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    Scuola Politica 'Vivere nella Comunità', terminato il primo ciclo di studi

    Si è concluso con la consegna degli attestati ai 30 studenti il primo ciclo di studi organizzato dalla Scuola Politica ‘Vivere nella Comunità’. Per i partecipanti, presenti nella sede di Piazza Navona, l’apprezzamento per il loro impegno è giunto dai fondatori della Scuola: Pellegrino Capaldo, Marcello Presicci, Sabino Cassese e Paolo Boccardelli.
    ‘Abbiamo concepito questa Scuola Politica, apartitica e multidisciplinare, con spirito di servizio verso le Istituzioni e il Paese. Come ha sottolineato il presidente Mario Draghi ‘investire nella formazione e nell’istruzione dei giovani è quanto di più importante ci sia per il futuro della nostra classe dirigente’. La nostra è una Scuola capace di formare competenze uniche e specifiche, anche contribuendo ad accrescere motivazioni di impegno nel pubblico e nel privato’, ha spiegato il fondatore Pellegrino Capaldo, professore emerito dell’Università la Sapienza.
    Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo, a cui la Scuola Politica ‘Vivere nella Comunità’ ha affidato la lectio magistralis nella prima edizione, ha sottolineato la grande importanza di un’iniziativa volta ad aumentare la preparazione dei giovani, non solo nella sfera politica e civica, ma anche in quella economica e finanziaria.
    ‘Il nostro Paese ha bisogno di riscoprire il valore della competenza e della centralità del servizio allo Stato e alla comunità – ha affermato Paolo Boccardelli, presidente del Supervisory Board della Scuola -. I ragazzi che hanno frequentato la nostra Scuola Politica incarnano perfettamente questi valori e sono pronti a contribuire alla rinascita e al rilancio del Paese in questa fase di ricostruzione dopo l’emergenza pandemica.
    L’iniziativa formativa, gratuita grazie al sostegno economico delle imprese e delle fondazioni coinvolte come Intesa Sanpaolo, Ferrovie dello Stato, Poste Italiane, Generali, A2A, Iren, ANSA (media partner), Fondazione Compagnia di San Paolo e Citi intende contribuire al dibattito civile e politico, elaborando attraverso i suoi partecipanti e i docenti coinvolti, analisi sulle problematiche che riguardano il nostro Paese. L’obiettivo, oltre a formare gli studenti, è quello di individuare attraverso un ciclo di incontri promossi dal supervisory board, delle linee guida utili al mondo istituzionale, finanziario e politico.
    In questo senso la Scuola Politica ha già avviato un’interlocuzione con il ministro per la Pubblica Amministrazione, la Banca d’Italia, FEduF e Fondazione CRT, per dar vita a dei progetti e delle sinergie concrete fra gli studenti e le parti coinvolte.
    Nella Scuola Politica ‘Vivere nella Comunità’ sono presenti figure istituzionali come gli attuali ministri Marta Cartabia, Enrico Giovannini e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, oltre a ex ministri come Giuliano Amato, Sabino Cassese e Francesco Profumo.
    La prossima edizione prenderà il via a Novembre con lezioni previste sia in presenza sia attraverso piattaforma digitale. Per inviare la candidatura è necessario consultare il bando presente sul sito www.scuolapoliticanuovomillennio.it.

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    Afghanistan, Guerini: 'La chiusura della missione italiana non è abbandono'

    “Ringrazio i 723 feriti e le 53 vittime italiane che hanno perso la vita per la repubblica per portare stabilizzazione e pace in Afghanistan”. Lo ha detto il ministro per la Difesa Lorenzo Guerini al Senato. “L’estremo sacrificio non deve essere vano e il loro ricordo sarà indelebile. Non è semplice condensare 20 anni di sforzo. Oltre 50 mila uomini e donne si sonno avvicendati in questi anni e hanno contribuito a dare lustro al nostro Paese”, ha detto il ministro sull’avvio del rientro dal paese asiatico, “dove i nostri militari hanno dato eccezionale dimostrazione di professionalità”.
     L’Alleanza Atlantica continuerà il suo impegno perchè l’Afghanistan “non diventi paradiso sicuro per il terrorismo e contrastare la narrazione dell’abbandono”. Lo ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini chiarendo che “la chiusura della missione non è una abbandono del campo ma l’impegno si evolve ed è essenziale che non venga mai meno”.    L’Alleanza ha confermato la volontà di mantenere un impegno significativo al momento fino al 2024. “Siamo in una fase nuova tutti gli alleati stanno dato segnali convergenti sull’impegno in Afghanistan. Il nostro ruolo rimarrà attivo capitalizzando i frutti impegni di questi 20 anni”. 
    “Ad oggi sono stati rimpatriati 280 nostri militari e sono già defluiti dal teatro operativo afgano più del 70% dei mezzi e dei materiali verso l’Italia. In questo contesto, in coordinamento con i Comandi afghani, è stata valutata anche l’opportunità di lasciare a disposizione delle forze armate e di sicurezza locali parte delle sistemazioni logistiche e dei materiali ritenuti utili da parte loro. il mio impegno come Ministro della Difesa in è volto innanzitutto ad effettuare di concerto con gli Alleati il rientro ordinato e sicuro del nostro contingente in patria”. Lo ha detto in Senato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini a proposito della conclusione della missione Nato Resolute Support (RS). “Posso affermare che le operazioni stanno procedendo, dal punto di vista militare, secondo i piani stabiliti, con il rientro del personale e l’afflusso dei materiali dall’Afghanistan verso i poli logistici – porti ed aeroporti – in vari Paesi della regione, per il successivo caricamento sui vettori navali ed aerei che effettueranno le tratte di ritorno verso l’Italia”. Oltre ad essere impegnata nel rientro del contingente nazionale, la Difesa sta facendosi carico, parallelamente, anche di un’attività di trasporto umanitario del personale civile afgano che ha collaborato con le Forze italiane, denominata ‘Operazione Aquila’, ha proseguito il ministro.   

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    >>>ANSA/ Onu, il riscaldamento globale mette l'umanità a rischio

    entro il 2050
    (di Stefania De Francesco)
    (ANSA) – ROMA, 23 GIU – Carenza d’acqua, malattie più
    diffuse, calore insopportabile, raccolti scarsi e di bassissima
    qualità, fame e malnutrizione, esodi dalle città inondate e dai
    campi aridi, estinzione delle specie: la vita sulla Terra come
    la conosciamo oggi sarà drasticamente trasformata dal
    cambiamento climatico già quando i bambini nati nel 2021 avranno
    30 anni o anche prima. E se “la vita sulla Terra può evolversi
    in nuove specie, l’umanità non può fare altrettanto”. Le
    conseguenze derivanti da “decenni di inquinamento sfrenato da
    carbonio” sono inevitabili a breve termine, questa corsa “sta
    accelerando e va fermata”.
    Torna dopo 7 anni, aggiornato e più grave, l’allarme sugli
    “impatti irreversibili” provocati dal riscaldamento della Terra.   
    Sono indiscrezioni, racchiuse in una bozza di 4mila pagine,
    anticipate dall’Afp, a cui sta lavorando il gruppo
    intergovernativo di scienziati delle Nazioni Unite esperti in
    cambiamenti climatici (Ipcc). Il documento ufficiale sarà
    diffuso a febbraio 2022, dopo l’approvazione dei governi dei 195
    Paesi dell’Onu, a cui via via viene sottoposto per un esame e
    una revisione e per orientare le decisioni politiche. Troppo
    tardi, secondo alcuni scienziati, che ricordano altre occasioni
    più vicine come i vertici delle Nazioni Unite di quest’anno su
    clima, biodiversità e sistemi alimentari.   
    La bozza, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa
    francese, avverte che “il peggio deve ancora arrivare” e colpirà
    “la vita dei nostri figli e dei nostri nipoti più delle nostre”
    si legge nel sommario. L’aumento del riscaldamento globale oltre
    la soglia di 1,5-2 gradi centigradi (rispetto al periodo
    preindustriale) fissata dall’accordo di Parigi sul clima ormai
    nel 2015 avrebbe “impatti irreversibili sui sistemi umani ed
    ecologici”: con +2 gradi circa 420 milioni di persone in più
    sulla Terra dovranno affrontare “ondate di caldo estremo” e
    potenzialmente letali, circa 350 milioni di persone in più che
    vivono nelle aree urbane saranno esposte alla scarsità d’acqua a
    causa di gravi siccità, fino a 80 milioni di persone in più nel
    mondo rispetto ad oggi potrebbero soffrire la fame entro il 2050
    e non più entro fine secolo.   
    Qualunque sia il tasso di riduzione delle emissioni di gas
    serra, avvertono gli esperti, gli impatti devastanti del global
    warming sulla natura e sull’umanità che da esso dipende
    accelereranno e diventeranno “dolorosamente palpabili ben prima
    del 2050”. I danni economici provocati dai disastri ambientali
    sono enormi.   
    Ci sono almeno quattro conclusioni principali nella bozza
    in cui si osserva che con +1,1 gradi Celsius di riscaldamento
    registrato finora, il clima sta già cambiando e che anche un
    +1,5 prolungato nel tempo ormai può essere letale per tanti
    organismi, come le barriere coralline.   
    Gli scienziati ancora una volta sollecitano il contributo di
    ciascun individuo, comunità, imprese, istituzioni e governi
    lanciando l’appello a “ridefinire il nostro modo di vivere e di
    consumare”. Il ripetersi di eventi estremi sono costati
    all’agricoltura italiana tra siccità e alluvioni oltre 14
    miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione
    agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture
    nelle campagne, afferma Coldiretti nel rilevare che
    “l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre
    vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma
    è anche il settore più impegnato per contrastarli”. (ANSA).   

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    Covid spinge su news affidabili, ANSA prima in Italia

    Nell’anno della pandemia, l’ANSA è il primo brand italiano di informazione per affidabilità: lo certifica il Digital News Report 2021 dell’Istituto Reuters condotto in 46 Paesi. L’agenzia di stampa si colloca in cima alla classifica conquistando la fiducia dell’82% degli italiani (l’anno scorso era all’80%). Seguono SkyTg24 e Il Sole 24 Ore. ANSA.IT è terzo per consultazione tra i siti d’informazione (conquista una posizione rispetto al 2020): il 20% degli italiani lo naviga ogni settimana. Primo Tgcom24, davanti a SkyTG24. Poi Repubblica, Fanpage, Corriere della Sera e Rainews. I tg Rai sono primi seguiti da Mediaset e Skytg24.
    La pandemia ha aumentato il desiderio di notizie attendibili con alcuni brand che hanno beneficiato in termini di maggiore fiducia, ottenendo pubblico extra significativo anche sull’online. In generale la fiducia nelle notizie dei lettori è cresciuta in media del 6% ed è arrivata al 44%. Una inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, rileva il Digital News Report 2021. “Anche se gli effetti non sono uniformi e potrebbero non durare a fine pandemia, sono positivi per gli editori”, spiega Rasmus Nielsen, direttore del Reuters Institute for the Study of Journalism.
    In Italia la fruizione di notizie cartacee continua a diminuire, con solo il 18% che dichiara di utilizzare fonti di stampa settimanalmente (era il 59% nel 2013). La fruizione di notizie online (76%) e Tv (75%) rimane stabile e alto. Solo il 13%, però, paga per le notizie online. Sono alcuni dati, riferiti al nostro paese, contenuti nel Digital News Report di Reuters 2021 arrivato alla decima edizione. Secondo l’indagine, in Italia la fiducia nelle notizie è cresciuta quest’anno dell’11%, con il 40% degli italiani che afferma di fidarsi delle notizie in generale. Ma questo livello di fiducia è ancora relativamente basso rispetto ad altri mercati, con l’Italia che si classifica 26esima su 46 paesi. Infine, spiega il Rapporto Reuters, gli italiani dipendono sempre più dagli smartphone per le notizie, con il 68% che ora afferma di utilizzare il telefono per le news (rispetto al 25% nel 2013), l’accesso ai computer per le news è sceso dal 58% nel 2013 al 42% quest’anno.
    Nell’anno del coronavirus il giornalismo di qualità ha inseguito il paywall, con gli editori cartacei e digitali che hanno puntato sugli abbonamenti per ridurre la loro dipendenza dalla pubblicità, ma i progressi complessivi restano lenti. In 20 paesi dove gli editori hanno spinto gli abbonamenti digitali, solo il 17% dei consumatori afferma di aver pagato per le notizie online nell’ultimo anno, in aumento di due punti percentuali sul 2020 e di cinque sul 2016. E’ l’analisi contenuta nel Reuters Digital News Report 2021, che segnala un aggravamento della crisi dei giornali. Secondo il Rapporto, la stragrande maggioranza dei consumatori continua a resistere al pagamento di qualsiasi notizia online. Il maggior successo del paywall si registra in un piccolo numero di paesi con una lunga storia di abbonamenti ai giornali cartacei come Norvegia 45% (+3), Svezia 30% (+3), Svizzera 17% (+4) e Paesi Bassi 17% (+3). Circa un quinto (21%) ora paga per almeno una testata giornalistica online negli Stati Uniti, 20% in Finlandia e il 13% in Australia. Al contrario, solo il 9% dichiara di pagare in Germania e l’8% nel Regno Unito. Secondo l’indagine, inoltre, il Covid-19 ha aggravato la crisi dei giornali, in parte per le restrizioni alla circolazione e in parte per la conseguente diminuzione degli introiti pubblicitari. Paesi come Germania, Austria e Svizzera, in cui tradizionalmente c’erano alti livelli di diffusione, hanno registrato i crolli più importanti. La crisi ha avuto un impatto devastante sulla free press (nel Regno Unito, ad esempio, la distribuzione di Metro e Standard è diminuita di circa il 40%). Più in generale, spiega il Rapporto, il Coronavirus sta accelerando i piani per il digitale e sta impattando sulla forza lavoro.

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    Papa: consegnato a Francesco il Premio Maria Grazia Cutuli

    (ANSA) – CITTA DEL VATICANO, 23 GIU – Rosa Nicoletta
    Tomasone, presidente del Centro Einaudi di San Severo (Foggia),
    ha consegnato nelle mani di Papa Francesco, al termine
    dell’udienza nel cortile di San Damaso in Vaticano, il Premio
    Maria Grazia Cutuli, edizione speciale 2021, come “testimone del
    tempo e messaggero di pace”.   
    Il Premio rappresenta un albero di ulivo, simbolo della pace
    e della terra di Puglia, in pietra, scolpito dall’artista
    Lorenzo Di Mauro di Mattinata (Foggia). Il conferimento del
    Premio era stato annunciato al Pontefice il 5 marzo sul volo
    papale per Baghdad dal presidente onorario della giuria Marco
    Clementi, giornalista del Tg1. (ANSA).   

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    Forum ANSA con Enrico Letta

    Proseguono i Forum Ansa con i leader politici. Oggi sarà la volta del segretario del Pd Enrico Letta che, in studio dalle 12.30, risponderà in diretta alle domande del direttore Luigi Contu e dei giornalisti della redazione politico-parlamentare. 
    Lunedì 28 giugno sarà invece ospite il vicepresidente di Fi Antonio Tajani. 
    Nelle settimane successive saranno ospiti Giorgia Meloni e Giuseppe Conte. La diretta streaming del Forum con Letta sarà trasmessa dalle 12.30 su ANSA.it e sulla pagina Facebook dell’Agenzia. 

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    Domani Forum Ansa con Enrico Letta

     Proseguono i Forum Ansa con i leader politici. Mercoledì 23 giugno sarà la volta del segretario del Pd Enrico Letta che in studio dalle 12.30,risponderà in diretta alle domande del direttore Luigi Contu e dei giornalisti della redazione politico-parlamentare.    Lunedì 28 giugno sarà invece ospite il vicepresidente di Fi Antonio Tajani.    Nelle settimane successive saranno ospiti Giorgia Meloni e Giuseppe Conte. La diretta streaming del Forum con Letta sarà trasmessa dalle 12.30 su ANSA.IT e sulla pagina Facebook dell’Agenzia.
       

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    Cade l'obbligo di carcere per i giornalisti

    La Consulta ha dichiarato incostituzionale l’articolo 13 della legge sulla stampa che fa scattare obbligatoriamente, in caso di condanna per diffamazione a mezzo stampa compiuta mediante l’attribuzione di un fatto determinato, la reclusione da uno a sei anni insieme al pagamento di una multa.