More stories

  • in

    Ratzinger: oggi 94 anni, il più longevo per età tra i Papi

    (ANSA) – CITTA DEL VATICANO, 16 APR – Oggi il Papa emerito
    Benedetto XVI compie 94 anni. Sarà una giornata all’insegna
    della preghiera e del riposo nel monastero Mater Ecclesiae.   
    Secondo compleanno in pandemia anche se Benedetto XVI ora è
    vaccinato. Sarà la prima festa senza l’amato fratello Georg,
    scomparso l’1 luglio 2020 all’età di 97 anni. Ma già lo scorso
    anno non avevano potuto passare insieme questa giornata, come
    negli anni precedenti. Monsignor Georg Ratzinger era già in
    precarie condizioni di salute e comunque ad aprile dello scorso
    anno era impossibile spostarsi a causa della pandemia.   
    Joseph Ratzinger è il più longevo d’età tra i Papi della
    Chiesa. Prima di lui a detenere questo primato era Leone XIII
    che ha vissuto 93 anni (anche se Ratzinger dal 2013 non è più
    Pontefice dopo la sua rinuncia). (ANSA).   

  • in

    Ok Cdm a Def, deficit molto alto per sostegno economia. Draghi chiede unità

    Il debito più alto degli ultimi 100 anni. E un deficit a doppia cifra che non si è visto nemmeno durante le crisi del 2008 e del 2011. Ma il governo è intenzionato a utilizzare tutti gli spazi di manovra per contrastare l’emergenza Covid ed è pronto, con una nuova iniezione da 40 miliardi, a dare ossigeno alle imprese con più della metà delle risorse e a sperimentare nuove strade per aiutare i giovani, tra i più colpiti dalla crisi, iniziando da uno sconto fiscale sui mutui per la prima casa. Dopo un inedito consiglio dei ministri in due giorni, non privo di qualche tensione, il governo Draghi ha dato il via libera al suo primo Documento di Economia e Finanza accompagnato dalla maxi-richiesta di deficit: i 40 miliardi serviranno a finanziare il nuovo decreto tutto orientato a imprese e partite Iva, dopo i sostegni anche di famiglie e lavoratori dipendenti.
    Il faro del governo “è la crescita” ha detto il premier ai suoi ministri, confermando l’intenzione di mantenere “una visione espansiva per le imprese e per l’economia”. E visto che è ancora il momento di dare i soldi, non di chiederli, il premier e il ministro dell’Economia Daniele Franco hanno proposto un quadro macroeconomico che, inevitabilmente, risente ancora dell’impatto negativo della pandemia ma che punta ad agganciare ritmi di crescita “mai sperimentati nell’ultimo decennio”. Nel 2021 la stima del Pil passa dal 6% a un più contenuto 4,5%, contando sul progressivo allentamento delle misure, compreso il distanziamento a partire dall’estate. Le previsioni però quasi si dimezzano, a +2,7%, se i vaccini dovessero rivelarsi inefficaci contro le varianti. A spingere il Pil oltre il 4,1% tendenziale quest’anno sarà sia il doppio scostamento, con il prossimo decreto che vale un +0,6% di qui alla seconda metà del 2022, sia l’avvio del Recovery Plan, escluse le riforme. Per quella dell’Irpef, peraltro, si profila qualche ritardo sulla tabella di marcia, visto che si indica la seconda metà dell’anno per la sua “definizione”. Lo sforzo espansivo, però, farà volare il deficit dal 9,5% all’11,8% mentre il debito sfiorerà il 160% (159,8%), record dal primo dopoguerra. Anche la disoccupazione salirà di tre decimali nel 2021, al 9,6%, per poi ripiegare a partire dal prossimo anno.
    Il governo pone al centro “l’obiettivo della crescita economica”: con il nuovo scostamento di bilancio e l’autorizzazione ad altri 40 miliardi in deficit sarà finanziato un provvedimento con alla base una “visione espansiva per le imprese e l’economia”. Lo avrebbe detto, a quanto si apprende da diversi partecipanti alla riunione, il premier Mario Draghi in Consiglio dei ministri, nell’ambito della discussione sul Def e sul prossimo scostamento di bilancio.
    Cerca “unità”, Mario Draghi. Avvia con M5s e Lega gli incontri con tutti i gruppi parlamentari sul Recovery plan, in vista del varo del piano da 191 miliardi da inviare a Bruxelles entro il 30 ottobre. I partiti gli chiedono voce in capitolo, presentano proposte specifiche sui loro temi di bandiera, si presentano con rivendicazioni sulle aperture e sul prossimo decreto con i sostegni alle imprese. Il premier annota e promette ascolto, sottolinea la politica espansiva del governo e illustra le linee generali del piano. Sottotraccia emergono però sempre più numerosi i malumori e gli attriti, dentro e fuori i partiti della maggioranza. Matteo Salvini non si presenta all’incontro con il premier e tornano a circolare voci di dissidi, smentiti con forza dalla Lega, con Giancarlo Giorgetti. Fonti del partito di via Bellerio rimarcano che non c’è nessun problema tra i due. Più collegialità viene invocata dal Pd, che mostra di non gradire le sortite leghiste, a partire da quelle contro Roberto Speranza. “Siamo un governo di unità, bisogna restare uniti, non farsi dispetti o alimentare polemiche”, dice Draghi ai leghisti. Il premier è alle prese con la ‘maratona’ finale per il varo del piano “monstre” per spendere i fondi europei: Portogallo, Francia, Spagna e Grecia sono già pronti a presentare i loro progetti la prossima settimana e l’Italia deve fare in fretta, per non perdere “il turno” nell’assegnazione della prima tranche di fondi a luglio (fino a 27 miliardi, per il nostro Paese). Ma i partiti e gli enti locali chiedono di poter dire la loro, anche con nuovi incontri sulla versione finale del testo, che dovrebbe essere in Consiglio dei ministri la prossima settimana e che il premier illustrerà alle Camere il 26 e 27 aprile: ci sono in ballo, come spiega il ministro Enrico Giovannini, 50 miliardi solo per le infrastrutture, con forte spinta al Sud.

  • in

    Consulta, ergastolo ostativo incompatibile con Costituzione

    E’ incompatibile con la Costituzione l’ergastolo ostativo a cui sono condannati boss e affiliati alla mafia e che impedisce loro, se non collaborano, di accedere (dopo 26 anni di reclusione) alla liberazione condizionale, anche quando è certo che si sono ravveduti. La Corte costituzionale non ha alcun dubbio e dà un anno di tempo al Parlamento per provvedere con una legge, consapevole dell’impatto che una sentenza di incostituzionalità immediatamente efficace potrebbe avere sulla lotta alla mafia. Ma è chiaro sin da ora che se il legislatore resterà a braccia conserte, a maggio del 2022 la Consulta cancellerà quella norma che ritiene in contrasto con principi basilari della Carta fondamentale.
    Il perchè lo spiega in un’ordinanza che depositerà nelle prossime settimane, come anticipato da una nota dell’Ufficio stampa. Già monta però la polemica, che divide la maggioranza di governo. “Per mafiosi e assassini l’ergastolo non si tocca”, attacca il leader della Lega Matteo Salvini. In trincea anche i parlamentari M5S della commissioni Antimafia e Giustizia (nessun “passo indietro” sull’ergastolo ostativo, chiedono). Mentre il Pd apprezza la “scelta saggia” della Consulta di dar tempo al Parlamento di intervenire, già compiuta in due altre occasioni, sul suicidio assistito cioè sul caso del Dj Fabo, e sul carcere per i giornalisti condannati per diffamazione. Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, si augura che il legislatore intervenga “presto” ma “in modo da non pregiudicare l’efficacia di una normativa antimafia costata la vita a tanti uomini delle istituzioni”. Per Antigone invece ”l’incostituzionalità è accertata e non si potrà tornare indietro”.
    La decisione critica della Consulta sull’ergastolo ostativo non giunge però inaspettata: anche in due pareri resi dall’ufficio legislativo del ministero della Giustizia ,quando ancora a guidarlo era Alfonso Bonafede, si evidenziavano le “notevoli possibilità” che la questione di costituzionalità fosse accolta. Sul punto la Consulta è chiara: l’attuale disciplina dell’ergastolo ostativo “è in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione”
       

  • in

    Letta vede il fondatore di Open Arms. Salvini: 'Non ho parole'

    Nuovo botta e risposta tra il leader del Pd Enrico Letta e quello della Lega Matteo Salvini dopo che Letta ha fatto sapere di aver incontrato il fondatore di Open Arms.
    “È venuto a trovarmi Oscar Camps – scrive Letta su twitter – il fondatore di Open Arms. Bello scambio di idee. Tante preoccupazioni, e anche qualche elemento di speranza”. Letta pubblica una foto che lo ritrae con Oscar Camps, fondatore della ong. Nella foto Letta indossa una felpa con la scritta Open Arms.
    “Sabato vado a processo proprio per uno (degli innumerevoli) sbarchi organizzati dagli spagnoli di Open Arms, e oggi il PD riceve questi “signori” con tutti gli onori. Non ho parole, lascio a voi ogni commento, il tempo è galantuomo”. Così il leader della Lega Matteo Salvini, commentando su twitter l’incontro tra Letta e il leader di Open Arms.
    Anche Giorgia Meloni va all’attacco. “Incontrare i rappresentanti delle categorie in ginocchio? Ma no, per il segretario del Pd la priorità è l’incontro con il fondatore dell’Ong Open Arms. Sempre a dimostrazione di quale siano i loro interessi principali”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni a proposito dell’incontro del segretario Dem Letta con i rappresentanti della Ong Open Arms.
       

  • in

    Speranza: 'Guardiamo con fiducia a nuova fase'

    “Voglio dare un messaggio di determinazione e fiducia: non sottovaluto le difficoltà ma ci sono le condizioni per guardare con fiducia alla fase che si sta aprendo. Finalmente ci sono le condizioni per raccogliere i primi concreti risultati del lavoro che svolgiamo da mesi grazie alle vaccinazioni. Tra aprile e giugno riceveremo oltre il triplo delle dosi di vaccino”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza nell’informativa alla Camera ricordando di aver detto “la verità anche quando era scomoda”.
    L’INFORMATIVA DI SPERANZA ALLA CAMERA

    “Nel secondo trimestre arriveranno 50 milioni di vaccini e Pfizer anticiperà alcuni milioni di dosi che per l’Italia significano circa 7 milioni. Prudenzialmente il commissario Figliuolo sta lavorando a 45 mln dosi di vaccini in arrivo entro giugno. Questo ci mette nelle condizioni di completare la vaccinazione nelle fasce piu a rischio. Vaccinare i più anziani è giusto e tutte le regioni devono attenersi a queste indicazioni”, ha aggiunto Speranza. 
    “Ci sono stati degli errori nelle negoziazioni europee ma fare da soli non sarebbe stato meglio. Comprare i vaccini insieme è stato giusto a livello europeo. Ora stiamo rafforzando la capacità italiana di produrre vaccini a partire da quello di Reithera”, ha spiegato poi il ministro nell’informativa alla Camera, sottolineando che serve però un’Europa “piu veloce e autorevole” ma – ha aggiunto – “no alla guerra di tutti contro tutti e fare meglio non significa fare da soli”.
    “In questa lotta contro il tempo è fisiologico che dopo milioni di inoculazioni l’utilizzo di un vaccino possa essere rimodulato, e ciò è necessario per un principio di precauzione. AstraZeneca, come tutti gli altri, è efficace e sicuro e salva la vita delle persone, come dimostrano i risultati sul campo in Gb. Ci sono stati ritardi inaccettabili nelle consegne che ci servono”. “Su 32 milioni di vaccinazioni e 222 segnalazioni di eventi avversi per il vaccino di AstraZeneca – ha spiegato Speranza – ci sono 82 eventi avversi di cui 18 fatali: è un fenomeno molto ridotto che non va sottovalutato, mantenendo alta la vigilanza. Ed i cambi di rotta nelle indicazioni del vaccino fanno parte di questa attenzione”. In merito al vaccino J&J, “l’auspicio è che presto ci possano essere elementi di chiarezza che ci permettano di iniziare ad utilizzare un vaccino che sarà importante per la nostra campagna vaccinale, essendo monodose”. 
    “L’ultimo monitoraggio dopo 4 settimane di misure severe, segnala che le terapie intensive sono ancora al 41% di occupazione: è un dato che dovrebbe far riflettere chi dice che abbiamo adottato misure troppo severe. Dobbiamo ascoltare il grido d’allarme dei medici che non possono essere lasciati solo in trincea. Dobbiamo essere tempestivi nelle chiusure quando serve e abbiamo il dovere di costruire una road map per l’allentamento delle misure sempre approvate all’unanimità dal Cdm”.
    “Sulle terapie intensive dobbiamo ascoltare il grido di accorato allarme che ci viene dai nostro medici: non possiamo continuare a chiamarli eroi e poi fare il contrario di quello che ci chiedono, mettendoli in trincea da soli a combattere negli ospedali”, ha detto ancora il ministro Speranza ricordando che le terapie intensive sono ancora sopra la soglia del 40%.
    “I tempi delle decisioni nel contrasto al virus sono determinanti: dobbiamo essere tempestivi nelle chiusure quando serve e non sbagliare tempi e modi delle riaperture per non vanificare i sacrifici fatti. Certo va data risposta alle preoccupazioni degli italiani e alla crescita delle nuove povertà, alle difficoltà di imprese e lavoratori ma non esistono risposte semplici e problemi complessi con un alto numero di variabili”. 
    “Fdi presenterà una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Speranza”, ha detto nell’Aula della Camera Galeazzo Bignami di Fdi dopo l’informativa urgente del ministro sulla situazione dei vaccini. “E’ il momento di assumersi le responsabilità”, ha ribadito. “Siamo davanti a un fallimento”, ha detto Bignami riferendosi alla campagna vaccinale. “La scelta di AstraZeneca e di cedere alla Ue l’opzione sui vaccini la ha fatta Speranza, e lo rivendica anche sul suo libro di cui nelle librerie non si trova traccia”, ha concluso.

  • in

    Vitalizi: Resta assegno anche per Ottaviano del Turco

    In ragione della sentenza espressa dalla commissione contenziosa del Senato per il ripristino del trattamento pensionistico a Roberto Formigoni, che si deve ritenere valida “erga omnes”, anche per Ottaviano Del Turco resta valido il vitalizio. E’ questo in sostanza, a quanto si apprende, la presa d’atto del consiglio di presidenza di palazzo Madama. La sentenza della Contenziosa ha di fatto annullato la delibera Grasso-Boldrini sullo stop al trattamento previdenziale per i parlamentari condannati. La presidenza del Senato ha l’obbligo di rendere esecutiva la sentenza della Contenziosa entro 24. Lo stato di fatto ha mandato su tutte le furie il Movimento 5 stelle che, a quanto riferisce la pentastellata Paola Taverna, ha deciso di presentare un ricorso proprio sulla restituzione del vitalizio a Formigoni. Ma la strada per questo ricorso sembrerebbe piuttosto tortuosa perché, secondo fonti parlamentari , la commissione Contenziosa, in ragione delle condizioni economiche di Formigoni aveva emesso un’ordinanza che stanziava un “assegno alimentare”. Nelle motivazioni c’era espresso riferimento alla “natura previdenziale” del vitalizio. L’ordinanza non è mai stata impugnata dal Segretario Generale del Senato che è l’unico organo deputato alle impugnazioni “in piena autonomia”.
    “Aspettiamo indicazioni (sull’esito del vitalizio, ndr). Per ora non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione formale. Ma trovo odioso continuare a chiamarlo vitalizio: quella di mio padre è una pensione a tutti gli effetti dopo aver pagato i contributi per 20 anni di attività politica”. A dirlo è Guido Del Turco, figlio dell’ex senatore Ottaviano che dovrebbe mantenere l’assegno per effetto della validità ‘erga omnes’ della sentenza emessa dalla commissione Contenziosa del Senato, che ha ripristinato il trattamento pensionistico all’ex governatore lombardo Roberto Formigoni. Interpellato al telefono, Guido Del Turco ricorda che “c’è una sentenza della Cassazione e la pronuncia di cinque costituzionalisti che equiparano il trattamento pensionistico ai vitalizi degli ex parlamentari. Quindi continuare a usare la parola vitalizio e farne una battaglia è solo una bandiera da agitare. Basterebbe leggere le carte anziché invocare legalità”. Sul padre aggiunge che attualmente “le sue condizioni di salute sono quelle di un uomo affetto da Alzheimer e Parkinson, al massimo riesce a fare quattro passi”.   

  • in

    Covid: Fontana, è arrivato il momento delle riaperture

    (ANSA) – MILANO, 15 APR – “È arrivato il momento di
    programmare in tempi brevi un piano per le riaperture, seguendo
    il criterio della progressività e del buonsenso”. Queste, come
    spiegato dal presidente della Regione Lombardia, Attilio
    Fontana, le proposte avanzate dalle Regioni al Cts nazionale e
    al Governo sul tema delle riaperture. “Personalmente – spiega il
    governatore – sono dell’opinione che gradualmente, già dalla
    prossima settimana, si possano stabilire procedure per
    riaperture, dando a tutti la possibilità di riacquistare un po’
    di libertà e soprattutto alle attività commerciale di
    programmare la ripresa del lavoro”.   
    “Penso ad esempio – ha spiegato Fontana – ai bar e ai
    ristoranti che con il bel tempo in arrivo potrebbero riaprire il
    servizio all’esterno. Già questo sarebbe un piccolo, ma
    importante allentamento. O ai cinema, teatri, piscine e
    palestre, che da mesi ormai aspettano di poter riaprire in
    sicurezza seguendo i protocolli necessari”.   
    “I dati oggi in Lombardia – conclude il governatore – parlano
    di un significativo miglioramento della situazione
    epidemiologica, con un Rt pari allo 0,78 e un’incidenza di 162
    su 100.000 abitanti. Dati che evidenziano un trend positivo e
    che ci portano a guardare a un ritorno graduale alla libertà di
    cui tutti abbiamo bisogno”. (ANSA).   

  • in

    Filippo: Sun, reali tutti in abiti civili per il funerale

    (ANSA) – LONDRA, 15 APR – Tutti in nero, come prescrive il
    lutto, ma tutti in abiti civili. Niente uniformi militari fra i
    reali britannici in occasione dei funerali di sabato 17 in
    programma nella cappella di St George, presso il castello di
    Windsor, del principe Filippo, consorte quasi centenario della
    regina Elisabetta spirato venerdì scorso. E’ l’indicazione
    tassativa data dalla stessa sovrana – stando a quanto scrive
    oggi il Sun – per evitare imbarazzi o polemiche sullo sfondo di
    un evento che Elisabetta II vuole sia concentrato esclusivamente
    sul tributo alla figura di Filippo .   
    La questione, definita mentre si completano le prove dei
    reparti militari che accompagneranno il breve corteo funebre in
    onore del duca di Edimburgo, veterano della Seconda Guerra
    Mondiale, avrebbe potuto riguardare soprattutto il principe
    Andrea, terzogenito della regina, e il nipote ribelle Harry,
    secondogenito di Carlo e Diana trasferitosi con la moglie Meghan
    negli Usa dopo il clamoroso strappo dei mesi scorsi dalla Royal
    Family. Andrea, duca di York, avrebbe infatti potuto indossare
    la divisa di ammiraglio d’onore della Marina britannica, nei cui
    ranghi ha combattuto da giovane durante la guerra delle
    Falkland-Malvinas; ma la cosa avrebbe irritato i vertici della
    Royal Navy, visto che il principe è stato escluso dall’anno
    scorso da ogni incarico ufficiale per il sospetto coinvolgimento
    nello scandalo sessuale Epstein negli Usa. Mentre Harry, duca di
    Sussex, è tuttora molto amato fra i commilitoni dei Royal
    Marines, con i quali fu schierato in Afghanistan, ma è stato
    privato formalmente dalla stessa monarca del diritto a esibire i
    gradi militari come conseguenza automatica del fatto d’aver
    rinunciato allo status di membro senior della famiglia reale per
    garantirsi maggiore autonomia oltre oceano. (ANSA).