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    Solstizio d'estate: Gb, centinaia sfidano Covid a Stonehenge

    Alcune centinaia di persone si sono radunate anche quest’anno, alle prime luci dell’alba, nel sito neolitico di Stonehenge, in Inghilterra, per celebrare il rito del solstizio d’estate malgrado le raccomandazioni delle autorità britanniche e di quelle locali della contea del Wiltshire a non farlo nel rispetto delle cautele ancora in vigore nel Regno a causa dell’emergenza Covid. Cautele in parte prolungate di recente sino almeno al 19 luglio sulla scia del rimbalzo di contagi innescato dalla nuova variante Delta del virus, importata dall’India.    L’affluenza non ha avuto nulla a che vedere con quelle degli anni passati pre-pandemia, quando si era arrivati a 30.000 presenze. Ha tuttavia suscitato l’attenzione della Wiltshire Police, secondo la quale il raduno è stato “pacifico”, ma ha comportato “problemi” sul fronte delle regole sul distanziamento che in teoria potrebbero essere oggetto di conseguenze amministrative e multe. I presenti – divisi fra curiosi, appassionati di New Age, cultori di tradizioni pagane richiamate da sedicenti druidi – si sono rivolti secondo costume verso l’imponente cromlech (“circolo di pietra” in bretone) levando le braccia in direzione del sole – peraltro coperto da un cielo grigio – a dispetto dell’impossibilità di scorgere il passaggio dei raggi fra le lastre rocciose.    

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    Berlusconi: 'Partito unico indispensabile per ripartenza'

    Silvio Berlusconi tira dritto sulla questione del partito unico, nonostante i dubbi espressi in questi giorni dagli alleati. Il partito unico del centrodestra – ha detto in un intervento telefonico alla convention ‘Italia, ci siamo!’ – lanciando un appello a Giorgia Meloni e Matteo Salvini.
    “Il nostro compito è quindi quello di costruire un ‘partito repubblicano’ sul modello americano, nel quale il centro e la destra democratica si trovino insieme per governare il Paese”, partito che garantisca stabilità al governo. “Non può essere una fusione a freddo o per incorporazione ma – ha aggiunto – abbiamo fino al voto del 2023 per costruirlo dal basso”.
    “Abbiamo quasi due anni di tempo – ha detto – fino alle elezioni del 2023, per costruire dal basso il centro destra unito, con una attività intensa, cominciando da un coordinamento delle iniziative parlamentari, e poi coinvolgendo tante persone e tante energie, eletti, militanti, e anche esponenti della società civile oggi lontani dalla politica”. “Si tratta di trasformare in un movimento politico unitario quello che già oggi è il comune sentire di tanti elettori di centro-destra, che ci chiedono di costruire una rappresentanza politica unitaria – ha aggiunto il Cavaliere -. Fino ad oggi il centro-destra si è dimostrato unito e spesso vincente nelle occasioni elettorali, ma non sempre ha saputo governare unito o rimanere unito all’opposizione fra un’elezione e l’altra. Questo non accadrebbe se fossimo un solo partito, capace di riassumere storie e identità diverse senza sacrificarne nessuna”. Proprio per questo, ” invito tutti i nostri azzurri a non preoccuparsi – ha concluso il leader Azzurro -. Questo progetto non significa affatto la smobilitazione o la liquidazione di Forza Italia. Al contrario, noi di Forza Italia dobbiamo rafforzarci, organizzarci ancora meglio, estendere la ricerca del consenso, sapendo che un centro-destra unito sarà un centro destra di governo solo se la nostra area, l’anima liberale, cristiana, europeista, garantista, sarà ampiamente e fortemente rappresentata. Questo compito possiamo svolgerlo solo noi, che rappresentiamo orgogliosamente in Italia il Partito Popolare Europeo”.

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    Giornata del rifugiato: Mattarella, l'Italia non si è mai sottratta al salvataggio dei profughi

    “La protezione della vita umana, il salvataggio dei profughi, il sostegno ai sofferenti nelle crisi umanitarie, l’accoglienza dei più vulnerabili, sono impegni cui la Repubblica Italiana, in collaborazione con l’Unione Europea e le organizzazioni internazionali, non si è mai sottratta, anche nei tempi recenti segnati dalla pandemia”. E’ quanto afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Giornata mondale del Rifugiato.
    “Oltre 80 milioni di persone sono in fuga, secondo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite che, ad oggi, si trova a proteggere quasi 100 milioni di individui”, aggiunge.
    “Il diritto internazionale prevede protezione per coloro che sono costretti ad abbandonare la propria casa e il proprio Paese in ragione di conflitti, persecuzioni, condizioni climatiche, calamità naturali e carestie”.  “La Giornata odierna – afferma il Capo dello Stato – impone una riflessione per rendere effettivo l’esercizio di questa responsabilità internazionale”.
    “Storie individuali e di popoli, anche geograficamente vicini, fanno appello al nostro senso di solidarietà, ancorato ad alti doveri morali e giuridici”, aggiunge Mattarella. “Rivolgo un sentito ringraziamento – afferma il presidente della Repubblica – alle donne e agli uomini delle varie amministrazioni che, con dedizione e spirito di servizio, assicurano quotidianamente l’operatività della protezione internazionale. Vorrei ricordare altresì la generosità con cui privati cittadini, organizzazioni della società civile e istituzioni religiose si prodigano nel nostro Paese per assistere i rifugiati, anche promuovendo esperienze innovative quali i corridoi umanitari, significativo esempio in materia di accoglienza a livello europeo”.
    “Apriamo il nostro cuore ai rifugiati, facciamo nostre le loro tristezze, le loro gioie, impariamo dalla loro coraggiosa resilienza. Cosi tutti insieme faremo crescere una comunità più umana, una sola grande famiglia”, ha sottolineato Papa Francesco nell’Angelus.   

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    Governo, Tajani difende Speranza: 'I ministri di Draghi non si toccano'

    “Abbiamo sempre detto che i ministri dell’attuale governo non debbano essere sostituiti, a meno che non lo decida il presidente del Consiglio. La sfiducia non è uno strumento da utilizzare in questo momento”. Così, il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, a margine della convention organizzata del partito ‘Italia, ci siamo!’, in corso di svolgimento a Castione della Presolana, nella Bergamasca, ha risposto alle sollecitazioni di quanti, a partire dal compagno di partito Maurizio Gasparri, hanno chiesto a più riprese le dimissioni dell’attuale ministro della Salute, Roberto Speranza.   

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    Sfida primarie a Roma e Bologna, incognita numeri

    “Oggi buon voto ai cittadini di Bologna e Roma che scelgono la partecipazione e le primarie. E un grande grazie ai tanti volontari che stanno rendendo possibile questa bella giornata di #democrazia”, è il messaggio su twitter del segretario del Pd Enrico Letta.

    Oggi #buonvoto ai cittadini di #Bologna e #Roma che scelgono la partecipazione e le #primarie. E un grande grazie ai tanti volontari che stanno rendendo possibile questa bella giornata di #democrazia.
    — Enrico Letta (@EnricoLetta) June 20, 2021

    Il punto – Primo week end in zona bianca, caldo da mare e pure il match europeo Italia-Galles: sono le tante “insidie” che minacciano la partecipazione, dalle 8 alle 21, alle primarie di Roma e Bologna, con le quali il centrosinistra ha deciso di scegliere i propri candidati a sindaco per le elezioni amministrative di ottobre. Letta, pur consapevole delle difficoltà, spinge sulla mobilitazione: “Grazie ai tantissimi volontari – ha detto ieri – che stanno lavorando per rendere possibile che a Bologna e Roma migliaia di cittadini partecipino alle primarie. Ai critici di questa nostra preferenza per la partecipazione dico che noi siamo fatti così. E, su questo, non cambieremo”.
    La sfida tra candidati e la posta in gioco, nella capitale e nella città delle due Torri, sono diverse ma ugualmente cruciali per il Pd e per le alleanze nel centrosinistra.
    Se a Roma l’esito viene considerato un po’ scontato, con l’ex ministro Roberto Gualtieri dato per favorito e al quale ieri è arrivato il sostegno dei ministri Orlando e Guerini e del presidente del Pe David Sassoli, molto più agguerrita è stata la campagna elettorale dei due candidati bolognesi: l’assessore Pd Matteo Lepore e la sindaca di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti, vicina a Iv e a Matteo Renzi ma che si è presentata come indipendente attirando anche pezzi della minoranza dem locale.
     Nella capitale sono in campo in 7: Imma Battaglia, Giovanni Caudo, Paolo Ciani, Stefano Fassina, Cristina Grancio, Roberto Gualtieri, Tobia Zevi. Ma anche dopo le primarie, per la sfida del Campidoglio il campo del centrosinistra resterà affollato visto che contro il ticket del centrodestra Michetti-Matone corrono anche Carlo Calenda e Virginia Raggi, la sindaca M5s rimasta in sella per tentare il bis nonostante le pressioni a lasciare in nome dell’alleanza nazionale Pd-M5s.
    A Bologna il centrodestra è ancora senza candidato e l’esito delle primarie sarà determinante: se vincesse Lepore, M5s ha già annunciato che lo appoggerà sin dal primo turno mentre schiererà un proprio candidato se la spuntasse Conti che sembra piacere ai moderati del centrodestra.
    “Per la vecchia guardia del Pd Bologna è la Bastiglia e Conti sa fare la rivoluzione…”, confida il presidente di Iv Ettore Rosato, fiducioso comunque in un buon risultato della giovane sindaca della cintura bolognese. A far capire il livello della sfida, a colpi di stoccate e veleni, la discesa in campo del padre nobile Romano Prodi sostenitore di Lepore e finito nel mirino di Conti per una battuta sul fatto che alle primarie “scorra il sangue”.
    Ma oltre al risultato, per il Pd di Enrico Letta, che tenta di rilanciare i gazebo dopo anni di progressivo declino e dubbi anche dei dirigenti, sarà fondamentale il dato della partecipazione possibile sia nella modalità on line, tramite pre-registrazione, sia con la presenza ai gazebo (190 a Roma, 43 a Bologna). A Torino domenica scorsa hanno votato in 11mila, un dato molto basso che Letta ha però assolto come “normale” in tempi di Covid.
    I dati dei pre-registrati, quasi 3mila, non fanno ben sperare nella capitale mentre nel capoluogo emiliano in 5mila, compresi immigrati regolari e sedicenni, hanno già chiesto di votare on line. Per questo, piano piano, i dirigenti hanno abbassato l’asticella dei votanti: i vertici romani dei dem sono pronti a dirsi “soddisfatti” se saranno 40 mila, ben sotto alla già modesta cifra dei 43mila che andarono ai gazebo nel 2016 quando militanti e cittadini scelsero Roberto Giachetti per sfidare Virginia Raggi. Più fiduciosi sulle cifre i bolognesi che puntano su 18-20 mila simpatizzanti al voto. Cifre ben lontane dai fasti delle code ai gazebo, ma nel centrosinistra comunque considerate un passo importante per l’unità contro il centrodestra. 
       

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    Report, dal Tar ok all'accesso agli atti

    Il Tar del Lazio ha autorizzato l’accesso agli atti della trasmissione di Rai Tre Report dopo una querela arrivata per la trasmissione di una puntata intitolata Vassalli, valvassori e valvassini andata in onda ad ottobre 2020 incentrata sugli appalti pubblici in Lombardia. A presentare l’esposto lo studio dell’avvocato Andrea Mascetti. Lo rendono noto la Federazione della Stampa e Usigrai che in una nota definiscono la sentenza del tribunale amministrativo un atto che apre “un precedente pericolosissimo”.    Rispettare le sentenze, sottolineano dal sindacato, “non vuol dire non poterle criticare. E anzi sono l’occasione per chiedere nuovamente a governo e parlamento la necessità di un chiarimento urgente sulla natura giuridica della Rai. I giornalisti che fanno informazione in Rai non possono essere paragonati a funzionari della Pubblica Amministrazione. Pertanto le norme sull’accesso agli atti devono soccombere di fronte al diritto / dovere del giornalista di tutelare le proprie fonti. Altrimenti nei fatti si azzererebbe qualunque possibilità per i giornalisti Rai di fare il proprio lavoro, e ancor di più di fare giornalismo investigativo, così come nei doveri del Contratto di Servizio”.    E aggiungono: “La sentenza del Tar del Lazio condanna nei fatti il giornalista Rai a essere un giornalista di serie B. Siamo certi che la Rai farà appello con urgenza in Consiglio di Stato”.
    La Rai annuncia di aver conferito mandato per impugnare innanzi al Consiglio di Stato la decisione con la quale l’attività giornalistica, ove svolta dal Servizio Pubblico, è stata inopinatamente assimilata ad un procedimento amministrativo. Rai si attiverà in ogni sede per garantire ai propri giornalisti il pieno esercizio della libertà d’informazione e la tutela delle fonti.

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    Lega: Salvini alla manifestazione a Roma, 'piazza bellissima'

     “Piazza di Roma caldissima e bellissima, un saluto a chi è a casa!”. Lo scrive su facebook il segretario della Lega Matteo Salvini introducendo la manifestazione in piazza Bocca della Verità “Prima l’Italia! Bella, libera, giusta” con cui la Lega torna a manifestare dopo le riaperture, “nel segno – come spiega il partito – del ritorno alla vita e al lavoro”. Salvini posta diverse foto insieme a manifestanti, tra selfie e mascherine con su scritto “prima l’Italia”. 

     “Stiamo lavorando come dei matti con il governo per la ripartenza. Per la liberazione di energie per i posti di lavoro per il taglio delle tasse, e a brevissimo anche per la liberazione da questi oggetti di stoffa che in tutta Europa sono fortunatamente archiviati. Daremo l’idea dell’Italia che sarà”, dice  Salvini, a margine della prima manifestazione.
    Quando pensa che si eliminerà l’obbligo delle mascherine? “Il prima possibile non ce la si fa più – prosegue Salvini -. Ripeto se tutta Europa sta dicendo almeno all’aperto di tornare a sorridere e respirare io penso che l’Italia dovrebbe fare altrettanto. Ringrazio Draghi per aver chiesto il parere al Cts e spero che il parere arrivi il prima possibile”.    “Dopo il Covid – prosegue Salvini – la politica ha il dovere di essere unita, veloce, concreta, efficace. Gli italiani ci chiedono questo, non divisioni e litigi. Io insisto e arriverò all’obiettivo perché sono un testone, a chiedere a tutti gli amici del centrodestra di metterci insieme per aiutare l’Italia e gli italiani, di lasciar da parte gelosie, egoismi, divisioni e di unirci” con “una carta fondativa di valori comuni” con al centro “soprattutto la libertà”. 
    “Il presidente dell’ANM – dice ancora il leader leghista – attacca i referendum sulla Giustizia promossi da Lega e Partito Radicale e annuncia una ‘ferma reazione’? Parole gravissime. Non si può aver paura dei referendum, massima espressione di democrazia e libertà, e di confrontarsi con il giudizio e la volontà popolare”. 

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    Anm, referendum per giudizio su magistratura, reagiremo. Salvini: 'gravissimo'

    Nuovo scontro sulla giustizia. Anm all’attacco sul referendum ma non si fa attendere la replica del leader della Lega Matteo Salvini. “Il fatto stesso – dice il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, a proposito dei referendum sulla giustizia, parlando al Comitato direttivo centrale dell’Anm – che si porti avanti il tema referendario sembra esprimere un giudizio di sostanziale inadeguatezza dell’impianto riformatore messo su dal Governo; e fa intendere la volontà di chiamare il popolo ad una valutazione di gradimento della magistratura, quasi a voler formalizzare e cristallizzare i risultati dei vari sondaggi di opinione che danno in discesa l’apprezzamento della magistratura”. “Credo che spetti all’Anm una ferma reazione a questo tipo di metodo”. 
    “Il presidente dell’ANM attacca i referendum sulla Giustizia promossi da Lega e Partito Radicale e annuncia una ‘ferma reazione’? Parole gravissime. Non si può aver paura dei referendum, massima espressione di democrazia e libertà, e di confrontarsi con il giudizio e la volontà popolare”. Lo dichiara il leader della Lega Matteo Salvini.
    Il programma referendario può divenire “lo strumento formidabile per mettere in ombra una modalità di approccio, fatta di impegno nel distinguere, nel selezionare il tipo e la struttura degli interventi di riforma, per saggiarne il rapporto di compatibilità costituzionale e non cancellare, in nome dell’idea che il sistema non sia redimibile, un assetto di regole costruito intorno ad alcuni principi che non dovrebbero mutare- ha avvertito Santalucia- Rischia di prendere quota la propensione a valutare in termini di inadeguata timidezza, se non di inaccettabile gattopardismo, l’atteggiamento riformatore che non mostra i muscoli del radicalismo ideologizzante, che non si fa percepire come disposto ad abbattere vecchi steccati, che poi il più delle volte sono presidi di diretta connessione costituzionale”. Di qui la convinzione che l’Anm debba reagire: perchè “prima ancora dei contenuti, c’è una questione di cornice entro cui collocare l’azione riformatrice, e, come recita il nostro Statuto, è compito dell’Anm ‘dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali'”.
    Il segretario dell’associazione, Casciaro, ha insistito sulla necessità dei concorsi, per evitare “vuoti d’organico di ben 2.000 magistrati ordinari negli uffici di merito nei prossimi due anni”, che renderebbero “non realistici gli obiettivi fissati nel Recovery fund, soprattutto con riferimento alla velocizzazione dei processi civili”.