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    Domenica sarà proclamato beato Livatino,il giudice-ragazzino

    (ANSA) – ROMA, 3 MAG – Il giudice Rosario Livatino, ucciso il 21 settembre 1990, all’età di 38 anni, nei pressi di Canicattì dalla Stidda, organizzazione mafiosa siciliana, sarà proclamato beato domenica prossima, 9 maggio, nella cattedrale di Agrigento. Il rito sarà presieduto dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. La data non è casuale: nel 1993, proprio il 9 maggio, Giovanni Paolo Secondo rivolse il suo invito perentorio ai mafiosi: “Convertitevi! una volta verrà il giudizio di Dio!”. Nel decreto vaticano con il quale è riconosciuto il martirio del “giudice ragazzino” – come Livatino è stato ribattezzato dopo la morte – è scritto che il giudice era ritenuto “inavvicinabile”, “irriducibile a tentativi di corruzione, proprio a motivo del suo essere cattolico praticante. Livatino – che spesso annotava sui suoi documenti privati l’acronimo S.T.D., Sub Tutela Dei – aveva svolto numerose inchieste contro la criminalità comune e mafiosa, ed aveva disposto numerosi sequestri e confische. Per l’omicidio quattro persone, tra mandati ed esecutori, sono state condannate all’ergastolo.    (ANSA).   

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    Fedez: Da Letta a Di Maio le prese di posizione per il ddl Zan. Salvini: 'Polemica interna alla sinistra'

    Dal segretario del Pd Enrico Letta alla sindaca di Roma Virginia Raggi al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sono molte le prese di posizione sulla polemica innescata dall’accusa di censura alla Rai da parte di Fedez che ha postato sui social un colloquio telefonico con dirigenti in vista del suo monologo sul palco del primo maggio nel quale le sue parole venono definite “inopportune”.
    In molti sottolineano la necessità di sbloccare il ddl Zan. Una polemica tutta interna alla sinistra taglia corto Matteo Salvini.
    “Fedez e Rai 3, polemica tutta interna alla sinistra. Artista di sinistra, “censori” di sinistra. Viva la musica e la libertà. Aspettiamo che qualcuno paghi e si dimetta. P.s. L’interlocutrice Rai registrata da Fedez era portavoce di Veltroni, sindaco Pd di Roma”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, su twitter, che poi rincara: “Il prossimo AD sia interno e meritevole, senza tessere, parentele o amicizie importanti e sponsor di sinistra”. 
    E anche i sindacati scendono in campo: “In Rai la liberta di espressione deve essere sacra”, sottolineano unitariamente i sindacati di settore Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil. “Non è mai ammissibile che un artista sia sottoposto a una verifica preventiva di quanto ha intenzione di dire da un palco, e ancora di meno, lo è se questo avviene in un programma del servizio pubblico pagato dal canone, per giunta in occasione del concerto del Primo Maggio organizzato da Cgil, Cisl e Uil”, dicono, sottolineando una “piena solidarietà a Fedez” e “massimo imbarazzo e condanna per come la dirigenza Rai ha esercitato il proprio ruolo”.
     “Ci aspettiamo parole chiare dalla Rai – attacca Enrico Letta – di scuse e di chiarimento. Poi voglio ringraziare Fedez, le sue parole forti che condividiamo in pieno, rendono possibile rompere un taboo, cioè che non si può parlare di diritti perchè siamo in pandemia. Occuparsi di pandemia non vuol dire che non si possono fare battaglie per i diritti, ius soli, come ddl Zan”. 
    “Fedez è stato un grande e ha ragione. Bisogna ripartire dal lavoro, dal sostegno a chi è rimasto indietro e dai diritti di tutti”. Così la sindaca di Roma, Virginia Raggi, su Twitter commenta l’intervento del cantante ieri al Concertone del Primo Maggio.
    “La musica è libertà, trasmette emozioni e ci aiuta a comprendere, analizzare, maturare. Penso che il rispetto sia la cosa più importante e stia alla base di tutto, significa saper accettare le critiche e le idee diverse dalle nostre. E un Paese democratico non può accettare alcuna forma di censura”. Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che aggiunge: “Conosco Fedez da tempo, oltre ad essere un cantante di grande talento è una persona che in tutto quello che fa ci mette sempre il cuore”. “Ogni artista – aggiunge – deve avere la possibilità di esibirsi liberamente, esprimendo le proprie idee”.
    “La musica è libertà, trasmette emozioni e ci aiuta a comprendere, analizzare, maturare. Penso che il rispetto sia la cosa più importante e stia alla base di tutto, significa saper accettare le critiche e le idee diverse dalle nostre. E un Paese democratico non può accettare alcuna forma di censura”. Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che aggiunge: “Conosco Fedez da tempo, oltre ad essere un cantante di grande talento è una persona che in tutto quello che fa ci mette sempre il cuore”. “Ogni artista – aggiunge – deve avere la possibilità di esibirsi liberamente, esprimendo le proprie idee”.
     “Io sto con Fedez. Nessuna censura”. Così l’ex premier Giuseppe Conte su twitter.
    “Comprendo l’imbarazzo dei vertici Rai nel rapportarsi con un artista come Fedez ma non prendiamoci in giro perché in ogni ambito della dirigenza pubblica italiana c’è un concreto gap generazionale. E non parlo soltanto di età anagrafica ma di mentalità. Auspico le dimissioni degli interessati ma soprattutto sollecito la politica nel rivedere le priorità per le nomine perché non possiamo continuare così. Le persone sono stanche e hanno ragione. Se ancora oggi dobbiamo ribadire l’ovvio come: ‘la censura è sbagliata’, ‘estendere diritti non limita nessuno’ ecc ecc… significa che ancora troppe persone inadatte ricoprono ruoli apicali”. Lo scrive su Facebook la ministra per le Politiche Giovanili, Fabiana Dadone.

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    Basta James Bond, super-spia dell'MI6 sarà un nerd

    Più Alan Turing, meno James Bond: i servizi segreti di Sua Maestà si adeguano ai tempi, accantonando (se mai esistito) il glamour patinato affidato all’agiografia cinematografica dell’agente in Aston Martin che beve Martini, per lanciarsi piuttosto alla ricerca di esperti in tecnologie computerizzate, di ‘nerd’ da tastiera, ritenuti funzionali sul fronte emergente del cyber-terrorismo o della cyber-guerra.    L’MI6, l’intelligence estera britannica, cerca dunque geni dell’algoritmo, dal talento simile a quello di Turing, celebre matematico inglese capace di decrittare i messaggi militari nazisti codificati durante la Seconda guerra mondiale da macchine come Enigma. O di figure ingegnose come l’immaginario Q, personaggio di contorno della saga di 007 citato esplicitamente in un raro tweet dal capo attuale del servizio, Richard Moore, per spiegare la nuova strategia.    “Cerchiamo il nuovo Q” – ha fatto sapere Moore -. Se vuoi servire la tua nazione collaborando con l’MI6, per sviluppare la tecnologia operativa del futuro, dai uno sguardo qui”. Di seguito, l’annuncio di lavoro, riservato essenzialmente ad informatici ad alta qualificazione che potranno aiutare lo spionaggio contro “gli avversari più difficili”.    “L’MI6 ha bisogno di essere all’avanguardia della tecnologia per restare al passo coi tempi – si legge nell’illustrazione delle competenze richieste al candidato -. Come Q, sarai responsabile di crearle e adattarle in maniera funzionale alle missioni. Dovrai far sì che le tecnologie distruttive, da minacce per le nostre operazioni, si trasformino in opportunità”. Alle spie del domani viene quindi chiesto un profilo professionale diverso, pur senza rinunciare alla caratteristica essenziale di ogni agente che si rispetti: la massima discrezione. Come puntualizzato del resto – con un tocco di umorismo inglese – a fine bando: “Il candidato prescelto non verrà annunciato pubblicamente”. 

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    Silvio Berlusconi dimesso dall'ospedale San Raffaele di Milano

    E’ stato dimesso ieri pomeriggio Silvio Berlusconi dopo 24 giorni di degenza all’ospedale San Raffaele di Milano dove era arrivato il 6 aprile per una serie di controlli. Il leader di Forza Italia, 84 anni, si trova ora nella sua villa di Arcore.
    Berlusconi era arrivato al San Raffaele in elicottero dalla Francia dopo la Pasqua trascorsa in Provenza a casa della primogenita Marina, ed era stato ricoverato nella consueta suite del reparto solventi al sesto piano del padiglione Diamante.A pesare sulla salute del leader di Forza Italia sono ancora “gli strascichi del covid”, come ha spiegato nei giorni scorsi l’avvocato Federico Cecconi, il suo legale nel processo Ruby Ter che è stato più volte rinviato proprio per legittimo impedimento.Berlusconi era risultato positivo al covid e ricoverato il 3 settembre al San Raffaele e venne poi dimesso il 14 settembre.   

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    >>>ANSA/ In Francia è caccia a Di Marzio, 'non ci rinunciamo'

    (di Tullio Giannotti)
    (ANSA) – PARIGI, 30 APR – Maurizio Di Marzio è sempre
    latitante e il suo obiettivo è evidente a tutti: arrivare al 10
    maggio, giorno in cui la pena a 5 anni e 9 mesi che deve ancora
    scontare sarà prescritta. L’antiterrorismo francese e gli
    esperti italiani sono sulle sue tracce: “Non ci rinunciamo”, è
    la loro promessa. Prima giornata di ritorno a casa invece per
    gli altri 9 ex terroristi rossi dopo il fermo e la notifica
    della procedura di estradizione. Da mercoledì si comincia con i
    processi davanti alla Chambre de l’Instruction della Corte
    d’Appello.   
    Irène Terrel, la storica avvocata degli ‘italiens’, che ha
    convinto Luigi Bergamin e Raffaele Ventura a costituirsi ieri,
    sostiene di “non avere novità” da Di Marzio. Spiega e difende la
    sua strategia di aver fatto costituire i due che non si erano
    fatti trovare per mostrare al giudice che tutti sono
    collaborativi e rintracciabili: “Sono stati rimessi tutti in
    libertà ed abbiamo vinto una prima battaglia – dice all’ANSA la
    Terrel -. Questo è importantissimo perché trasforma tutta la
    tempistica del procedimento: se le persone sono detenute, tutto
    diventa urgente, mentre i tempi con le persone libere non sono
    gli stessi. Vedrete, abbiamo molti argomenti, li utilizzeremo
    tutti. Non sono pessimista, questa procedura si allungherà
    moltissimo nel tempo, faremo tutti i ricorsi possibili”. Su un
    punto l’avvocata Terrel pensa che non ci sarà neppure bisogno di
    battersi troppo: “La dichiarazione arrivata dalla procura di
    Milano di un Bergamin ‘delinquente abituale’, stratagemma
    dilatorio per cercare di interrompere la prescrizione, non vedo
    come possa essere accettato da un giudice. E’ una questione
    inventata una settimana prima della scadenza, porterò
    all’avvocato il suo casellario giudiziario vergine, abita in
    Francia dal 1982 ed ha dovuto subire 2 procedure di
    estradizione, mai concessa. Questa sarebbe la terza. E’ una
    caricatura di procedura, il suo avvocato in Italia non è stato
    neppure informato. Neppure lui era stato informato”.   
    Sul fronte dell’antiterrorismo, si è consci – secondo quanto
    si apprende da fonti qualificate – che la battaglia in aula sarà
    senza esclusione di colpi, ma nulla sarà lasciato intentato.   
    Anche se l’obiettivo Di Marzio, che ha comunque scontato un
    lungo carcere preventivo in Italia e al quale resterebbero
    soltanto pochi anni, non era all’inizio il principale. La
    convinzione degli inquirenti è che la rete di protezione degli
    ex terroristi italiani in Francia sia ancora attiva e che
    all’occorrenza possa entrare in azione per proteggere chiunque
    di loro avesse bisogno di sottrarsi alla giustizia. Dopo anni si
    conoscono perfettamente, ognuno conosce i movimenti degli altri
    – secondo gli inquirenti – prova ne sia che al ‘Baraonda’, la
    pizzeria di Di Marzio, uno dei dipendenti era l’altro ex
    brigatista Luigi Alimonti, uno dei 9 fermati. Per ora, l’ordine
    di scuderia, per tutti, è profilo bassissimo e rifiuto assoluto
    di dichiarazioni pubbliche, interviste, incontri anche con
    amici. “E’ ancora troppo presto – taglia corto la Terrel –
    avranno molto tempo per decidere se esprimersi o lasciar parlare
    qualcuno che li rappresenti”. (ANSA).   

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    Mattarella, sarà il lavoro a portare il Paese fuori dall'emergenza

    Il Primo maggio rappresenta “un’occasione che afferma la fiducia nel futuro, di chi vuole conquistare nuovi traguardi e non di chi assiste inerte. La repubblica non potrebbe vivere senza il lavoro e sarà il lavoro a portare fuori il Paese da questa emergenza”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 1 maggio. 
    “La battaglia per il lavoro è una battaglia che deve unire gli sforzi di tutti ed è questa l’ambizione del Pnrr. Bisogna riconoscere il bene comune e perseguirlo, non possiamo sprecare l’occasione di compiere tutti insieme un passo in avanti”, ha detto Mattarella.
    “Si apre una finestra per dare sbocco a una stagione di crescita, per porre riparo a secolari arretratezze e a divari ancora presenti nella Repubblica. L’equità, l’evoluzione sociale si reggono sulla garanzia per tutti dell’accesso al lavoro. Se il lavoro cresce – ha aggiunto – cresce la coesione della nostra società”.
    “Diritto al lavoro e diritto alla sicurezza sul lavoro: ci sono ancora troppi morti a causa di norme eluse e violate. Particolarmente pesante – ha detto – è stato l’impatto della crisi sul lavoro femminile, in questi mesi il quadro dell’occupazione femminile è diventato ancora più fragile. La crescita dell’occupazione femminile è condizione essenziale per una vera ripartenza dell’Italia”.
    “L’Italia ha bisogno anche oggi – ha spiegato il presidente – di nuove generazioni di costruttori, facciamo appello a loro”. 
    “La responsabilità delle istituzioni come è palese è oggi cresciuta e si conferma decisiva per il nostro destino. La lotta contro il virus, la difesa della salute, i giganteschi investimenti programmati per dare una ripartenza richiamano ancora una volta l’idea più alta della politica che è servizio al bene della comunità. Ma per compiere un salto in avanti tutti devono partecipare, contribuire. Sono certo che da tanta sofferenza patita sia nata una coscienza che prevale sulla tentazione di assecondare o cavalcare lo sconforto”, ha aggiunto il presidente della Repubblica.
    “Stiamo attraversando un passaggio stretto e difficile. Per questo la festa di oggi reca con sé un ancor più forte appello all’unità”, ha spiegato. “Per questo scambiarsi oggi l’augurio di buon Primo maggio vale più di una pur significativa consuetudine. Ribadisce un legame di comunità, quel patto di cittadinanza, che ci fa sentire al tempo stesso responsabili e solidali, e ci impegna a consegnare alle generazioni più giovani il testimone dei diritti conquistati e di opportunità che si rinnovano”.
    “Piuttosto che essere percepita come vincolo esterno che limita scelte e politiche economiche, la Ue esprimerà la sua autentica vocazione di veicolo importante di innovazione e sviluppo sociale se saprà sviluppare e rendere sistemici gli strumenti delle decisioni emergenziali assunte sulla spinta della crisi sanitaria. Siamo orgogliosi di aver contribuito a questa svolta e ne sosteniamo le Istituzioni: queste – ha aggiunto Mattarella – sono baluardo insostituibile di democrazia e di libertà ed è inaccettabile ogni attacco dall’esterno che pretenda di indebolirla”.
    “Non sono tollerabili sfruttamento e violenza nei confronti dei lavoratori immigrati, che contribuiscono al benessere della nostra comunità e non si può consentire che vivano in condizioni non compatibili con la dignità delle persone. Diritto al lavoro è diritto alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Ancora troppe morti a causa di norme eluse e violate. Non è tollerabile”, ha sottolineato il presidente della Repubblica.

    Il lavoro di San Giuseppe ci ricorda che Dio stesso fatto uomo non ha disdegnato di lavorare. Imploriamo #SanGiuseppeLavoratore perché possiamo trovare strade che ci impegnino a dire: nessun giovane, nessuna persona, nessuna famiglia senza lavoro!
    — Papa Francesco (@Pontifex_it) May 1, 2021

     
    “Il lavoro di San Giuseppe ci ricorda che Dio stesso fatto uomo non ha disdegnato di lavorare. Imploriamo #SanGiuseppeLavoratore perché possiamo trovare strade che ci impegnino a dire: nessun giovane, nessuna persona, nessuna famiglia senza lavoro!”. Lo afferma Papa Francesco in un tweet in occasione del 1/o Maggio. 

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    1 maggio: Papa, nessun giovane,persona,famiglia senza lavoro

    “Il lavoro di San Giuseppe ci ricorda che Dio stesso fatto uomo non ha disdegnato di lavorare. Imploriamo #SanGiuseppeLavoratore perché possiamo trovare strade che ci impegnino a dire: nessun giovane, nessuna persona, nessuna famiglia senza lavoro!”. Lo afferma papa Francesco in un tweet in occasione del 1/o Maggio. 

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    Recovery: Von Der Leyen, ricevuto il piano dell'Italia

    La Commissione europea ha ricevuto il piano di ripresa e resilienza dell’Italia, insieme a quelli di Austria, Belgio e Slovenia. Lo rende noto lo stesso esecutivo comunitario. Salgono così a 13 i Paesi che hanno consegnato a Bruxelles i loro piani con le riforme e i progetti di investimento pubblico per accedere alle risorse del Recovery fund.
    “Abbiamo ricevuto il piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia. Comprende riforme e investimenti per la transizione digitale e verde, innovazione, competitività, cultura, istruzione, coesione e salute. #NextGenerationEU”. Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen.