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    Boldrini dimessa dall'ospedale: 'Esco trasformata'

    “Esco dall’ospedale Rizzoli di Bologna trasformata rispetto alla donna che vi è entrata due settimane fa. Indubbiamente sono stati i giorni più difficili della mia vita, che hanno lasciato segni indelebili nel corpo e nella mente”. Lo scrive in un post, Laura Boldrini, ex presidente della Camera.
    “La malattia che si impone e mette tutto il resto in secondo piano, la malattia che tira fuori le fragilità nascoste sotto corazze sapientemente costruite nel corso di una vita. Non si è mai pronti, specialmente quando ad abbattersi è uno tsunami inaspettato. Eppure bisogna far fronte con le forze di cui si dispone, con quel che ne resta – afferma -. La mia più profonda gratitudine va a chi mi ha operata, a chi mi ha curata e assistita in questi giorni. Con competenza e umanità. Volti che, sia pur nascosti sotto la mascherina, rimarranno per sempre impressi nei miei ricordi. Mi sono ritrovata inserita in un contesto ospedaliero con ritmi serrati: ogni giorno interventi chirurgici lunghi e complessi, con persone che giungono qui da tutto il Paese, ognuna con il proprio bagaglio di angoscia e di speranza. Anche tanti bambini e tante bambine, adolescenti che devono, troppo presto, convivere con il dolore e i cui genitori si sentono impotenti. Una realtà che insegna tanto a chiunque sia disposto a recepire.Sono successe tante cose nel paese e nel mondo in questi giorni – aggiunge Boldrini -. Ho seguito per quanto mi era possibile il dibattito, perché la passione civile e politica sono irrinunciabili e fanno parte di me. Sono sicura che proprio queste passioni, insieme all’affetto delle persone che mi vogliono bene, mi daranno una mano a superare le settimane difficili di riabilitazione che mi aspettano. Ora infatti torno a Roma, ma non ancora nella mia abitazione, per poter affrontare questa nuova e faticosa fase, questo percorso ad ostacoli che ho davanti e che voglio superare per ritornare alla normalità, all’impegno politico e sociale di sempre. Sapendo che nulla sarà più come prima”

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    M5s: Rousseau, cambiamo strada, scelta dolorosa ma inevitabile. La replica: 'Rousseau non neutrale, democrazia diretta resterà'

    Divorzio tra L’Associazione Rousseau ed M5s. “‘Associazione Rousseau cambia strada. La scelta è dolorosa, ma inevitabile. In questi 15 mesi – scrive l’associazione sul Blog delle Stelle – abbiamo sollecitato costantemente la risoluzione delle criticità. Per otto lunghi mesi abbiamo richiesto più volte di condividere un progetto comune con responsabilità e perimetri ben definiti dei ruoli reciproci e abbiamo proposto concretamente un accordo di partnership per rafforzare e chiarire il legame tra Rousseau e il Movimento”. Ma stare insieme deve essere una scelta reciproca” e “questo, purtroppo, non si è verificato”.
     “La democrazia diretta, la partecipazione, il coinvolgimento degli iscritti nelle decisioni – scrive M5s su Facebook – non dipendono dal singolo strumento utilizzato ma dalla volontà del M5S di affidarsi alla democrazia diretta avvalendosi prioritariamente di strumenti digitali. Questa volontà rimane invariata, il nostro cuore pulsante è la democrazia diretta, qualunque sia lo strumento utilizzato”. “Le scelte dell’associazione Rousseau evidenziano la volontà di quest’ultima di svolgere una parte attiva e diretta nell’attività politica. Questa volontà è incompatibile con una gestione “neutrale” degli strumenti”, aggiunge.
     “Il Movimento 5 Stelle, nell’ambito del nuovo progetto politico in corso di definizione, ha pertanto avviato tutte le procedure necessarie per dotarsi degli strumenti digitali necessari ad assicurare la partecipazione degli iscritti al Movimento 5 Stelle ai processi decisionali.”    

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    Il piano Draghi da 221 miliardi. Dal superbonus alla banda larga

    Mario Draghi porta in Consiglio dei ministri un Piano nazionale di ripresa e resilienza da 221,5 miliardi totali, di cui 191,5 riferibili al Recovery fund e 30 miliardi per finanziare le opere “extra Recovery”. La quota più alta dei 30 miliardi del fondo ‘extra’ Recovery andrebbero a rimpinguare la missione “Rivoluzione green e transizione ecologica”: al green , secondo quanto si legge nella bozza, andrebbero quasi 12 miliardi, (11,65) di cui 8,25 per il Superbonus. Le cifre sono ancora oggetto di limature. Altri 6,13 miliardi spetterebbero rispettivamente a digitale e mobilità (dalla banda larga e il 5G che prendono 1,4 miliardi a un sistema di monitoraggio da remoto di ponti, tunnel e viadotti che guadagna 1,15 miliardi), 3,25 miliardi andrebbero a progetti legati alla missione “Inclusione e Coesione” e 2,89 alla sanità.La spinta complessiva stimata alla crescita è di 3 punti di Pil nel 2026. L’obiettivo, secondo le slide inviate dal ministro Daniele Franco ai colleghi ministri, è non solo “riparare i danni della pandemia” ma affrontare anche “debolezze strutturali” dell’economia italiana. Il grosso del piano è definito, con 135 linee di investimento. E “non cambierà”, sottolineano dal governo, di fronte alla mole di richieste che emerge in queste ore dai partiti. Il M5s annuncia battaglia sul Superbonus, il Pd vuole vederci chiaro sulla Rete unica, FI chiede welfare per le famiglie, la Lega annuncia che presenterà in Cdm “altri progetti da aggiungere” al Pnrr. E resta da sciogliere il nodo della governance del piano, che agita i ministri. Tutto ciò in un clima sempre più teso in maggioranza, dopo l’astensione della Lega sul decreto per le aperture. All’indomani del netto stop al tentativo di Matteo Salvini di modificare l’accordo raggiunto nel governo sulle aperture, Draghi – che descrivono seccato per quanto accaduto – registra un clima costruttivo nella riunione della cabina di regia sul Recovery che in mattinata vede al tavolo tutti i capi delegazione. Non si parla del tema aperture, che vede forte il pressing delle Regioni sulla scuola, ma è chiaro a tutti che il premier non intende tornare indietro: il decreto è quello deciso in Cdm, poi ogni quindici giorni si faranno verifiche sui dati per decidere eventuali ulteriori aperture e dunque il coprifuoco fino alle 22 non durerà fino al 31 luglio. Ma che ci sia un problema, è opinione unanime tra gli alleati di governo. La tensione è altissima. Dal Pd trapela irritazione per il metodo leghista, di lotta e di governo: “O dentro o fuori”, è il messaggio di Enrico Letta, che rilancia la proposta di un patto modello Ciampi per la corresponsabilizzazione degli alleati di governo, per cogliere l’occasione storica del Recovery.Come si possa andare avanti con continui strappi, però, ci si interroga a vari livelli nel governo. Il precedente è “grave”, ha annotato Draghi. Il rischio è che lo strappo che si ripeta presto. Perché alla vigilia dell’approdo in Cdm del Recovery plan, la Lega fa trapelare irritazione per la consegna dei documenti a ridosso dell’esame e fa sapere, dopo un vertice di Salvini con i ministri, che intende aggiungere alcuni progetti al piano, raccogliendo “richieste dai territori” in particolare sulle infrastrutture. Se si fa il paio con i toni battaglieri del M5s sulla necessità di prorogare il Superbonus fino al 2023, fino a definire l’intervento “essenziale” per sostenere il Pnrr, si concretizza il rischio di un dibattito burrascoso da qui all’invio del Pnrr in Europa il 30 aprile.Draghi nelle prossime ore farà la sua informativa in Cdm sul Pnrr e ascolterà le proposte che verranno messe sul tavolo, ma il Piano – viene sottolineato da Palazzo Chigi – nell’impianto non è destinato a cambiare. Il via libera arriverà solo dopo un secondo Consiglio dei ministri, che si svolgerà a metà della prossima settimana, dopo l’informativa che il premier svolgerà lunedì e martedì alle Camere.

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    Romano, da 2 mesi mio figlio senza sepoltura a Roma, vergogna

    “Oggi sono 2 mesi che mio figlio Dario non è più con la sua mamma, con i suoi fratelli, con me. 2 mesi che non riusciamo a seppellirlo: Ama non dà tempi di sepoltura degni di una città civile. Anzi, non dà alcun tempo. La tua vergogna non sarà mai abbastanza grande”. E’ lo sfogo su twitter del deputato Pd Andrea Romano che attacca la sindaca di Roma Virginia Raggi. 
    Ama, vicini a famiglia Romano e a chi ha perso suoi cari – “Ama è vicina alla famiglia Romano e a tutte le famiglie che in questo periodo hanno perso un proprio parente, un proprio caro. Il giovane figlio della cui prematura scomparsa ha dato notizia oggi il deputato Andrea Romano, è stato cremato il 15 marzo scorso con autorizzazione pervenuta ad AMA il 9 marzo. La salma era giunta al cimitero di Prima Porta il 23 febbraio e la domanda, a cura dell’agenzia funebre incaricata dalla famiglia, è stata presentata entro 5 giorni dal decesso”. Lo comunica l’Ama in nota in merito alla denuncia del deputato Pd, Andrea Romano. “La circolare dell’11 gennaio 2021 del Ministero della Salute – spiega l’Ama- relativa alla situazione connessa all’epidemia da Covid-19 e riguardante il settore funebre-cimiteriale, dispone che in questa fase emergenziale venga data la priorità alle prime sepolture rinviando operazioni cimiteriali non urgenti. E’ quanto anche AMA Cimiteri Capitolini in questa fase straordinaria sta facendo. Nel caso specifico, l’operazione primaria di cremazione è stata effettuata nei tempi previsti da contratto di servizio, come la gran parte. Anche a fronte di oltre 5mila decessi in più da ottobre ad oggi e con un numero che resta purtroppo tuttora elevato è ferma volontà di AMA, di intesa con Roma Capitale, di riprendere anche le “seconde” sepolture (operazioni cimiteriali non urgenti, come la tumulazione dell’urna cineraria di questo caso), a partire dal prossimo mese di maggio”.”Ciò che è accaduto alla famiglia di Andrea Romano e ad altre famiglie è ingiustificabile. Sono vicina a tutti loro. Posso solo immaginare lo strazio e il terribile dolore che stanno vivendo. Ho convocato Ama che mi ha assicurato di stare lavorando ad una soluzione per dare risposte ai cittadini in questo momento di emergenza coronavirus”. Così in una nota la Sindaca di Roma Virginia Raggi.  

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    Pranzo politici sardi: si dimettono vertici Aou Cagliari

    (ANSA) – CAGLIARI, 22 APR – Si sono dimessi i vertici
    dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari che il 7
    aprile avevano partecipato al pranzo di Sardara in zona
    arancione e con tutte le restrizioni del caso. All’incontro
    erano presenti infatti il direttore generale Giorgio Sorrentino,
    la direttrice amministrativa Roberta Manuntza e la direttrice
    sanitaria Paola Racugno. Due giorni fa la Regione, con la
    direzione generale del Personale, ha avviato i procedimenti
    disciplinari inviando le contestazioni a tutti i dirigenti e
    funzionari presenti al banchetto “proibito” e riferibili
    all’amministrazione. I vertici dell’Aou, però, hanno deciso di
    rinunciare agli incarichi prima che arrivasse qualunque lettera
    dall’Ufficio disciplinare. (ANSA).   

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    Sfiducia a Speranza in aula il 28/4, la Lega 'non ostacolerà' il governo

    C’è un’intesa politica sul via libera alla calendarizzazione per mercoledì 28 aprile la mozione di sfiducia presentata da Fdi in Senato contro il ministro Roberto Speranza. E’ quanto si apprende dopo una riunione convocata dal ministro ai Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà con i capigruppo di maggioranza in Senato.
    D’Incà ha riunito la maggioranza alla luce delle tensioni registrate questa mattina nell’Aula di Palazzo Madama sul calendario, con al centro in particolare il braccio di ferro in corso sul ddl Zan. L’idea in maggioranza era comunque mettere in calendario il voto su Speranza al più presto.
    “Non metteremo in difficoltà il governo”. Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, interpellato telefonicamente, risponde sul futuro voto dei senatori leghisti alle tre mozioni di sfiducia al ministro Roberto Speranza, presentate da FdI, Alternativa C’è e Italexit.   

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    Salvini, fiducia in Draghi ma non potevamo votare dl Covid

    Matteo Salvini ha ribadito al premier Mario Draghi la decisione di non votare il decreto Covid assicurando però fiducia nel capo del governo, come si apprende da fonti della Lega.”La Lega non può votare questo decreto – fa sapere il partito – Al di là del coprifuoco, la zona gialla così come l’avete pensata non permette ad esempio di andare in un bar o in un ristorante al chiuso”. E continua: Abbiamo fiducia in te, ma noi lavoriamo al prossimo decreto che entro metà maggio – se i dati continueranno a essere positivi – dovrà consentire il ritorno alla vita e al lavoro per milioni di italiani”. 

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    Dl Covid: terminata la seduta i lavori riprenderanno domani

    E’ terminata la seduta odierna della Camera impegnata da ieri a discutere numerosi emendamenti di FdI sul decreto legge anti-Covid varato a metà marzo dal Cdm. Il documento prevede anche interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena. La discussione proseguirà domani a partire dalle 16.30, il voto finale potrebbe arrivare martedì.