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    Prescrizione: 718 emendamenti a ddl penale in Commissione

    Sono 718 gli emendamenti presentati in Commissione Giustizia della Camera dai gruppi parlamentari al ddl sulla riforma penale, molti dei quali riguardano la prescrizione. Lo apprende l’Ansa da fonti della stessa Commissione, ove è in corso la fascicolatura delle proposte di modifica. DI queste 183 sono state presentate da Fi, 127 dalla Lega, 126 da Italia Viva, 96 da Fdi, 45 da M5s, 31 dal Pd e i restanti dalle varie componenti del gruppo Misto. M5s ripropone di tornare alla prescrizione della legge Spazzacorrotti.
    Uno dei 45 emendamenti al ddl penale presentato dal gruppo di M5s abroga l’articolo del testo, il 14, che inseriva l’accordo sulla prescrizione raggiunto da M5s, Pd e Leu durante il governo Conte 2, il cosiddetto Lodo Conte 2. Lo si evince dalla lettura degli emendamenti del Movimento effettuata dall’Ansa. In questo modo si torna alla prescrizione della cosiddetta legge Spazzacorrotti.
    Solo 9 emendamenti sono stati depositati dal gruppo di Leu, mentre per quanto riguarda le componenti del gruppo Misto il maggior numero di emendamenti sono stati depositati da Azione-+Europa, con 63, cui seguono le Minoranze linguistiche con 19, L’Alternativa c’è, con 12, Cd con 7.
    Il governo non ha presentato proposte, ma le può depositare in qualsiasi momento dell’iter parlamentare, mentre un incontro tra i capigruppo di maggioranza in Commissione e lo stesso Ministro Cartabia è attesto la prossima settimana.
    Una deflazione del numero dei processi, attraverso il potenziamento dei riti alternativi, con ulteriori premialita’ per chi vi ricorre; archiviazione condizionata ad azioni di riparazione e di risarcimento da parte dell’imputato; ritorno della prescrizione se nell’appello si superano i tempi di durata del processo indicati dal ddl Bonafede. Sono questi i principali punti dei 31 emendamenti del Pd al ddl di riforma del processo penale depositati in Commissione Giustizia della Camera, come spiega il capogruppo Alfredo Bazoli. Un altro emendamento, spiega all’Ansa Bazoli, prevede che “la delega sia esercitata entro 3 mesi anziché entro i 12 previsti dal ddl Bonafede, così da accelerare al massimo l’entrata in vigore della riforma”. 
    I nostri emendamenti intervengono su tutta la delega penale e non solo sulla prescrizione, e sono sia abrogativi che migliorativi. La filosofia è quella di un processo in tempi ragionevoli che tuttavia non contragga le garanzie difensive. Per quello che riguarda la prescrizione abbiamo aggito in coerenza politica con la nostra posizione, che era contraria sia al ddl Bonafede che al cosiddetto Lodo Conte 2. Il punto di partenza che proponiamo è di sospendere la prescrizione dopo l’appello, cioè la conclusione della fase di merito, dopo di che si possono agganciare varie soluzioni”. Lo dice all’Ansa Lucia Annibali, capogruppo di Iv in Commissione Giustizia della Camera, Annibali spiega altri emendamenti che riguardano l’appello: “abroghiamo il fatto che sia monocratico, perché ci deve essere un momento collegiale, così come aboliamo le preclusioni alla appellabilità”. Per quanto riguarda i riti alternativi, “noi siamo favorevoli ad ampliarli: la delega prevede molte preclusioni ostative, noi siamo per eliminarle. E siamo altrettanto contrari all’indicazione dei criteri di priorità dell’azione penale affidata ai Pm, perché devono essere indicati da una legge ordinaria”. Importanti anche gli emendamenti sui tempi delle indagini preliminari: “la delega stabilisce che il mancato rispetto dei tempi abbia conseguenze sul piano della sanzione disciplinare, mentre noi proponiamo che abbia conseguenze processuali, con l’inutilizzabilità degli atti successivi allo scadere dei tempi”.    

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    Omofobia: Maiorino (M5s), firme per ddl direttamente in Aula

    “Abbiamo già raccolto le 33 firme di senatrici e senatori, un decimo dei componenti del Senato, necessarie a richiedere che il disegno di legge contro l’omotransfobia venga esaminato direttamente in Aula, senza passare per la commissione Giustizia dove l’ostruzionismo della Lega si trascina da settimane. Al momento tutte le firme provengono dal gruppo 5 Stelle, ma nelle prossime ore chiederemo a tutti gli esponenti delle altre forze politiche di sottoscrivere la richiesta”. Ad annunciarlo è la senatrice del MoVimento 5 Stelle Alessandra Maiorino.
    “I diritti non sono un gioco e la Lega ha pensato di poterci giocare per troppo tempo”. Ha proseguito la senatrice pentastellata Maiorino. “Il Senato ha il diritto-dovere di esaminare una proposta che affronta un tema così importante dal punto di vista sociale, già approvata dalla Camera, – ha poi aggiunto la parlamentare – nel luogo che è la massima espressione della democrazia e del libero confronto politico, ossia l’aula. La commissione Giustizia è purtroppo stata presa in ostaggio dalle forzature ostruzionistiche e dal furore ideologico di un gruppo, la Lega, che ha dimostrato di non volere un autentico confronto, ma imporre i propri pregiudizi alla commissione. Questo disegno di legge estende la tutela delle libertà e della serenità dei cittadini e delle cittadine italiane e fa compiere al Paese intero un passo avanti verso la civiltà”.
    “Presenteremo la nostra proposta di legge entro domani”, fa intanto sapere la Lega. “La nostra proposta contro l’omofobia – spiega Matteo Salvini – che presenteremo domani, è composta di soli tre articoli: bene inasprire le pene ma intendiamo togliere la questione dei bambini, della scuola e tutto ciò che comporta la censura e i reati di opinione”. 
       

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    Governo: Letta a Draghi, metodo Salvini non va. Nuova lite con il leader del Carroccio

    Nuovo scontro Pd-Lega. Il segretario del Dem Enrico Letta ha avuto oggi un faccia a faccia con il premier Mario Draghi sul tema del Recovery  edell’agenda di governo. Nell’incontro Letta ha espresso, a quanto si apprende da fonti del Nazareno, “insoddisfazione verso il metodo Salvini”. Il Pd chiede correttezza e rispetto nell’impegno comune dei partiti della maggioranza nel sostegno all’esecutivo. “Basta stare con un piede dentro e uno fuori”, dicono al Nazareno.
    Non si fa attendere la replica di Matteo Salvini. “Il ‘metodo Salvini’? È la concretezza”. Il segretario della Lega Matteo Salvini commenta con Affaritaliani.it l’incontro tra Enrico Letta e il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi e, in particolare, ‘l’insoddisfazione per il metodo Salvini’ espressa dal segretario del Partito Democratico. “Stanotte ad esempio – prosegue Salvini – sono state approvate in Commissione al Senato le proposte della Lega sui soldi per i genitori separati in difficoltà. Questo è il ‘metodo Salvini’: leali e propositivi, non ci occupiamo di Ius Soli e ci fidiamo degli Italiani!”.
       

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    Draghi vede Letta a Palazzo Chigi, definizione Pnrr tra temi

    Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato a Palazzo Chigi il segretario del Pd Enrico Letta. Al centro del colloquio i temi legati all’agenda di Governo dopo la definizione del Pnrr, con particolare riguardo alle prospettive per il mondo del lavoro e al sostegno ai giovani. Lo rende noto Palazzo Chigi. 
    Letta ha espresso, a quanto si apprende da fonti del Nazareno, nell’incontro con il premier Mario Draghi “insoddisfazione verso il metodo Salvini”. Il Pd chiede correttezza e rispetto nell’impegno comune dei partiti della maggioranza nel sostegno all’esecutivo. “Basta stare con un piede dentro e uno fuori”, dicono al Nazareno.
    Soddisfazione “per la tempistica ed i contenuti del Recovery” è stata espressa dal segretario del Pd al premier Draghi. Ora, spiegano dal Nazareno, si apre una fase nuova e per il Pd è necessario: una grossa spinta sul lavoro con decontribuzione per nuova occupazione e la detassazione per le nuove attività imprenditoriali; sul turismo con il piano Vacanza italiana 2021 su cui il Pd sta lavorando e sui giovani. Per Letta i giovani devono essere al centro della ricostruzione del paese dopo la grave crisi economica.

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    Sindaco Foggia Franco Landella (Lega) verso dimissioni

    (ANSA) – FOGGIA, 04 MAG – Il sindaco di Foggia, Franco
    Landella (Lega), potrebbe dimettersi nelle prossime ore. A
    quanto si apprende, il primo cittadino ha convocato i
    consiglieri di maggioranza per annunciare le dimissioni in una
    riunione che è in corso a Palazzo di città.   
    Nel Comune di Foggia, venerdì scorso, sono stati arrestati i
    consiglieri di maggioranza Leonardo Iaccarino e Antonio
    Capotosto, con le accuse a vario titolo di corruzione, tentata
    induzione indebita e peculato.   
    A febbraio fu arrestato un altro consigliere di maggioranza,
    Bruno Longo, per una presunta tangente pagata da un imprenditore
    per sbloccare il pagamento dei lavori di archiviazione dati
    eseguiti per il Comune.   
    Dal 9 marzo, inoltre, nel Comune di Foggia si è insediata una
    Commissione inviata dal Viminale per verificare eventuali
    infiltrazioni della criminalità nell’attività amministrativa.   
    In mattinata, intanto, si è dimesso il consigliere comunale
    di maggioranza (ex Forza Italia poi passato alla Lega), Consalvo
    Di Pasqua. “Non ci sono più le condizioni per poter andare
    avanti”, ha detto all’ANSA. “Non si può più lavorare così –
    prosegue – avevo già maturato questa idea non appena si è
    insediata la commissione di accesso”. (ANSA).   

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    Audizione del ministro Bianchi sulle linee programmatiche: 'Necessaria riforma del ministero dell'Istruzione'

    Le Commissioni riunite Cultura di Camera e Senato, presso la Sala del Mappamondo, svolgono l’audizione del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sulle linee programmatiche del suo dicastero. 
    “Il ministero così come è oggi, non è più in grado di organizzare la specificità e la complessità dei compiti. Stiamo ampliando l’età dell’educazione dai 0 anni fino alla formazione continua: serve un dipartimento che si occupi di formazione tecnica superiore, dobbiamo mettere mano all’organizzazione del ministero e degli organi decentrati”, ha detto il ministro dell’Istruzione. Il ministro ha parlato della necessità di una riforma del ministero dell’Istruzione e della governance complessiva. “Poi vanno rafforzate le strutture del sistema scolastico: il Piano di ripresa e resilienza ci aiuta moltissimo basta pensare agli investimenti per la fascia dei più piccoli”, ha aggiunto.
    “Il Mef ci ha riconosciuto gli organici del passato e ha dato qualcosa in più. Nei prossimi 10 anni avremo 1 milione e 400 mila ragazzi in meno, avremmo quindi dovuto avere tanti insegnanti in meno. Abbiamo bisogno di prof per avere classi più piccole e aumentare il tempo scuola. Dobbiamo uscire dalla meccanica lineare tot docenti-tot studenti. Abbiamo bisogno anche di più dirigenti. I dirigenti hanno una funzione fondamentale, non abbiamo dato il giusto peso alla gravosità degli impegni che hanno avuto, va e andrà riconosciuto di più nel confronto contrattuale”.
    “La pandemia come choc esterno ha esasperato le diversità e messo a nudo delle situazioni non più sostenibili come il diritto allo studio: abbiamo un indice insostenibile di dispersione scolastica. C’è una dispersione esplicita, di chi non riesce a raggiungere titolo di studio, e chi lo consegue ma non ha le competenze adeguate. Dobbiamo iniziare fin dall’estate a fare un ponte verso l’anno prossimo usando fondi già in carico al ministero, 150 milioni. Altri 320 milioni li metteremo a disposizione per una struttura di supporto che dall’estate si proietti all’anno prossimo: inizieremo ad avere una scuola più aperta e interattiva col territorio, come parte di una nuova fase di scuola. Altri 40 milioni li dedichiamo alla povertà educativa” con progetti che “si rivolgono alle aree periferiche e marginali: è una azione che va vista nella logica di un riequilibrio”. 
    “Abbiamo il tema del transitorio: come recuperare coloro che hanno accumulato esperienza e che hanno bisogno di stabilità – ha detto il ministro dell’Istruzione -, su quasi 500 mila posti comuni, abbiamo oltre 200 mila docenti a tempo determinato con situazioni diverse: la cosa sbagliata e trattarli tutti allo stesso modo, sono persone con esperienze, titoli e esperienze diverse. Stiamo ragionando col Mef per capire come riconoscere titoli e merito diversi e permettere di far confluire queste persone all’interno di una visione stabile per far partire la macchina di una assunzione regolare e continua”. 
    “Bisogna programmare – ha detto Bianchi – le uscite degli insegnanti: con l’Inps siamo riusciti ad avere per tempo le previsioni di uscita di quest’anno e dei prossimi 10 anni e ci vuole anno per anno la possibilità di reclutamento che tenga conto delle uscite per garantire continuità e stabilità nei processi di reclutamento. Inoltre la professione del docente va riconosciuta anche in termini salariali, servono carriere più articolate per i docenti e tutto il personale delle scuole”. 
    Sul precariato “vedo che all’interno della stessa maggioranza vi sono posizioni differenti, sono quasi lampadine di queste diversità ma dobbiamo affrontarle – ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi replicando in audizione alle tante domande dei commissari delle commissioni Istruzione e Cultura di Camera e Senato -, se lo facciamo come bivio questo metterà in difficolta tutto: ci stiamo lavorando insieme al premier. Attenzione: abbiamo degli obblighi lasciati dai predecessori Non ho idea di un intervento magico, stiamo lavorando, avendo chiare le posizioni di ognuno. Bisogna trovare soluzioni praticabili, sono convinto che dobbiamo andare verso la formazione di tutti i docenti, un corpo che non ha confronti in Ue, dobbiamo prendere coscienza e realtà”.

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    Impasse ddl omofobia, mossa Lega con nuovo testo

    E’ braccio di ferro nella maggioranza sulla legge contro l’omofobia, calendarizzata in commissione Giustizia al Senato. Il ‘tornado’ Fedez, che dal palco del primo maggio ha cercato di tirare la volata al ddl Zan, fa emergere lo scontro in atto a Palazzo Madama con la Lega che annuncia un proprio testo e Pd e M5s che ipotizzano di “aggirare lo stallo” in commissione, portando il ddl direttamente in Aula. Approvato alla Camera a novembre del 2020, dopo una lunga battaglia dentro e fuori i palazzi della politica, dal 28 aprile il ddl Zan è nel calendario della commissione Giustizia del Senato. Qui, da una parte ci sono i promotori (Pd, M5s, Leu, Iv) decisi ad arrivare fino in fondo per “una battaglia di civiltà”, dall’altra il centrodestra che ha preannunciato una “discussione lunga e approfondita”. Più incerta la posizione di Forza Italia, tra il coordinatore nazionale Antonio Tajani che si è schierato apertamente per il no e l’ala più liberal propensa ad un confronto (sui social la capogruppo forzista a Palazzo Madama Anna Maria Bernini solo ieri si diceva “personalmente” convinta che “il ddl Zan darà al Senato la possibilità di ragionare e lavorare sul testo apportando le modifiche che si renderanno necessarie”).
    Su questo scacchiere è il Carroccio a muovere l’ultima pedina. Il presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, fa sapere che è “pronto un testo della Lega che mira a tutelare tutte le persone più vulnerabili, ampliando la sfera rispetto al testo Zan”. Il documento prevede “un’aggravante che aumenta le pene per tutti i reati commessi nei confronti delle persone più deboli”, prendendo in cosiderazione “dalla disabilità fino all’orientamento sessuale”. L’annuncio fa saltare sulla sedia Dem e 5 stelle. Il vicepresidente dei senatori Pd in Senato, Franco Mirabelli, punta il dito contro Ostellari che “vuole impedire la discussione del ddl Zan. Altro che voglia di confrontarsi, la Lega ha preso in ostaggio la commissione Giustizia del Senato e ciò è inaccettabile”. La collega di partito, Monica Cirinnà, “se la commissione resta un pantano”, suggerisce di “portare direttamente il testo in Aula con un accordo di maggioranza. Come accaduto per le unioni civili”.
    Botta e risposta tra il senatore leghista Andrea Ostellari e Alessandro Zan. “Fedez? – dice Ostellari a Il Morning Show in onda su Radio Cafè – Non mi stupirebbe di vederlo candidato alle prossime elezioni. Non sono in grado di dirlo se dopo il Movimento 5 Stelle arrivasse il Movimento 5 Ferragni, io questo non lo escludo e gli auguro buona fortuna”. Sui rapporti con il parlamentare del Pd Alessandro Zan l’esponente leghista ha aggiunto: “Io e Zan siamo padovani e non ci diamo le spalle. Non abbiamo avuto occasione di recente di incontrarci, però questo non esclude che si possa fare. Anzi, tendo la mano e mi piacerebbe che il dibattito fosse aperto, per fare una legge utile per tutti non solo per una parte” ha affermato Ostellari che ha aggiunto: “Anzi se mettete a disposizione il vostro studio lo facciamo in diretta radiofonica”.
    “Ostellari vuole incontrarmi? Io prendo volentieri un caffè con lui, ma il problema non sono io. Perché io sono un deputato, e il mio ruolo di relatore alla Camera l’ho già svolto. Ostellari dovrebbe incontrare i senatori della sua commissione e capire il sentimento prevalente della commissione giustizia che vuole approvare il testo di legge contro l’omotransfobia”: così il deputato Pd Alessandro Zan, primo firmatario del ddl Zan, ospite a “The Breakfast Club” su Radio Capital. “Il leghista Ostellari da tempo sta osteggiando – spiega Zan – il disegno di legge sui crimini d’odio ma lui come presidente della commissione giustizia dovrebbe essere super partes. Ha fatto tutto il contrario, continuando a tenere la legge in un cassetto, dichiarando che non era una priorità, decidendo lui arbitrariamente cosa è giusto e cos’è sbagliato. Dovrebbe tenere conto della sensibilità prevalentemente della commissione che vuole discutere questa legge”. Quanto al monologo dei comici Pio e Amedeo che giustificano l’uso di parole giudicate omofobe e razziste: “Non voglio la censura della satira, ma queste battutine ricordano la commedia degli anni 70 dove si usavano termini che rivelavano omofobia e anche misoginia. Battutine che ammiccano a stereotipi intrisi di cultura della discriminazione verso particolari gruppi sociali”.

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    'Vik' Arrigoni cronista honoris causa

    (ANSA) – MILANO, 03 MAG – Vittorio ‘Vik’ Arrigoni, il
    pacifista e attivista per i diritti umani rapito e ucciso a
    Gaza, in Palestina, di cui ricorre quest’anno il decimo
    anniversario della morte, è stato iscritto honoris causa
    nell’albo dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani.   
    L’iniziativa, promossa dal Gruppo Cronisti Lombardi (Arrigoni
    era originario della Brianza Lecchese) dell’Associazione
    Lombarda dei Giornalisti, è stata perfezionata oggi in occasione
    della Giornata Mondiale per la Libertà di Stampa “per
    l’importante contributo dato da Arrigoni con le sue cronache da
    Gaza e da altre parti del mondo” dove faceva il volontario,
    spesso incurante di bombardamenti e in condizioni di lavoro
    difficilissime.   
    “Sono commossa e onorata – ha detto la madre, Egidia Beretta,
    presidente della Fondazione Vik Utopia – e credo che senza
    quanto da lui scritto oggi avremmo un pezzetto di storia in
    meno. Credo che lui abbia avuto i coraggio di raccontare quando
    gli altri tacevano”.   
    Gli articoli scritti per Il Manifesto sull’offensiva
    israeliana ‘Piombo Fuso’ di cui è stato uno dei pochi reporter
    testimoni diretti sono raccolti nel libro ‘Restiamo Umani’,
    uscito nel 2011. (ANSA).