia e la sua legale Alessandra Ballerini? Perché, particolare ancora più inquietante, sono stati trascritti brani relativi alle indagini su Giulio Regeni?”. Se lo chiede in una nota la Federazione nazionale della stampa. “Non spetta a noi emettere sentenze – continua il sindacato dei giornalisti – ma riteniamo opportuno che le autorità di garanzia chiedano chiarimenti e li rendano pubblici. La Federazione nazionale della stampa italiana fornirà alle colleghe e ai colleghi ogni supporto – conclude la nota -e sosterrà tutte le iniziative che intenderanno promuovere”.

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    Draghi a Città della Pieve, 'Pasqua di rinascita? Speriamo'

    E’ una Pasqua di rinascita? “Speriamo”: così ha risposto il presidente del Consiglio Mario Draghi al cronista prima di entrare nel duomo di Città della Pieve per assistere alla messa officiata dal presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti.    Draghi è in compagnia della moglie Serenella e di due nipotine.Il presidente del Consiglio Mario Draghi assiste alla messa del card. Bassetti, presidente dei vescovi italiani e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, stando seduto in fondo alla cattedrale – sul lato sinistro – vicino alla porta di uscita, assieme alla moglie Serenella e alle due nipotine. In duomo sono in molti ad assistere alla celebrazione, nel rispetto del distanziamento imposto dalle norme anti-Covid.   

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    Libia: fonti, Michel a Tripoli, presto torna ambasciatore Ue

    (ANSA) – ROMA, 04 APR – Un segnale forte di sostegno europeo
    al processo di riconciliazione nazionale e al nuovo governo di
    unità nazionale è stato portato oggi alla Libia dal presidente
    del Consiglio europeo, Charles Michel, che – fanno sapere fonti
    dell’Ue – in una visita a Tripoli ha incontrato il premier del
    governo di unità nazionale (Gnu), Abdul Hamid Dbeibah, il nuovo
    presidente di turno del Consiglio presidenziale, Mohamed Yunis
    al Menfi, e la ministra degli esteri libica, Najla Al Mangoush.   
    Michel, dicono le fonti, ha annunciato che l’ambasciatore
    dell’Unione europea tornerà permanentemente a Tripoli a partire
    da fine aprile.   
    Nella prima visita ufficiale di un leader dell’Ue da quando
    si è formato il governo di unità nazionale, Michel ha promesso
    che l’Europa intensificherà il suo impegno in Libia sul fronte
    della ricostruzione economica, dopo un decennio di conflitto, e
    contribuirà alla governance, alla stabilità, al rispetto dei
    diritti umani e alla sicurezza in Libia.   
    Come unica precondizione – fanno sapere ancora le fonti Ue –
    Michel ha chiesto che i combattenti stranieri lascino la Libia,
    definendo cruciali per la pace il rispetto del cessate-il-fuoco
    e dell’embargo sulle armi.   
    Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha
    compiuto una visita a Tripoli e in aprile ci sarà quella del
    presidente del Consiglio Mario Draghi. In programma anche la
    visita del premier greco, Kyriakos Mitsotakis. La Francia ha
    riaperto la sua ambasciata a Tripoli il mese scorso. (ANSA).   

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    Papa: è sempre possibile ricominciare, anche dalle macerie

    “Ecco il primo annuncio di Pasqua che vorrei consegnarvi: è possibile ricominciare sempre, perché c’è una vita nuova che Dio è capace di far ripartire in noi al di là di tutti i nostri fallimenti. Anche dalle macerie del nostro cuore Dio può costruire un’opera d’arte, anche dai frammenti rovinosi della nostra umanità Dio prepara una storia nuova”. Durante la Veglia pasquale nella Basilica di San Pietro, la liturgia più solenne dell’anno celebrata però ancora con le limitazioni e le restrizioni delle norme anti-Covid, papa Francesco lancia un forte messaggio di rinascita. “E in questi mesi bui di pandemia sentiamo il Signore risorto che ci invita a ricominciare, a non perdere mai la speranza”, aggiunge infatti il Pontefice. Officiata all’Altare della Cattedra, davanti a una ristretta assemblea di fedeli, e anticipata alle 19.30 per consentire ai partecipanti il rispetto del ‘coprifuoco’, la cerimonia che celebra la Risurrezione di Cristo omette quest’anno la preparazione del Cero pasquale, mentre non hanno luogo i battesimi ma la sola Rinnovazione delle promesse battesimali, preceduta dalla benedizione dell’acqua lustrale. Gesù “ci precede sempre – spiega Francesco nell’omelia -: nella croce della sofferenza, della desolazione e della morte, così come nella gloria di una vita che risorge, di una storia che cambia, di una speranza che rinasce”. Quindi, chiarendo ulteriormente il significato evangelico dell'”andare in Galilea”, dove “il Signore Risorto ci precede”, il Papa afferma che oltre al senso del “ricominciare” c’è anche quello del “percorrere vie nuove”. “Ecco il secondo annuncio di Pasqua – prosegue -: la fede non è un repertorio del passato, Gesù non è un personaggio superato. Egli è vivo, qui e ora. Cammina con te ogni giorno, nella situazione che stai vivendo, nella prova che stai attraversando, nei sogni che ti porti dentro”. “Apre vie nuove dove ti sembra che non ci siano, ti spinge ad andare controcorrente rispetto al rimpianto e al ‘già visto’ – sottolinea Bergoglio -. Anche se tutto ti sembra perduto, apriti con stupore alla sua novità: ti sorprenderà”. Per il Pontefice, “tanti vivono la ‘fede dei ricordi’, come se Gesù fosse un personaggio del passato, un amico di gioventù ormai lontano, un fatto accaduto tanto tempo fa, quando da bambino frequentavo il catechismo. Una fede fatta di abitudini, di cose del passato, di bei ricordi dell’infanzia, che non mi tocca più, non mi interpella più”. “Andare in Galilea”, invece, “significa imparare che la fede, per essere viva, deve rimettersi in strada”. Terzo significato, inoltre, quello dell'”andare ai confini”. In Galilea, riflette il Papa, “impariamo che possiamo trovare il Risorto nel volto dei fratelli, nell’entusiasmo di chi sogna e nella rassegnazione di chi è scoraggiato, nei sorrisi di chi gioisce e nelle lacrime di chi soffre, soprattutto nei poveri e in chi è messo ai margini”. “Ci stupiremo di come la grandezza di Dio si svela nella piccolezza, di come la sua bellezza splende nei semplici e nei poveri”, osserva. Ecco così “il terzo annuncio di Pasqua”, dice ancora Francesco: “Gesù, il Risorto, ci ama senza confini e visita ogni nostra situazione di vita. Egli ha piantato la sua presenza nel cuore del mondo e invita anche noi a superare le barriere, vincere i pregiudizi, avvicinare chi ci sta accanto ogni giorno, per riscoprire la grazia della quotidianità”. “Riconosciamolo presente nelle nostre Galilee, nella vita di tutti i giorni – conclude -. Con Lui, la vita cambierà. Perché oltre tutte le sconfitte, il male e la violenza, oltre ogni sofferenza e oltre la morte, il Risorto vive e conduce la storia”. Non solo: “e, con Lui, sempre la vita ricomincia”. Il ciclo pasquale delle celebrazioni presiedute dal Papa si chiude domani con la messa del mattino in San Pietro e, al termine, la benedizione ‘Urbi et Orbi’.

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    Difesa di Fontana, 'Sapeva del conto ma lo gestiva la madre'

    (ANSA) – MILANO, 02 APR – Attilio Fontana “continua a dire,
    in modo ormai prostrato, che su quel conto non ha mai operato
    nemmeno per un euro, prima del 2015, ha sempre saputo che quel
    conto c’era, lo sapeva fin dagli anni ’70, perché i genitori,
    come avveniva in tante famiglie benestanti, gli avevano detto
    che avevano messo i loro risparmi all’estero e solo alla morte
    della mamma ha saputo della cifra che gli era stata lasciata in
    eredità”. Lo ha spiegato l’avvocato Jacopo Pensa, a proposito
    dell’indagine sui soldi in Svizzera. “Tutto viene riportato come
    sotto l’ombra del sospetto – è la constatazione di Pensa – che
    sembra già diventato una condanna”. (ANSA).   

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    Papa: in visita a vaccinazioni poveri e clochard in Vaticano

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 02 APR – Nella mattinata di
    oggi, Venerdì Santo, poco prima delle 10.00, papa Francesco si è
    recato in visita nell’atrio dell’Aula Paolo VI, mentre si
    svolgevano le vaccinazioni di alcune persone senza dimora o in
    difficoltà, accolte e accompagnate da alcune associazioni
    romane. Il Papa, riferisce la Sala stampa della Santa Sede, ha
    salutato i medici e gli infermieri, ha seguito la procedura di
    preparazione delle dosi di vaccino e si è intrattenuto con le
    persone in attesa della vaccinazione.   
    Ad oggi sono state vaccinate con la prima dose circa 800
    delle circa 1200 persone bisognose a cui sarà somministrato il
    vaccino questa settimana. (ANSA).   

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    Ok Letta ai 5s, ma alleanza non esclusiva e Pd leader

    Amministrative di ottobre in primo piano negli incontri di Enrico Letta con il leader di Si, Nicola Fratoianni, e con Angelo Bonelli e Elena Grandi, coordinatori dei Verdi, due partiti che evocano la coalizione larga e plurale di cui ha parlato il segretario Dem. Una coalizione che dovrà comprendere anche M5s, sul quale Letta ha detto di “scommettere” in una sua “evoluzione”. La tornata che coinvolgerà le grandi città italiane, è emerso negli incontri con Verdi e Si, presenterà agli elettori quella che molto probabilmente sarà anche lo schieramento delle elezioni politiche.
    Di qui, in attesa dell’evoluzione di M5s a guida Conte, la cura nel preparare quegli appuntamenti da parte di Letta. Parlando in serata a Porta a Porta il segretario Dem ha detto di “scommettere” in questa evoluzione, anche perché il cammino di avvicinamento, ha sottolineato “è iniziato già con il governo Conte 2”. Per l’ex premier, Letta ha avuto parole di elogio ricordando che è stato lui a portare a casa il Recovery plan. Inoltre “la compatibilità di Pd e M5s è maggiore di quella tra Lega e Fdi”, visto che entrambi sostengono Draghi, “l’asso messo sul tavolo da Mattarella”. 
    Ma, ha precisato, “l’alleanza ha senso se il Pd è forte, leader e attorno a sé costruisce una rete, non solo un’alleanza esclusiva con 5 stelle”.
    Un percorso che Letta vuole guidare in prima persona, senza freni o veti interni. E forse per questo, di prima mattina, ha regalato ai social un pesce d’aprile made in Pd: “Oggi 1 aprile, riunita la segreteria Pd, ho nominato il mio incaricato speciale per i rapporti con le correnti”, ha scherzato postando una finta foto di lui con l’attore Arnold Schwarzenegger. Ma da Vespa, la sera, torna più serio sulla questione correnti: “Il Parlamento europeo ha votato a distanza. E’ una rivoluzione. Io vorrei costruire un partito che usi il digitale per essere più democratico e far votare gli iscritti sulle questioni principali: questo taglia le correnti”, ha sentenziato.

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    Ue: Salvini a Budapest per incontro con Orban e Morawiecki

    Dopo la pandemia e il disastro delle elite europee sui vaccini, parte da Budapest un “percorso longevo” verso il rinascimento e la resurrezione europea, per creare “un nucleo nucleo storico alternativo alla sinistra, senza limiti, con obiettivo di essere i primi nell’Unione”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, fa il punto sul vertice nella capitale magiara con il padrone di casa, il premier Viktor Orban e il Primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, in quello che il segretario leghista definisce “un giorno storico”, prima tappa di un processo molto ambizioso.
    Gelido, invece, il commento di FdI, la cui leader è anche Presidente del Partito Conservatore europeo, a cui appartiene il partito del Primo ministro polacco: “Il dialogo tra forze critiche con il mainstream di Bruxelles è sempre un fattore positivo. È il lavoro quotidiano che fa il gruppo ECR la cui continuità – commentano fonti del partito di Giorgia Meloni – non è ovviamente stata messa in discussione dall’incontro di oggi”. Detto ciò, la multilaterale in questo giovedì Santo, arriva dopo diversi contatti e tra i tre leader, sempre più frequenti dopo la decisione di Orban di lasciare il Ppe.
    Una mossa che nelle settimane scorse aveva rilanciato l’ipotesi di un eurogruppo o una nuova famiglia comune. Ma a Budapest oggi non s’è parlato di organigrammi, ma di valori e cultura. Proprio l’ex ministro dell’Interno ricorda come i tre leader, a fronte delle critiche di euroscetticismo, sono d’accordo nel volere “più Europa”, una Unione forte e unita, capace di dire la sua “sulla difesa dei confini e della vita umana”. Piena condivisione soprattutto sul tema della lotta all’immigrazione clandestina: Viktor Orban ribadisce le sue lodi all’operato di Salvini quando era titolare del Viminale: “Non è un segreto – afferma secondo quanto riferito dalla Lega – che chiamiamo Matteo Salvini ‘nostro eroe’ perché quando qualcuno diceva che era impossibile fermare l’immigrazione clandestina, da ministro ha saputo arrestarla. Siamo grati per quello che ha fatto”.