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    Venezia verso l'addio alle Grandi navi. In Senato il primo ok

    Quando ci sarà veramente l’addio definitivo delle grandi navi a Venezia? Oggi con il via libera del Senato al decreto Trasporti è stato infatti compiuto solo un primo passo per vietare l’accesso in Laguna ai temibili ‘mostri del mare’. Troppo timido è il parere di molti. Il testo, che passerà ora all’esame della Camera, stabilisce che l’approdo delle Grandi Navi alla Serenissima sarà possibile solo fuori dalle acque protette della Laguna. Dà inoltre sessanta giorni di tempo all’autorità portuale del mare Adriatico settentrionale per bandire “un concorso di idee” per proposte di fattibilità tecnica ed economica per realizzare questi punti di attracco. Il problema è che, almeno per ora, non vengono specificati i tempi di realizzazione. Ha provato a spiegarlo il senatore Gregorio De Falco in Aula: “non abbiamo certezza che tra cento anni le navi non siano ancora lì”, ma il suo emendamento, che invitava ad “esaminare almeno i progetti esistenti senza buttare tutto il lavoro già fatto”, è stato bocciato.
    Il cosiddetto decreto Grandi navi, che contiene anche norme per l’organizzazione dei servizi di collegamento marittimo pubblico con le isole maggiori e minori e il differimento dal 31 marzo al 30 settembre 2021 per le procedure telematiche per il rilascio del Duc (documento unico di circolazione) per i veicoli iscritti al pubblico registro automobilistico, è passato con il sostegno di tutti i gruppi, fatta eccezione per Fratelli d’Italia che ha optato per “un’astensione responsabile”.
    L’accordo a Palazzo Madama si è avuto nonostante già ieri in commissione Trasporti tutti gli emendamenti siano stati respinti. Sulla possibilità di apportare eventuali migliorie il relatore, Mauro Coltorti (M5s), e il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Teresa Bellanova, hanno assicurato che le proposte respinte per estraneità di materia saranno riprese in altri provvedimenti come il dl in discussione in Consiglio dei ministri.
    Molte le critiche mosse in Aula del Senato. La senatrice Gelsomina Vono di Italia viva ha sottolineato che il no alle modifiche “toglie efficacia al decreto”, “lascia l’amaro in bocca” e che il sì del suo gruppo si deve alla “fiducia nel Governo Draghi” che “dovrebbe accogliere molte delle istanze rimaste inevase”; critico anche il Pd, “Venezia senza un porto non si può neppure immaginare”, ha detto Andrea Ferrazzi che ha invitato a “gestire la transizione, le navi non possono continuare, come purtroppo fanno, a passare per il bacino di San Marco”; anche per il gruppo Misto si tratta di “un provvedimento non soddisfacente, ma utile”; “bisognerà trovare un’alternativa”, ha messo in guardia il senatore Massimo Mallegni di Forza Italia rilevando la necessità di salvaguardare anche le ricadute occupazionali; per la Lega il decreto “è solo un inizio di percorso – ha spiegato Maurizio Campari – Sulla fiducia, abbiamo accettato di ritirare alcuni emendamenti”; il M5s ha osservato l’importanza di “mantenere un equilibrio tra ambiente e economia” perché, ha affermato Gabriella Di Girolamo “dove perisce la natura l’indotto economico muore”; infine i senatori di Fdi hanno rilanciato: “non servono concorso e iniziative pubblicitarie è sufficiente spostare il traffico crocieristico al Porto di Marghera”.   

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    Regeni, rinviata l'udienza contro quattro 007 egiziani

    Rinviata al 25 maggio l’udienza preliminare a carico di quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle sevizie e dell’omicidio di Giulio Regeni. La decisione è legata al legittimo impedimento, causa Covid, di uno dei difensori. All’udienza di oggi erano presenti genitori di Regeni, Claudio e Paola. In aula anche il procuratore capo di Roma Michele Prestipino. A giudizio sono Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Nei loro confronti le accuse mosse dal sostituto Sergio Colaiocco variano dal sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate.
    Intanto su Youtube e Facebook è compraso un documentario egiziano con fatti ricostruiti per gettare discredito sul ricercatore italiano e discolpare le autorità del Cairo.    “Noi vogliamo verità per Giulio Regeni”. Lo scrive su twitter il segretario Pd Enrico Letta nel giorno della prima udienza preliminare, davanti al gup di Roma, che vede imputati 5 appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell’uccisione del giovane ricercatore italiano. 

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    Decreto proroghe, ok dal CdM. Non c'è la norma sulle concessioni per le spiagge

     Il Consiglio dei ministri che si è riunito questa mattina ha dato il via libera al decreto legge di proroga dei termini.
    Nel testo, a quanto apprende l’ANSA, non è stata inserita la norma, oggetto di approfondimenti tecnici nelle ultime ore, sulla proroga delle concessioni balneari e per gli ambulanti. L’intervento avrebbe dovuto tra l’altro ovviare alle sentenze del Tar che, sulle concessioni per le spiagge, si scontrano con la proroga delle concessioni in contrasto con la normativa Ue.  “Non serve nessuna proroga perché una norma esiste già, anzi due: una per la proroga al 2033 e un’altra che congela le concessioni per il Covid”. Lo dice all’ANSA il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, interpellato a proposito delle concessioni balneari. Si tratta, aggiunge, di “un falso problema. Poi in Italia è tutto più complicato perché c’è chi interpreta le norme ma questa è un’altra questione. Ove fosse necessario, potrebbe essere utile fare una interpretazione autentica di norme già esistenti, ma l’unico messaggio che mi sento di mandare, l’unica cosa certa è che l’estate è tranquilla per tutti, gestori e utenti”.
    Stop all’obbligo di smart working al 50% per i dipendenti pubblici 
    Niente obbligo di far lavorare in smart working un dipendente pubblico su due, né durante l’emergenza né con l’adozione dei Pola, i piani organizzativi per il lavoro agile: secondo la bozza in entrata in Cdm del decreto proroghe, infatti, lo smart working si potrà proseguire in deroga fino alla definizione delle nuove regole con il contratto nazionale e comunque non oltre la fine dell’anno, ma non ci sarà il vincolo del 50%. Salta anche il limite del 60% indicato nei Pola, mentre scende dal 30% al 15% la soglia minima in caso di mancata adozione dei Piani organizzativi.
    “Si torna alla normalità: addio alla soglia minima del 50% per lo smart working” nella P.a. Lo dice il ministro Renato Brunetta spiegando le norme contenute nel decreto Proroghe: “Facciamo tesoro della sperimentazione indotta dalla pandemia e del prezioso lavoro svolto dalla ministra Dadone per introdurre da un lato flessibilità coerente” con il riavvio delle attività “che stiamo vivendo e dall’altro lato la piena autonomia organizzativa degli uffici. Un percorso di ritorno alla normalità, in piena sicurezza, concordato con il Comitato tecnico-scientifico e compatibile con le esigenze del sistema dei trasporti”.   

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    Droga: FdI fa test antidroga. Meloni: 'Situazione fuori controllo'

    Test anti-droga per i parlamentari di FdI a piazza Montecitorio. Siamo qui “per continuare a tenere accessi i reflettori sulla devastazione del problema delle dipendenze in Italia assolutamente abbandonato dalle istituzioni con un morto di overdose al giorno”, ha detto Giorgia Meloni, alla manifestazione del partito contro la droga.
    “E’ una situazione – ha sottolineato – completamente fuori controllo: il fondo non viene rifinanziato, la delega non viene affidata da anni. E’ arrivato Mario Draghi e l’ha affidata al ministro dei Giovani, Stefania Dadone che in questi anni ha sottoscritto proposte di legge per la legalizzazione delle droghe leggere. Pensiamo che questo sia un approccio completamente sbagliato. Abbiamo contestato questa scelta, il ministro Dadone ci ha sfidato a fare il test antidroga e i Fratelli d’Italia sono qui. Ora mi aspetto che ci vengano tutti i parlamentari del Movimento Cinque Stelle e tutti i partiti perchè pensiamo sia un segnale importante ai cittadini di serietà e responsabilità”.   

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    Giomi: 'Ben vengano le quote di genere, ddl giusto ed efficace'

     “Questo ddl che mira a riequilibrare in termini di genere la composizione delle componenti di organi costituzionali, società controllate e non e di authority indipendenti si iscrive in una logica di quote. In molte sostengono che le quote potrebbero minare il talento e il merito delle donne che dovrebbero essere reclutate per merito e non per l’appartenenza di genere. Ma questa critica è assolutamente infondata perchè le quote hanno proprio la funzione di riequilibrare ex post barriere e penalizzazioni che si generano ex ante”. Lo ha detto la Commissaria Agcom Elisa Giomi, Docente di Sociologia dei media, in Audizione al Senato – Commissione Affari Costituzionali sul Disegno di Legge ‘Equilibrio di genere nelle cariche pubbliche’.
    “Cito dei dati – ha aggiunto – In Italia il 64,5% delle donne, anno 2020, ha il diploma, 5 punti percentuali in più degli uomini; le donne sono laureate inoltre nel 22,6% dei casi contro il 16% degli uomini. A fronte di questa asimmetria a favore delle donne nel mercato del lavoro il tasso di occupazione del lavoro femminile in Italia, ancora dati 2020, è del 48,4% contro il 66,6% maschile. Quindi il mondo del lavoro non risponde agli uomini e alle donne allo stesso modo nonostante la preparazione femminile. Le differenze salariali ci raccontano ulteriormente questo gap: in Italia nel settore privato c’è una sperequazione retributiva del 12%, 3000 euro annui, e ha a che vedere anche con la mancanza di progressione di carriera delle donne. Nei Paesi europei che hanno introdotto una politica di quote si ha una equa rappresentanza femminile nelle istituzioni e nelle aziende”. Per Giomi questo ddl “non risponde solo a un principio di giustizia ma ha anche un’efficacia da un punto di vista operativo”.   

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    Mattarella: 'Nuova stagione di sviluppo se c'è alleanza di tutti'

    “La vitalità dei corpi sociali e delle formazioni intermedie è decisiva per la qualità del nostro modello sociale e della stessa democrazia. Siamo fin d’ora consapevoli che la ripresa dei pieni ritmi della vita dell’Italia produrrà una nuova stagione di sviluppo, più equo e sostenibile, se ci sarà un ampio concorso di forze e una significativa alleanza tra istituzioni ed espressioni della società”. Lo scrive il Capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio per il LXIX Congresso della Federazione Universitaria Cattolica Italiana. 
    “La Fuci può vantare nella propria storia testimoni di straordinario valore che hanno contribuito alla liberazione del Paese, alla Costituzione e alla ricostruzione nella libertà. Anche oggi siamo chiamati a porre in campo la necessaria innovazione con il rispetto della pluralità, delle differenze, dei diritti della persona”. Lo scrive il Capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio per il LXIX Congresso della Federazione Universitaria Cattolica Italiana.   

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    Omofobia: si sblocca ddl Zan, calendarizzato al Senato

     Si sblocca il disegno di legge contro l’omotransfobia al Senato: è stato incardinato nella commissione Giustizia dopo settimane di polemiche, rimpalli pressing e resistenze. Messa ai voti la calendarizzazione, è passata con 13 sì e 11 no. A chiedere da tempo l’avvio della discussione sono Pd, M5s, Leu e Italia viva. Contrario il centrodestra. Il provvedimento è stato approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre 2020.