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    Recovery, l'intervento di Draghi IL TESTO

    Signor Presidente, Onorevoli Deputati,Sbaglieremmo tutti a pensare che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pur nella sua storica importanza, sia solo un insieme di progetti tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi, scadenze. Vi proporrei di leggerlo anche in un altro modo. Metteteci dentro le vite degli italiani, le nostre ma soprattutto quelle dei giovani, delle donne, dei cittadini che verranno. Le attese di chi più ha sofferto gli effetti devastanti della pandemia.Le aspirazioni delle famiglie preoccupate per l’educazione e il futuro dei propri figli.Le giuste rivendicazioni di chi un lavoro non ce l’ha o lo ha perso.Le preoccupazioni di chi ha dovuto chiudere la propria attività per permettere a noi tutti di frenare il contagioL’ansia dei territori svantaggiati di affrancarsi da disagi e povertà.La consapevolezza di ogni comunità che l’ambiente va tutelato e rispettato.Ma, nell’insieme dei programmi che oggi presento alla vostra attenzione, c’è anche e soprattutto il destino del Paese. La misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale. La sua credibilità e reputazione come fondatore dell’Unione europea e protagonista del mondo occidentale. Non è dunque solo una questione di reddito, lavoro, benessere, ma anche di valori civili, di sentimenti della nostra comunità nazionale che nessun numero, nessuna tabella potranno mai rappresentare.Dico questo perché sia chiaro che, nel realizzare i progetti, ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune peseranno direttamente sulle nostre vite. Soprattutto su quelle dei cittadini più deboli e sui nostri figli e nipoti. E forse non vi sarà più il tempo per porvi rimedio.Nel presentare questo documento, al quale è strettamente legato il nostro futuro, vorrei riprendere, specie all’indomani della celebrazione del 25 aprile, una testimonianza di uno dei padri della nostra Repubblica. Scriveva Alcide De Gasperi nel 1943:“Vero è che il funzionamento della democrazia economica esige disinteresse, come quello della democrazia politica suppone la virtù del carattere. L’opera di rinnovamento fallirà, se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini disinteressati pronti a faticare e a sacrificarsi per il bene comune.” A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani.
    *Prima di concentrarmi sulla descrizione del Piano, vorrei ringraziarvi per il prezioso lavoro di interlocuzione con Istituzioni e Parti sociali svolto dal Parlamento. La buona riuscita del Piano richiede uno sforzo corale delle diverse istituzioni coinvolte e un dialogo aperto e costruttivoIl Parlamento ha effettuato, con eccezionale rapidità, un ingente lavoro di sintesi delle osservazioni e delle istanze di numerosi enti istituzionali, associazioni di categoria ed esperti che ha contribuito alla fase finale di definizione del Piano. Tale lavoro di sintesi si è affiancato all’intensa collaborazione tra i diversi Ministeri a vario titolo coinvolti nella predisposizione del Piano, un lavoro che ha molto beneficiato dell’azione svolta dal precedente Governo.Ringrazio anche le Regioni, le Provincie e i Comuni, il cui ruolo va oltre queste consultazioni. Gli enti territoriali sono infatti determinanti per la riuscita del Piano.
    *Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha tre obiettivi principali.Il primo, con un orizzonte temporale ravvicinato, risiede nel riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica.La pandemia ci ha colpito più dei nostri vicini europei. Abbiamo raggiunto il numero di quasi 120.000 morti per il Covid-19, a cui si aggiungono i tanti mai registrati.Nel 2020 il PIL è caduto dell’8,9 per cento, l’occupazione è scesa del 2,8 per cento, ma il crollo delle ore lavorate è stato dell’11 per cento, il che dà la misura della gravità della crisi. I giovani e le donne hanno sofferto un calo di occupazione molto superiore alla media, particolarmente nel caso dei giovani nella fascia di età 15-24 anni.Le misure di sostegno all’occupazione e ai redditi dei lavoratori hanno notevolmente attutito l’impatto sociale della pandemia.Tuttavia, l’impatto si è sentito soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione. Tra il 2005 e il 2019, il numero di persone sotto la soglia di povertà assoluta è salito dal 3,3 al 7,7 per cento, per poi aumentare fino al 9,4 per cento nel 2020. Ancora una volta ad essere particolarmente colpiti sono stati donne e giovani e ancora una volta soprattutto nel Mezzogiorno.Con una prospettiva più di medio-lungo termine, il Piano affronta alcune debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico. Infine, le risorse del Piano contribuiscono a dare impulso a una compiuta transizione ecologica.
    *Il Piano è articolato in progetti di investimento e riforme. L’accento sulle riforme è fondamentale.Queste non solo consentono di dare efficacia e rapida attuazione agli stessi investimenti, ma anche di superare le debolezze strutturali che hanno per lungo tempo rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti, soprattutto per i giovani e le donne.Le riforme e gli investimenti sono corredati da obiettivi quantitativi e traguardi intermedi e sono organizzate in sei MissioniI progetti di ciascuna missione mirano ad affrontare tre nodi strutturali del nostro Paese, che costituiscono obiettivi orizzontali dell’intero Piano. Si tratta di colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali. Le risorse fornite attraverso il Dispositivo di ripresa e resilienza della UE sono pari a 191,5 miliardi. Il Governo ha deciso di stanziare ulteriori 30,6 miliardi per il finanziamento di un Piano nazionale complementare da affiancare al dispositivo europeo. Questo piano complementare finanzia progetti coerenti con le strategie del PNRR, che tuttavia eccedevano il tetto di risorse ottenibili dal dispositivo europeo.Il PNRR e il Piano complementare sono stati disegnati in modo integrato: anche i progetti del secondo avranno gli stessi strumenti attuativi.Sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche.Queste includono la linea ferroviaria ad Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria – che diventerà una vera alta velocità – e l’attraversamento di Vicenza relativo alla linea ad Alta Velocità Milano-VeneziaÈ poi previsto il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, utilizzate nell’ambito del dispositivo europeo per il potenziamento dei progetti ivi previsti per 15,5 miliardi.Nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro.A tali risorse, si aggiungono poi quelle rese disponibili dal programma REACT-EU che, come previsto dalla normativa UE, vengono spese negli anni 2021-2023. Si tratta di altri fondi per ulteriori 13 miliardi.Se si tiene conto solo di RRF e del Fondo Complementare, la quota dei progetti ‘verdi’ è pari al 40 per cento del totale. Quella dei progetti digitali il 27 per cento, come indicato dalle regole che abbiamo deciso in Europa.
    Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40 per cento.
    C’è una forte attenzione all’inclusione di genere e al sostegno per i giovani.
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    Il Piano ha effetti significativi sulle principali variabili economiche.
    Nel 2026 il PIL sarà di circa 3,6 punti percentuali superiore rispetto a uno scenario di riferimento che non tiene conto dell’attuazione del Piano.
    Ne beneficia anche l’occupazione che sarà più elevata, di 3,2 punti percentuali rispetto allo scenario base nel triennio 2024-2026.
    Queste stime ipotizzano un’elevata efficienza degli investimenti pubblici effettuati, ma non quantificano l’ulteriore impulso che potrà derivare dalle riforme previste dal Piano e per quanto riguarda l’occupazione femminile e giovanile non tiene conto della clausola di condizionalità trasversale a tutto il Piano.
    L’accelerazione della crescita può essere superiore a quanto riportato nel PNRR se riusciamo ad attuare riforme efficaci e mirate a migliorare la competitività della nostra economia.
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    Il governo del Piano è strutturato su diversi livelli.
    L’attuazione delle iniziative e delle riforme, nonché la gestione delle risorse finanziarie, sono responsabilità dei Ministeri e le autorità locali, che sono chiamati a uno straordinario impegno in termini di organizzazione, programmazione e gestione.
    Le funzioni di monitoraggio, controllo e rendicontazione e i contatti con la Commissione Europea sono affidati al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
    Infine, è prevista una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, con il compito tra l’altro di interloquire con le amministrazioni responsabili in caso di riscontrate criticità nell’attuazione del Piano.
    Voglio sottolineare l’importante ruolo svolto da Regioni ed Enti locali nell’ambito dell’attuazione del Piano.
    Sono infatti responsabili della realizzazione di quasi 90 miliardi di investimenti, circa il 40 percento del totale, in particolare con riferimento alla transizione ecologica, all’inclusione e coesione sociale e alla salute.
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    La prima Missione riguarda i temi della Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura.
    Nel complesso, le risorse destinate a questa Missione sono quasi 50 miliardi, di cui 41 finanziate con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, pari al 27% delle risorse totali del Piano.
    L’obiettivo principale è promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese.
    Abbiamo scelto di investire nella crescita dimensionale delle nostre imprese e in filiere ad alta tecnologia
    Una particolare attenzione va poi a turismo e cultura.
    È facile quando si parla di digitale, parlare di fibra, di cloud, di 5G, di identità digitale, di telemedicina e delle molte altre tecnologie sulle quali proponiamo di investire.
    In realtà dobbiamo ricordare per cosa la trasformazione digitale è essenziale per il nostro Paese.
    Noi vogliamo che dal 2027 le nostre ragazze e ragazzi possano avere accesso alle migliori esperienze educative, ovunque esse siano in Italia.
    Vogliamo che i nostri imprenditori, piccoli e grandi, possano lanciare e far crescere le loro attività rapidamente e efficientemente.
    Vogliamo permettere alle donne imprenditrici di realizzare i loro progetti.
    Vogliamo che i lavoratori e le lavoratrici continuino ad acquisire le competenze per le professioni di oggi e di domani.
    Vogliamo che le persone più sole o vulnerabili possano esser assistite dagli operatori sanitari, dai volontari e dai loro famigliari nel miglior e più tempestivo modo possibile.
    Vogliamo che le pubbliche amministrazioni e i loro servizi siano accessibili senza ostacoli, senza costi e senza inutile spreco di tempo.
    Vogliamo insomma accelerare l’adozione della tecnologia – nel pubblico, nel privato e nelle famiglie – per dare alla fine del quinquennio 2021-26 eque opportunità a tutti.
    In particolare a giovani, donne e a chi vive in territori meno connessi.
    Per il rilancio della cultura e del turismo, due settori chiave per l’Italia anche per il loro significato identitario, una prima linea di azione riguarda interventi di valorizzazione di siti storici e culturali, volti a migliorare la capacità attrattiva, la sicurezza e l’accessibilità dei luoghi.
    Gli interventi sono dedicati non solo ai cosiddetti “grandi attrattori”, ma anche alla tutela e alla valorizzazione dei siti minori.
    Si aggiungono misure per una riqualificazione ambientalmente sostenibile delle strutture e dei servizi turistici, che fanno leva anche sulle nuove tecnologie.
    Il Piano non trascura il fatto che il rafforzamento della digitalizzazione e la spinta all’innovazione devono essere realizzati in maniera sinergica tra settori e aree di intervento.
    Molte misure di cui dirò più avanti relativamente ad altre Missioni, ad esempio relativamente a Istruzione e Ricerca o Sanità, completano la strategia del Governo in questa area.*
    La seconda Missione, denominata Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, si occupa dei grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento.
    Essa è particolarmente importante per l’Italia, che è maggiormente esposta a rischi climatici rispetto ad altri Paesi.
    La missione migliora la sostenibilità del sistema economico e assicura una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero.
    La dotazione complessiva di questa missione è la più cospicua tra le 6 proposte (quasi 70 miliardi, di cui 60 finanziati con il Dispositivo europeo).
    Vi sono inoltre investimenti a supporto della transizione ecologica anche in altre Missioni.
    La Missione prevede misure per migliorare la gestione dei rifiuti e per l’economia circolare, rafforza le infrastrutture per la raccolta differenziata, e ammoderna o sviluppa nuovi impianti di trattamento rifiuti.
    Per raggiungere la progressiva decarbonizzazione, sono previsti interventi per incrementare significativamente l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, per il rafforzamento delle reti e per una mobilità più sostenibile.
    Vi è un significativo sforzo per promuovere l’efficientamento energetico di edifici pubblici e privati.
    Per il Superbonus al 110 per cento sono previsti, tra PNRR e Fondo complementare, oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c’è alcun taglio.
    La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari (Iacp). È un provvedimento importante per il settore delle costruzioni e per l’ambiente.
    Per il futuro, il Governo si impegna a inserire nel Disegno di Legge di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e sicurezza degli edifici.
    Inoltre, nella missione, non sono stati trascurati i temi della sicurezza del territorio, con interventi di prevenzione e di ripristino a fronte di significativi rischi idrogeologici, della salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, e quelli relativi all’eliminazione dell’inquinamento delle acque e del terreno, e alla disponibilità di risorse idriche.
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    La Missione 3 dispone una serie di investimenti finalizzati allo sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale, sostenibile e interconnessa.
    Nel complesso a questa finalità sono allocati oltre 31 miliardi.
    Gran parte delle risorse è destinata all’ammodernamento e al potenziamento della rete ferroviaria.
    Si prevede il completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità (per una spesa stimata in 13,2 miliardi), l’integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e la messa in sicurezza dell’intera rete.
    Vi sono poi interventi per la digitalizzazione del sistema della logistica, per migliorare la sicurezza di ponti e viadotti, e misure per innalzare la competitività, capacità e produttività dei porti italiani.
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    La Missione 4, Istruzione e Ricerca, incide su fattori indispensabili per un’economia basata sulla conoscenza.
    Oltre ai loro risvolti benefici sulla crescita, tali fattori sono determinanti anche per l’inclusione e l’equità.
    I progetti proposti intendono rafforzare il sistema educativo lungo tutto il percorso di istruzione, sostenere la ricerca e favorire la sua integrazione con il sistema produttivo.
    Gli interventi principali riguardano:
    Il miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione, a partire dal rafforzamento dell’offerta di asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia.
    Lo sviluppo e il rafforzamento dell’istruzione professionalizzante.
    I processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti.
    Il potenziamento e l’ammodernamento delle infrastrutture scolastiche, ad esempio con il cablaggio interno di circa 40.000 edifici scolastici
    La riforma e l’ampliamento dei dottorati.
    Il rafforzamento della ricerca e la diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese.
    Il sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico.
    Alla Missione 4 sono destinati quasi 32 miliardi, di cui uno finanziato con risorse nazionali tramite il Fondo complementare, e 31 con il Dispositivo europeo.
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    La quinta Missione è destinata alle politiche attive del lavoro e della formazione, all’inclusione sociale e alla coesione territoriale.
    I fondi destinati a questi obiettivi superano nel complesso i 22 miliardi. Ulteriori 7,3 miliardi di interventi beneficeranno delle risorse di REACT-EU.
    Sono previsti investimenti in attività di formazione e riqualificazione dei lavoratori. Si prevede l’introduzione di una riforma organica e integrata in materia di politiche attive e formazione, nonché misure specifiche per favorire l’occupazione giovanile.
    Sono introdotte misure a sostegno dell’imprenditorialità femminile e un sistema di certificazione della parità di genere che accompagni e incentivi le imprese ad adottare politiche adeguate a ridurre il gap di genere.
    Si è scelto poi di destinare importanti risorse alle infrastrutture sociali funzionali alla realizzazione di politiche a sostegno delle famiglie, dei minori, delle persone con gravi disabilità e degli anziani non autosufficienti.
    A queste si affiancano misure per la riqualificazione dei tessuti urbani più vulnerabili (periferie, aree interne del Paese) e interventi di potenziamento dell’edilizia residenziale pubblica e di housing temporaneo e sociale.
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    La Missione 6 riguarda la Salute, un settore critico, che ha affrontato sfide di portata storica nell’ultimo anno.
    La pandemia da Covid-19 ha confermato il valore universale della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale e la rilevanza macro-economica dei servizi sanitari pubblici.
    Le riforme e gli investimenti proposti con il Piano in quest’area hanno due obiettivi principali: rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio e modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario, al fine di garantire un equo accesso a cure efficaci.
    La dotazione per questa missione è complessivamente di 18,5 miliardi, di cui 15,6 relativamente a finanziamenti RFF e 2,9 di risorse nazionali.
    Il miglioramento delle prestazioni erogate sul territorio è perseguito attraverso il potenziamento e la creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.
    A queste misure si affiancano progetti per il rinnovamento e l’ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti; per il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico; per una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza.
    Rilevanti risorse sono destinate inoltre alla ricerca scientifica e a favorire il trasferimento tecnologico, oltre che a rafforzare le competenze e il capitale umano del Servizio Sanitario Nazionale.
    Nel più generale ambito sociosanitario, introduciamo un’importante riforma per la non autosufficienza, con l’obiettivo primario di offrire risposte ai problemi degli anziani.
    Questa misura affronta in maniera coordinata i diversi bisogni che scaturiscono dalle conseguenze dell’invecchiamento.
    Vogliamo che i nostri anziani possano essere messi in condizione di mantenere o riguadagnare la massima autonomia possibile, in un contesto il più possibile de-istituzionalizzato.
    Dopo le sofferenze e le paure di questi mesi di pandemia, non possiamo dimenticarci di loro.
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    Vediamo ora l’impatto del Piano su donne, giovani e sud.
    Eliminare gli ostacoli che limitano la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è fondamentale per la ripresa dell’Italia.
    Il Piano interviene sulle molteplici dimensioni del divario di genere e si inserisce nel percorso di riforma avviato con il Family Act. Il Governo intende lanciare entro il primo semestre 2021 la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026.
    Il PNRR sviluppa le priorità di questa Strategia nazionale e le articola in un ampio programma.
    4,6 miliardi sono dedicati a costruire nuovi asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia.
    Quasi un miliardo va a finanziare l’estensione del tempo pieno nelle scuole primarie per permettere alle famiglie – e alle madri in particolare – di conciliare meglio la loro vita professionale e lavorativa.
    Il Piano prevede 400 milioni per favorire l’imprenditorialità femminile, e stanzia oltre 1 miliardo per la promozione delle competenze in ambito tecnico-scientifico, soprattutto per le studentesse.
    Infine, grazie all’azione di questo Parlamento, l’assegno unico diventerà lo strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno alle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino ad oggi vigenti.
    È una riforma che rappresenta un cambio di paradigma nelle politiche per la famiglia e a sostegno della natalità.
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    Un Piano che guarda alle prossime generazioni deve infatti riconoscere la nostra realtà demografica.
    Siamo uno dei paesi con la più bassa fecondità in Europa: meno di 1,3 figli per ciascuna donna contro quasi 1,6 della media Ue.
    Per mettere i nostri giovani nella condizione di formare una famiglia, dobbiamo rispondere a tre loro richieste: un welfare adeguato, una casa e un lavoro sicuro.
    Oltre al piano agli asili nido, di cui ho già parlato, i giovani beneficiano dalle misure per le infrastrutture sociali e le case popolari.
    E in un prossimo decreto, di imminente approvazione, sono previsti altre risorse per aiutare i giovani a contrarre un mutuo per acquistare una casa.
    Sarà possibile non pagare un anticipo, grazie all’introduzione di una garanzia statale.
    1,8 miliardi vanno ad accrescere la competitività delle imprese turistiche, di cui una parte importante è destinata a incentivare la creazione di nuove imprese da parte di chi ha meno di 35 anni.
    Potenziamo il “Servizio Civile Universale” per i giovani tra i 18 e i 28 anni, al quale destiniamo 650 milioni per il periodo 2021-2023.
    Si tratta di una forma di cittadinanza attiva che è, allo stesso tempo, uno strumento di formazione e un motore di inclusione e coesione sociale.
    I giovani possono orientarsi rispetto allo sviluppo della propria vita professionale e, allo stesso tempo, rendere un servizio nobile alla propria comunità e all’Italia.
    Sempre per i giovani, investiamo 600 milioni di euro per rafforzare il sistema duale e rendere i sistemi di istruzione e formazione più in linea con il mercato del lavoro.
    Questo intervento agevola l’occupazione giovanile e allo stesso tempo viene incontro alle esigenze delle imprese in termini di competenze.
    Tra le altre misure legate all’istruzione, ribadiamo la centralità dello sport nel percorso formativo dei ragazzi e delle ragazze.
    Il Piano dedica un miliardo alle strutture sportive per i giovani, in parte dedicato a nuove palestre e attrezzature sportive nelle scuole, in parte a rafforzare il ruolo dello sport come strumento di inclusione sociale e di contrasto alla marginalizzazione.
    Più in generale, i giovani saranno tra i principali beneficiari di tutto il Piano. Gli investimenti e le riforme sulla transizione ecologica creeranno principalmente occupazione giovanile.
    La creazione di opportunità per i giovani nel mondo del lavoro sarà anche l’effetto naturale degli interventi sulla digitalizzazione che, tra l’altro, consentiranno di completare la connettività delle scuole.
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    Il Piano prevede una specifica attenzione per le persone con disabilità, nell’ambito degli interventi per ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado.
    Gli interventi per la mobilità, il trasporto pubblico locale e le linee ferroviarie favoriscono il miglioramento e l’accessibilità di infrastrutture e servizi per tutti i cittadini.
    È previsto un investimento straordinario sulle infrastrutture sociali, nonché sui servizi sociali e sanitari di comunità e domiciliari, per migliorare l’autonomia delle persone con disabilità.
    Il miglioramento di servizi sanitari sul territorio favorisce un accesso realmente universale alla sanità pubblica.
    Si prevede, infine, di introdurre la Legge Quadro sulle disabilità per semplificare l’accesso ai servizi e i meccanismi di accertamento della disabilità.
    Nel corso dell’attuazione del Piano, l’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità monitorerà che le riforme proposte siano adeguatamente inclusive.
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    La crescita del Mezzogiorno rappresenta l’altro aspetto prioritario trasversale al Piano.
    Il potenziale del sud in termini di sviluppo, competitività e occupazione è tanto ampio quanto è grande il suo divario dal resto del Paese.
    Non è una questione di campanili: se cresce il sud, cresce anche l’Italia.
    Più del 50 per cento del totale degli investimenti in infrastrutture – soprattutto l’alta velocità ferroviaria e il sistema portuale – è diretto al sud.
    Gli interventi su economia circolare, transizione ecologica, mobilità sostenibile e tutela del territorio e della risorsa idrica destinano al Mezzogiorno 23 miliardi.
    A questi investimenti si accompagnano la riforma delle Zone economiche speciali e un robusto finanziamento della loro dotazione infrastrutturale, pari a oltre 600 milioni.
    Stimiamo che l’incremento complessivo del PIL del Mezzogiorno negli anni 2021-2026 sarà pari a quasi 1,5 volte l’aumento del PIL nazionale.
    L’obiettivo è rendere il Mezzogiorno un luogo di attrazione di capitali privati e di imprese innovative.
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    Come dicevo, il PNRR non è soltanto un piano di investimenti, ma anche e soprattutto di riforme.
    La riforma della giustizia affronta i nodi strutturali del processo civile e penale.
    Nonostante i progressi degli ultimi anni, permangono ritardi eccessivi.
    In media sono necessari oltre 500 giorni per concludere un procedimento civile in primo grado, a fronte dei circa 200 in Germania.
    Il Piano rivede l’organizzazione degli uffici giudiziari e crea l’Ufficio del processo, una struttura a supporto del magistrato nella fase “conoscitiva” della causa.
    Nel campo della giustizia civile si semplifica il rito processuale in primo grado e in appello, e si dà definitivamente attuazione al processo telematico, come richiesto nei mesi scorsi dal Senato.
    Il Governo intende ridurre l’inaccettabile arretrato presente nelle aule dei tribunali, e creare i presupposti per evitare che se ne formi di nuovo.
    Questo è uno degli impegni più importanti ed espliciti che abbiamo preso verso l’Unione europea.
    L’obiettivo finale che ci proponiamo è ambizioso, ridurre i tempi dei processi del 40 per cento per il settore civile e almeno del 25 per cento per il penale.
    Vogliamo un sistema giudiziario strutturalmente più efficiente ed elevare la qualità della risposta del sistema.
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    La seconda riforma di sistema riguarda la Pubblica amministrazione, sulla cui capacità di rispondere in modo efficiente ed efficace incidono diversi fattori
    Tra questi: la stratificazione normativa, la limitata e diseguale digitalizzazione, lo scarso investimento nel capitale umano dei dipendenti, l’assenza di ricambio generazionale e di aggiornamento delle competenze.
    La riforma interviene su quattro ambiti principali:
    Assunzioni e concorsi, mediante una razionalizzazione delle procedure di assunzione e una programmazione degli organici mirata a fornire servizi efficienti a imprese e cittadini.
    Buona amministrazione, grazie a una semplificazione del quadro normativo e procedurale.
    Rafforzamento delle Competenze, tramite una revisione dei percorsi di carriera, la formazione continua del personale e lo sviluppo professionale.
    La Digitalizzazione, con investimenti in tecnologia, la creazione di unità dedicate alle semplificazione dei processi e la riorganizzazione degli uffici.
    Inoltre, entro maggio presentiamo un decreto che interviene con misure di carattere prevalentemente strutturale volte a favorire l’attuazione del PNRR e del Piano complementare.
    Oltre a importanti semplificazioni negli iter di attuazione e di valutazione degli investimenti in infrastrutture, si procede a una semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni.

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    Il Piano vuole anche impegnare Governo e Parlamento a una continuativa e sistematica opera di abrogazione e modifica delle norme che frenano la concorrenza, creano rendite di posizione e incidono negativamente sul benessere dei cittadini.
    Questi principi sono essenziali per la buona riuscita del Piano: dobbiamo impedire che i fondi che ci accingiamo a investire finiscano soltanto ai monopolisti.
    A questo fine assume un ruolo cruciale la Legge annuale sulla concorrenza – prevista nell’ordinamento nazionale dal 2009, ma realizzata solo una volta nel 2017.
    Intendiamo varare norme volte ad agevolare l’attività d’impresa in settori strategici come le reti digitali e l’energia.Alcune di queste norme sono già individuate nel Piano, ad esempio il completamento degli obblighi di gara per i regimi concessori oppure la semplificazione delle autorizzazioni per la realizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti.
    Il Governo si impegna a mitigare gli effetti negativi che alcune di queste misure potrebbero produrre, rafforzando i meccanismi di regolamentazione e la protezione sociale.
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    Devo ringraziare questo Parlamento per l’impulso politico che anima tutto il Piano: l’attenzione a ambiente, giovani, donne, mezzogiorno che informa ogni intervento è prima di tutto frutto della vostra azione.
    Sono certo che riusciremo ad attuare questo Piano. Sono certo che l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti.
    Questa certezza non è sconsiderato ottimismo, ma fiducia negli Italiani, nel mio popolo, nella nostra capacità di lavorare insieme quando l’emergenza ci chiama alla solidarietà, alla responsabilità.
    È con la fiducia che questo appello allo spirito repubblicano verrà ascoltato, e che si tradurrà nella costruzione del nostro futuro, che presento oggi questo Piano al Parlamento.

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    Scontro in maggioranza sul coprifuoco. Salvini: 'Non siamo al governo per fare scena muta'

    L’Italia riapre ma nel governo è ancora scontro sul coprifuoco, con il botta e risposta ieri tra il segretario del Pd Enrico Letta e il leader della Lega Matteo Salvini, l’ultimo segnale delle tensioni nella maggioranza che già martedì è chiamata ad una verifica: in aula alla Camera si voterà un’ordine del giorno con il quale Fratelli d’Italia chiede di abolire la misura, “che non limita la pandemia ma la libertà”, e incalza proprio l’ex alleato: “non esiste il dono dell’ubiquità politica”.  “Le mozioni prima le leggo, poi le commento,lasciano il tempo che trovano. Se si apre o se si chiude lo decide il governo, non gli ordini del giorno”, dice il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando con i giornalisti prima di pranzare al Bar Bianco a Milano, sull’odg presentato da Fdi. Ma il leader Dem lo incalza: “Ho visto che Salvini sta su questi temi con una campagna che va oltre la legittima e normale discussione politica in cui ognuno abbia verso gli alleati un atteggiamento di comprensione. Ma quando firma una petizione, poi Meloni lo prende sul serio e presenta un ordine del giorno in Parlamento per abolire il coprifuoco. Vedremo cosa voterà Salvini”, ha detto il segretario del Pd Enrico Letta a Radio Immagina.
    Salvini si schiera inoltre con Gelmini: “Non puoi dire a un barista o a un ristoratore ‘torna a lavorare a cena, ma alle 21.59 fai alzare chi si sta bevendo il caffè’. Il buonsenso va oltre il decreto e quindi se c’è un decreto che prevede il lavoro anche la sera, lasciamo lavorare questa gente che se lo merita”, dice il leader della Lega parlando con i giornalisti prima di pranzare in un noto locale all’interno del Parco Sempione di Milano, a proposito della querelle nel governo tra il ministro di Forza Italia agli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, e il sottosegretario all’Interno grillino Carlo Sibilia, sull’orario del coprifuoco. 
    “Lo dico al segretario del Pd – dice chiamando in causa nuovamente Enrico Letta con il quale ieri aveva avuto un botta e risposta – noi siamo leali, fedeli sostenitori di Draghi e, quindi, chiediamo che la scienza valga sia quando si chiude che quando si apre. Non siamo qua per litigare, stiamo lavorando al corretto utilizzo dei fondi europei. Ci siamo, noi siamo al governo non per fare scena muta ma per portare le nostre idee. E io penso che Draghi abbia bisogno di chi gli porta il contatto con la realtà”. “Non ha più senso scientifico, medico, sanitario, morale, culturale e sociale chiudere in casa 60 milioni di italiani in casa dopo le 22. Non è un capriccio della Lega, lo chiedono tanti sindaci, governatori e imprenditori, anche del Pd. L’obiettivo della Lega è portare l’intero governo entro i prossimi giorni a stabilire che con protocolli di sicurezza tutti hanno diritto di tornare al lavoro sia al chiuso che all’aperto e che quella gente può farsi due passi anche alle 22.30” ha aggiunto.
    “Nella Conferenza dei presidenti di Regione è uso procedere all’unanimità, io ho detto pubblicamente che la regola del coprifuoco alle 22 andava rispettata. Concordo con il giusto richiamo di Letta, è inaccettabile che una parte della maggioranza di governo raccolga firme contro il governo stesso”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti a Rai News24 parlando della Lega e di Matteo Salvini. “E’ un atteggiamento non corretto che mina la credibilità di chi lo fa. Se si prende una decisione non si raccolgono le firme contro le decisioni prese, è l’abc, anche quando si fa una gita tra amici”, ha aggiunto.
    “Mi auguro che la Lega sia una forza seria. Ha un atteggiamento assolutamente strumentale, è ossessionata di non scomparire e non pensa al bene del Paese”, ha concluso.
       

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    25 Aprile: Segre, quanto accaduto può tornare a minacciarci

    (ANSA) – SANT’ANNA DI STAZZEMA (LUCCA), 25 APR – “Come ci ammoniva Primo Levi non bisogna mai abbassare la guardia: ciò che accaduto può sempre tornare a minacciarci, anche se in forme nuove e subdole. Per questo nei mesi scorsi ho appoggiato la proposta di legge di iniziativa popolare promossa proprio” dal Comune di Stazzema (Lucca) “contro ogni forma di propaganda e per il divieto di linguaggi, simboli, manifestazioni del fascismo”. Questo un passaggio del messaggio inviato dalla senatrice a vita Liliana Segre al Comune di Stazzema per la cerimonia del 25 aprile oggi a Sant’Anna, luogo dell’eccidio nazifascista del 12 agosto 1944.    Il biennio “1944-1945 – afferma Liliana Segre – copre un arco di tempo dei più tragici della storia dell’umanità ma include anche la finale vittoria delle forze antifasciste e l’apertura di una stagione nuova per Italia e per il mondo” E la città martire di Sant’Anna, “luogo simbolo della tragedia del ‘900”, è anche un “luogo cruciale della nostra memoria proprio perchè tiene insieme i due estremi: una strage orrenda di uomini, donne, bambini, a opera dei nazisti e dei collaborazionisti fascisti e invece una resistenza che saldamente legata al territorio con tenacia e coraggio portò avanti la sua missione fino alla liberazione. Istituzioni come il Parco della pace e il Museo storico della Resistenza hanno appunto la funzione morale non solo di serbare la memoria ma anche di promuovere cittadine e cittadini sempre più consapevoli, aperti e tolleranti”.    (ANSA).   

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    Il Recovery trasmesso in Parlamento, 'intervento epocale'

    Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato trasmesso alle Camere in vista delle comunicazioni del premier Mario Draghi, previste domani. Il testo, di 337 pagine, è visibile sul sito di Montecitorio. 
    “Si tratta di un intervento epocale, che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale. Il Piano ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il Mezzogiorno e contribuisce in modo sostanziale a favorire l’inclusione sociale e a ridurre i divari territoriali”. E’ quanto si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. 
    “La governance del Piano prevede una responsabilità diretta dei ministeri e delle amministrazioni locali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati, e per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi sul Recovery Plan -. È previsto un ruolo significativo degli enti territoriali, a cui competono investimenti pari a oltre 87 miliardi di euro. Il Ministero dell’economia e delle finanze monitora e controlla il progresso nell’attuazione di riforme e investimenti e funge da unico punto di contatto con la Commissione Europea.”
    “La quarta missione del Pnrr, “Istruzione e Ricerca”, stanzia complessivamente 31,9 miliardi di euro – di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo. Il suo obiettivo è rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico”, spiega Palazzo Chigi. “Il Piano investe negli asili nido, nelle scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia. Crea 152.000 posti per i bambini fino a 3 anni e 76.000 per i bambini tra i 3 e i 6 anni. Il Governo investe nel risanamento strutturale degli edifici scolastici, con l’obiettivo di ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000 metri quadri. Inoltre, si prevede una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea, ad esempio con l’aggiornamento della disciplina dei dottorati e un loro aumento di circa 3.000 unità. Si sviluppa l’istruzione professionalizzante e si rafforza la filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico”, si spiega nel comunicato.
    La missione “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, stanzia complessivamente 68,6 miliardi – di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo. Così una nota di Palazzo Chigi dopo l’invio alle Camere del Recovery Plan. Il Piano prevede “investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi come il 65 per cento di riciclo dei rifiuti plastici e il 100 per cento di recupero nel settore tessile”. Sul fronte delle “infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15 per cento”.
    “La quinta missione del Pnrr, “Inclusione e Coesione”, “stanzia complessivamente 22,4 miliardi – di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo. Il suo obiettivo è facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale. Il Governo investe nello sviluppo dei centri per l’impiego e nell’imprenditorialità femminile, con la creazione di un nuovo Fondo Impresa Donna”. “Si rafforzano i servizi sociali e gli interventi per le vulnerabilità, ad esempio con interventi dei Comuni per favorire una vita autonoma alle persone con disabilità. Sono previsti investimenti infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali e interventi di rigenerazione urbana per le periferie delle città metropolitane”, si spiega.
    “La sesta missione del Pnrr,”Salute”, stanzia complessivamente 18,5 miliardi, di cui 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo. Il suo obiettivo è rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure”, spiega ancora Palazzo Chigi. “Il Piano investe nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio e attiva 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità. Si potenzia l’assistenza domiciliare per raggiungere il 10 per cento della popolazione con più di 65 anni, la telemedicina e l’assistenza remota, con l’attivazione di 602 Centrali Operative Territoriali. Il Governo investe nell’aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzatture per diagnosi e cura, con l’acquisto di 3.133 nuove grandi attrezzature, e nelle infrastrutture ospedaliere, ad esempio con interventi di adeguamento antisismico. Il Piano rafforza l’infrastruttura tecnologica per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati, inclusa la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico”, si spiega.
    La prima missione, “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, stanzia complessivamente 49,2 miliardi – di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo. Gli obiettivi della missione sono “promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura”. Gli investimenti previsti nel piano assicurano la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese. In particolare, portano la connettività a 1 Gbps in rete fissa a circa 8,5 milioni di famiglie e a 9.000 edifici scolastici che ancora ne sono privi, e assicurano connettività adeguata ai 12.000 punti di erogazione del Servizio Sanitario Nazionale. Viene avviato anche un Piano Italia 5G per il potenziamento della connettività mobile in aree a fallimento di mercato. Il Piano prevede incentivi per l’adozione di tecnologie innovative e competenze digitali nel settore privato, e rafforza le infrastrutture digitali della pubblica amministrazione, ad esempio facilitando la migrazione al cloud. Per turismo e cultura, sono previsti interventi di valorizzazione dei siti storici e di miglioramento delle strutture turistico-ricettive.
    “La riforma della giustizia interviene sull’eccessiva durata dei processi e intende ridurre il forte peso degli arretrati giudiziari. Il Piano prevede assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di casi pendenti e rafforza l’Ufficio del Processo. Sono previsti interventi di revisione del quadro normativo e procedurale, ad esempio un aumento del ricorso a procedure di mediazione e interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo”, si spiega nel comunicato di palazzo Chigi sul Recovery Plan.
    “Il Pnrr contribuisce a ridurre il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. L’impatto complessivo del Pnrr sul Pil nazionale fino al 2026 è stimato in circa 16 punti percentuali. Per il sud, l’impatto previsto è di circa 24 punti percentuali.” 
    “E’ giustificato che nel dare questa quantità di soldi l’Ue stabilisca un rapporto di serietà con i Paesi, che non riguarda solo noi. La Germania no, perché non prende quei soldi, perché non ha avuto la crisi nostra, in parte li mette. L’Ue stabilisce dei criteri e dei meccanismi, e io sono contento, perché oggi governa Draghi, che è bene che sia puntuto, ma il negoziato è naturale”, ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, a ‘In mezz’ora in più’, su Rai 3. “E’ meglio che il negoziato avvenga prima che dopo”.

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    25 Aprile: presidente Anpi, tempo di un nuovo antifascismo

    (ANSA) – MILANO, 25 APR – Milano ha celebrato il giorno della
    Liberazione con una cerimonia che si è tenuta alla Loggia dei
    Mercanti, luogo simbolo della Resistenza milanese dove sono
    incisi su delle lastre i nomi dei partigiani e dei combattenti
    per la libertà. “Un altare laico della Resistenza”, come lo ha
    definito Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi, che
    in apertura del suo discorso ha voluto ricordare due donne, la
    cantante Milva “che è stata una antifascista straordinaria”
    appena scomparsa e la ex presidente di Anpi, Carla Nespolo
    scomparsa lo scorso anno.
    “Oggi più che mai è il tempo di un nuovo anti fascismo: uniti
    contro ogni ritorno al passato, per rinascere, per una
    democrazia sempre più larga che sradichi diseguaglianza,
    disoccupazione, povertà – ha aggiunto -. È questa la voce che
    sentiamo ancora tutti dei partigiani”. I valori “che ricordano
    ogni anti fascista non sono mai stati così attuali. La libertà e
    la giustizia sociale, la democrazia e la solidarietà, la pace e
    la fratellanza – ha proseguito -. Oggi davanti alla tragedia
    della pandemia, davanti al disastro di centinaia di migliaia di
    famiglie che si trovano senza lavoro e senza reddito bisogna
    reagire, come reagirono loro nella più drammatica situazione del
    tallone di ferro nazi fascista, dei bombardamenti, delle
    persecuzioni. E reagire vuol dire trovare sempre la via, come
    fecero i partigiani perché il futuro non sia visto come una
    minaccia ma come una promessa”. (ANSA).   

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    25 Aprile, Draghi: 'Via Tasso luogo simbolo, giovani lo visitino'

    Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, insieme al ministro della Cultura, Dario Franceschini e accompagnato dal presidente del museo Antonio Parisella ha visitato – prima del suo intervento in occasione del 25 Aprile – i tre piani del museo storico della Liberazione di via Tasso, a Roma. In particolare il premier ha visto la sede del Servizio di sicurezza e della polizia di sicurezza tedeschi; la cella dove furono tenuti prigionieri Giuliano Vassalli e il tenente Arrigo Paladini e dove si trovano le testimonianze documentali dei prigionieri detenuti a via Tasso e uccisi alle Fosse Ardeatine e a Forte Bravetta e quelle del carcere di via Tasso. Al termine della visita, Draghi ha ascoltato la testimonianza di Modestino De Angelis, figlio di Gerardo De Angelis imprigionato in via Tasso e poi ucciso alle Fosse Ardeatine e, dopo un intervento, prima di lasciare il museo, firmerà il libro d’onore del museo.
    “Questo è un luogo simbolo della nostra memoria nazionale. Via Tasso evoca, anche nei ricordi familiari, l’orrore dell’occupazione nazista, la ferocia delle dittature. Nel momento in cui anche i musei riaprono, mi auguro che, con le necessarie precauzioni, molti giovani abbiano l’opportunità di visitare queste stanze, di conoscere le storie di tanti combattenti per la libertà che qui sono stati torturati e uccisi, di capire fino in fondo il senso del loro sacrificio. E di comprendere che, senza il loro coraggio, oggi non avremmo le libertà e diritti di cui godiamo”, ha detto il premier intervenendo al Museo Storico della Liberazione.
    ”Con il presidente Draghi che ha scelto di ricordare il 25 aprile al Museo storico della liberazione di Via Tasso. Un gesto simbolico fortissimo e un discorso pieno di valori per ricordare il 25 aprile”, ha scritto su twitter il ministro della Cultura Dario Franceschini postando una foto del discorso del presidente del Consiglio. Mario Draghi, insieme allo stesso Franceschini e accompagnato dal presidente del museo Antonio Parisella ha visitato – prima del suo intervento in occasione del 25 Aprile – i tre piani del museo storico della Liberazione di via Tasso, a Roma.   

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    Papa: 'Migranti morti in mare, è il momento della vergogna'

    “Vi confesso che sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nei giorni scorsi nel Mediterraneo: 130 migranti sono morti in mare. Sono persone, sono vite umane che per due giorni interi hanno implorato invano aiuto: un aiuto che non è arrivato”. Così il Papa al Regina Caeli. “Fratelli e sorelle, interroghiamoci tutti su questa ennesima tragedia. E’ il momento della vergogna! Preghiamo per questi fratelli e sorelle e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi. Anche preghiamo per coloro che possono aiutare, ma preferiscono guardare da un’altra parte. Preghiamo in silenzio per loro”.
    “Per favore, allontanatevi dalla vanità, dall’orgoglio dei soldi: il diavolo entra dalle tasche, pensate questo”. Così il Papa ai nove sacerdoti ordinatiin San Pietro. “Siate poveri, come povero è il santo popolo fedele di Dio – ha detto nell’omelia -. Poveri che amano i poveri. Non siate arrampicatori. La carriera ecclesiastica… così diventi funzionario, e quando il sacerdote entra a fare l’imprenditore, della parrocchia, del collegio, perde quella vicinanza al popolo, perde quella povertà che lo assomiglia a Cristo povero e crocifisso, e diventa imprenditore, sacerdote imprenditore, non servitore”.

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    25 Aprile: Decaro,seconda volta difficile parlare di Libertà

    (ANSA) – BARI, 25 APR – “Buona festa della Liberazione a
    tutta Italia. Il secondo 25 aprile in cui è difficile parlare di
    Libertà. Tutti oggi ce ne sentiamo privati. Ma in questa
    giornata abbiamo il dovere di ricordare chi ha lottato per
    liberare il nostro Paese. Con la speranza che presto anche noi
    potremo liberarci delle paure che accompagnano questo periodo.   
    Per tornare a sperare e a guardare al futuro”. E’ il messaggio
    che il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro ha
    pubblicato su facebook in occasione della festa della
    Liberazione.   
    Decaro questa mattina insieme al prefetto di Bari , Antonia
    Bellomo, e al presidente provinciale dell’Anpi Ferdinando
    Pappalardo, ha deposto una corona di fiori ai piedi della lapide
    commemorativa dei caduti partigiani affissa sulla facciata
    esterna del Palazzo di Città. si è poi spostato sotto
    l’adiacente colonnato del teatro Piccinni dove una cantante ha
    eseguito una versione di ‘Bella ciao’ accompagnata da un
    fisarmonicista. (ANSA).